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Autore: brokenlegs_    25/08/2020    1 recensioni
«Ogni bambino ha la propria cantilena. Una filastrocca sciocca ma incisiva che viene appresa da piccoli e che non si scorda più.
La sua è "Azula mente sempre."
Conosce il pericolo, l'indole malvagia di sua sorella: sa quanto è dotata nel leggere i desideri, nello scorgere i punti deboli, nel manipolare le persone e usarle a suo piacere come pupazzetti.
Eppure, anche questa volta è riuscito ad innamorarsi delle sue bugie. Si è lasciato abbindolare da quelle frasi vuote di vigore e colme di una certa influenza, combinata all'onnipresente noia di circondarsi di gente allocca, l'unica persona oscura ai fatti è lui, come sempre. E lei sa cosa lui vuole sentirsi dire, dimenticando così la cantilena centenaria quando per lui è favorevole e quando per lei è conveniente. In fondo, Zuko riflette, questa sarà l'ultima volta.»
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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"È finita. Il Loto Bianco ha conquistato Ba Sing Se. Siete al sicuro." le parole arrivano dopo un lungo silenzio. Un silenzio pallido, molesto e lontano allo stesso istante. Anche il rumore lo è.

In molte gli rivolgono lo sguardo, i loro corpi tremanti giacciono a terra. Si alzano e seguono il membro dell'Ordine disciplinatamente e senza contestare al di fuori delle prigioni, eppure c'è qualcuno a cui il suono non è arrivato, completamente immobile e a tratti inaccessibile.

La donna dinanzi a lui lo percepisce, eccome se percepisce la nuova ventata che filtra attraverso la sua cella: ha sospirato, annusato in giro e ugualmente non riesce a scuotersi alla realizzazione della notizia. Accomodata sul pavimento, il capo è rivolto verso il basso dove le verdi e nere vesti che l'avvolgono sono luride e imbrattate di terriccio.

Il polso è fasciato un pezzo di stoffa rosso carminio, un dettaglio innocuo che però desta la sua attenzione quando questa particolare Joo Dee non fa altro che giocarci. Sembra quasi umano il gesto. Cautamente, l'uomo si abbassa al suo livello senza movimenti bruschi e con un pizzico di sospetto, si china ad osservarla. I capelli castani le ricadono davanti impedendole la vista di cui lei sembra non badare mentre le guance sono pallide. Ma ora che riflette, tutto il viso e quel poco che riesce ad intravedere delle braccia è pallido.

La sfiora, leggermente, sul collo, confermando l'ipotesi che sia fredda come la neve. Adesso ognuno presta attenzione all'altro.

I suoi occhi vitrei e i lineamenti malinconici sono privi di qualsiasi espressione, così lucidi e intrappolati in qualche abisso di cui lui sa già di non poterla raggiungere. E il contatto con essi, quasi ricercato, lo destabilizza. Grano, gli viene in mente appena si incontrano, o foglie ingiallite, ma tanto è particolare il suo colore, tanto è la sensazione di averlo incontrato da qualche parte, magari in un'altra vita. Tuttavia, Hakoda non riesce a connettere i fili intrinseci nella sua testa, le immagini veloci e inarrestabili che lo sorpassano e quegli occhi dalla stessa tonalità che lo guardano. Non riesce a collegare a chi appartengano, per quanto si sforzi.

"Ricordi come ti chiami?"

"Mi chiamo Joo Dee." la voce roca, netta e impostata detiene l'intonazione elegante che magari tempo addietro la caratterizzava. Si chiede come era stata, inevitabilmente non può sottrarsi all'interesse di questa domanda. Non così giovane da essere una ventenne, né i capelli colorati da squarci bianchi per essere una cinquantenne. Oh, ma lo Chief è abbastanza sicuro che ella abbia avuto dei figli. Con l'esperienza ti accorgi quando una persona è un genitore: semplicemente i genitori non vivono altro che di complicazioni e questioni irrisolte che riflettono su un portamento traballante e in contemporanea protettivo; anche sotto ipnosi, la Joo Dee dagli occhi di grano pare che abbia mantenuto questo aspetto. E quella donna avrà perso i suoi figli, sarà stata venduta magari proprio da loro al Dai Lee o forse, le sono state commesse delle infamità e per una ragione di eventi del tutto che piacevoli si è ritrovata sepolta della sua stessa identità. Viva all'esterno, morta all'interno.

