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Autore: Exentia_dream2    15/08/2020    2 recensioni
Terza parte di "Since i Kissed you".
Ritroviamo Hermione e Draco due anni dopo la fine dei loro studi a Hogwarts e ripartiamo quasi da dove li avevamo lasciati.
Si incontreranno ancora? Sono davvero riusciti a rassegnarsi a quello che è successo?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Due anni dopo.

Continuava a tenere gli occhi sul soffitto della sua camera, rincorrendo le screpolature che si erano formate negli anni e aveva l'impressione di potersi specchiare il quel muro bianco, viso crepato e occhi vuoti.

Ancora una volta si trovava a fissare un punto senza realmente guardarlo, con l'incredulità che gli animava il battito cardiaco.

La sua richiesta di poter partecipare ai corsi per diventare Auror era stata rifiutata infinite volte perché 《 Signor Malfoy, deve capire che il suo cognome ha ancora un peso nel Mondo Magico. 》

Al suono di quelle parole, Draco si era chiesto quanto pesasse la sua voglia di rivalsa, il suo desiderio di redenzione.

Aveva inveito contro l'uomo che era seduto dietro la scrivania, chiedendo a gran voce di poter parlare con il capo degli Auror. 《 Non me ne andrò da qui finché non avrò parlato con lui 》, perciò era andato a sedersi su una panca poco lontana con le braccia incrociate sul petto e le gambe leggermente divaricate. 

Sorrise al pensiero del suo io bambino, a quando la sua frase per spaventare gli altri vedeva come protagonista suo padre venire a conoscenza di un torto subito.

Suo padre, però, gli aveva girato le spalle e lui non aveva la voglia di trovare un modo per vedere di nuovo il suo viso: sentiva soltanto la voglia di mandarlo ad Azkaban fino alla fine suoi giorni e vederlo marcire insieme al peso degli errori che aveva commesso e che gli aveva fatto commettere.

Draco provava a non pensare al passato, eppure da quando aveva abbandonato gli studi a Hogwarts, questo sembrava intrufolarsi in ogni anfratto della sua memoria, rimandandogli immagini che gli spaccavano il cuore e che lui custodiva comunque negli angoli dei suoi ricordi più belli, quasi come fossero sogni in un cassetto che non era mai pronto ad aprire del tutto: lasciava uno spiraglio, a volte riusciva ad aprirlo a metà, ma mai del tutto.

Non aveva più chiesto di lei a nessuno, anche se Blaise spesso la citava nelle sue lettere e lui non si meravigliava mai di quanto Hermione Granger provasse ad eccellere nello studio, nelle sfide. Aveva saputo che si era diplomata con i voti più alti di tutta la scuola, che forse avrebbe preso per sé un anno sabbatico, che i capelli ormai le arrivavano alla base della schiena e che non ricorreva a nessun incantesimo per lisciarli.

Sapeva tutte quelle cose senza chiederle perché Blaise e anche Daphne sapevano che ormai si era chiuso nel suo mutismo, nella sua bolla di sapone e viveva facendo finta di non averla mai conosciuta, fino a quando un giorno scrisse loro che non voleva più nessun tipo di informazione che riguardasse Hermione.

Adesso, però, mentre stava seduto su una panchina in un'ala del Ministero, Draco non riusciva a fare a meno di pensare a quali avvenimenti lo avessero spinto a fare le scelte che aveva fatto dopo aver lasciato la scuola di magia e stregoneria.

Fu l'arrivo di Harry a farlo tornare al presente, quando lo salutò chiamandolo per cognome. 《 Potter. 》

《 Che ci fai qui? 》e glielo chiese senza astio nella voce, perché entrambi non avevano dimenticato la sera in cui si erano ripresentati ed avevano cominciato quella sorta di muta sopportazione l'uno dell'altro.

Draco si chiedeva spesso come sarebbe stata la sua vita se, quel giorno di tanti anni prima, Harry avesse accettato di stringergli la mano. 

