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Autore: Grimilde Deveraux    19/08/2020    1 recensioni
Una nuova generazione di agente e scienziati tra FBI e Jeffersonian, i casi di omicidio che si intrecciano, più o meno volutamente alla vita personale dei protagonisti e dei loro amici.
dal testo:
Lo guardo con gli occhi lucidi mentre un nodo mi serra la gola, mamma sarebbe così delusa dalla mia mancanza di autocontrollo:" Spesso mi sono chiesta se tra di noi avrebbe potuto funzionare Michael, il tempo ci ha dato la risposta che volevamo "
Questa idea mi è venuta riguardando Bones ed immaginando come sarebbe la nuova generazione del Jeffersonian...
Genere: Avventura, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Christine Angela Booth, Michael Staccato Vincent Hodgins, Parker
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Una volta mia madre mi ha chiesto che cosa avrei voluto fare da grande, avevo circa sei anni e ricordo perfettamente di aver risposto: venderò le macchine come il padre di Toby; probabilmente all’epoca lo pensavo veramente ma crescendo ho scoperto che cosa amo davvero e nonostante abbia fatto la gioia di mio padre giocando ad hockey nella squadra del college, ora sono esattamente dove voglio essere: alla Major Crime di Washington DC come agente speciale.

I miei genitori sono rimasti un po’ sorpresi quando ho detto loro che dopo la laurea sarei entrata a Quantico, non capivano perché volessi farlo, soprattutto mia madre ma adesso penso che si stia abituando all’idea, in fondo ha Hank che seguirà le sue orme e diventerà un brillante antropologo, io preferisco risolvere crimini e andare sul campo come mio padre.

<< Booth! Booth vieni abbiamo un caso >> sollevo la testa dalla scrivania guardando verso l’ufficio del mio caposezione per poi raggiungerlo ed entrare con un piccolo sorriso:<< Ciao zio Aubrey >> lui mi fa un mezzo sorriso poi torna serio:<< Agente Speciale Aubrey quando siamo qui dentro >> io annuisco fingendomi seria ma appena vedo la confezione di ciambelle accanto al pc mi viene da sorridere: papà ha ragione quando dice che zio Aubrey mangerebbe ogni ora del giorno!

<< Ho fatto una colazione leggera e la colazione è il pasto più importante della giornata, devo integrare con qualcosa di dolce >> si giustifica notando dove puntano i miei occhi e quando faccio per scusarmi lui solleva una mano per bloccarmi:<< Ma adesso torniamo a noi, abbiamo un caso Booth, hanno trovato un corpo all’interno di un bagno alla Union Station, pare che sia stato scaricato lì da qualcuno, mi serve che tu vada al Jeffersonian ad attendere l’arrivo del corpo mentre io e la squadra andremo ad ispezionare il luogo del ritrovamento >> senza che io possa controllarle le mie labbra si arricciano in una smorfia:<< Oh andiamo zio Aubrey, è il sesto caso in cui mi lasci in panchina, quando potrò venire sul campo? >> lo vedo dalla sua faccia colpevole che questa storia non è tutta una sua idea:<< Sei giovane Christine e sei qui solo da nove mesi, datti un po’ di tempo e ti prometto che presto verrai sulle scene del crimine con me >> alzo gli occhi al cielo ma mi trattengo dal dire qualsiasi cosa, so di aver ereditato la schiettezza senza filtri di mia madre ma so anche che non è colpa di zio Aubrey quello che sta succedendo, probabilmente mio padre, che ora dirige la sede di Washington dell’FBI, ci ha messo lo zampino e come al solito cerca di proteggere la sua piccola Christine come se io fossi ancora una bambina! Prima o poi dovrò parlare chiaramente con mio padre di questa cosa ma preferisco farlo in un momento in cui non rischierei di dire cose di cui io possa pentirmi, voglio bene a papà ma vorrei che mi desse la possibilità di cavarmela da sola.

