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Autore: BeautyLovegood    24/08/2020    1 recensioni
Ambientato dopo la fine dell'undicesima stagione. Thirteen, Graham, Ryan e Yasmin si ritrovano a casa di una vecchia conoscenza del Dottore...
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - 10 (human), Doctor - Altro, TARDIS
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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John sentì un brivido scorrergli lungo la schiena e rimise la foto al suo posto.

“Sta arrivando… ci ha messo un po’ più di quanto pensassi,” pensò a voce alta.

Appena uscì in giardino, vide il TARDIS apparire lentamente.

La porta si aprì e sbucò il Dottore.

“Allora, Doc, perché siamo finiti nella Londra del 2066? Spero vivamente che sia sparito quel maledetto virus,” chiese Graham. Una volta tanto, il Dottore non riuscì a rispondere e questo preoccupò i suoi tre compagni di viaggio.

“Dottore? C’è qualcosa che non va?” chiese Yasmin.

“Hai incontrato un tipo losco?” chiese anche Ryan.

“Al contrario…” rispose finalmente il Dottore e uscì dalla sua cabina per avvicinarsi a John. Lui le permise di esaminargli la guancia usando la mano invece del cacciavite sonico.

“Ciao… Dottore. Sei bellissima.”

“Ciao… John. Sei invecchiato bene.”

“Doc? Ci stai facendo preoccupare!” disse Graham uscendo dal TARDIS con Ryan e Yasmin. Il Dottore stava ancora fissando John con la mano attaccata alla sua guancia.

“Oh! Non sapevo che ti piacessero molto anziani,” commentò Ryan e Graham lo rimproverò con una leggera sberla sulla nuca.

“È tutto a posto. Graham O’Brien, Ryan Sinclair, Yasmin Khan… vi presento John Smith.”

I tre umani strinsero la mano a John.

“È un onore conoscervi.” disse lui sorridente.

“Perdona la domanda, ma sei un amico di vecchia data del Dottore?” chiese Yasmin dopo che John le ebbe fatto il baciamano. Lui e il Dottore si guardarono e non poterono fare a meno di ridere.

“Lui è più di un amico.”

“Un vecchio amante?” riprovò Graham e Ryan si coprì la bocca per nascondere una smorfia di disgusto.

“Lui è… me. O almeno, in parte.”

“Che intendi dire?” chiese Yasmin confusa.

“È una storia molto lunga e penso che sia meglio raccontarvela davanti ad una tazza di tè. Prego, accomodatevi.” propose John. Il Dottore sorrise e gli mise un braccio intorno alle spalle.

“Molto volentieri, John. Ho voglia di tè da parecchi giorni. Ce l’hai anche un po’ di brandy da metterci dentro? Lo rende più gustoso.”

 

*

 

Quando John e il Dottore finirono il loro racconto, quest’ultima notò che i tè di Graham, Ryan e Yasmin si era raffreddati e usò il cacciavite sonico per scaldarli.

“Non smetterai mai di sorprendermi, Dottore. Dico davvero,” commentò Ryan. Yasmin si guardò la mano con la quale aveva stretto quella di John, ovvero quella dalla quale lui era “nato”, poi gli sorrise e lui ricambiò.

“Ora siete liberi di bere e farci domande. Gli umani ne fanno sempre alla fine di una storia,” propose il Dottore e si mise a fissare le foto attaccate alle pareti del salotto.

“Non per mettere il coltello nella piaga, Doc… ma credo che anche tu abbia qualche domanda da fare a John e dato che lo conosci da più tempo di noi, ti cediamo la prima domanda,” disse Graham e bevve un sorso di tè.

Il Dottore puntò ad una foto che la lasciò quasi senza fiato. Si alzò dalla poltrona e si avvicinò per guardarla meglio.

Era la foto del giorno delle nozze di John con… Rose Tyler. Lei indossava un bellissimo abito bianco senza maniche e un velo lungo fino ai piedi e si teneva stretta a suo marito sorridendo verso l’obiettivo.

“Ci siamo sposati sulla stessa spiaggia dove abbiamo dato inizio alla nostra vita insieme,” commentò John alzandosi dalla poltrona con l’aiuto del suo bastone. Il Dottore abbozzò un sorriso amaro.

“Ti va di andare a salutarla? Oggi è il giorno delle visite.”

“Sembra che prima o poi dovrò farlo.”

 

*

 

Graham, Ryan e Yasmin preferirono aspettare il Dottore fuori dal cimitero per lasciarla parlare in privato con John.

La lapide sopra cui tutti e cinque avevano posato delle rose rosse apparteneva a Rose Smith-Tyler, morta a ottant’anni da sei mesi. Oltre ad essere stata un’amica, moglie e madre amata, John aveva fatto aggiungere che era stata una grande eroina. L’impresario di pompe funebri si era quasi rifiutato di accontentarlo perché pensava che fosse matto, ma John lo aveva minacciato di denunciarlo se non lo avesse accontentato.

“Chi è stato a lasciare quello?” chiese il Dottore indicando la scritta Lupo cattivo fatta con la vernice da graffiti sotto la parola Amata.

“Uno di noi, ma non ho capito bene quale.” commentò John.

