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Autore: Sian    16/08/2020    3 recensioni
La piccola Jodie aspettava ogni sera che suo padre le raccontasse la fiaba della buonanotte, e gli portava sempre il succo d'arancia. Non poteva sapere che quella sarebbe stata l'ultima sera.
La piccola Jodie aspettava ogni sera che James le spiegasse cos'era successo e il perché non poteva restituire gli occhiali a suo padre. Non poteva sapere che quella sera sarebbe crollata sulla sua spalla.
Dal testo:
D'altronde, tutte le bambine sapevano che i loro papà erano forti, impavidi e avrebbero combattuto contro i mostri cattivi annidati nei peggior luoghi della loro cameretta.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, James Black, Jodie Starling, Vermouth
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Papà, togliti gli occhiali

Ancora! Si era addormentato anche quella sera. Proprio quando le aveva promesso che sarebbe presto arrivato in cameretta a raccontarle una favola.

Dopo averlo aspettato per troppo tempo, decise di scendere dal lettino, facendosi accompagnare nel lungo corridoio dal suo migliore amico orsacchiotto.

Lo trovò, come sovente accadeva, sul divano del salotto, con la testa china, retta dalla mano appoggiata sul bracciolo.
Inizialmente si sentì trascurata: aveva bisogno delle favole di suo papà per essere sicura di addormentarsi senza brutti sogni.
D'altronde, tutte le bambine sapevano che i loro papà erano forti, impavidi e avrebbero combattuto contro i mostri cattivi annidati nei peggior luoghi della loro cameretta.

Ma sapeva che il lavoro di suo papà era estenuante. Ogni giorno poteva accorgersi di quanto si impegnasse per raccogliere svariate informazioni. Lo aveva notato perché i suoi occhi erano costantemente stanchi, tirati. Il contorno di essi era così scuro, in netto contrasto con la sua carnagione chiara. Quella stanchezza lo portava a crollare sul divano, dimenticandosi di...

«Papà, togliti gli occhiali!»
Jodie lo svegliò sfilandogli gli occhiali neri, ricordandogli di non indossarli mentre dormiva, e soprattutto per invitarlo a leggerle una brevissima fiaba sedendosi accanto a lei sul suo lettino, non prima di avergli portato del succo d'arancia.


Non poté non accontentarla. Era la sua bambina preziosa. Le scompigliò i capelli portandola a letto. Indossò nuovamente gli occhiali per leggerle la fiaba della buonanotte.
La vide chiudere gli occhi e respirare profondamente. Le bastava sentire solamente la sua voce per poter dormire tranquilla, al riparo dai mostri.

Nessuno dei due poteva sapere che quella routine sarebbe stata interrotta la notte successiva da una donna spregevole.
Nessuno dei due poteva immaginare che quella sarebbe stata l'ultima favola che suo padre le avrebbe raccontato.
Nessuno dei due poteva credere che la vita di quella bambina sarebbe stata miracolata, risparmiata da una grande tragedia.
Lei non avrebbe più ascoltato le fiabe del suo papà, lei non avrebbe più dormito sonni tranquilli.

Il mostro era arrivato in casa.


'-'.-.'-'.-.'-'



Strinse gli occhiali di suo padre che quella donna estranea le aveva dato in mano qualche giorno prima: doveva restituirli a suo padre, altrimenti non sarebbe stato in grado di leggerle altre fiabe.
Ma per qualche ragione, ancora a lei sconosciuta, non poteva uscire da quella casa; sapeva solamente di dover restare con quell'uomo, James, che aveva già visto qualche volta.
Le aveva promesso che un giorno di quelli le avrebbe spiegato tutto; eppure quel giorno sembrava non arrivare mai.

Anche quella sera aveva trovato James a studiare fascicoli simili a quelli che vedeva sempre sfogliare da suo padre; la curiosità era così tanta al punto che si avvicinò alla scrivania di James.
Pensava che stesse ancora lavorando, ma a quanto pare quell'uomo si era addormentato, proprio come capitava a suo padre.

«James, togliti gli occhiali!»
Jodie lo svegliò sfiorandogli un braccio. Quel movimento però le riportò alla mente certi ricordi che in quei giorni stava cercando di dimenticare, sperando che si trattassero solo di brutti ricordi di un incubo passato.
Le venne in mente suo padre, seduto giù dal divano, con la testa china. Le venne in mente di aver visto del sangue, ma quella donna le aveva assicurato che stava già dormendo, come ogni sera.
Il suo papà si era solo addormentato, no?


James si passò le dita sugli occhi: quella tragedia non era facile da spiegare a quella bambina miracolata. La prese in braccio mettendola a sedere sulle sue ginocchia.
Quella sarebbe stata la sera in cui le avrebbe spiegato tutto, in cui le avrebbe detto la verità, in cui le avrebbe comunicato la sua intenzione di proteggerla nel programma protezione testimoni.

Sapeva che le lacrime della bambina non si sarebbero fermate presto.
E l'avrebbe lasciata piangere sulla sua spalla ogni volta che avrebbe voluto.
Perché quella bambina era così fragile, e l'avrebbe curata come il suo collega avrebbe saputo fare, donandogli una nuova figura paterna.

Il mostro doveva essere sconfitto.




Note Autrice:
Innanzitutto, se vi ha fatto il mio stesso effetto mentre la scrivevo, vi porgo un fazzolettino per asciugarvi le lacrime.

Spero vi sia piaciuta questa breve one-shot con protagonista la piccola Jodie in due momenti mancanti della sua vita;

è veramente un peccato che un bel personaggio come lei sia stato messo un po' da parte negli ultimi avvenimenti della serie, non trovate?

A presto con altre fan fiction, continuate a seguirmi e lasciatemi un commento :3

   
 
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