《 Devo parlare con il capo degli Auror. 》

《 E perché? 》

《 Perché è la terza volta che rifiutano la mia richiesta di partecipare ai corsi. 》

《 Vieni con me. 》

Rufus Scrimgeour* era un uomo dal viso squadrato, la mascella tesa e i lunghi capelli scuri stavano cominciando a presentare qualche velatura bianca. Draco si chiese quanti anni avesse.

Harry si sedette su una sedia all'altro lato della scrivania e lui fece lo stesso.

Rufus alzò lo sguardo su di loro, mentre Draco si guardava intorno e studiava l'ambiente: c'erano degli enormi scaffali colmi di dossier con i nomi delle missione scritte sulla copertina, una serie di fotografie e attestati. I vetri delle finestre erano sporchi, i piedi sul pavimento sembravano lasciare le proprie impronte e la luce che illuminava l'ambiente sembrava quasi fosse sul punto di spegnersi. 

《 Allora, Potter, cosa ti porta qui? 》

《 Signor Scrimgeour, sono venuto per presentarle un mio caro amico. 》entrambi i ragazzi atteggiarono le labbra in una smorfia appena accennata: si poteva dire di tutto di Harry Potter e Draco Malfoy, ma non che fossero cari amici. 《 Ha già fatto richiesta di p- 》

《 Non servono le presentazioni, Potter. Conosco bene la persona che ho di fronte. Signor Malfoy. 》l'uomo piegò leggermente la testa di lato e Draco annuì in segno di saluto. 《 So bene che il suo amico ha fatto già richiesta per diventare un Auror: sono io stesso a promuovere o bocciare le candidature. 》

《 E perché la mia viene sempre rifiutata? 》dopo quella domanda, anche gli occhi di Harry si posarono su di lui e Draco pensò che forse era stato un po' troppo insolente, ma questo non gli fece smettere la sua espressione seria.

《 Potter, lasciaci soli. 》

Il silenzio che seguì l'uscita di Harry sembrò pesargli sulle spalle che si curvarono impercettibilmente, mentre Rufus navigava con lo sguardo sul braccio su cui Draco aveva ancora il Marchio Nero.

《 Crede di impressionarmi, signor Malfoy? 》

《 Affatto. E non ho bisogno di farlo. 》

《 La sua impudenza non la porterà lontano. 》

《 Nemmeno i suoi rifiuti. Non serviranno a farmi allontanare dal mio obiettivo. 》

《 E quale sarebbe? 》

《 Spedire ad Azkaban tutti i Mangiamorte che ancora credono nella causa di Voldemort. 》

《 Quindi sbatterebbe in prigione anche se stesso? 》

《 No: non ho mai seguito realmente quel pazzo e Potter può confermarlo. Ho lavorato per l'Ordine, ho fatto il doppio gioco come lo ha fatto il professor Piton. 》e mi sono innamorato di una nata babbana, proprio come lui.《 In più, ho accesso a luoghi in cui voi non potete nemmeno sperare di arrivare. Posso darvi tutto quello che vi state chiedendo se sia in casa mia. 》

《 Il suo cognome non è mai stato associato al bene. 》

《 Non sempre i figli seguono gli esempi dei genitori. A volte, sanno andare oltre. E poi sarebbe una piccola vittoria personale poter mandare Lucius dove merita di stare. 》

《 Quindi è di suo padre che si parla. 》

《 Si parla del bene della Comunità. 》

Quando Rufus spostò lo sguardo su una delle mensole dei dossier, quello di Lucius Abraxas Malfoy sembrò prendere vita, perciò l'uomo tornò a guardare Draco.《 Gli allenamenti sono molto duri, signor Malfoy. E lei dovrà lavorare il triplo, perché ha due anni da recuperare. 》

《 Un corso accelerato? 》

《 Esattamente. Se vuole essere lei ad arrestare suo padre, deve stare al passo con gli altri. 》

《 Mi dia soltanto il via per cominciare a camminare. 》

《 Correre, non camminare. Ha sei mesi. 》

《 Correre. 》

《 Da domani. Ah, prima dell'esame finale, faccia in modo di coprire quel tatuaggio. 》

E da allora erano trascorsi esattamente cinque mesi e venti giorni e gli ultimi strascichi di quel tempo sembravano rallentare la loro corsa.

