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Autore: Andrea Micky    12/08/2020    0 recensioni
La storia che state per leggere ha per protagonisti i miei personaggi preferiti del terzo capitolo della saga videoulica.
STREET FIGHTER 3 and relative characters are copyright of CAPCOM
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hugo, Necro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Fantasma Bianco
by Andrea Micky

Dopo essere sfuggiti alle grinfie di Gill e della sua organizzazione, Necro ed Effie avevano cominciato a vagabondare senza una meta precisa.
E durante il loro viaggio, i due fidanzati (perché tali li si poteva definire) capitarono dalle parti di Monaco di Baviera, in Germania.

Necro ed Effie stavano attraversando una macchia boschiva, quando quest’ultima ebbe un mancamento, che la costrinse ad appoggiarsi ad un albero.
“Effie, ti senti male?” domandò preoccupato Necro.
“No, sono solo un po’ stanca” rispose con voce debole lei.
Per nulla persuaso da quella risposta, Necro si avvicinò alla sua fidanzata e dopo averle toccato la fronte, disse “Effie, ma tu scotti terribilmente”.
Effie cercò di dire qualcosa, ma perse i sensi a causa della febbre alta e Necro dovette afferrarla prima che cadesse a terra.
Quest’ultimo, cercando di rimanere calmo, si guardò freneticamente intorno, alla ricerca di un rifugio e dopo aver scorto una capanna di legno poco distante, Necro si diresse lì più velocemente che poteva, tenendo Effie ben stretta fra le braccia.

Sapendo che il suo aspetto non avrebbe suscitato simpatia, Necro si avvicinò con circospezione alla capanna, pensando “Dopo aver affidato Effie a chi vive lì, mi nasconderò nella foresta”.
Ma non notando nessun movimento all’interno dell’abitazione, Necro si azzardò a sbirciare da una finestra, constatando così che la capanna era disabitata.
Per esserne più sicuro, Necro bussò un paio di volte alla porta e dato che non ricevette alcuna risposta, non gli restò altro da fare che girare il pomello ed entrare nella capanna insieme ad Effie, ancora priva di sensi. 

L’interno della capanna era arredato come una normale casa e così, Necro poté far riposare Effie in un comodo letto, mentre cercava qualcosa con cui abbassarle la febbre.
Ma dato che la ricerca di una medicina si rivelò infruttuosa, a Necro non rimase altro da fare che andare a cercare aiuto altrove, sebbene l’idea di lasciare Effie da sola non gli piacesse per nulla.

Un furgoncino carico di provvigioni si stava dirigendo verso la zona dove si sarebbe svolto di lì a poco l’Oktoberfest, quando una leggera foschia cominciò ad avvolgere la zona circostante.
“Ci mancava anche questa” brontolò il conducente del veicolo.
In quel momento, la sagoma di un animale non ben definito sfrecciò sulla strada e per evitare d’investirlo, il conducente sterzò bruscamente, finendo fuori strada e andando a sbattere contro un albero.
Mentre si riprendeva dalla botta ricevuta, l’uomo udì dei passi all’esterno del furgoncino, il cui sportello del lato conducente venne aperto da qualcuno.
“Signore, si é fatto male?” domandò una voce maschile.
Il conducente fece per rispondere, ma, quando vide chi gli aveva posto la domanda, urlò di terrore, perché si ritrovò davanti un essere dalla forma umana di colore bianco, esclusione fatta per alcune scie rosse sul volto e sulle spalle.
“Un fantasmaaa!” urlò terrorizzato il conducente.
E dopo essersi frettolosamente slacciato la cintura di sicurezza, l’uomo aprì lo sportello del lato passeggeri e fuggì di corsa, urlando a squarciagola.

“Beh, sapevo che sarebbe andata così, se mi avesse visto qualcuno” sospirò Necro, mentre osservava l’uomo fuggire.
E notando che sul furgoncino c’erano delle vettovaglie, Necro prese una piccola treccia di salsicce ed una confezione di bottiglie d’acqua, per poi tornare alla capanna.
“Non é molto giusto rubare, ma al momento non ho altra scelta” pensò Necro, mentre percorreva la via del ritorno.