<< …ti stanno già aspettando e… >> torno a guardare Aubrey:<< Cosa? >> << La dottoressa Saroyan e tua madre ti stanno già aspettando, fai rapporto il prima possibile >> annuisco e tornando verso la mia scrivania recupero la borsa e mi dirigo agli ascensori.

 

Una volta all’interno del laboratorio forense del Jeffersonian mi fermo per un attimo ad osservare la piattaforma sopra cui mia madre, zia Cam, zio Jack e tutti gli altri stanno lavorando, questo posto non è cambiato per niente da quando ci venivo da piccola salvo per qualche nuovo macchinario ipertecnologico, ma il resto è rimasto tutto uguale.

<< Ciao Boothy >> prendo un respiro profondo prima di girarmi alla mia destra:<< Hodgins >> mormoro a denti stretti mentre lui si avvicina con il suo dannato sorrisetto sfacciato e con in mano uno di quei vassoi di metallo per le prove:<< Oh andiamo non ce l’avrai ancora con me, pensavo l’avessi superata Booth >> un altro respiro profondo:<< Se non ricordo male sono io che ti ho scaricato, non vedo come potrei avercela… >> << Signor Hodgins che cosa sta facendo? Non aveva dei risultati da consegnare a me alla dottoressa Saroyan? >> e il proverbiale tempismo di mia madre salva il mio interlocutore da quella che si preannunciava una carneficina:<< Arrivo dottoressa Brennan, eccomi >> poi girandosi per l’ultima volta verso di me mi sorride facendomi l’occhiolino prima di salire sulla piattaforma…dannato Michael con il suo sorriso da capogiro! Non dovrebbe farmi ancora questo effetto, insomma ormai sono passati due anni, è finita da tempo e siamo entrambi andati avanti…guardo di nuovo il piccolo gruppo che sta girando attorno ai resti quando una voce mi riscuote:<< Christine vieni qui, non startene lì impalata >> mia madre che mi richiama all’ordine, a casa come sul lavoro, è una cosa a cui non mi abituerò mai ma senza aggiungere altro la raggiungo.

 

Qualche ora dopo sto andando verso la mia macchina nel parcheggio quando, sollevando gli occhi, incrocio il profilo di Michael a qualche decina di metri accanto alla vecchia Mini di zio Jack, ho un sacco di ricordi legati a quell’auto…mamma direbbe che sono una sentimentale ma in fondo…i miei pensieri si interrompono bruscamente quando vedo una ragazza avvicinarglisi quasi correndo per poi gettargli le braccia al collo e appiccicare le labbra sulle sue: e quella chi diavolo è? Ho conosciuto la sua ultima ragazza e quella decisamente non gli assomiglia neanche un po’…

<< Se te lo stai chiedendo si chiama Tracy, lavora nell’area di storia americana >> faccio un passo indietro spaventata:<< Hank! Mi hai spaventato >> mio fratello mi guarda, fa spallucce e sorride:<< Sei un agente dell’FBI, non dovresti avere i nervi più saldi? >> << Sei un tirocinante del Jeffersonian, da quando ti interessi ai pettegolezzi? >> lui sorride di nuovo:<< Pensavo avessi dimenticato Michael ma da quanto sei acida sorella direi che non è così >> mi mordo metaforicamente la lingua mentre prendo le chiavi dell’auto:<< Io l’ho dimenticato, sono stata io a lasciarlo, ricordi >> Hank sale sulla mia auto dal lato del passeggero:<< Sì sorella e non fai che sottolinearlo ogni volta che ne parliamo >> lo guardo perplessa:<< Che ci fai sulla mia auto? >> domando poi perplessa:<< La mia è dal meccanico e mamma e papà sono fuori a cena, mi serve un passaggio a casa Chris >> sbuffo innervosita ma giro comunque la chiave nel quadro:<< Ok, d’accordo, andiamo >> e mentre sto mettendo in moto guardo nello specchietto laterale lanciando un’ultima occhiata a Michael e Tracy che sono ancora lì a baciarsi appoggiati all’auto, che esibizionisti!

   
 
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