Erano stati giorni intensi, in cui il sudore spesso si era mescolato alla fatica che sentiva nei muscoli e sembravano renderlo più pesante, mesi in cui persino sollevare un piede poteva costargli uno sforzo immane. Mesi in cui aveva dovuto sopportare lo sguardo sprezzante di Lucius. 

Nonostante Draco vivesse quasi come un'ombra di passaggio all'interno del Manor, a volte, era davvero inevitabile che i due si incontrassero: Lucius sputava ai suoi piedi, Draco non lo degnava nemmeno di una minima attenzione e Narcissa sembrava sempre ferma dietro suo figlio, per proteggergli le spalle.

《 Da domani non vivrò più qui. 》aveva detto a sua madre la sera precedente e la donna aveva annuito in silenzio.

Si era trasferito nella casa che si era ripromesso di acquistare, qualche gradino più su rispetto a quella in cui viveva Blaise che con Aria aveva raggiunto l'equilibrio che gli permetteva di volare senza allontanarsi troppo dal terreno. 《 Ho intenzione di chiederle di sposarmi 》, gli aveva confessato un giorno.

《 Povera lei 》gli aveva risposto Draco, un bicchiere di brandy tra le mani. Segretamente aveva cominciato a voler bene a quella ragazza quasi come fosse stata sua sorella e, nonostante affermasse sempre il contrario, era convinto che Blaise fosse l'uomo giusto per lei e gli piaceva guardarli mentre si prendevano in giro, soprattutto durante le cene che lei organizzava per tenere insieme la combriccola che si era creata ai tempi di Hogwarts, nella casa in cui per l'unica volta aveva amato Hermione, mentre i fuochi d'artificio esplodevano nel cielo e lui esplodeva di sensi di colpa e rabbia che non riusciva ad incanalare all'esterno di se stesso.

Invece, la sua casa era ancora spoglia, i cassetti vuoti, a parte quello in cui teneva custodita la collana che aveva regalato a Hermione durante il Natale che avevano progettato di passare insieme. 

A volte, perdeva ore intere a guardare quel ciondolo, come se facendolo oscillare nel vuoto potesse trovare le risponde alle domande che non aveva mai avuto il coraggio di porsi. Mia, tuo. E ancora sentiva quel senso di appartenenza scuotergli le viscere, per questo non era più riuscito a lasciarsi andare. Per questo alla fine, durante una cena al Manor, aveva dato a tutti i presenti la notizia che non avrebbe sposato Astoria Greengrass.

Daphne lo aveva guardato come se fosse stato un eroe, Astoria aveva cominciato a piagnucolare e suo padre aveva fracassato un calice sul tavolo, le cui schegge gli erano rimaste conficcate nella mano per almeno un paio di giorni. Nessuno si era prodigato per curarlo e Lucius si era visto costretto ad andare al San Mungo.

Draco sorrise al ricordo di quella sera e più guardava il suo appartamento semiarredato più sentiva la sensazione di soffocamento evaporare. 

Si sedette su uno sgabello sistemato accanto all'isola della cucina e guardava il tatuaggio che copriva il Marchio Nero: lo aveva coperto lo stesso giorno in cui Scrimgeour aveva accettato la sua candidatura come Auror.

Aveva guardato a lungo il catalogo dei disegni che il tatuatore gli aveva poggiato su un tavolino basso, chiedendo infine che il suo disegno fosse un cielo in tempesta, perché in una notte di pioggia, lei lo aveva toccato per l'ultima volta.

Quando riaprì gli occhi, Draco fissò l'orologio da parete che gli aveva regalato sua madre ed era l'unico oggetto che spezzasse la monotonia di quel bianco candido con cui aveva voluto tinteggiare i muri, perché era stanco dei colori -del rosso e del verde, dell'oro e dell'argento- che avevano sempre caratterizzato la sua vita.

