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Autore: Sky_7    23/08/2020    1 recensioni
In questa storia le cose sono andate un po’ diversamente da quelle che ricordiamo dalla serie. Tanto per cominciare le età: ai fini della trama ho dovuto invecchiare un po’ tutti i protagonisti, perciò Zuko e Sokka hanno diciannove anni, Katara diciassette, Aang e Toph quindici.
In secondo luogo, come si spiegherà nel corso del primo capitolo, Katara era ostaggio sulla nave del principe Zuko, apparentemente come merce di scambio che garantisse la salvezza della sua tribù.
La storia vera inizierà a partire da circa metà della seconda stagione, più o meno dall’arrivo in scena di Azula, ma verranno affrontati anche alcuni momenti clou della prima stagione, rivisitati in tema con la storia. Katara ha un carattere ancor più simile a quello di Zuko, complice anche il fatto che abbiano trascorso due anni insieme, è a conoscenza dei sentimenti che Aang prova per lei ma non lo incoraggia.
Se vi ho incuriositi almeno un po’ vi aspetto ai capitoli
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katara, Quasi tutti, Zuko
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Katara credeva di aver visto di tutto, che nulla ormai potesse stupirla e invece si sbagliava: vedere Zuko interagire con qualcuno che reputasse alla stregua di un suo pari le mancava all’appello, fino a quel momento. Non si capacitava di come due persone così diverse come Zuko e Jet fossero allo stesso tempo così simili: senza dubbio erano due teste calde che non ammettevano di poter essere nel torto, il risultato erano continui battibecchi su qualsiasi sciocchezza, fortunatamente dopo poco accantonavano l’argomento.
In quei pochi giorni aveva avuto modo di capire il loro progetto molto ambizioso che non le era indifferente e fu proprio questo che la spinse a unirsi a loro e fare sua quella missione.
“Tieni le braccia morbide. Le spade devono essere un prolungamento delle tue braccia, non un di più. Come quando combatti con i tentacoli d’acqua” dietro di lei, con il petto che le sfiorava le spalle, a muovere le sue braccia per spiegarle i movimenti da eseguire.
In quel momento non pensavano a tutto quello che accadeva nel mondo, c’erano solo loro come in quei tre anni sulla nave.
“Brava, hai un talento naturale” sembravano essere tornati quelli di un tempo, con la sola differenza dal punto di vista fisico perché non avevano mai ripreso l’argomento.
“Perché ci hai aiutato indossando quella maschera?” avevano parlato molto e quando lei vide la maschera dello Spirito Blu fu quasi costretto a raccontarle tutto, ma dopo si sentì decisamente con un peso in meno sullo stomaco.
“Non sopportavo che Zhao vincesse. Poi Spirito Blu è diventato una sorta di amico di cui non sono più riuscito a fare a meno” le maschere erano diventate la caratteristica della resistenza, ognuno dei combattenti ne portava una, Katara compresa. Era stato Zuko stesso a procurargliela: la Dama Dipinta, caratterizzata da un volto bianco decorato di rosso. In questo modo si erano invertiti i colori e la cosa non dispiaceva a nessuno dei due.
“Aang sapeva che eri tu?”
“Sì, non te l’ha detto?”
“No, ma non stento a immaginare il motivo” del resto aveva visto le sue lacrime il giorno in cui aveva deciso di partire con lui e abbandonare Zuko.
“Ma adesso siamo qui, no? Insieme per giunta”
“Sai che prima o poi dovremo parlare anche di quell’altro discorso, vero Zuko?”