"Ti aiuterò, vedrai che starai bene. Ti trascinerò via da qui." promette più a sé stesso che a lei. Si prenderà cura del suo stato mentale, la guiderà verso l'uscita e cercherà tutti i metodi pensabili per guarirla. O almeno, è ciò che farebbe sua figlia, Katara. Pensa alla dominatrice e alla sua incredibile somiglianza con Kya. Il cuore per un momento si stringe appesantendo il fastidio che prova nel petto. Il solo ricordo della sua prima moglie lo incita a mantenere saldamente lo spirito che esercitava sulla gente.

Non tradire mai le persone che hanno bisogno di te.

E tutte le Joo Dee meritano un finale migliore.

Per un momento, negli occhi impassibili scorge qualcosa. Gli sembra che sia appena comparsa della dolcezza, quasi come se la sua voce, la voce di Hakoda l'abbia risvegliata dal suo stato di trance, rivelandosi al di fuori del suo mondo contenuto. Un luccichio appare, forse e sconvolge il suo animo, un sorriso si forma, uno breve e quasi oscurato per la malinconia che risale e risale e la fa splendere nel suo mutismo.

"Non c'è nessuna guerra in Ba Sing See."

È valso solo un attimo.

Hakoda si chiede se non l'abbia immaginato.

"Chief, il Drago dell'Ovest mi ha mandato qui per recapitare un messaggio." Hakoda annuisce risoluto a Kasu, un altro membro dell'Ordine, un dominatore proveniente dalla tribù Aquatica Settentrionale che ha vegliato su Pakku e aiutato a ricostruire la tribù gemella, il Sud, ma quando il Loto Bianco ha dovuto riunirsi per conquistare Ba Sing See, ha lasciato la terra decimata ed è ritornato a combattere a fianco dell'Ordine.

"Il generale è dispiaciuto ma non potrà soggiornare a Ba Sing See per la ricostruzione. Ha l'urgenza di ricongiungersi con suo nipote e tua figlia a Caldera city oggi stesso, dato che il Re Fenice è sopravvissuto ed è incerta la questione su chi attualmente governerà Fire Nation."

"È tutto?"

"No, signore. Il Generale si chiede se lo accompagnerà con la sua presenza."

E Hadoka ha già la risposta pronta. Ci ha pensato, tutto il giorno. 
Quando lui e i suoi figli si sono separati al Western Air Temple ha disposto una strategia che ha condiviso con Chit Sang, l'uomo che è evaso da Boiling Rock insieme a lui e a Suki. Si sono mescolati in Fire Nation, travestiti degli stessi abiti, rubato alcuni oggetti (utili come una mappa e una bussola, non come i fiocchi di fuoco, altre spezie piccanti e alcuni coltellini) e soggiornato in delle grotte tutto il tempo.

Ogni due giorni hanno cambiato zona e rapidamente si sono spostati nelle vicinanze di Ba Sing See. Ci è voluto tempo, esattamente tre settimane, alla fine hanno trovato una città-fantasma, Tibat. Tibat è completamente desolata e devastata dalla vicinanza con il Passo del Serpente, silenziosa abbastanza da riuscire a coprire il suo esasperamento e i rumorosi compagni di viaggio e nessuno - n'era convinto - avrebbe voluto cercarli lì. Certo, ci sono stati parecchi problemi nel raggiungere quel posto isolato dal mondo, soprattutto quando chi si direbbe un adulto è peggio di un bambino. Ha trascorso il tempo libero conoscendo in maniera approfondita Haru e Teo, insegnando loro alcuni hobby che tempo addietro aveva trasmesso a Sokka. Come la pesca, pescare pesci, affilare coltelli, farsi la barba nel modo giusto, eliminare i baffi e punzecchiarsi in maniera amichevole. Ovviamente, ha perso la voce il totale di cinque volte nello sgridare l'altro omone del gruppo per le sue sciocchezze in cui coinvolgeva lui e il Duca. Sì, rimugina Hakoda, mai sottovalutare la noia di un bambino, soprattutto quando quest'ultimo diventa un altro dei problemi che hanno rallentato in maniera drammatica il loro cammino di ben cinque giorni. (Erano delle bacche blu!) 
Haru ha spiegato loro che suo padre è diventato un membro di un certo ordine del Loto qualcosa e che nel caso in suo padre non ci fosse stato per lui, (vedi invasione e vedi fallimento) il Loto qualcosa si sarebbe preso cura del dominatore, ma, a loro sfavore, solo a Ba Sing Se.

