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Autore: Nope1233    19/08/2020    2 recensioni
Cosa porta un essere umano a perdersi nei meandri della propria mente?
Può l'unica persona al mondo di cui ti fidi toccare il fondo senza che tu abbia modo di salvarlo?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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T/N's POV
 

Grazie allo scricchiolio dei detriti presenti al piano inferiore, udimmo chiaramente alcuni passi fare il loro ingresso nella casa abbandonata. Grazie ad altri suoni ben specifici, riuscii a comprendere che la persona appena arrivata aveva con sé un cane e la cosa mi preoccupò non poco. Se avesse fiutato la nostra presenza avrebbe potuto scoprirci con una semplicità estrema costringendo Isaac ad uccidere l'intruso per evitare che il nostro nascondiglio venisse meno. Allo stesso tempo, la morte improvvisa di una persona nei boschi avrebbe comportato ulteriori ricerche da parte delle forze dell'ordine ed il risultato sarebbe stato il medesimo. 

Colui che si rivelò essere un uomo fischiò richiamando il cane ma, grazie al rumore ben chiaro di una veloce zampettata lungo le scale che conducevano alla nostra stanza, capii che si stava dirigendo verso di noi. Mi si gelò il sangue, ma ebbi la forza di uscire quanto bastava dal mio nascondiglio per ordinare ad Isaac di venire anche lui sotto al letto e lo scoprii pronto ad attaccare qualunque essere vivente sarebbe comparso dalla porta della stanza. Sporsi la testa e con veloci gesti della mano gli feci intuire quello che volevo che facesse e, nonostante sembrasse parecchio indeciso sul da farsi, alla fine si fidò di me e si nascose anche lui sotto al letto. 

Nell'esatto istante in cui Isaac scivolò al mio fianco, il cane fece la sua comparsa sull'uscio iniziando ad annusare ogni angolo della stanza ed i nostri oggetti sparsi. Isaac mosse la mano che stringeva il coltello pronto ad attaccare, ma lo trattenni afferrandogli il polso. Non tardò ad arrivare l'occhiata di disappunto del ragazzo, ma tentai in ogni modo di comunicargli i miei pensieri in merito solo tramite lo sguardo. Anche la morte stessa del cane avrebbe comportato dei problemi e non era quello che ci serviva al momento. 

Il cane iniziò a dirigersi verso il letto annusando il pavimento e Isaac tentò di sforzare la mia mano per potersi muovere, ma in quell'esatto istante l'uomo gridò dal piano inferiore.

"Torna qui! Di sopra è tutto diroccato!" urlò seguito da un fischio più forte degli altri che l'animale prese come un ordine assoluto ed uscì scodinzolando dalla stanza lasciandoci soli.

Tirai un sospiro di sollievo scoprendo quanto i miei muscoli fossero tesi solamente quando si rilassarono ed il mio cuore aveva raggiunto frequenze cardiache a cui sarei dovuta essere abituata, ma in quei lunghi anni non avevo ancora imparato a tranquillizzare il mio corpo come avrei dovuto. 

Rimanemmo sotto al letto per lunghissimi minuti, anche dopo che sentimmo l'uomo uscire dall'abitazione, restando immobili in attesa che anche la natura intorno la casa fosse il più silenziosa possibile. 

Quando il mondo sembrò tornare alla normalità, Isaac annuì rivolgendomi un'espressione sicura di sé e, lentamente, scivolò fuori dal letto. 

"Non muoverti." disse prima di alzarsi.

Lo vidi lanciare un'occhiata oltre la finestra per poi muoversi a passo felpato verso l'uscio della camera. Diede uno sguardo veloce lungo il corridoio per assicurarsi che non ci fosse nessuno e lo vidi compiere un primo passo verso l'esterno della stanza.

"N-No, Isaac!" lo chiamai con voce strozzata per tentare di fare più silenzio possibile, ma il ragazzo mi ignorò proseguendo finché non lo vidi sparire nel corridoio.

Non udii altro che i suoi passi scendere lenti lungo le scale smuovendo lievemente i piccoli detriti, dopo di che il silenzio totale. 

Speravo dal più profondo del cuore che avesse compreso i rischi nel uccidere quell'uomo ed il suo cane e pregai il cielo che non si trovassero più nell'area della villa abbandonata. Trascorsero parecchi minuti mentre una forte ansia mi rapì dall'interno e sentii lo stomaco stringersi all'inverosimile con il passare dei secondi. Quando fui convinta di aver raggiunto il mio limite di sopportazione, iniziai a scivolare fuori dal mio nascondiglio e quando mi ritrovai con solo il busto oltre il bordo dal letto, udii dei passi accanto alla porta.

Alzai lo sguardo e scoprii Isaac fare il suo ingresso nella stanza sospirando vedendomi in quella posizione e, una volta davanti a me, si inginocchiò per darmi un buffetto sulla fronte con due dita.

"Cosa c'è di difficile da capire nella frase 'non muoverti da qui'?" sbuffò alzando un sopracciglio.

"M-Mi stavo preoccupando, scusa. Va...Va tutto bene?"

"Sì, se ne sono andati." disse porgendomi la mano per aiutarmi a mettermi in piedi. "Aveva un fucile con sé, credo fosse un semplice cacciatore."

"Meglio così." sospirai alzandomi e provando a togliermi la polvere di dosso dato che per la foga del momento mi ero sdraiata sotto al letto ancora in intimo. Sarei dovuta tornare al fiume per lavarmi. 

Notai gli occhi di Isaac scivolare per qualche istante lungo il mio corpo, ma deviò lo sguardo non appena alzai la testa nella sua direzione. Lo trovavo di una tenerezza infinita.

