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Autore: AlekHiwatari14    21/08/2020    0 recensioni
[Quattro anni dopo agli eventi citati nella One Shot di "Ricordi dalla Russia".]
Kai è ormai adulto, ha una vita piena di impegni e lavoro che gli provocano non poco stress. Stanco di quel via vai, decide di tornare in Giappone per il suo compleanno e passare qualche giorno in tranquillità con i suoi vecchi compagni. In quei quattro anni passati per la specializzazione, però, ha portato qualcosa di speciale nella vita del ragazzo che non intende lasciare in Russia e decide di portare con sé.
Ma il destino ci metterà lo zampino e vecchi ricordi, ormai dimenticati, riaffioreranno insieme a qualcosa di completamente nuovo per il bicolore.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 - Ricordi e verità.


"Prego. Entrate pure." Fa largo Hilary, entrando nella vecchia dimora di Takao, mentre quest'ultimo continua: "Già, fate come se foste a casa vostra." 
Mi accingo ad entrare con mio figlio in braccio. Lo metto a terra e lui comincia a correre avanti e indietro per casa. Alzo lo sguardo e la nostalgia mi prende, ma cerco di non darlo a vedere.La casa è esattamente come la ricordavo. 
"I'm so happy!!!" Sbraita Max, entrando in casa colmo di euforia, mentre Rei continua:"E' bello essere qui tutti insieme, non è vero Takao?!"
"Già, puoi dirlo forte."
Si stanno tutti entusiasmando per nulla. I miei occhi si posano su mio figlio. Sta facendo amicizia con il figlio di Takao. Tanto meglio... almeno avrà qualcuno con cui giocare e non si sentirà solo com'è successo fino a qualche giorno fa.
" Non fare complimenti, Rita. Entra pure." Incita Hilary, invitando ad entrare quella ragazza misteriosa..
Mi volto verso l'entrata e la vedo entrare quasi timidamente, mentre si complimenta, guardandosi intorno: "Avete una bellissima casa."
"Ti ringrazio." Ribatte la castana, quando la ragazza, nel guardarsi intorno, posa il suo sguardo su di me. 
Più la guardo e più ho la sensazione di averla già vista da qualche parte, ma proprio non riesco a ricordare il dove e il quando. 
Mi sento osservato, quasi preso di mira, e questa cosa non mi piace per nulla. 
"Tsk!" Farfuglio, incrociando le braccia e spostando lo sguardo da lei, ma continua a guardarmi. 
Ha un'aria strana...
C'è qualcosa che mi puzza. Possibile che forse l'abbia già vista e non me ne ricordi?
"Vieni, ti mostro la tua stanza." Sento dire da Hilary. Mi volto e la vedo scendere tra le nuvole mentre si volta verso la nostra compagna: "Cosa?"
"Non vorrai stare mica con loro, spero. Staremo nell'altra insieme. Sarebbe scortese se ti facessi dormire con loro."
"Oh, certo."
"Vieni anche tu, Emily."
Con questo si allontanano, andando nella camera affianco per preparare i futon dove avrebbero dormito.
Quella strana sensazione di averla già vista non va via, il suo sguardo posato su di me...
Ho avuto come il presentimento che volesse dirmi qualcosa, ma è meglio così.
Non voglio problemi, né donne al mio fianco. Mi è bastata la delusione con la madre di Gou. Ora voglio pensare a me e a mio figlio. E' l'unica cosa importante della mia vita e non posso non averne cura.
"La stanza di Makoto è di qui. Se vuoi sistemare le cose di Gou, così dormono insieme e si fanno compagnia." Spiega Takao, aprendo la porta e mostrandomi la camera.
Comincio a disfare le valigie di mio figlio per poi passare alle mie.
Improvvisamente ho di nuovo quella sensazione di essere osservato. Sposto lo sguardo e vedo di nuovo lei lì, proprio dietro di me.
E' strana. Da quando siamo venuti qui da Takao non smette un attimo di fissarmi.
Mi sento sotto tiro.
"Cos'hai da guardare?" Le domando, voltandomi verso di lei, ma noto il suo sguardo quasi perso nel vuoto. Sta guardando nella mia valigia, come se pensasse a qualcosa.
"C'è l'hai ancora..." Mormora quasi sospirando e lasciandomi perplesso:"Che?!"
Alza lo sguardo verso di me. Mi fissa per un secondo quasi persa, come se non sapesse che dire, quando poi scuote la testa e ricompone la frase:"Ehm... Ce l'hai ancora nella valigia? Intendo la roba..."
E' palese che non intendesse questo, ma fingo di cascarci. Voglio capire a quale gioco sta giocando. Non mi piace per nulla questa situazione.
"Certo che ce l'ho in valigia. Con Gou che va avanti e indietro..."
"Posso aiutarti? Disfo io la valigia e tu guardi il bambino o viceversa..?"
"Non ho bisogno d'aiuto!" Le urlo e lei fa un passo indietro.
"O-ok... come vuoi..." Sussurra, quasi insicura e indecisa. Rimane al suo posto. Mi dà davvero i nervi. 
Volevo una vacanza con mio figlio, qualcosa che mi distendesse dalle problematiche che ho lasciato in Russia e invece mi ritrovo lei... 