Hakoda non è mai stato sicuro di questa strategia al 100%, anche se fin dall'inizio l'ha approvata e cercato di seguirla dato che non poteva presentarsi a Caldera city con un gruppetto rumoroso di bambini imbranati, solo per provare a liberare i suoi fedeli guerrieri di lupo dalle prigioni con mille guardie di dominatori e chi-bloccanti. Poi è arrivata la cometa di Sozine e ha intravisto di sfuggita Appa volare via da un accampamento all'infuori delle mura della città. Ed era l'alba.

Solo allora si è deciso ad avvicinarsi al campo stringendo amicizia con Iroh e condividendo battute per il tè mentre lo aggiornava sulla situazione dei bambini e dei loro ruoli in questa supponibile ultima battaglia. Poi, ha conosciuto Pakku. Il suo patrigno. Un'esperienza davvero... bizzarra.

Venuto a conoscenza che Katara si sarebbe scontrata con la pazza sorella di Zuko, ha deciso istantaneamente che la prima rimpatriata di famiglia sarebbe stata con lei. Quindi ha supplicato Iroh di portarlo con sé alla prima occasione. Ora non è più così sicuro.

Il Re Fenice non è morto, o almeno non è stato sconfitto: significa che ha ripreso il controllo delle sue aeronavi. E Sokka, Suki e Toph non si vedono da nessuna parte.

Ferma il pensiero perché non vuole nemmeno soffermarsi su di esso.

E riesce a zittirlo. Non vuole sprofondare nel pessimismo perché conosce suo figlio e i suoi piani geniali. Se c'è qualcuno che può abbattere trenta aeronavi da guerra, quello è suo figlio... con della sfacciata fortuna.

"Katara è al sicuro, non sono preoccupato. Riferisci al Generale che aspetterò la venuta di Sokka e le sue compagne."

Sì, Katara e qualunque cosa le sarà capitata è al sicuro con il nipote di Iroh e Iroh stesso. La principessa Azula è meno temibile rispetto a tutti gli orrori che ha ascoltato dalle persone su FireLord Ozai.

"Un'ultima cosa: il dominatore sotto la sua custodia ha espresso il desiderio di seguire Iroh nella sua missione."

"Chi, Chit Sang? Può scordarselo dopo tutta la fatica che ho fatto per nasconderlo in Earth Kingdom."

"Non mi riferivo al firebender, sir."

"Haru?"

E Kasu annuisce.

Hakoda non si è aspettato l'ultimo risvolto eppure ha sempre constatato dell'affetto sproporzionato di Haru verso il padre — certo il fatto che voglia liberarlo — e, parallelamente, associa la protezione del giovane per la famiglia a quella di Sokka verso il suo gruppetto di amici. Non è stato necessario la briga di meditarlo, entrambi i ragazzi condividono la paura della perdita. Grazie all'earthbender ha scoperto alcune informazioni su Sokka. Suo figlio ha conosciuto una ragazza mesi fa, Yue. La ragazza è scomparsa. Si è sacrificata per il mondo e la sua tribù ed è diventata la Luna. Hakoda non ha voluto premere di più su Haru perché ora è deciso di chiedere direttamente a suo figlio. Quando lo rivedrà.