"Allora...Cosa facciamo?" chiesi.

"C-Che intendi?" domandò a sua volta con un tono particolarmente imbarazzato.

"Uhm?" mormorai piegando la testa di lato con aria dubbiosa. "Intendo... Rimaniamo qui o ci spostiamo ancora?"

"Ah. Ok." sospirò dandomi le spalle. "Non ci ha visto, ma...potrebbe tornare. Direi di rimanere qui, ma facciamo più attenzione nei prossimi giorni."

"D'accordo." sorrisi. 

Scegliemmo di aspettare qualche ora prima di dirigerci al fiume per lavarci nuovamente e solo in quel momento mi accorsi dell'assenza del pettine che avevo portato con me quando ero scesa al corso d'acqua prima dell'arrivo del cacciatore. Lo avevo dimenticato sulla riva e non riuscii più a trovarlo da nessuna parte con mio enorme disappunto. Era stato il primo regalo che mi aveva fatto Isaac a seguito della nostra fuga dall'orfanotrofio dopo che lo aveva recuperato in una casa in cui avevamo rubato del cibo e lo avevo conservato gelosamente fino ad allora. Purtroppo però, nella foga del momento non avevo avuto il tempo di pensarci ed era definitivamente sparito nel nulla. Isaac mi disse di non badarci troppo dato che, a detta sua, era solo un comune pettine ma ignorava completamente il legame affettivo che avevo con esso.

Quando tornammo nella nostra camera, Isaac si sedette sul letto passandosi l'asciugamano tra i capelli ed in quel momento mi cadde l'occhio sul ragazzo che mi stava dando le spalle perdendomi ad osservare le ustioni presenti sul suo intero corpo. Alcuni anni fa mi aveva raccontato l'avvenimento che aveva segnato la sua infanzia e la sua pelle in maniera permanente e mi ero ritrovata a pensare quanto fosse ingiusto il mondo per aver rovinato per sempre l'esistenza di un bambino che, se le cose fossero andate in maniera diversa, probabilmente non sarebbe finito ad avere certe malsane necessità.

Le bende che avevamo raccolto dalla riva del fiume durante la nostra fuga improvvisa si erano ormai asciugate e le raccolsi dal tavolo inginocchiandomi sul letto alle spalle del ragazzo. 

"Vuoi che ti aiuto a rimetterle?" chiesi, ed Isaac si voltò nella mia direzione facendo scivolare l'asciugamano dai suoi capelli e portandolo sul materasso al suo fianco.

Il tempo parve fermarsi mentre mi perdevo nei suoi occhi che in quell'istante mi osservavano con aria seria e deglutii a vuoto provando nuovamente il fortissimo desiderio di baciarlo per riportare la mente a quel momento di pace di poche ore prima.  

Non ci fu bisogno che mi muovessi dato che fu il ragazzo ad avvicinare lentamente il suo viso al mio e sentii i muscoli del mio corpo tendersi all'inverosimile. Quel ragazzo mi piaceva davvero moltissimo. Quando però le sue labbra furono a pochi centimetri dalle mie, Isaac si fermò e cinse entrambe le mie guance tra le dita di una mano osservandomi con occhi attenti.

"C-Che cosa fai?" chiesi con un mezzo sorriso.

"A te...A te è piaciuta la cosa di prima?" 

"Intendi il bacio? Certo che sì. Perché...a te no?" domandai sentendo una morsa stringermi lo stomaco temendo la sua possibile risposta.

Tutta la mia tensione si allentò quando in quel preciso istante, il ragazzo posò le sue labbra sulle mie espirando con forza contro il mio viso per poi allontanarsi poco dopo. 

"Sì, è piaciuto anche a me." ammise liberandomi dalla sua presa. "Ma...Ora che succede? Cioè, cambierà qualcosa?"

"No, perché dovrebbe?" sorrisi. "Ora non siamo più solo amici, ma una coppia!"

"E quindi...cosa cambia da prima?"

"Beh, in effetti non sarà molto diverso." sospirai pensierosa. "Ma va bene così!"

Lo abbracciai con forza ed Isaac, colto alla sprovvista, cercò di liberarsi dalla mia stretta ma ogni suo tentativo fu vano. Quando riuscì a divincolarsi, Isaac mi afferrò i polsi e mi spinse sul letto per allontanare le mie mani dai suoi fianchi inchiodandole al materasso poco sopra la mia testa mentre il ragazzo si posizionò a cavalcioni su di me ed i suoi occhi mi scrutarono con attenzione.

"Smetti di fare l'idiota." sbuffò alzando un sopracciglio. "Ogni tanto ti prendono questi momenti e sei a dir poco fastid..."

Lo interruppi quando lo baciai dopo aver liberato i polsi dalla sua stretta per poi sorreggermi sui gomiti giungendo all'altezza del suo viso. Dopo aver trattenuto il respiro per un breve istante, il ragazzo espirò con delicatezza contro le mie guance e la sua mano giunse tra i miei capelli. Poco dopo però, Isaac si allontanò ed io non riuscii a trattenere un grande sorriso dovuto alla serenità del momento, ma il ragazzo mi diede un altro buffetto sulla fronte.

"Non credere di cavartela così." disse. "Non è che adesso ogni volta che fai qualche cazzata ti basterà fare questa cosa per cavartela." 

"Agli ordini, capo!" sorrisi.

"Sei..." mormorò con un ghigno infastidito avvicinando nuovamente le sue labbra alle mie. "Sei davvero un idiota." 

   
 
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