I diversi addetti incaricati di allestire l’area dell’Oktoberfest non potevano fare a meno di alzare lo sguardo ogni volta che i due nuovi assunti passavano davanti a loro.
La prima era una bella ragazza dai lunghi capelli violacei, vestita in modo provocante, mentre il secondo era un gigantesco omaccione coi capelli neri, appartenente alla famiglia Andore, ben nota da quelle parti.
Entrambi avevano fatto parte della temuta banda criminale americana Mad Gear, ma dopo il collasso di quest’ultima, Hugo (così si chiamava il gigante) era tornato in patria, deciso a diventare un wrestler professionista, aiutato dalla sua amica Poison, che si era offerta di fargli da manager.
“Certo però che usare la mia forza in questo modo é uno spreco” brontolò Hugo, trasportando da solo un’enorme botte piena di birra.
“É solo un’occupazione part-time, fino a quando non ricomincerai a gareggiare” gli ricordò Poison.
“Già, ma se non troverò un partner adatto per il tag-tournament, saremo punto e a capo” fece presente il gigantesco wrestler.
“Abbiamo finito per oggi?” domandò uno dei lavoratori.
“Come sempre, manca solo il vecchio Hans, incaricato di consegnarci delle provvigioni per il festival” gli rispose un collega, mentre consultava il documento con gli ordini.
E proprio in quel momento, il vecchio Hans arrivò di corsa, urlando “C’é un fantasma nel bosco”.

Poco dopo, tutto il personale sedeva intorno ad Hans, che aveva accuratamente raccontato il suo spaventoso incontro nel bosco.
“Hans, sei sicuro di non aver alzato troppo il gomito durante il viaggio?” domandò uno dei presenti.
“Certo che no. Anche perché mi sarei beccato una bella multa, se avessi guidato ubriaco” rispose stizzito Hans.
“Beh, intanto andiamo a recuperare il tuo furgoncino, poi si vedrà” suggerì Poison.
“Quindi, nessuno avvertirà la polizia?” domandò Hans.
“Non mi sembra il caso, a meno che tu non voglia essere preso per un pazzo” suggerì il responsabile di turno.
“Va bene. Pensiamo pure al mio furgone. A quest’ora, però, non so se troveremo un carro attrezzi disponibile per trainarlo” notò Hans.
“Tranquillo. Ci penserà Hugo a spostare il tuo macinino” assicurò Poison.
“Eccome” confermò il gigante, facendo scrocchiare le nocche.

Quando Effie riaprì gli occhi, la prima cosa che vide fu il volto di Necro, chino su di lei. 
“Come ti senti?” le domandò Necro.
“Meglio. Dormire mi ha fatto bene” rispose lei.
“Bevi un po’ d’acqua e poi, cerca di mangiare qualcosa” disse Necro, porgendole una delle bottiglie che si era procurato.
“E questa dove l’hai presa?” domandò sorpresa Effie.
“Un furgoncino ha avuto un incidente poco lontano da qui e quando il conducente é fuggito, dopo avermi visto, ho pensato di approfittarne” spiegò Necro.
“Mi dispiace che tu abbia dovuto rubare per colpa mia” si scusò Effie.
“Non dispiacertene. Dopotutto, mi comporto come la gente si aspetterebbe da un essere come me” rispose Necro, intristendosi.
“Non parlare così, Illia: se la gente ti conoscesse bene, saprebbe che persona meravigliosa sei in realtà” lo confortò Effie, accarezzandogli dolcemente una mano.
“Grazie, Effie” le rispose Necro, sorridendole rincuorato.

Nel frattempo, Hans e Poison sedevano nei posti anteriori del furgoncino, che Hugo spingeva senza fatica, grazie alla sua straordinaria forza fisica.
“Siamo arrivati” annunciò Hans, una volta davanti all’officina del meccanico, ormai in procinto di chiudere.
“Lieti di esserti stati d’aiuto, Hans” disse Poison, mentre scendeva dal veicolo, per poi allontanarsi insieme ad Hugo.
Quest’ultimo, durante il tragitto, le chiese “Poison, cosa ne pensi di questa storia del fantasma? Ci saranno ripercussioni sul nostro lavoro temporaneo?”.
“Penso che domani la faccenda sarà bella e dimenticata. Perciò, non crucciarti troppo” rispose la ragazza, ignara di ciò che stava per succedere.