Erano le quattro del pomeriggio e sapeva che sarebbe dovuto andare insieme a Blaise alla ricerca dell'anello perfetto per chiedere Aria in sposa, perciò si tirò su dal divano e si smaterializzò direttamente nell'appartamento di quello che con il tempo era diventato il suo migliore amico.

《 Non si usa più bussare alla porta? 》

《 Non avevo voglia di fare le scale. 》ed era vero, perché l'allenamento di quel giorno gli aveva reso i muscoli fiacchi e doloranti e, dato che prevedeva una quantità cospicua di chilometri da fare a piedi, aveva preferito almeno evitare di camminare per scendere al piano inferiore. 《 Sei pronto? 》

《 Per niente. 》

《Guarda che devi solo comprarle l'anello, mica devi sposarla oggi. 》

《 Vorrei vedere te al mio posto, se fossi stato tu a dover chiedere a Her- 》Blaise si interruppe un attimo prima di pronunciare per intero il nome che da tanto nessuno dei due osava più far posare sulle labbra 《 chiedere a qualcuno di diventare tua moglie. 》

Draco fece un leggero movimento della testa, si chiese soltanto per un secondo se l'altro si fosse accorto del tremolio che gli aveva scosso le mani. 《 Andiamo. 》

《 Dopo ti va una tazza di tè? 》

《 Credo di sì. 》

A differenza di come aveva creduto, arrivarono in una gioielleria poco lontana da casa e ,quando rivide Marcus Flitt, si rivide catapultato in un giorno di tanti anni prima, una Nimbus duemilauno tra le mani ed una parola sputata con tutto il veleno di cui era stato capace quando ancora non sapeva che quel sangue marcio lo avrebbe sentito scorrere nelle arterie che permettevano al cuore di battere, che le avrebbe chiesto anche sulle cose più semplici se avesse potuto, che il lurido tra loro due era stato proprio lui che credeva di essere puro e che, in realtà, era stato più sporco del catrame e del Tamigi.

Scegliere l'anello per Aria non fu facile comunque: Blaise cercava qualcosa di particolare, 《 un diamante blu, non troppo grande né troppo piccolo 》, eppure tutto quello che Flitt gli proponeva veniva scartato perché non era quello giusto.

《 Fagli un disegno 》suggerì Draco che di pazienza ne aveva sviluppata abbastanza, ma non per sopportare la scelta delle dimensioni di un diamante.

《 Ma sei un genio! 》, sentì la mano dell'amico posarsi sulla spalla e gli regalò un breve sorriso, poi stabilì con Marcus un appuntamento alla settimana successiva.

Il tragitto dalla gioielleria alla sala da tè di Aria fu stranamente silenzioso e Draco sentì qualcosa agitarsi nel suo stomaco, l'impellente sensazione che di buono, in quel silenzio, non ci fosse assolutamente niente.





Quando Draher si acciampellò sul divano, Hermione chiuse le tende alle finestre e si sistemò di fronte alla scrivania.

La sua casella mail era piena di lettere di complimenti e auguri per il traguardo che era riuscita a raggiungere.

Durante gli anni a Hogwarts, aveva sempre creduto di voler diventare Ministro della magia, ma più il tempo passava più Hermione si accorgeva che quello non era davvero un suo desiderio: forse era soltanto la strada che tutti avevano creduto potesse intraprendere e, probabilmente, erano state le parole dei suoi amici e dei loro familiari a farle credere di voler diventare quello che si era scoperto infine un sogno non suo.

Dopo il diploma, infatti, si erano tutti stupiti del fatto che lei avrebbe preso un anno sabbatico in cui avrebbe cercato di capire quale sarebbe stata la strada giusta da percorrere, perciò si era trasferita in un quartiere babbano di Biarritz, dopo un'estenuante ricerca di un appartamento con vista mare.

