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Autore: Lady R Of Rage    25/08/2020    4 recensioni
"-Quaggiù potrete chiacchierare quanto vi pare. Nessuno vi sente. Nessuno vi asciuga le lacrime se piangete. Siete all’inferno, ragazzi: ma chi siamo noi per separare una così bella famigliuola?-
Non voglio, pensa Baby 5. Voglio andare via, io sono la promessa sposa di Don Sai della terra di Kano, e lui ha bisogno di me. Serra i pugni, come se avessero ricominciato a tirarle addosso spazzatura. Deve scegliere, a un certo punto – anzi, ha già scelto, ed è troppo tardi per recriminare."
Baby 5 ha scelto: non un nuovo inizio come moglie di Don Sai, ma l’inferno, la condanna perpetua, nelle viscere ghiacciate di Impel Down, assieme a coloro con cui è cresciuta.
Dopo il calderone di sangue bollente e i tormenti di Sadi-chan, solo un’eterna attesa accoglie la sconfitta Famiglia Donquixiote. In mezzo alla neve perenne, dove nemmeno i lumacofoni mantengono il contatto col mondo, senza più un Padroncino da seguire e amare, Baby 5 non si è mai sentita meno utile.
Eppure, prima di Sai, aveva chiamato “famiglia” i suoi compagni di cella. Sarà l’inferno a ricordarle perché.
[Accennate Baby 5/Sai, Trebol/Diamante, Senor Pink/Lucian]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Baby 5, Donquijote Family, Gladius, Pica, Sugar
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Alti E I Bassi Della Famiglia Donquixiote'
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Gli Uomini Senza Sguardo – Continua La Battaglia Di Marijoa

"Take a seat, the show is beginning
All the devils are singin'
Climbin' up on the chandelier
You can't stop me from swingin
'"
[Saweetie ft. GALXHARA – Sway With Me


Ad almeno uno doveva toccare, lo sapevano.
Una goccia di sangue gli scende fin dentro il cappotto, scomparendo nel pelo del suo colletto. Buffalo non l’ha mai negato – non sono forte, ma so volare.
Eppure è rotolato fino a terra come un macigno, ricoprendosi di terriccio fino agli occhi. Forse è solo il primo a cadere, forse toccherà a lei o a qualcun altro dei loro. Una catena di morti, lenta, obbligatoria. E i Donquixiote moriranno come fossero degli eroi, nel luogo in cui la loro storia è iniziata.
Baby 5 si appoggia al muro per alzarsi, ansimando, e il suo braccio mitraglietta si ritrasforma in carne. Le ginocchia bruciano mentre corre, il sangue negli stivali le fa solletico ai piedi. Cinque proiettili da destra, un coltello da lancio da sinistra. Piroetta al di sotto dei colpi in arrivo e conficca un pallettone in testa a tutti e sei. Kyros ha messo mano allo spadone: i suoi occhi sono su Buffalo, e i muscoli del braccio vibrano.
-LO SAPEVO!- 
Kyros spinge Rebecca contro il muro. Viola si allunga verso di lei, afferrandola per il braccio. Lo spadone del gladiatore luccica come una cometa anche senza una lama. Buffalo solleva la testa, ritraendosi strisciando contro le piastrelle. 
-Lo sapevo, io! Maledetti…-
-Shield Girl!- 
Stavolta non la piegherà, non come a Dressrosa. Lo spadone rintocca contro lo scudo e le ginocchia di Baby 5 scricchiolano nel piegarsi. Gli occhi di Kyros, iniettati di sangue, sembrano sul punto di schizzargli fuori dalle orbite. Sbava, digrigna i denti, i muscoli pulsano sulle braccia muscolose. Anche Baby 5 serra i denti, finché le mascelle non iniziano a crepitare. La spada cigola contro lo scudo, le scintille sfrigolano contro l’erba strappata.
Viola abbassa le braccia e corre verso il suocero, aggrappandosi alla sua spalla. -Lasciala, Kyros. Lasciala andare.- 
-Voleva uccidere Rebecca!- ringhia Kyros. -Non l’avevi capito?- 
La principessa scuote la testa e strappa il braccio di Kyros dallo scudo di Baby 5. Il gladiatore traballa all’indietro, si appoggia alla spada come fosse un bastone da passeggio. Si scrolla Viola di dosso e sovrasta Baby 5, ringhiandole addosso. 