Il mattino dopo, quando Necro ed Effie si svegliarono, una leggera foschia aveva avvolto l’intera macchia boschiva.
“La febbre é calata, ma per oggi sarà meglio che tu rimanga a letto” stabilì Necro, tastando la fronte di Effie.
“Come vuoi, Illia” concordò la ragazza, il cui stomaco brontolò.
“Hai fame?” le domandò Necro.
“Un pochino” ammise imbarazzata Effie.
E dato che le provviste della sera precedente erano finite, Necro uscì per cercare qualcosa da mangiare.

La foschia mattutina si stava lentamente diradando, mentre Necro percorreva a ritroso la strada del giorno prima.
“Avevo visto un cespuglio di more da queste parti. Se lo ritrovo, potrò portare qualcosa ad Effie” pensò Necro, guardandosi intorno, notando così una grande roccia, ai cui piedi c’era il cespuglio che stava cercando.
Soddisfatto, Necro si avvicinò alla pianta, ma proprio quando stava per cominciare a raccoglierne i frutti, nell’aria risuonarono alcuni spari, a cui seguì un rumore di passi veloci, che procedevano proprio nella sua direzione.

“Ci siamo. L’ho centrato” esultò una voce maschile.
“É caduto dietro quella roccia” aggiunse una seconda voce sempre maschile.
“Maledizione! Gli uomini di Gill ci hanno rintracciati” pensò Necro, buttatosi istintivamente a terra.
Con i sensi ben all’erta, Necro attese che i suoi aggressori si avvicinassero abbastanza e quando li sentì a portata di tiro,  allungò le sue braccia, muovendole come serpenti, eseguendo così un attacco a  sorpresa, che gli permise di colpire in pieno i due uomini, buttandoli a terra.
Ma quando si rialzò in piedi, Necro capì di aver commesso un errore, in quanto i due uomini che si ritrovò davanti erano in realtà dei semplici cacciatori.
“Oh, scusatemi. Io…” tentò di giustificarsi Necro.
“Un fantasmaaa!” urlarono terrorizzati i due cacciatori, prima di fuggire via, urlando a squarciagola.
“Devo apparire davvero spaventoso per fare ogni volta quest’effetto” pensò Necro, mentre osservava i due uomini sparire in lontananza.
E notando che a pochi metri da lui giaceva la preda abbandonata  dai cacciatori, che era una grossa anatra, Necro la raccolse e se ne tornò alla capanna.

Hugo e Poison stavano andando al lavoro, quando passarono davanti ad un bar gremito di gente.
“Che sta succedendo?” domandò incuriosito Hugo.
“Due cacciatori dicono di essere stati aggrediti da un fantasma che si aggira per il bosco” spiegò un cameriere, mentre portava un vassoio con sopra una bottiglia di cognac ai due uomini.
Sorpresi da quella risposta, Hugo e Poison entrarono nel bar, per saperne di più.
 
Tutta la gente presente nel bar si era stretta intorno ai due cacciatori, intenti a raccontare la loro storia.
“É stato terribile: io e il mio amico stavamo cercando l’uccello che avevo appena abbattuto, quando dalla nebbia é sbucato fuori un fantasma, che ci ha presi a pugni” raccontò il primo cacciatore.
“Già: era un essere tutto bianco, con degli strani segni rossi sulla faccia e sulle spalle” aggiunse il suo compagno.
Porgendo il cognac ai due uomini, il cameriere notò “Ci sono un paio d’incongruenze nella vostra storia. La prima é che i fantasmi non tirano pugni, perché sono entità immateriali. La seconda é che voi due siete i peggiori cacciatori della regione, perciò é assolutamente impossibile che uno di voi abbia colpito un qualsiasi animale”.
“Ah, ah, ah!” risero divertiti tutti i presenti.
“Non dovreste ridere, perché questa storia potrebbe essere vera” intervenne Hugo.
“Già: ieri sera, il vecchio Hans ci ha raccontato una storia molto simile a questa, descrivendo il suo aggressore in maniera identica a questi due” disse Poison.
Sorpresi, tutti i presenti volsero lo sguardo verso un poliziotto, seduto ad un tavolo del bar, lanciandogli delle occhiate perplesse.
Questi, capendo l’antifona, disse “Signori, il vostro fantasma é probabilmente un burlone che si diverte a terrorizzare la gente, travestendosi con degli abiti bianchi. Ma se la situazione dovesse degenerare, vi prometto che la polizia interverrà”.
Quell’ipotesi parve convincente agli avventori del bar, i quali,  avendo le loro faccende quotidiane a cui pensare, finirono col dimenticare la storia del fantasma nel giro di poche ore.