Sokka per lo meno, non è l'unico motivo per cui non va via da Ba Sing See. Ormai, deve prendersi cura di Teo, il Duca e anche di Chit Sang. Non riesce ad andarsene con quel gruppo di scalmanati in giro a combinare guai.

E forse, non è nemmeno questo il principale motivo per cui vuole restarci.

Forse, si dice, è per le Joo Dee che non riescono a definirsi, non sanno chi sono, sono state derubate delle proprie identità e magari, c'è qualcuno lì fuori che vorrà cercarle.

Qualcuno che devono trovare. Che sia gente buona o cattiva, non hanno difese, non saranno protette nel momento dello stretto.

All'improvviso, il cuore è meno pesante, ignora le domande che riguardano suo figlio e l'Avatar e si concentra che da ora in poi, le Joo Dee avranno qualcuno.

*

"Mi mancherai, sai?" Hakoda si permette questo momento alla sincerità assoluta, abbandonando per qualche minuto il trattato di virilità che ha stretto con i suoi uomini affinché le donne della loro tribù li credessero una forza indistruttibile e la loro àncora a lungo termine.

Hakoda stesso ha ideato questo trattato con sommo disaccordo di Bato, il cui sostiene che la vulnerabilità è un bene con le persone che ami, ti concede di condividere il proprio dolore facendo in modo che aggravi di meno. Ma lo Chief quando mai l'ha ascoltato?

Sono nella tenda principale, la tenda più spaziosa, la più comoda e la più pulita: Iroh ha ritenuto che sia dovuto loro un po' di privacy e gli ultimi minuti per scambiarsi chiacchiere, battute sciocche e lotte ineleganti. Al loro scambio di frasi assiste Chit Sang con il Duca che giace sulle sue spalle, entrambi già posto i loro saluti strappalacrime al giovane dominatore.

Manca all'appello solo Teo.

"Sì, Hakoda. Anche tu mi mancherai." Risponde con un riflesso annoiato l'earthbender, esasperato dallo scimmiottare giocoso dell'omone dalle spalle larghe che imita Hakoda dall'altro capo della stanza.

"Saluta Katara da parte mia e assicurati che sia protetta." Haru inizia a ridacchiare.

"Lo vedo un po' difficile, sir: Katara sa proteggersi perfettamente senza il mio aiuto, lo garantisco. È forte, è talentuosa e probabilmente riuscirebbe a sconfiggermi in uno schiocco di dita." Il giovane probabilmente ha superato la sua innocente cotta tempo fa, eppure non riesce a smettere di aggiungere dell'adulazione nei suoi discorsi verso la figlia dello Chief.

Hakoda tuttavia, emette un risolino.

"Vero. Sappi però che ti manderò un falco messaggero fra quattro giorni."

"Perché?"

Ci ha riflettuto, in effetti: le Kyoshi Warrior saranno un aiuto indispensabile per arrestare tutti i Dai Lee, mentre i suoi uomini ricostruiranno gli edifici abbattuti, forniranno del cibo ai loro prigionieri e alle persone che in questo momento sono senza cure.

Alcuni guaritori del Nord sono già in viaggio per accamparsi nei dintorni e prestare servizio in quella che è diventata l'unica rocca forte del Regno della Terra. Eppure, Hakoda ha ben altro nella sua mente per cui mandare Haru in Fire Nation.

"Ho l'impressione che qualcosa sia andato storto e che voi giovani dovrete riunirvi e risolvere questo problema." Hanno bisogno di spie e ormai si fida ciecamente nelle capacità di quei bambini. Se qualcuno può riuscirci, quelli sono loro.