Aveva portato con sé una piccola valigia e il pc, la voglia di fuggire dall'Inghilterra e la speranza di poterci tornare con un sogno tra le mani: gli ultimi due anni trascorsi all'interno della scuola, erano trascorsi con la lentezza estenuante che solo chi ha perso chi ama poteva capire e, più di una volta, Hermione si era morsa le labbra fino a farle sanguinare per non fermarsi al centro dei corridoi ed urlare il suo dolore, con le ginocchia sulla pietra e i sensi di colpa che se la mangiavano viva dell'interno, poco alla volta.

Ed aprire le finestre e vedere il mare era stato per lei un segno che era riuscita a mantenere almeno metà di una promessa in cui ci aveva affogato il cuore.

Era stato dal ritorno da una delle sue passeggiate che aveva trovato Draher sul primo gradino del suo portone, appena qualche mese di vita e una lieve peluria grigia che le ricordò quasi subito gli occhi che più di una volta le avevano accarezzato il corpo. 

Disse a se stessa che non era pronta ad avere altri animali in casa, che Grattastinchi richiedeva già troppe attenzioni, perciò depositò una piccola scodella con del latte sul gradino e chiuse la porta.

Mezz'ora dopo, il cucciolo dormiva beatamente sul tappeto che Hermione teneva ai piedi del divano e, nel momento in cui pensò che fosse ora di dargli un nome, Draher le riempì la mente come fosse stata l'unica parola di cui conosceva l'esistenza. 

《 Che nome strano 》le aveva detto Ginny dopo che le aveva comunicato la notizia.

《 Sì, davvero originale, non trovi? 》

《 In realtà, credo che inconsciamente tu gli abbia dato il nome di qualcosa che non ammetti di volere. 》

《 E sarebbe? 》

《 Draco, Hermione. 》

《 Assolutamente no 》, però aveva trascorso una notte intera a pensare alle parole dell'amica e più volte aveva deciso di dover cambiare nome, anche se non riusciva a trovarne uno migliore, anche se Draher sembrava diventare ricettivo soltanto a quel suono. 

L'anno sabbatico, comunque, era giunto al termine nel momento in cui Hermione aveva cominciato a dare forma alle immagini e alle idee che le vorticavano nella mente. Aveva prorogato l'affitto per i sei mesi successivi e altri tre, poi, fino a quando non aveva ricevuto una telefonata dalla casa editrice. 《 Signora Granger? 》

《 Sì? 》

《 Salve, sono Gale Davis, piacere di conoscerla. 》

《 Gale Davis? 》

《 Esattamente. La chiamo a nome della casa editrice a cui ha inviato il suo manoscritto. 》

《 Oh 》fu l'unica cosa che riuscì a dire.

Gale le aveva dato appuntamento a Londra la settimana seguente e lei si era trovata particolarmente sorpresa dalla voglia di tornare e nel preciso momento in cui rimise piede nella villetta che era appartenuta ai suoi genitori si sentì immediatamente a casa e i due gatti cominciano ad annusare l'aria intorno per poi concodare che il posto più comodo per dormire fosse il divano. 

Hermione aveva disfatto i bagagli con la magia, si era lavata in fretta ed era rimasta quasi un'ora a fissare gli abiti che riempivano il suo armadio: le sembrava di non aver niente di decente da indossare e alla fine optò per una gonna al ginocchio e una giacca azzurra in pendant con il cielo di aprile.

Gale aveva la voce profonda, gli occhi e i capelli neri ed un sorriso che le sembrò accogliente e caldo.《 Si accomodi, signora Granger. 》

《 Può chiamarmi Hermione. 》

《 E lei può chiamarmi con il mio nome. Potremmo darci del tu? 》

《 Certo. 》

《 Il tuo racconto è molto interessante, Hermione. Hai una fantasia che sembra andare oltre, parlare di magia a quel modo… 》

E lei capì che l'uomo che aveva di fronte non sapeva che quella magia di cui aveva scritto le scorreva nelle mani e sorrise. 《 Già. 》

《 Se sei d'accordo, potremmo programmare l'uscita del tuo libro per il prossimo mese, dodicimila copie per cominciare. 》

