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Autore: FredeGeorgeWeasley    23/08/2020    1 recensioni
Non lo so, semplicemente ho aperto Word e ho lasciato che le dita danzassero sulla tastiera. avevo bisogno di rendere concreti quei pensieri che da qualche giorno a questa parte mi stavano iniziando a dare il tormento.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ore: 00:15.
Proviamo questa cosa. Facile, no? See credici. Nulla è più difficile di lasciare andare i pensieri, soprattutto quando non sai nemmeno tu cosa stai pensando. Vorrei avere la capacità di entrare nella mia testa per vedere come si forma questa cosa chiamata pensiero, un qualcosa di così effimero ma allo stesso tempo permanente. Chissà da dove nascono, come nascono… A volte pensando al pensiero mi viene in mente una matassa di filo, tutta ingarbugliata, tanto da sembrare senza inizio quando invece un inizio c’è, ma mentre penso a questo subito l’immagine nella mia testa cambia e prende la forma di una treccia, sì una treccia, di quelle classiche a tre ciocche, ognuna distinta che pian piano si sovrappongono per poi, alla fine, unirsi.
Tutto questo non ha senso, lo so, ma penso mi vada bene così, anche perché in questi 21 anni di vita un senso a qualsiasi cosa non l’ho mai trovato. Ogni cosa che faccio, che vedo, che sento mi sembra messa lì a caso, senza un senso, un ordine preciso. Forse, se prese singolarmente, un senso non ce l’hanno. Forse dovrei darglielo io, ma questa credo sia la cosa più difficile che si possa chiedere ad una persona: trovare un senso a ciò che vivi. Forse è questo il senso stesso della vita, chissà. Lo so, lo so, sono troppi questi forse, ma quand’è che l’esistenza ci si è presentata davanti senza forse, senza incertezze.
Incertezza, mancanza di esattezza, chiarezza, stabilità. Ma chi mi dice che la mia incertezza non sia in realtà certezza. Io potrei essere certa di non esserlo, anzi io sono certa di non essere certa. Non lo so se questa cosa sia giusta, se alla lunga possa continuare ad andarmi bene, so solo che per ora è così che va la mia vita. Arriverà il giorno in cui avrò bisogno, necessità di certezze concrete, ma a quanto pare quel giorno è ancora lontano. Il mio cervello, come il mio cuore, ogni tanto mi mandano qualche segnale grosso come una casa: “Ehy ciccia, guarda che se riuscissi a trovare un attimo pace potremmo metterci d’accordo e avere una vita tranquilla, senza bisogno di tutte queste paranoie, di tutti questi tormenti interiori del cazzo.” Fosse facile.
L’altra notte ho avuto, dopo molto tempo che non capitava, una piccola crisi. I pensieri negativi hanno preso il sopravvento, come se Tristezza di Inside out avesse preso il posto di comando nel mio pannello di controllo. In realtà penso che non fosse nemmeno Tristezza, perché lei di solito già ha il comando, è lei che controlla e gestisce le altre emozioni. Penso fosse una sorta di evoluzione negativa di Tristezza quella che prende il comando in questi momenti, momenti in cui mi sento così sopraffatta da questi pensieri brutti, da questa ala nera che ricopre tutto, spazzando via ogni singolo spiraglio di luce. L’altra notte quest’essere ha preso il sopravvento e tutto ciò che sono riuscita a fare è stato piangere per ore nella speranza che insieme alle lacrime scivolasse via anch’essa. Ho pianto, tanto, fino a quando il sonno e la stanchezza non hanno avuto la meglio. Vorrei dire che dopo aver dormito quella nera presenza fosse sparita, fosse tonata nel suo angolo buio lì nella mia testa, e forse nella mia anima, ma non è così. Posso far finta che non sia successo niente, posso illudermi che lei non si sia mai fatta avanti, ma non è così. Lei è stata lì, presente, forte, indistruttibile, inamovibile, forse lo sarà per sempre. Però è facile far finta, far finta che non sia successo niente, che io abbia fatto semplicemente un incubo, quando in realtà quell’incubo lo vivo davvero, nella realtà, solo che non voglio accettarlo. Significherebbe essere debole, non essere in grado di sopravvivere, di riuscire a resistere.
Non ho idea di cosa io stia facendo della mia vita, di quale sia il suo scopo. Perché sono su questa terra, qual è il mio significato. Sono molte le volte in cui, fermandomi e cercando di osservarmi come farebbe un narratore esterno, penso che la mia vita sia un semplice susseguirsi di automatismi che non mi porteranno da nessuna parte, non mi daranno mai le soddisfazioni che di solito si ricercano durante la propria esistenza.
Non lo so perché sto scrivendo tutto questo, o meglio forse lo so, per cercare di dare una forma al caos che al momento ho in testa, forse mettendo per iscritto tutto ciò che c’è nella mia scatola cranica riuscirò a capirci qualcosa, ma poco ci credo. Le mie dita ormai vanno da sole, come se loro lo avessero trovato il filo rosso da seguire per giungere alla luce, quel filo da seguire per trovare un po’ di ordine nel caos, anche se sono dell’idea che il caos stesso sia ordine, tutto è caos e tutto è ordine, l’uno non può esistere senza l’alto, tesi e antitesi, le due facce della stessa medaglia.
Perso che per stanotte possa bastare così.
Magari la prossima volta proverò a dare un senso a un altro aspetto della vita che, almeno per ora, mi pare più complicato di una lezione di fisica: i sentimenti che si provano verso le altre persone, che in inglese rendono di più, i feelings.
Buona notte.
Ore: 01:56
  
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