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Autore: LazySoul    21/08/2020    1 recensioni
Trama:
Diana ha 17 anni, è la secondogenita dell'Alpha ed è trattata da tutti come una bambina.
Nel tentativo di dimostrare di essere grande abbastanza per combattere e difendersi da sola, chiederà aiuto alla persona che più la confonde, suscitando in lei sentimenti contrastanti, Xavier O'Bryen.
Tra uno spasimante indesiderato, una migliore amica adorabilmente pazza e un assassino in circolazione, riuscirà Diana ad accettare i sentimenti che prova per Xavier?
Estratto:
«Sei giovane, ancora non hai imparato che spesso gli odori celano delle emozioni», spiegò, appoggiandosi al materasso con le mani e avvicinando il viso pericolosamente al mio: «E sai cosa mi sta urlando il tuo odore in questo preciso istante?», mi chiese, anche se era palese che non si aspettasse una risposta.
«Prendimi», sussurrò ad un soffio dalle mie labbra.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Riassunto del capitolo precedente: Xavier torna da Diana e le spiega le motivazioni che lo hanno tenuto lontano tanto a lungo e lei gli confessa di amarlo e di voler partire con lui malgrado tutto.

 

Buona lettura!

 

 

Epilogo: Dopo

 

 

«Stai fermo», dissi, bloccandogli la testa nella posizione che volevo io.

«Sissignora», rispose, ridendo sotto i baffi.

Ci trovavamo in riva ad un torrente, sperduti nella Foresta Nazionale di Tahoe, circondati dal verde del bosco e dai cinguettio degli uccellini.

Avevamo lasciato le nostre borse nel prato alle nostre spalle, così come i nostri vestiti e dopo un veloce bagno, era arrivato il momento che Xavier tanto temeva: il taglio di capelli e barba.

«Potresti non farmi sembrare un clown questa volta?», chiese lui, sistemandosi più comodamente sul masso su cui era seduto e chiudendo gli occhi.

Cercai di non lasciarmi distrarre dai rivoli d'acqua che scorrevano sul corpo nudo di Xavier, o sulla sfumatura dorata che aveva acquisito la sua pelle stando al sole e iniziai a tagliargli i capelli con delle forbici che non erano certamente state pensate per quell'utilizzo.

«Vedrò cosa posso fare», dissi, sollevando gli occhi al cielo.

Settembre stava per terminare e il nostro viaggio sembrava essere cominciato da pochi giorni invece che da tre mesi.

Avevamo trascorso gran parte di Luglio e Agosto in Canada e solo da tre settimane eravamo tornati negli Stati Uniti.

Eravamo stati qualche giorno a casa dai miei, ai quali avevamo raccontato delle bellezze del Canada, poi eravamo ripartiti.

Avevamo preso l'abitudine di tagliarci i capelli a vicenda da quando, in Agosto, mi ero stancata delle ciocche che mi solleticavano le clavicole e avevo chiesto a Xavier di tagliarmeli, la settimana dopo ero stata io a prendere in mano le forbici e a occuparmi dei suoi capelli.

Eravamo entrambi degli incapaci in quel campo, ma non ci davamo per vinti.

Avevo quasi finito di accorciargli le ciocche davanti, quando una mano di Xavier iniziò ad arrampicarsi lungo la mia gamba, facendomi perdere la concentrazione.

«Fermo», gli dissi, schiaffeggiandogli l'arto.

Xavier rise, ma non si arrese e riportò la mano sulla mio interno coscia, facendomi sussultare per quel contatto improvviso.

«Vuoi che ti tagli i capelli o no?», gli chiesi, sbuffando.

«Mi è venuta voglia di altro», disse, voltando il capo in modo da far incrociare i nostri occhi.

«Abbiamo solo più due confezioni di preservativi, Xavier», gli ricordai, pizzicandogli il fianco: «E pensavo volessimo tenerci lontani dagli umani per qualche giorno...»

«Potremmo arrivare entro domani alla Napa Valley, dovrebbe essere periodo di vendemmia e potremmo raccogliere uva per qualche dollaro all'ora e poi comprare tutti i preservativi che vogliamo», mi propose, appoggiando i capelli umidi nell'incavo tra i miei seni, guardandomi dal basso: «Oppure potremmo iniziare a fregarcene dei preservativi».