“C’è una cosa che non ti ho detto, Dottore. Da quando hai lasciato me e Rose su quella spiaggia, io ho iniziato a sognarti quasi tutte le notti. Ti ho sentita ogni volta che ti sei rigenerata e ho visto tutti i tuoi nuovi compagni di viaggio, come se non me ne fossi mai veramente andato dal TARDIS. Non ho mai raccontato niente a Rose perché non volevo farla preoccupare, anche se comunque lei, superati i primi giorni dopo l’ultima volta che aveva visto il TARDIS, mi ha dato l’impressione di essere felice di avermi al suo fianco… anche quando avevamo trovato dei lavori che ci hanno permesso di vivere felici e tranquilli fino alla fine… ma i giorni più belli sono stati quelli del nostro matrimonio e della nascita…”

“Dei vostri figli. Ho visto le loro foto sopra il caminetto. La femmina assomiglia tantissimo a… Jenny,” lo interruppe il Dottore mentre si asciugava le lacrime con il dorso della mano.

“L’abbiamo chiamata proprio Jenny. È stato come avere una seconda possibilità. E il maschio si chiama Jack Boe, anche se lui preferisce JB. Non ti suonano familiari questi nomi?” commentò John e i due risero insieme al pensiero del loro fin troppo caro amico Jack Harkness.

“Dove sono adesso loro?”

“Si sono sposati con due bravi uomini e mi hanno reso nonno per ben dieci volte. Vengono spesso a trovarmi, mi piacerebbe presentarteli.”

“Ti ringrazio, ma…”

Il Dottore non riuscì a finire la frase a causa del nodo che si era formato nella sua gola.

“Dottore…”

“PERCHÉ MI HAI PORTATO QUI?!” sbraitò il Dottore rivolta al TARDIS e le lacrime iniziarono a scorrere sulle sue guance. John la guardò tristemente e la prese per mano per darle forza.

“Non avrei mai dovuto amare Rose. Anzi, non avrei mai dovuto amare nessuno di quelli che hanno viaggiato con me. Io ho donato entrambi i miei cuori a tutti loro: mia nipote Susan, Ian, Barbara, Zoe, Adric, Sarah Jane, Martha, Donna, Amy, Rory, Clara, Nardole, Bill e adesso a Graham, Ryan e Yasmin. Ma quando ho incontrato Rose e anche… River… è stato diverso… non ho mai dimenticato i miei due cuori che battevano talmente forte da farmi sembrare un’orchestra vivente, anche quando le ho viste per l’ultima volta. Sono cambiata, non solo letteralmente, ho cercato di non fare gli stessi errori, ma sembra che anche quelli facciano parte del mio destino. Adesso ho queste tre persone che continuo a chiamare Famiglia, ma mi sto solo prendendo in giro. Non voglio lasciarli, ma so che potrebbero morire se continueranno a viaggiare con me. Hai visto? Sono come un disco rotto. E con una pessima colonna sonora. Dovrei farmela sistemare da Ennio Morriccone.”

Il Dottore si lasciò andare ad un pianto liberatorio e John la strinse dolcemente a sé come se fosse sua figlia.

“Nessuno può capirti meglio di me, Dottore, ma non devi dimenticare che ogni volta che ti sei separato dai tuoi compagni di viaggio, sei sempre riuscito a trovare un modo per farli felici, anche attraverso scelte difficili. Se c’è una cosa che ho imparato da quando mi hai permesso di rimanere con Rose è che nessuno ce la fa da solo, in qualunque epoca e pianeta. Tu non sei solo il Dottore, sei anche il Salvatore degli Umani, li aiuti anche senza combattere contro gli alieni e i robot. E finché la penserai così, non sarai mai veramente sola, perché tu sei Indimenticabile. Noi invecchiamo e moriamo, ma tu ci sei sempre, qualunque sia il tuo aspetto.”

Il Dottore guardò John con gli occhi rossi.

“Cercherò di non dimenticarlo.”

Risero di nuovo insieme e lui le porse un fazzoletto di stoffa bianca con sopra ricamate le lettere J e S e una piccola rosa rossa.

“Tienilo con te. Da parte mia e di Rose.” disse a voce bassa e le fece l’occhiolino. Il Dottore lo ringraziò e si asciugò gli occhi, poi s’inginocchiò davanti alla lapide e fissò il nome di Rose.

“Rose Smith-Tyler…”

Si schiarì la gola.

“… oh, lo sai,” concluse e si baciò due dita che posò sulle lettere.

“Ora è meglio che vada. Non ho un buon rapporto con i cimiteri.”

“Oh, lo so benissimo.”

Subito dopo essere tornati a casa Smith-Tyler, il Dottore, Graham, Ryan e Yasmin abbracciarono John e rientrarono nel TARDIS.

“Grazie della visita, Dottore. Torna a trovarmi quando vuoi.” disse lui facendole un altro occhiolino.

“Spero di essere finalmente rossa la prossima che ci vedremo, John Smith.”

Anche lei gli fece l’occhiolino e si chiuse nel TARDIS. John lo guardò sparire e poi alzò gli occhi al cielo.

“Rose Smith-Tyler… ti amo.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ora che finalmente seguo anche io il primo Dottore donna, ci tenevo a farla incontrare con il mio Dottore preferito! Spero che sia venuta bene! Alla prossima!

  
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