“Allora parliamo” si sedette sul prato con le spalle contro la parete di una vecchia casa “Se per te va bene vorrei iniziare io” aspettò che Katara annuisse prima di cominciare a parlare
“Non è stato un periodo facile, da quando ci siamo separati niente è andato come speravo e progettavo, in modo particolare la caccia all’Avatar e so che il motivo è anche il mio inconscio desiderio di non farti del male” fece un respiro profondo per rielaborare i pensieri “Quando ci siamo incontrati al Polo Nord, Zhao aveva reclutato tutti i miei uomini che non avevano potuto opporsi all’ordine di un ammiraglio, dopodiché ingaggiò dei pirati di nostra conoscenza per togliermi di mezzo, loro fecero saltare in aria la mia nave”
“Oh Zuko mi dispiace tanto”
“Non importa, non potevi sapere. Mi sono stupito io stesso delle mie azioni quando provai a salvare Zhao dalla furia dell’Avatar, ma, come tu stessa hai detto tante volte, l’orgoglio è una brutta bestia. Fu il suo stesso orgoglio ad uccidere Zhao quella notte, non solo le gelide acque del Polo Nord... Io e mio zio riuscimmo a tornare più a sud e fu allora che ci raggiunse Azula, diceva di volerci riportare a casa perché mio padre aveva cambiato idea ma mentiva. Gli ordini di mio padre erano di catturarci e condurci come prigionieri nella Nazione del Fuoco ed essere quindi processati come traditori, solo allora ho aperto gli occhi, come mi hai consigliato di fare. Hai sempre avuto ragione Katara, avevi ragione su tutto ma io ero troppo cieco per capirlo” la ragazza andò a sedersi al suo fianco e si strinse le ginocchia al petto, stando ben attenta a non sfiorarlo
“Speravo che tu non ci fossi quel giorno nel villaggio della terra, ho fatto l’impossibile per ignorarti e tenere quindi la tua identità nascosta ad Azula che non avrebbe esitato a farti del male per ferire me. Ma, ancora una volta, ti ho cacciata mentre tentavi di aiutarmi. È incredibile come solo ora mi renda conto di odiare la persona che sono quando tu non sei con me, tu tiri fuori il meglio di me e ci sei riuscita dal primo istante senza il minimo sforzo”
“Magari avrei dovuto farmi gli affari miei, non obbligarti a dei comportamenti a cui non eri abituato. Non si può sempre vedere il lato positivo perché a volte neppure esiste” abbassò ulteriormente la testa, infossandola quasi nelle spalle ossute “Però ho una domanda... Non sei mai stato un tipo che lascia trasparire le sue emozioni, perché con me invece non era così? Non ti sei mai tirato indietro quando avevo bisogno di un abbraccio, non ti importava di chi potesse vederci... Ti facevo davvero così pena?”
“Farmi pena?! Mi conosci abbastanza da sapere che non sono in grado di provare nulla del genere... Non mi sono mai posto questa domanda prima, Katara, forse perché tu non eri gli altri e non avrei mai potuto essere veramente arrabbiato con te, così come non avrei mai potuto negarti un abbraccio di cui, sicuramente, io avevo più bisogno di te... La verità, Katara, l’unica e sola verità, è che ti amo” Katara spalancò gli occhi, certa di aver capito male, ma Zuko continuò il suo discorso guardandola negli occhi con un lieve sorriso sulle labbra, mentre una mano le spostava delicatamente delle ciocche di capelli dal viso
“Amo i tuoi occhi sempre così espressivi; amo leggerti in faccia qualsiasi cosa ti passi per la testa; amo il tuo sorriso; amo quando la notte non riuscivi a dormire e decidevi che anche io dovevo restare sveglio con te; amo quando ti arrabbi e sei in grado di terrorizzare con una sola occhiata chiunque ti capiti a tiro... Amo tutto di te e me ne sono accorto nel momento in cui ho capito di averti persa quel giorno nel villaggio abbandonato” le lacrime iniziarono a bagnarle le guance senza che potesse fare nulla per fermarle mentre con un gesto di stizza allontanò la mano del principe.
“Io invece ti odio. Hai capito? Ti odio!” sbraitò tirandogli un pugno sulla spalla per poi alzarsi e dargli le spalle. Zuko però non aveva intenzione di farla fuggire, non questa volta, infatti la fermò afferrandola per una mano e non arrendendosi quando lei rifiutò il contatto fisico
“Ti odio per non essere stata più importante del tuo orgoglio. Ti odio perché non ti sei convinto prima di essere dalla parte sbagliata. Ti odio perché se mi avessi dato ascolto le cose sarebbero andate diversamente e saremmo stati insieme dall’inizio” ogni frase era accompagnata da un pugno sul petto che il ragazzo a cui lui non rispondeva, limitandosi ad incassare finché la ragazza non si fermò davanti a lui preda ai singhiozzi
“Ti odio perché dopo le tue parole dirti che ti amo sarebbe banale” questa volta fu il principe a sgranare gli occhi per poi sollevarle il viso e incatenare i loro sguardi “Sì, è fottutamente banale, ma è anche vero. Ti amo Zuko e credo di amarti da sempre e ho paura che sia ormai troppo tardi”
“No Kat, non è tardi. Il nostro tempo è solo all’inizio e questa volta non ti lascerò andare, puoi metterci la mano sul fuoco”
“Ci conto, non farmi bruciare” una battuta stupida che fece ridacchiare entrambi prima di stringersi in un abbraccio. Non ci fu nessun bacio a suggellare le loro parole, né dissero altro. Semplicemente rimasero lì, l’una tra le braccia dell’altro, finalmente ritrovati.