"Si tratta di Avatar Aang, non è vero?" il viso di Haru si oscura. Chit Sang e il Duca stanno saltellando di qua e là ignorando i loro discorsi seri e per quel che vale, Hakoda è grato che si stiano distraendo. Una volta, il Duca, in un attacco di panico ha vomitato fuori di aver perso i suoi genitori quando era ancor più piccolo, spesso ha avuto degli incubi che la notte lo hanno tormentato e si è risvegliato con le lacrime agli occhi. Lo Chief non vuole traumatizzarlo con altri discorsi di una guerra che pare non trovare la sua conclusione. Rimane ancora un bambino. Anche Haru lo è, senza infanzia e l'unica differenza è che ha supportato sulle spalle responsabilità inopportune, come il maltrattamento dei soldati, il venire e andare di sua madre e il fatto di non aver usufruito di una figura paterna a lungo termine che abbia potuto scansargli pesi, lavori pesanti, ingiustizie e impotenza. Il Duca ha trovato qualcuno: i combattenti per la libertà e il suo Pipsqueak.

"Esatto, ma non è l'unico. Ci sarei andato io a Caldera a sistemare le cose, ma al momento sono impegnato con il Dai Lee e le Joo Dee. Credo che voi dovrete viaggiare e stare a stretto contatto con la FireNation. Ho già discusso con Iroh dei rifornimenti e delle provviste che vi serviranno."

"Capito. Se le tue ipotesi saranno vere, allora ti invierò un altro falco in risposta."

"Se Sokka arriva in Fire Nation voglio essere il primo a saperlo. Al momento ritengo i tre dispersi e non so cosa posso fare in merito." Ma essere una bolla di ansia esplosiva gli riesce bene.

"Tutto quello che ti serve adesso è aspettare. Vedrai che gli altri sono sopravvissuti. Ho conosciuto tuo figlio, è estremamente intelligente e dedito alla sua sopravvivenza." Apprezza lo sforzo di confortarlo, lo fa davvero, eppure Hakoda non può fare a meno di pensare che dovrebbe essere il contrario.

"Lo so, da qualche parte avrebbe dovuto ereditare?" e spezza la sua tristezza, il momento serio con un'allusione alla sua persona e a una questione di eredità. Haru ridacchia nuovamente coprendosi il volto mentre Chit sang, colto dall'ultima battuta, prova a ribattere sarcasticamente quando la sedia a rotelle di Teo fa capolinea nella tenda in tutta corsa e frenando aggressivamente, solleva un po' di terriccio e provoca un rumore stridulo. Di fuori, sembra essersi scatenato l'inferno con sottofondo di urla e schiamazzi.

"Qualcuno ci sta attaccando, presto venite fuori!" e i cinque si dirigono all'esterno pronti a combattere qualsiasi pericolo li stia ostacolando.

Hakoda sta recuperando il respiro mentre osserva un ragazzo con un filo di erba in bocca dimenarsi, lottare e urlare furioso contro un Iroh stravolto e leggermente scioccato mentre rassicura con decisione gli altri membri dell'Ordine che riesce a gestire un altro adolescente adirato, in quanto ha convissuto con uno peggio per la bellezza di tre anni.

"Sapevo che eri un pompiere! Hai idea di quello che ho passato a causa tua e di tuo nipote Lee, se è quello il suo vero nome?!" emette il ragazzo esasperato e con un tono di voce tristissima. Il Drago dell'Ovest para i suoi colpi senza provare ad attaccarlo direttamente mentre il giovane sfoga il risentimento contro di lui con l'appoggio di due spade senza manico. Nel frattempo, sono accorsi per ultimi Chit Sang con il Duca. Il bambino è sceso dalle enormi spalle dell'ex detenuto e si è stretto allo Chief, osservando la scena di fronte a sé con dell'inaspettata sorpresa e... dispiacere? Hakoda cerca di spostarlo, il Duca non si smuove, infastidito che l'adulto lo stia interrompendo nel pieno della scena mentre ipnotizzato, studia i movimenti della lotta. Entrambi gli adulti responsabili si arrendono, lasciandolo a malincuore assistere da non molto lontano.

"Non voglio vendetta ma ti prego, l'unico favore che ti chiedo è di portarmi con te nella Nazione del Fuoco. Devo aiutare i miei amici!" la voce del ragazzo più maturo risuona profondamente addolorata e il rimorso è il sentimento che si può leggere a caratteri cubitali in volto. Iroh non si decide a fiatare, respingendo il giovane con poca facilità. Dall'altro lato del campo, Jeong Jeong fissa il ragazzo con estremo disappunto e durezza da marmo.