Nel frattempo, Necro era ritornato alla capanna, dove Effie lo attendeva con impazienza.
“Illia, cos’erano quegli spari che ho sentito?” domandò lei.
“Alcuni cacciatori stavano praticando il loro sport preferito” rispose lui.
“E quella?” domandò Effie, indicando l’anatra che il fidanzato aveva portato.
“Questa l’hanno lasciata due cacciatori…a cui ho rifilato un pugno, perché li avevo scambiati per agenti al servizio di Gill” spiegò con un certo imbarazzo Necro.
“Data la nostra situazione, dobbiamo essere sempre vigili ed errori come questo sono purtroppo inevitabili. Almeno, le conseguenze non sono state troppo gravi” gli fece notare Effie.
Necro annuì e per evitare altri episodi spiacevoli, uscì nuovamente dalla capanna solo verso l’imbrunire, quando le possibilità di incontrare altre persone erano quasi nulle.

La giornata lavorativa stava volgendo al termine e Hugo stava trasportando alcune assi di legno, quando venne avvicinato dal responsabile di turno.
“Hugo, ti dispiace fare un po’ di straordinario, oggi?” gli domandò l’uomo.
“No di certo. Cosa devo fare?” volle sapere il gigantesco wrestler.
“Dovresti andare dal Signor Boman, per ritirare una cassa contenente alcuni prodotti della sua fattoria, che abbiamo acquistato per l’Oktoberfest” rispose il responsabile di turno.
“E perché lo chiedi proprio a lui?” volle sapere Poison.
“Perché tutti i nostri furgoni sono impegnati e Hugo é abbastanza forte da portare qui la cassa a mano” rispose l’uomo.
“Nessun problema” accettò Hugo, sorridendo.

Affacciato ad una finestra della sua casa, il Signor Boman attendeva impazientemente l’arrivo degli incaricati del ritiro della cassa venduta quello stesso pomeriggio.
“Eh, eh. I miei prodotti faranno un figurone all’Oktoberfest, facendomi una buona pubblicità, grazie alla quale attirerò molti clienti, intascando così molti quattrini” pensò soddisfatto l’uomo, fumando voluttuosamente la sua pipa.
In quel momento, i cani da guardia si misero ad abbaiare, per poi emettere un guaito di dolore e Boman, intuendo la presenza di un intruso, uscì di casa col fucile in mano; e una volta fuori, la prima cosa che l’uomo vide furono i corpi dei suoi cani, che giacevano senza vita in una pozza di sangue.
Sorpreso, l’uomo notò che dalla pozza di sangue partiva una scia di gocce, che si dirigeva verso un albero del cortile, lungo il cui tronco colava giù del liquido rosso.
Puntando la sua arma verso la cima della pianta, Boman intimò “So dove ti nascondi. Vieni subito fuori o ti sforacchio per bene”.
Pochi secondi dopo, nell’aria echeggiò il rumore di uno sparo, a cui seguì un grido di dolore.