 
“È una fortuna che i capelli ti crescano abbastanza velocemente, questo taglio è orribile” Zuko rise sonoramente e di cuore, godendosi le coccole di Katara che tanto gli erano mancate. A pochi giorni dal loro chiarimento la loro situazione non era cambiata molto, non si erano ancora baciati perché inconsciamente entrambi aspettavano il momento perfetto, ma non si vergognavano a dedicarsi attenzioni. Questo ovviamente aveva provocato molte prese in giro di Jet che gli ricordava perennemente di come rischiasse una carie solo guardandoli.
“Non dirmi che preferivi la coda di cavallo”
“Assolutamente no, la tua testa rasata era più lucida e splendente del mio futuro” l’espressione del principe si fece sconvolta per un attimo ma non ebbe il tempo di replicare perché Katara lo anticipò senza però smettere di carezzargli i capelli “Però penso che staresti benissimo con i capelli lunghi”
“Allora dovrai avere pazienza” si guardarono per un po’ sorridendo. Caratterialmente erano molto simili, entrambi erano stati costretti a crescere in fretta e questo li aveva portati ad abbandonare i giochi infantili e tutto ciò che prevedesse lo svago, nonostante Iroh provasse con tutto se stesso a ricordargli la loro età. Fin dall’adolescenza Zuko e Katara sembravano dei piccoli adulti che trascorrevano le loro giornate a studiare mappe e pergamene sul dominio degli elementi, e che avevano già conosciuto, in giovane età ma fortunatamente insieme, il mondo dei grandi con tutte le sue fregature.
“Potreste anche scollarvi ogni tanto, ormai lo sanno tutti che fate coppia” nell’udire la voce di Jet, Zuko si mise seduto per poi stampare un bacio sulla guancia di Katara, prevedendo l’esagerata reazione dell’amico.
“Bleach, siete più dolci dello zucchero misto a miele ed è disgustoso” in contrasto con le sue parole Jet andò a sedersi proprio accanto a loro
“Non dirmi che sei geloso Jet, non tutte le donne possono cadere ai tuoi piedi”
“Certo che sono geloso, Lee, ma per motivi ben diversi da quelli che pensi tu”
“E sentiamo, quali motivi?” mentre Katara preferiva stroncare sul nascere qualsiasi tentativo di Jet di fare una battuta scema, Zuko amava dare corda alle sue stronzate e riderci su
“Mi pare ovvio, sono io l’unico uomo della tua vita, Lee, e odio condividerti con questa medusa mancata”
“A chi hai detto medusa?!”
Uno scambio di battute che fu sufficiente per Zuko a capire che tra i due fosse decisamente meglio alzare un muro...

SPAZIO AUTRICE
Per quanto mi sarebbe piaciuto, purtroppo questo non è il nuovo capitolo bensì solo una parte. Ho iniziato a scrivere questa storia di pari passo guardando la serie animata ma a causa di impegni mi sono grdualmente allontanata. Questa storia (come anche un'altra iniziata in cui l'idea della trama è un po' più definita nella mia mente) è nata con lo scopo di "riscrivere" la storia originale creando un legame tra Katara e Zuko, purtroppo non con i risultati sperati. Ora come ora mi rendo conto di non essere in grado di continuare a scriverla, ma non escludo un probabile ritorno a farlo in un secondo momento, magari dopo aver ricominicato a guardare la serie dall'inizio. Per quanto può sembrare stupido, sono aperta a consigli sulle sorti della storia e sulla trama. Nel frattempo potrei valutare di ripredere l'altra storia di cui ho accennato precedentemente.
Mi scuso per la delusione che sicuramente vi porterà questo banale aggiornamento, dal momento che era l'ultimo pezzo che sono riuscita a scrivere volevo quantomento lasciarvi con il minor amaro in bocca possibile.
Spero di contiuare a scrivere su qyesto fandom perché, anche se non sembra, mi piace parecchio
Ringrazio tutti voi che avete letto la storia, a presto - perché, poco ma sicuro, questo non è un addio

   
 
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