"Perché non mi lasci almeno questo? Me lo devi, vecchio!" e la rabbia ritorna, più calcata di prima. Jeong Jeong sospira in completa disapprovazione.

"Perché non ne discutiamo davanti a una tazza di tè? Stai attirando pubblico!" finalmente il generale parla, calmo in volto e deciso a guidare il ragazzo a una via di mezzo ragionevole. Ma quest'ultimo si irrita peggio di prima.

"Giusto, generale! Non vuoi far sapere alle persone che hai accusato un innocente di essere pazzo e di averlo fatto arrestare per nulla!"

"Non ne vado fiero, mio giovane amico, se te lo stai chiedendo. Ma cosa avrei dovuto fare altrimenti? Io e mio nipote cercavamo un posto sicuro, la pace e l'equilibrio che ci è sempre mancato. Eravamo i fuggiaschi e i traditori del nostro paese e se non fossi stato imprigionato non avremmo riconquistato Ba Sing See, mentre al trono di Fire Nation ci sarebbe la sorella pazza del mio buon nipote."

Il bruno sembra congelarsi un momento, elaborando le informazioni fresche che gli sono state appena riferite. Se la sorella pazza del nipote doveva salire al trono, significa che il ragazzo di nome Lee è il figlio di...

"Il Dai Lee mi ha quasi ucciso! E non chiamarmi amico; se non fosse stato per quella magica Joo Dee sarei sottoterra a marcire!" ma il brunetto si riprende dallo sconcerto tornando ad abbaiare Iroh per le maleffate che ha subito.

"Una Joo Dee ti ha guarito?" Hakoda non riesce a trattenere lo stupore e allo stesso tempo, la curiosità che gli attraversa nel momento in cui scorge dell'umanità di qualche donna che oramai è priva di emozioni, introfulandosi nel discorso. Mentre il ragazzo si volta verso di lui, fissandolo con contrarietà per essersi impicciato nella sua questione (non notando come il Duca che si nasconde dietro le sue vesti), prova a rispondere correttamente e mancando di tralasciare quella che appare la sua ammirazione e un breve disagio.

"Non era una Joo Dee quando l'ho conosciuta. Si chiama Tora ed era considerata una prigioniera speciale."

"In che senso speciale?" di riflesso, vuole saperne di più.

"Una guaritrice, un'erborista in realtà. Ma credo che la principessa Azula la reputasse qualcuno di più importante. So solo che le devo la vita." Iroh comincia a divenire turbato, il suo volto impallidisce per un istante. Si concede qualche secondo per respirare, provando a riprendere tra le mani la confusione che sta valicando nella sua mente. Poi discosta i pensieri, focalizzandosi su un punto a caso senza in realtà vederlo.

Notando il silenzio fondatosi intorno, il giovane accanto al generale continua, voltandosi e guardandolo direttamente negli occhi ambrati: - "Devo andare in Fire Nation e salvare i miei amici, ti sto scongiurando Iroh."

Il Generale vorrebbe esprimersi, ma viene messo a tacere da una voce che si insinua con scetticismo nel discorso.

"E dovrebbe crederti, dopo i tuoi precedenti... Jet, il famoso Jet, dei Combattenti della Libertà. Hai inondato un villaggio della Nazione del Fuoco per vendetta" — la voce si incrina e diventa, se possibile, ancor più dura, lo sguardo severo che si assottiglia all'incontrarsi degli occhi ossidiana del giovane – "perché mai dovremmo crederti? Se non fosse stato per Sokka, il figlio di Hakoda, gente innocente sarebbe morta."

"Hai detto, Combattente della Libertà?" riempiscono la scena a loro stante dei mormorii di sottofondo, gran parte dai novelli membri dell'Ordine e dalla gente del Regno della Terra che conosceva ogni minima storia sui loro protettori dagli ideali non esattamente etici. La gente lo scruta diversamente in questo momento: alcuni con disonore, altri con rimprovero e chi, come il Drago dell'Ovest, con dispiacere. Improvvisamente, tutta la sicurezza che traspariva dai lineamenti del giovane, fallisce; difatti, sembra cercare di farsi piccolo piccolo, rabbrividendo per il primo freddo di settembre e intercettando alcuni dei sussurri contro di lui.