Hugo e Poison erano ormai ormai arrivati alla fattoria del Signor Boman, quando il rumore di uno sparo li costrinse ad accelerare il passo; e una volta giunti a destinazione, i due amici videro la Signora Boman china sul consorte, il cui petto era straziato da una profonda ferita, dalla quale il sangue fuoriusciva copiosamente.
“Santo cielo! Ma che é successo qui?” domandò sorpresa Poison.
“Un essere bianco simile ad un fantasma mi ha aggredito” rantolò il Signor Boman, mentre la consorte cercava di tamponargli la ferita con il suo grembiule.
“E dov’é andato il tipo bianco?” volle sapere Hugo, con fare risoluto.
“Di là” rispose il Signor Boman, indicando con mano tremate il bosco lì vicino.
“Hugo, cos’hai intenzione di fare?” volle sapere Poison.
“Acciuffare quel tipo prima che faccia del male a qualcun altro” rispose il gigantesco wrestler.
“Ma sei impazzito? Non sai nemmeno dove quel tipo si nasconde” obbiettò Poison.
“Invece, lo so: nella direzione indicata dal Signor Boman c’é una capanna in cui i cacciatori si riposano durante le loro battute di caccia. Probabilmente, il “fantasma” si nasconde lì” disse Hugo.
Capendo che era inutile tentare di dissuadere il suo amico, la ragazza sospirò e disse “Va bene. Andiamo pure a controllare”.
E mentre la Signora Boman chiamava ospedale e polizia col cellulare del marito, Hugo e Poison si dirigevano verso la capanna nel bosco.

La luna splendeva ormai alta nel cielo e il suo chiarore illuminava l’intero bosco, compresa la zona in cui si trovava la capanna dove Necro ed Effie si erano rifugiati.
“Certo che mi dispiacerà andarmene da qui” ammise Effie, ammirando lo spettacolo offerto dalla natura.
“Anche a me. Ma più tempo restiamo qui, più rischiamo di essere scoperti da qualcuno” le fece notare Necro.
“Temo che sia sia già successo” disse la ragazza, indicando qualcosa fuori.
Sorpreso, Necro guardò nella direzione indicata, vedendo così Hugo e Poison marciare verso la capanna.
“Ti ho visto alla finestra, Fantasma Bianco. Esci fuori, oppure verrò io stesso a prenderti” intimò con fare minaccioso Hugo.
“E quelli chi sono?” domandò Effie.
“Non lo so, ma é chiaro che quello grosso ce l’ha con me -rifletté Necro- Tu resta nascosta qui, mentre io mi occupo di loro”.
“D’accordo. Ma sii prudente, Illia” si raccomandò preoccupata Effie.

“Sono qui” disse Necro, mentre apriva la porta della capanna.
“Vieni con me. Devo portarti dalla polizia” gli disse Hugo.
“Si tratta di quello che é successo oggi?” domandò Necro, ripensando ai due cacciatori.
“Proprio di quello” rispose Hugo, riferendosi al Signor Boman.
“Mi spiace, ma non posso. L’episodio di oggi é stato uno spiacevole incidente e se venissi arrestato, una persona a cui tengo molto resterebbe sola, senza nessuno a difenderla da gente poco raccomandabile di mia conoscenza, che potrebbe farsi viva in qualsiasi momento” disse Necro, dopo una breve riflessione.
“Non m’inganni. Vieni con me spontaneamente, o ti trascinerò in città a forza” minacciò Hugo, gonfiando il torace.
“Temo sarà quello che dovrai fare” rispose Necro, assumendo la posizione di combattimento.

Dopo essersi squadrati per alcuni secondi, Necro ed Hugo iniziarono a combattere.
Il primo ad attaccare fu Hugo, che si lanciò verso Necro, che però lo schivò grazie ad una serie di piroette, accompagnate da dei pugni sferrati con le sue braccia allungabili.
“Devo tenere quel bestione lontano o per me é finita” pensò Necro, continuando a colpire a distanza con i suoi arti allungabili.
Ma passato lo stupore iniziale per quell’inconsueto attacco, Hugo afferrò un braccio di Necro e lo tirò a sé, per poi colpirlo con una gomitata in piena fronte.
Dopo di che, il gigantesco wrestler afferrò il suo avversario per i polsi e saltò verso l’alto, dove eseguì un paio di giravolte a mezz’aria, per poi mettersi in posizione orizzontale, atterrando così di peso su Necro, che sentì un dolore acuto diffondersi in tutto il corpo.
“Ce l’ho fatta. L’ho steso” esultò Hugo, premendo con forza il suo avversario al suolo.
Ma nonostante il terribile colpo ricevuto, Necro non era ancora sconfitto ed emettendo una scarica elettrica, riuscì a far alzare Hugo, per poi prenderlo alle spalle, afferrarlo ai fianchi ed atterrarlo con un perfetto suplex.
“Ne hai avuto abbastanza?” domandò Necro.
“Ho appena finito di riscaldarmi” rispose Hugo.