《 Ne sarei onorata. 》

《 Sembri essere una persona speciale, Hermione. 》

E il suo nome, pronunciato da quella voce, sembrava una carezza che da troppo tempo non riceveva. Pensò immediatamente a Draco e si chiese se si fosse già sposato con Astoria e si sentì catapultata con la potenza che solo i ricordi sanno avere in un giorno lontano, nella stanza delle Necessità, quella volta in cui lui aveva bevuto il Veritaserum e lei gli aveva chiesto se era vero che fosse il promesso sposo della ragazza. 《 ...ma io e Astoria non ci sposeremo: non lo voglio io e non lo vuole lei 》le aveva risposto lui, in viso quel sorriso tirato che lei aveva visto esplodere qualche tempo dopo.

《 Grazie 》disse semplicemente e quelle parole ebbero il potere di farla tornare a Londra, nello studio dell'uomo che l'aveva informata che il suo libro sarebbe stato pubblicato. 

《 Mud's Girl… vorresti tenere questo titolo? Perché è davvero molto interessante. 》

《 Sì. 》

《 È anche interessante la scelta di tenere le due maiuscole all'inizio di queste due parole. Sembrano quasi una firma o le iniziali di nomi che ti sono molto cari. 》

《 Sì, sono le iniziali dei miei genitori. 》

Soltanto nel momento in cui disse quella bugia, Hermione si rese conto che quelle erano le iniziali dei loro nomi, che le aveva digitate in maiuscolo senza nemmeno pensarci, quasi come se lui non fosse mai andato via dalla sua vita e per un attimo sentì il vuoto farsi spazio dentro di lei, come la notte durante la quale aveva tenuto i discorsi per i M.A.G.O. e Blaise le aveva detto che Draco se n'era andato: aveva contato i giorni che l'avrebbero separata dall'inizio del nuovo anno scolastico e quel primo Settembre lui non era tornato.

《 E lo sarebbe anche se tu accettassi un caffè. 》

《 Oh, io non so. 》

Gale sollevò le mani in segno di resa.《 Non c'è nessun problema. Avrai modo di pensarci ed io te lo chiederò altre volte, perché dovremmo vederci spesso durante il periodo di pubblicazione. 》

Per uno strano motivo, la divulgazione del suo libro partì dalla Francia e riscosse un successo tale da dover richiedere una seconda ristampa. 

《 Il mese prossimo toccherà a Londra. 》le disse Gale alla fine di maggio.《 L'invito per quel caffè è ancora valido. 》

Hermione aveva accettato e poi era seguita una cena, una passeggiata sulle rive del Tamigi, un bacio accennato fuori la porta della sua villetta.

L'inizio di Giugno era arrivato quasi silenzioso e Hermione, seduta sul divano tra Draher e Grattastinchi, sentiva il cuore battere forte per l'emozione e la paura di non riuscire a sostenere il firma copie nella libreria più importante della città. 

Chiuse gli occhi e decise che avrebbe pensato a come comportarsi nel momento in cui avrebbe avuto di fronte la folla di gente con il suo libro tra le mani, se l'avesse avuta.

Angolo Autrice:

Bentornate o benvenute.

Sono tanto emozionata a riprendere in mano questa storia perché è stata (a suo tempo) la mia prima long su Draco e Hermione e il finale sospeso di Since I kissed you continued non mi ha dato pace dal momento in cui l'ho scritto.

Il titolo non è uguale alle prime due di questa storia, ma capitemi: ho cambiato modo di approcciarmi ad una storia e modo di scrivere, avevo davvero bisogno di cambiare anche il titolo. 

Detto questo, avrete notato che il primo capitolo è un po' "frettoloso". 

In realtà è una sorta di riassunto di un epilogo che non ho mai scritto e vorrei soltanto che aveste le idee chiare durante la lettura della storia.

C'è un nuovo personaggio… che ne pensate di Gale? A me piace tanto e spero piacerà anche a voi man mano che leggerete di lui.

Rufus Scrimgeour* : non so se effettivamente sia lui il capo degli Auror, ma così ho trovato scritto in giro.

Bene, ora vi lascio e spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto.

Buon Ferragosto.

A presto.



   
 
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