Arg... che nervi...
"Rita, potresti venire qui?!" Sento una voce in lontananza. Mi volto e vedo la tipa dire: "Si, arrivo." 
Mi dà le spalle e si allontana, raggiungendo Hilary che poco prima l'ha chiamata, quando si blocca sul ciglio della porta. Mi dà un'ultima occhiata per poi chiamare:"Kai..."
Mi volto seccato. Vorrei dirgliene quattro per la sua insolenza. Non le ho mai detto di chiamarmi per nome e tra l'altro è ancora un mistero quello. Sto per esplodere, ma l'unica cosa che riesco a fare è voltarmi verso di lei, quando lei continua senza farmi aprire bocca: "Sei hai bisogno.... Chiamami, ok?!"
Poi lascia la stanza. Che tipa strana.
Volgo lo sguardo verso la valigia e vedo quella sciarpa che ho ancora con me. Mi ha accompagnato durante le mie avventure e la porto ancora con me, nonostante tutto.
Forse avrei dovuto buttarla via anni fa. Avrei dovuto dargliela indietro quando ne ho avuto occasione e invece ce l'ho ancora con me...
La prendo tra le mani, ricordando il momento esatto in cui l'ho ricevuta.
Avevo solo sei anni. Stavo al monastero di Vorkov dove mio nonno Hito voleva che diventassi il più forte e spietato blader esistente. Mi allenavo costantemente per raggiungere il mio intento.
Quel giorno, una bambina venne da me. Aveva qualche anno in meno. Ero raffreddato e senza cappotto. L'avevo dimenticato in monastero per correre ad affrontare uno dei ragazzi più grandi che erano nella struttura.
"Va tutto bene?" Mi chiese. Le dissi che non volevo femmine intorno. Faceva parte del monastero anche lei ed era stata mandata lì per la sua passione per il beyblade e per alcuni accordi che il padre aveva fatto con mio nonno.
Non so bene che razza di accordi fecero, ma lei rimase lì per un bel po' di tempo. Quel giorno si tolse questa sciarpa e me la regalò per non farmi prendere freddo, per poi dirmi:"Sfidiamoci qualche volta, ok?! Ci si vede in giro!"
Non so cosa accadde, ma per la prima volta mi sentivo amato da qualcuno.
Iniziai a cercarla, ma non sapevo il suo nome. Forse l'ho scordato, ma la chiamavano Richka. Questo lo ricordo perfettamente e non perdevo occasione di allenarmi con lei. 
Non che fosse brava a beyblade, ma non era nemmeno una frana. Ci sapeva fare ed io mi divertivo ad insegnarle le cose che sapevo, ma non tutti erano gentili con lei. La prendevano in giro e lei si difendeva anche abbastanza bene, anche se un giorno distrussero il peluche che aveva sempre con sé. Sembrava molto importante per lei ed io non sapevo che fare. L'unica cosa che cercai di fare fu trovarne un altro uguale. Lo chiamò Papij e lo teneva sempre con sé. Ma poi persi le sue tracce dopo la dimostrazione con black dranzer. Lei mi aiutò a prenderlo, ma le guardie si accorsero di noi e invece di punire entrambi, scaraventarono fuori dal monastero solo lei, perché io ero pur sempre il nipote di Hito e quindi non potevano gettarmi fuori. Da quel giorno ho indossato sempre questa sciarpa ad ogni campionato. Volevo ritrovarla, ma forse sarebbe stato meglio non ritrovarla.
Richka si rivelò essere la madre di Gou. Per questo, per tutto quello che avevamo passato, per tutte le cose che mi diceva, che mi aveva sempre seguito dal primo istante e anche quando sono svenuto dopo l'incontro con Brooklin, lei era lì.
Forse fu questo a farmi perdere la testa per lei.
I ricordi sono troppo dolorosi dentro me e quindi decido di lasciare in valigia quella sciarpa. Ho bisogno di fumare. Devo distendere i nervi.
Esco fuori, prendendo una boccata d'aria e iniziando a fumare, quando sento la voce di mio figlio provenire nella stanza accanto a quella da cui sono uscito che dice: "Anche papà ne ha uno uguale."
Incuriosito, mi avvicino, vedendo ancora quella ragazza. Mio figlio sta parlando con lei. Ha qualcosa tra le mani. Sembra un beyblade, ma non ne sono sicuro.
"Cosa?!" Farfuglia, per poi svelare: "Oh, certo. Sai lui era molto bravo con il beyblade. Io... L'ho conosciuto così... Tramite beyblade e da allora non ho mai smesso di..."
Si blocca un attimo per poi pensare chissà cosa prima di concludere:"Cioè... Sono una fan dei Bladebreakers. Una fan di tuo padre."
"Ecco perché mi conosceva..." Sospiro. Ecco svelato il mistero. Sarà qualche mia fan. Per questo sapeva il mio nome.
Tsk... ed io che cercavo di capire dove l'avessi vista.
Do le spalle, prendendo un altro tiro di sigaretta, ma quel pensarci su... perché? Non è che nasconde qualcosa? Se fosse stata solo una fan... perché esitare? Forse davvero l'ho già vista prima, ma dove?



   
 
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