«Ho diciotto anni e mezzo, Xavier. Rimanere incinta non è tra le mie priorità al momento», gli ricordai, tornando a dedicarmi ai suoi capelli, malgrado la posizione scomoda.

«Lo so, ma il tasso di fertilità della nostra specie è piuttosto basso, non è detto che...»

«Non m'importa quanto sono basse le probabilità, non voglio rischiare», dissi, interrompendo il suo discorso.

«Quindi andiamo alla Napa Valley a lavorare un giorno o due e poi spendiamo tutti i nostri risparmi in preservativi?»

«Mi sembra un ottimo piano», confermai, spuntandogli i capelli dietro alle orecchie.

«E poi?», chiese, spostando il capo, così da potermi osservare con la coda dell'occhio.

«E poi cosa?», domandai, esasperata dai suoi continui movimenti, che mi impedivano di tagliargli i capelli.

«E poi dove andremo?»

«Non ricordo l'itinerario a memoria», dissi, sollevando gli occhi al cielo.

Rimanemmo in silenzio per qualche secondo, mentre finivo di sistemargli i capelli.

«Didi?», mi chiamò, quando lo feci girare, in modo da controllare il mio lavoro quasi finito e spuntare le ultime ciocche troppo lunghe.

«Cosa?»

Una sua mano si appoggiò sul mio fianco, mentre il pollice dell'altra mi sfiorava il capezzolo sinistro.

Per colpa di quel suo movimento finii col tagliargli una ciocca più corta rispetto alle altre.

Sbuffai e lasciai cadere le forbici accanto a noi, sul masso: «Mi hai fatto sbagliare», mi lamentai.

Le sue labbra sul mio seno mi fecero dimenticare il mio malumore e mi lasciai andare a una risata divertita, quando sentii la sua barba incolta pizzicarmi la pelle delicata.

«Devo farti la barba», gli ricordai, passando una mano tra i suoi capelli appena tagliati.

Gli occhi verdi di Xavier si posarono nei miei, poi le sue labbra si aprirono in un sorriso malizioso: «Dopo?»

Mi morsi il labbro inferiore, scuotendo divertita la testa: «Sappiamo entrambi che dopo poi non avrai voglia o ti inventerai qualche scusa per non...»

Non riuscii a finire la frase dato che mi ritrovai spinta oltre il bordo del masso, dritta nel ruscello. Grazie alla mia velocità non umana, riuscii a non rompermi nulla mentre cadevo tra le pietre e l'acqua, sollevando intorno a me spruzzi.

Appena riemersi, sentii la risata divertita di Xavier e, indispettita iniziai a schizzarlo. 

«Ti sei fatta male?», mi chiese, cercando di ripararsi con le mani e braccia dal mio improvviso attacco.

«No, per tua fortuna».

Xavier si lasciò cadere dal masso, raggiungendomi.

Lottammo a suon di schizzi e tentammo di annegarci a vicenda, poi le sue braccia mi bloccarono contro di lui e quando le sue labbra si posarono sulle mie dimenticai quello stupido litigio, rispondendo con foga al bacio.

«Dopo mi fai la barba?»

«Dopo».

 

 

 

***

 

Buongiorno popolo di EFP!

Non riesco a crederci che siamo arrivati anche alla fine di questa storia... che avventura!

Vorrei approfittare di questo spazio per ringraziarvi di cuore per il supporto. A chi ha letto silenziosamente la storia, a chi mi ha lasciato recensioni e a chi ha inserito la storia tra le ricordate, preferite e seguite: grazie di cuore! ❤️

Mi auguro che la storia vi sia piaciuta e che anche il finale sia stato soddisfacente. 

Mi piacerebbe scrivere una spin-off, magari con Ann o Francine come protagonista, voi cosa ne pensate? Vi piacerebbe leggere una storia su una di loro due o su entrambe? Fatemelo sapere e in caso vedrò cosa posso fare!

Nei prossimi giorni rileggerò e revisionerò la storia, così da mettere anche lo stesso font e la stessa impaginazione in ogni capitolo. Sarà un lavorone, ma è necessario, quindi non mi tiro indietro.

Per chi volesse è possibile trovarmi su Instagram, il nome dell'account è lazysoul_efp!

Un bacio,

LazySoul

  
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