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Autore: sweetstronglady    17/08/2020    1 recensioni
Una piccola favola, triste metafora della vita, che racconta un mio personale momento che sto vivendo ora. Grazie a chi la leggerà.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta una bambina bellissima, il suo nome era Pamela e adorava suo nonno.

Con suo nonno, andava al parco sottostante casa sua e insieme, facevano tanti discorsi, sui fiori, sul cielo azzurro, sul sole sempre splendente e sorridente, si, lei era proprio felice quando stava con suo nonno.

Suo nonno aveva un cagnolino di nome Willy e lo portava sempre con sé.

Oh, quante corse faceva Pamela sul prato con Willy, “Willy, giochiamo a palla, Willy, dai corriamo incontro al nonno, no daiii, Willy, non mangiarmi il gelato !!”. Il nonno guardava e sorrideva felice di fronte a questa si bella vita pura e innocente.

Purtroppo, il nonno era molto anziano e così finì che un bel giorno, purtroppo, Dio lo chiamò a sé, mentre dormiva, lasciando soli Pamela e Willy, senza più il loro scopo per un’esistenza felice.

Pamela smise di andare al parco e, malgrado lo sguardo triste e supplichevole di Willy, lei lo accarezzava affettuosa e gli diceva: “Non è la stessa cosa senza il nonno, scusa Willy, ma non me la sento”.

Pamela smise di uscire di casa, stava chiusa nella sua cameretta a guardare le foto che la ritraevano con il suo amato nonno e non voleva uscire, neanche per mangiare.

Malgrado le insistenze e le preoccupazioni di mamma e papà, Pamela cominciò a rifiutarsi di mangiare, continuava a stare chiusa nella sua cameretta e, di tanto in tanto, si alzava e guardava fuori dalla finestra il suo bel parco, che bello non era più.

E così anche Pamela si ammalò, “fase passeggera” dicevano i medici, papà e mamma erano disperati, ma lei, ogni tanto guardava Willy, gli sorrideva e, quando rimanevano soli, gli sussurrava felice: “Presto starò insieme al nonno”.

Infatti, una notte, complice una brutta febbre da polmonite (nel frattempo era sopraggiunto un freddo e triste inverno), anche Pamela se ne andò, nel sonno, con un bel sorriso stampato sulla faccia.

Ora è felice, felice perché è tornata a correre sul prato con il suo amato nonno, che tanto per lei significava, perché rappresentava la sua vita stessa.

La morale di tutta questa storia qual è? Che quando ci viene a mancare la nostra ragione di vita, neanche l’amore smisurato di coloro che ci stanno intorno è sufficiente a compensarla, perché noi quella volevamo e senza quella, siamo niente, siamo aria con un grande cerchio vuoto al suo interno.

Per cui, amate, amate finché potete perché un giorno non sarà più possibile e il prato resterà vuoto.

Per sempre.
   
 
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