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Autore: Rosette_Carillon    24/08/2020    0 recensioni
Jiang Cheng è stanco, tormentato dal passato, e Lan Xichen capisce e consiglia.
Jiang Cheng è pronto a rifiutare, ma dalle sue labbra non esce alcun suono. È stata una lunga giornata, tormentata dall’insicurezza come le sue notti sono tormentate da incubi. Lan Xichen non ripete la sua richiesta, agisce e si sente sollevato quando l’altro uomo non protesta.
Inginocchiati davanti a un tavolo basso, Lan Xichen prende un polso dell’altro fra le mani e fa pressione con un dito.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Lan XiChen/Lan Huan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                         Vuoto
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Si chiude la porta alle spalle e si poggia contro una parete. Ora è solo e può permettersi di mostrare una debolezza che resterà nascosta al resto del mondo.
Forse sta esagerando, forse dovrebbe davvero rallentare il ritmo. Le labbra si piegano in un sorriso amaro. Rallentare il ritmo, riposarsi…poteva già sentire i commenti che sarebbero stati fatti alle sue spalle.
No, non l’avrebbe permesso. Non era debole. Aveva ricostruito da solo il suo clan, dalle ceneri lasciate dal clan Wen, per tutti quegli anni era andato avanti da solo, e da solo aveva sopportato sulle sue spalle il peso dei lutti che avevano segnato la sua vita, nascondendo il suo dolore e le sue insicurezze, mostrandosi forte e sicuro, spietato.
Jiang Cheng si allontana dalla parete e riprende a camminare. Gli sembra di essere immerso nell’acqua, il suo corpo è pesante, si muove lentamente.
Barcolla, e torna a poggiarsi contro il muro. Ha la vista offuscata, si passa una mano sul volto.
Una mano gli afferra saldamente un gomito, e un braccio gli circonda la vita. << Perdonatemi, Capoclan Jiang, e permettetemi di aiutarvi, >>
<< Non è necessario. >> Jiang Cheng si raddrizza << non è necessario, >> ripete.
Lan XiChen si fa da parte senza obiettare, ma gli resta accanto e lo osserva con attenta preoccupazione: la sua stanchezza non gli è sfuggita durante il banchetto. << Capoclan, >> lo chiama.
<< Sto bene. Posso aiutarvi in qualche modo? >>
<< Lasciate che vi accompagni nelle vostre stanze, >> chiede pacato.
Jiang Cheng è pronto a rifiutare, ma dalle sue labbra non esce alcun suono. È stata una lunga giornata, tormentata dall’insicurezza come le sue notti sono tormentate da incubi. Lan Xichen non ripete la sua richiesta, agisce e si sente sollevato quando l’altro uomo non protesta.
Inginocchiati davanti a un tavolo basso, Lan Xichen prende un polso dell’altro fra le mani e fa pressione con un dito.
Jiang Chen grugnisce per il dolore inatteso.
<< Perdonate. L’agopressione non è molto confortevole, ma può aiutarvi a rilassarvi. Rilassate le spalle, respirate profondamente. >> Parla con voce bassa, come se si stesse rivolgendo a un bambino, e calma.
Jiang Cheng obbedisce, o almeno, così gli sembra. La voce dell’altro uomo lo richiama, rimproverandolo bonariamente, per essere ancora teso.
<< Come sta Wei Ying? >> lo dice tutto d’un fiato, prima di cambiare nuovamente idea, e forse Lan Xichen non l’ha nemmeno capito, ma lui è l’unico a cui poter chiedere, l’unico che non l’avrebbe giudicato.
Il capo del clan Lan rimane interdetto per un momento, sorpreso da quella domanda, poi sorride dolcemente. Non è certo che i Meandri delle Nuvole siano il suo luogo preferito, ridacchia, ma è felice assieme a Lan Wangji, e sembra che si sia affezionato molto ai discepoli.
Jiang Cheng annuisce, rigido.
<< Ma gli manca il Pontile del Loto, >> aggiunge, cambiando punto di pressione.
<< Ah, sì? >> schernisce. È più forte di lui, da troppo tempo usa quell’atteggiamento nel tentativo di proteggersi dal mondo, ormai non può più farne a meno.
<< Sì, >> il tono di Lan Xichen è sempre pacato, e Jiang Cheng sente la rabbia scemare. Non sa nemmeno perché sia arrabbiato. Perché Wei Ying vive nei Meandri delle Nuvole? Perché è felice? O perché l’ha lasciato solo?
<< Capoclan Jiang, durante il periodo che ho passato in isolamento, ho avuto tanto tempo per riflettere. Più riflettevo, più mi sentivo svuotato. Nei momento più difficili, il silenzio in cui ero immerso mi assordava, e avrei disperatamente voluto urlare. Non mi ero accorto che l’unica cosa che mi era rimasta era la rabbia. Verso me stesso, verso il mondo, verso A-Yao… >>
Jiang Cheng lo osservò in silenzio, colto di sorpresa da quella confessione.
<< Accettare la sofferenza non è mai facile, ma è l’unico modo per non farsi consumare da essa. Perdonate la mia intromissione in questioni che non mi riguardano, ma credo che dovreste almeno prendere in considerazione l’idea di fare pace con l’uomo che chiamavate ‘fratello’, anche se non potrete più riavere il passato, c’è sempre un presente degno di essere vissuto. >> Si alza, e fa per andare via. Teme di aver parlato troppo e di aver infastidito l’altro uomo, compromettendo in questo modo il rapporto che si stava creando fra loro.
Jiang Cheng lo ferma e, in silenzio, considera attentamente le parole che l’altro gli ha rivolto poco prima. Se si fosse trattato di un’altra persona, non avrebbe esitato a frustarla, ma con Lan Xichen è diverso. Lui parlava con coscienza, parlava di ciò che aveva vissuto, del baratro in cui era caduto, e di come era riuscito a uscirne. << Fatemi compagnia per un tè. >>
Dovrebbe riposare, ma i fantasmi del passato torneranno a fargli visita una volta rimasto solo, e non ha nessuna fretta di incontrarli.
Lan Xichen sorride e annuisce.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTE: Lan Xichen è un personaggio che mi affascina, ma trovo complicato scrivere su di lui, quindi potrebbe essere un po’ OOC.
 
 


 
  
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