“Basta! Smettetela!” intervenne Effie, uscendo di corsa dalla capanna e mettendosi proprio in mezzo ai due contendenti.
“Torna dentro, Effie. É pericoloso per te restare qui” le disse Necro.
“Non posso permettere che tu venga picchiato solo perché hai cercato di aiutarmi” rispose Effie, facendo da scudo al fidanzato.
“Cosa vorresti dire?” domandò perplessa Poison.
“Illia ha rubato dal furgoncino incidentato per sfamare me, che ero malata. E lo stesso è accaduto coi cacciatori, che ha colpito a causa di un equivoco” spiegò Effie.
“E del Signor Boman che mi dici?” volle sapere Hugo.
“Di chi?” gli domandò Necro.
“Dell’uomo che hai aggredito poco fa nella sua fattoria, ferendolo gravemente” rispose Hugo.
“Io non mi sono avvicinato a nessuna fattoria e ciò che io ed Effie abbiamo mangiato stasera l’ho raccolto nel bosco” replicò Necro.
“Inoltre, se Illia avesse ferito qualcuno, sarebbe sporco di sangue, mentre, invece, é perfettamente pulito” aggiunse Effie.
“Questo é vero” concordò Poison, squadrando attentamene Necro.
“Ma se non é stato lui ad aggredire il Signor Boman, allora chi é stato?” domandò Hugo. 

In quel momento, dal folto della vegetazione sbucò fuori un grosso uccello bianco, simile ad un rapace, che planò verso Effie e Necro; ma quest’ultimo, grazie alle sue braccia allungabili, riuscì a colpirlo, abbattendolo.
E mentre precipitava, il grosso volatile cambiò forma, diventando un essere umanoide di colore bianco, il cui volto era privo di lineamenti.
“Twelve!” esclamò Necro, riconoscendo il nuovo arrivato.
“10011.01001” rispose quest’ultimo, parlando con una voce fredda e senza emozioni.
“E quello chi é?” domandò Hugo.
“Il vero aggressore del Signor Boman” rispose Poison, notando che il braccio destro di Twelve era sporco di sangue.
Ma Twelve non si curò minimamente di quell’accusa e avanzando carponi, con movenze simili a quelle di un ragno, si diresse verso Necro ed Effie.

Nonostante il nemico che si avvicinava, la principale preoccupazione di Necro fu l’incolumità di Effie, a cui disse “Corri nella capanna e non uscire finché non te lo dico io”.
A malincuore, la ragazza ubbidì ma Twelve, approfittando della situazione, affondò le braccia nel terreno, da cui scaturirono dei lunghi tentacoli, che avrebbero colpito Effie, se Necro non fosse intervenuto tempestivamente, facendole da scudo con il proprio corpo, ricevendo il colpo destinato a lei.
“Illia!” gridò Effie, vedendo il suo amato venire colpito.
Ma Necro trovò la forza per reagire e dopo aver afferrato i tentacoli prima che si ritirassero, emise una nuova scarica elettrica, che però non sortì molto effetto su Twelve.
“Lo scontro di prima deve avermi indebolito più di quanto credessi” pensò Necro, mollando la presa.

“Resisti! Vengo ad aiutarti” disse Hugo, intervenendo nella lotta.
E muovendosi ad una velocità impensabile per la sua stazza, il wrestler si avventò su Twelve e lo colpì con un violento ceffone, che lo scaraventò in aria, per poi afferrarlo con entrambe le braccia e colpirlo alla schiena con una violenta testata.
Ma modificando la sua forma, Twelve si liberò e dopo aver generato delle membrane simili ad ali, volò via, atterrando sul tetto della capanna.
“Scendi di lì, vigliacco” gli ordinò Hugo.
Twelve ubbidì, ma prima modificò il suo aspetto, assumendo le sembianze di Hugo.
“Ma cosa…?” domandò il wrestler.
“Twelve é un essere artificiale, che può modificare il suo aspetto, per usare tecniche di combattimento altrui” gli spiegò Necro.
In quel momento, Twelve si lanciò all’attacco e usando le tecniche rubate a Hugo, l’essere artificiale riuscì a tener testa ad entrambi i suoi opponenti, che non poterono fare altro che subire l’offensiva nemica.