-Che cosa ci fate ancora qui?- 
Buffalo si mette a sedere, si spolvera il cappotto, appoggia la mano sulla spalla di Baby 5. Le sorride, arrossendo appena. -Mi dispiace. C’era Shalria con suo fratello. Penso che posso alzarmi di nuovo, adesso. Ti sei fatta male?-
Baby 5 scuote la testa, e Kyros la squadra con disprezzo. Cammina oltre a lui e gli porge la mano per aiutarlo ad alzarsi. L’idea che l’Eroe del Colosseo sia arrabbiato perché lo stanno ignorando le strappa una risata, che non si interrompe nemmeno allo sguardo d’acciaio dell’ex gladiatore.
Viola tiene Rebecca per mano: la principessina si asciuga le lacrime e si aggrappa al braccio del padre. -Ho paura, andiamo via. Lasciali stare, a loro. Se non gli facciamo niente magari se ne…- 
Sobbalza, bianca come cera. Le dita rigide si cingono attorno alla sua testa, sprofondando nei suoi capelli. Non piange neanche più, e la pelle del viso pallido trema. Si ritrae e cade in ginocchio, coprendosi il viso con le mani. 
-Rebecca…- Viola allunga una mano verso di lei, ma non la tocca: non con Diamante che la sovrasta, splendente di porporina, le labbra lucide di rossetto tese in un sorriso amichevole. Pica rinfodera la katana e rassetta il cerchietto di brillanti che gli tiene i capelli, viola, come i lustrini di cui è intessuta la sua giacca di pelle. 
-MANDALO VIA!- Rebecca gattona all’indietro fino al muro del palazzo. Singhiozza così forte da tossire. -MANDALO VIA! NON LO VOGLIO VEDERE! PAPÀ, TI PREGO…- 
-Ancora tu, maledetto…- Kyros impugna di nuovo la spada. Pica fa un passo avanti e agguanta la lama con la mano, ricoperta di Ambizione dell’Armatura. Il metallo si piega su sé stesso come una canna di bambù. Rebecca urla, Viola le carezza i capelli. Ha sguainato un coltello, e lo tiene così forte da sbiancarsi la mano
-Sta fermo.- sibila Pica. Spinge via la lama come se non pesasse un grammo, e Kyros traballa all’indietro sull’unica gamba.
-Ti prego, Kyrosch.- Diamante afferra l’altro uomo per il mantello prima che cada di schiena. Gli sorride, e il diamantino sul dente luccica. -Sono qui di passaggio. Non farmi fare brutta figura.- 
Stringe la mano di Buffalo. -Sto bene,- dice l’uomo più giovane. -Voi come state?- 
-Sto cercando Charloss,- dice Pica. -C’è un sacco di gente che sta scappando. Abbiamo liberato gli amici di Dellinger. Le sirene hanno detto che cercheranno altre barche. Viola, dì a Rebecca che non vogliamo fare niente.-  
-Povera bambina, così spaventata. Di cos’ha p-paura? Noi non schiamo qui per lei, non si vede?- 
Si pulisce la bocca con la manica della giacca di pelle. Anche Rebecca si tocca la labbra, ritraendosi ancora. Viola la stringe a sé, e il coltello trema tra le sue dita.
-Stiamo facendo un giretto, io e il mio dolce figlio. Ci godiamo il sole, liberiamo gli schiavi, facciamo il macello in queschto nido di merda.-
-Non m’interessa. Zia Viola mi ha detto tutto, ma io non ti perdonerò mai.- Rebecca si strappa le lacrime dal viso. -Mai. Vattene via. Sei orribile.-
-Per favore, andatevene. Possiamo scappare da soli,- dice Viola. -State già facendo abbastanza.-
Diamante sorride di nuovo, piegandosi per guardarle in faccia. -Al contrario, mia cara. È il minimo che si doveva fare. Ma qualcuno doveva farlo, le cose stanno così. Voi portate via Rebecca, prima che si faccia male. Poverina, è così delicata…-
La ragazzina si copre il viso con le mani. Le dita di Diamante si immergono nei suoi capelli, carezzandoli, e le allontanano la treccia dalla spalla deponendola dietro la schiena. 
