Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Generi: Introspettivo, Angst, Sentimentale.
Avvertimenti: What if.
Rating: Verde.
Contesto: primo anno di Sirius a Hogwarts.
Personaggi: Sirius Black, James Potter.
Pairings: Sirius/James.
Note d’autrice: La raccolta sarà incentrata sulla coppia Sirius/James, quindi interamente What if/AU e forse sfocerò nell’OOC e potrei scrivere qualche elemento assolutamente non conforme al canon, questo perché non ho ancora finito di leggere i libri e in generale non ho molta dimestichezza con il mondo di HP. Insomma, prendete questa raccolta per quel che è: io che scrivo di Sirius e James che si amano e soffrono, con tutto il resto che fa da sfondo. Il titolo è tratto dalla canzone “Arcade” di Duncan Laurence.

I

{ 154 parole }

Sirius aveva sempre vissuto all’ombra del suo cognome.
     Lo marchiava come inchiostro indelebile cucito sulla pelle, un marchio invisibile che lo accompagnava ovunque andasse, perfino a Hogwarts.
Nero. Il non colore per eccellenza, assenza di luce. Un nulla che inghiotte, divora, annega tutto ciò che circonda.
     Ogni volta che viene pronunciato, ogni volta che lo vede in bilico sulla labbra di chi passa lanciandogli occhiate fuggiasche e lontane, lo percepisce stringersi un po’ più a fondo dentro di lui mentre annaspa invano cercando di risalire.
Al loro primo incontro, James Potter (una chiazza nera arruffata su uno sfondo bianco) era sembrato l’incarnazione di quell’ombra che da tutta la vita lo seguiva, giunto infine a perseguitarlo in carne ed ossa.
Ma nel momento in cui aveva alzato lo sguardo nel suo, Sirius capì di essersi sbagliato. C’era una luce, in quegli occhi, che avrebbe potuto estinguere qualsiasi ombra.
     Conoscerlo era stato come tornare a respirare.