"Il loro leader, a quanto pare." Risponde, ponendo silenzio alle domande traboccanti, quell'uomo che-non-avresti-mai-chiamato-disertore dai baffi brizzolati e i capelli bianchi porcospini. Jet si gira intorno, spaesato e con un brivido di preoccupazione. Riprende colore quando cerca gli occhi di qualcuno a sé familiare, sì, Iroh, che lo incita con il pensiero a elaborare quello che l'anziano aveva percepito fin da quando è arrivato al suo accampamento e lo ha sfidato di fronte a tutti. Jet fa un amaro sorriso, perdendosi nel meandro dei ricordi e facendo luccicare spontaneamente i suoi occhi scuri.

Dietro di lui, a quindici passi di distanza, c'è il Duca che ode in silenzio titubante e medita su ciò che uscirà dalla bocca del ragazzo. Ora, gli adulti responsabili per lui, comprendono e non esercitano resistenze.

"Ex leader, ma sono ancora i miei amici, la mia famiglia e non lo dico perché sono orfano e non ho mai avuto nessuno: lo dico perché mi hanno amato seppur sia stato un cazzone" — e qui sorride, ricordando Katara che lo ha ghiacciato su qualche muro proprio a Ba Sing See — "e pregiudizioso nei confronti altrui." Jet adesso si gira e squadra Jeong Jeong direttamente in faccia, senza più paure o timore dello sguardo velenoso che gli ha riservato prima, completamente all'oscuro che chi crede che abbia perso, in realtà è lì ad ascoltarlo.

"L'esperienza del Dai Lee mi ha insegnato che la cattiveria non esiste solo nella nazione del fuoco e l'esempio di Tora mi ha reso consenziente del fatto che la cattiveria non è in tutta la nazione del fuoco."

Iroh è senza parole, sentendo dentro di sé dell'orgoglio crescere nei confronti di questo ragazzo che mesi fa si librava in aria per qualsiasi persona sospettasse della sua nazione. Sorride, d'un tratto spensierato fino a quando non elabora la seconda parte della frase. Lei è Fire-Nation.

"Aspetta, la Joo Dee è FireNation?" questa è la domanda che sciocca Hakoda dopo essersi intenerito alle frasi di questo Jet che considera reali, dato che il Duca ha assunto questa faccia davvero tranquilla e felice, come non gliel'ha mai vista prima d'ora. Eppure, non è stato lo Chief a rompere il silenzio, nuovamente quei mormorii si sono formati, le medesime voci che hanno messo sotto pressione l'ex leader dei Combattenti per la libertà.

"Sì, e mi ha aiutato pur avendo saputo chi fossi stato, perché ad oggi non lo sono più." E questo è qualcosa che Hakoda si appunta per dopo da chiedere a Jet.

"Chi mi assicura che non mi attaccherai durante il viaggio? Io, disertore Jeong Jeong, ex ammiraglio, ho deliberatamente aiutato il Generale Iroh nell'assedio di Ba Sing See per 600 giorni e abbiamo ucciso tanta gente innocente, come altri che hanno ucciso la nostra. Chi mi assicurerà che l'odio non prevarrà su di te?"

Iroh stava per rispondere in difesa del ragazzo. Ma questa versione migliore di Jet è intervenuta abbastanza rapidamente, smentendo tutti gli attacchi delusi e stravolti di prima.

"Semmai avessi il pensiero di ucciderti, credo che dovrei prima uccidere me stesso per le vite di cui mi sono macchiato nella tua nazione." E Jeong Jeong non ha avuto più da ridire, se non mostrare un ghigno compiaciuto. Jet ha sorriso di gratitudine.

"Allora sei veramente cambiato!"