Ad un certo punto, Necro venne colpito da un potentissimo calcio e mentre cadeva a terra, scorse fugacemente il viso di Effie, che lo fissava da una finestra della capanna.
E quella scena gli diede la forza necessaria per reagire.
“Buttati a terra” ordinò Necro, mentre si rialzava.
Hugo obbedì senza discutere e subito dopo, Necro usò una delle sue tecniche più potenti, ossia l’Elettromagnetic Storm, grazie a cui rilasciò una grande quantitativo di elettricità nell’area di combattimento, fulminando così Twelve, che ritornò al suo aspetto originale.

La fattoria del Signor Boman (salvato in extremis dai paramedici) brulicava di poliziotti, la cui attenzione venne attirata da un bagliore proveniente dal bosco.
“Cos’é quella luce?” domandò uno degli agenti.
“Qualcuno vada a scoprirlo” rispose il commissario, ipotizzando un collegamento con l’aggressione su cui stava indagando.

Quando Hugo si rialzò in piedi vide Twelve avanzare verso Necro, crollato in ginocchio per lo sforzo appena fatto.
“100000.0000001.01001.01110” disse l’essere artificiale, mentre le sue carni si scioglievano.
E una volta ridottosi ad un corpo scheletrico, Twelve crollò a terra, per non rialzarsi più.
“Yech! Che schifo” si lamentò disgustato Hugo.
Subito dopo, annunciata dal suono della sua sirena, sopraggiunse una volante della polizia.

Il mattino dopo, una volta chiarita la loro situazione con le autorità, Necro ed Effie uscirono dal commissariato di polizia, in compagnia di Hugo e Poison.
“Adesso, cosa farete?” domandò loro Hugo.
“Riprenderemo il nostro viaggio” rispose Necro.
“Ma non avete un mezzo di trasporto, soldi o qualcuno che vi aiuti in caso di bisogno” notò Poison.
“No, ma finché io ed Illia avremo l’un l’altra, saremo felici” disse Effie, sorridendo al suo amato.
Commosso da quella scena, Hugo sentì il dovere di fare qualcosa e disse “Se volete, io avrei una proposta da farvi”.

Epilogo 1
Lo stadio in cui si sarebbe svolto il tag-tournament era gremito di spettatori, tutti ansiosi di vedere in azione la nuova coppia di lottatori tanto pubblicizzata nei giorni precedenti.
Parlando con voce entusiasta, il telecronista disse “Ed ora, ecco a voi la tanto attesa coppia formata dal famoso wrestler Hugo Andore e dal suo nuovo partner Necro”.
Subito dopo, da una delle entrate laterali, Hugo e Necro si diressero verso il ring, seguiti da Poison ed Effie.
“Allora, che ne dici?” domandò Hugo al suo nuovo partner.
“Credo proprio che questa sarà un’esperienza interessante” rispose Necro, guardandosi intorno affascinato.

Epilogo 2
L’aroma di caffè appena fatto distolse l’addetto del magazzino prove dai propri pensieri.
“Ti ho portato questo” gli disse un agente di polizia suo amico, porgendogli un bicchiere di plastica pieno di caffé.
“Ti ringrazio. Ne ho proprio bisogno. Stare qui con quella…cosa m’inquieta parecchio” ammise l’addetto, indicando il sacco nero in cui giaceva il corpo di Twelve.
“Coraggio. Tra un paio di giorni al massimo, quelli dell’Interpol verranno a prenderselo. Inoltre, il medico legale ha accertato che quella cosa é viva quanto un cadavere a cui fare l’autopsia” gli ricordò il poliziotto.
“Bel paragone. Comunque, non sono tranquillo lo stesso” sbottò l’addetto, sorseggiando il suo caffè.

All’interno del sacco di plastica, il corpo di Twelve venne scosso da un leggero tremito, mentre nelle cavità oculari si accendevano due luci rosse simili ad occhi.
“Necro” disse l’essere l’artificiale, parlando con una voce carica di odio.

FINE

   
 
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