"Duca!" ed è la riunione più genuina a cui sia Iroh che Hakoda abbiano mai visto. Dall'omone alla sua sinistra cade una lacrima soddisfatta mentre gli da un pugno debole sulla spalla. Lo Chief è contento che il Duca abbia ritrovato la sua famiglia.

I due bambini — perché Jet, per quanto si ostini a interpretarsi maturo, lo è ancora per Iroh —, restano nella posizione di abbraccio per un tempo indeterminato che non ha voluto né calcolare né interrompere. I due si sono annusati a lungo, si sono guardati per molto e dati pizzicotti per rendersi conto che entrambi siano reali. Jet sta piangendo silenziosamente, il Duca è nascosto nel suo petto.

"Sapevo che potevi riuscirci! Mi sei mancato, Jet. Ho pensato che fossi morto, sono contento che sia il contrario."

"Non ti abbandonerò mai più. Lo prometto."

E Jet piange, piange, ancora e ancora, non riescendo a capacitarsene, ha scoperto che non può smettere.

________________________

spazio noiosissimo dell'autrice: dai, dite la verità, un po' vi ho emozionato, eheh?

I capitoli tenderanno ad essere tendenzialmente così lunghi, perché i capitoli lunghi conquistano il mondo e il lato positivo su Word è che queste tre scene non superano le sette pagine. Dovrò impegnarvi di più.
Sto ancora imparando ad affrontare i dialoghi perché ragazzi, chiaramente, sono negata a scrivere di dialoghi senza sembrare volgare, troppo italiana o ostinatamente inglese nel voler aggiungere parole inglesi.

Il vostro dissenso per le mie incapacità lo voglio nella sezione dei commenti.

Soffermiamoci un momento su Hakoda. In questa storia detiene la sua importanza ma questo lo scoprirete solo alla fine e il tutto è un po' complicato e melodrammatico, ma almeno vi lascerà contenti (non che vi voglia accontentare, obv). Io adoro il suo personaggio e tramite questa fan fict ho voluto esplorare la sua natura e quello che ha fatto esattamente nelle settimane passate senza la GAang dopo essersi separati al Western Air Temple. Tutti insuccessi (che lascerò trapelare, come sempre) e problemi che si susseguono e diventano ingestibili (vedi Chit Sang e le bacche blu incommestibili che il Duca ha sgranocchiato senza il consenso del nostro Chief).

Cosa dire di Jet? Per me non è morto fin quando non mi mostrano il corpo, anche con allusioni e tutto il resto, poi è una FF e tutto può accadere. Gli ho immaginato il suo arco di redenzione perché alla fin fine dovrebbe meritarsene uno, credo... Tutti lo meritano. Penso che il suo senso per il dovere verso gli orfani con cui ha vissuto è puro, vuole davvero bene a loro così come loro vogliono bene a lui. Ed è sì, anche lui ha la sua utilità per la trama. Davvero importante. Non sottovalutatela.

Ci sono altre cose che dovrei spiegare riguardanti questo capitolo, alcuni dettagli così rimarcati che rendono palese chi ho introdotto, spero che l'abbiate riconosciuto e che mi racconterete cosa pensate che succederà, che utilità ha e perché ho dovuto inserirlo ora.

Tralasciando i miliardi di spoiler che ho fatto, volevo parlare della mia ossessione per l'inglese. Abituata a leggere FF in eng (perché quelle ita sono praticamente  i n e s i s t e n t i), mi sono abituata a scrivere così rapidamente Fire Nation, Earth Kingdom, Firelord, firebender e non dominatore del fuoco, Nazione del fuoco, Signore del Fuoco ecc.. In particolare amo il modo in cui Aang chiama Zuko, «Sifu Hotman», il mio preferito è il «Jerkbender» di Sokka e il  «SugarQueen» di Toph ecc... Mi chiedevo se devo necessariamente adattarmi alle traduzioni brutte italiane e mooolto lunghe ed esasperanti da scrivere. Non posso scrivere «piedini rapidi» anziché di «TwinkleToes», credo che morirei se succedesse. Sarebbe un abominio che mi lascerebbe senza respiro.

Ma sta a voi la scelta.

-csue

 

   
 
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