-Su, Rebecca. Continua a provare, e un bel giorno sarai anche tu una grande guerriera come me e come noi.- 
Allarga le braccia, sventolando fianchi e vita. -Andiamo, Pica. Non abbiamo ancora finito.- 
-Ciao, Rebecca!- Baby 5 si arrampica sulla schiena di Buffalo, e il rumore delle eliche copre in parte le ultime lettere. -Sei stata una gladiatrice di merda, ma tutti nascono in basso.-
Quando sono così piccoli da non vederli più stanno volando sopra le torri, fin quasi alle nuvole. Pica si porta in volo di fianco a Buffalo. -Dove hai detto che era Charloss?-
-Di là.- Buffalo indica oltre il tetto spiovente alla loro destra. -Ma io non ci vado. Te la senti di andare solo?-
Pica annuisce. -Sta al sicuro. A Charloss penso io.-
Il corpo di Diamante si gonfia come una vela, si piega verso il tetto trasportando Pica con sé. Il guerriero lascia andare il corpo del padre superate le tegole. Diamante volteggia come una bandiera verso il corpo di Buffalo. Galleggia sopra il corpo di Buffalo, ampio come una tenda. Ritorna umano con uno schiocco, e atterra sulla schiena dell’uomo-elicottero a fianco di Baby 5.
-Ahi.- Buffalo sbanda a sinistra. Baby 5 agguanta la fascia del suo cappotto e vi serra le dita. -La prossima volta avvisami. Potevo farvi cadere tutti e due-dasuyan.-
Diamante gli carezza il collo.- Scusa, tesoro.- Gattona lungo il corpo dell’uomo-elicottero e allunga una mano verso gli edifici. Singhiozza teatralmente nella mano. -Guarda il mio bambino, come va.-
Un solo braccio di Pica, di pietra grigia tagliata a scaglioni irregolari, è grande due volte quello di un gigante. La forma verde e paffuta di Charloss è un insetto stretto tra le sue dita, che scalcia e strilla.
-When marimba rhythms start to play, dance with me, make me sway!-
-È la sua canzone preferita,- dice Baby 5. E piaceva anche a lei, prima di sentirla macellata dalla vocina del suo Ufficiale prigioniero, perché parlava di un grande amore e di un uomo irresistibile. Forse anche Charloss si immaginava così, stretto a una bella ragazza che pendeva dalle sue labbra. Avrebbe fatto schiava la principessa delle sirene, forse vedeva in lei la fortunata.
Se pensano di aver diritto a tutto, nulla esclude che si arroghino l’amore.
-Like the lazy ocean hugs the shore…- canticchia Pica, palleggiando Charloss su un dito solo.
-Charloss! Lascialo stare, mostro di pietra-eh!-
È la voce di Shalria, rotta dal pianto, e mai è suonata così dolce. Qualcuno spara, forse la stessa Shalria, ma un proiettile non può fermare un titano.
-…Hold me close, sway me more.-
Un corpo grasso, rosso di sangue, vola sopra i tetti. Un pugno di pietra il doppio più grande lo agguanta e lo trascina di nuovo verso terra.
Sicuramente è più divertente di qualunque spettacolo comico a cui Pica abbia mai preso parte.
Pica sparisce nella parete, il corpo di Charloss rotola sull’erba insanguinata, e sua sorella corre verso di lui cadendo in ginocchio.
-Charloss! Charloss, rispondimi!-
Diamante batte piano le mani. -Che meraviglia.-
Shalria vivrà: una decisione di Pica, evidentemente, difficile da capire, ma non ha voglia di alzarsi da là per inseguirla.
-CHARLOSS!- Shalria solleva la testa dell’uomo, gli carezza le guance. -Charloss, fratello. Non andare… no…-
-Shalria-sama, dovete scappare…- una guardia la tira per la spalla. Shalria agguanta la pistola e gli spara due colpi in faccia. -Salvatelo! Charloss, guarda me! Ti prego! Ti prego!-
È impazzita, pensa Baby 5 per un attimo. O piuttosto è successo che, poiché  una Nobile Mondiale è onnipotente,  persino la morte deve fare ciò che lei comanda. Pica sta viaggiando verso il porto, i palazzi si contorcono su sé stessi come pezzi di carta al suo passaggio, e cadono a pezzi in un boato sempre più lontano. Shalria urla ancora. L’ha lasciata vivere, ma vivere male.
Poi Buffalo supera un torrione dal tetto spiovente, e i due fratelli scompaiono dietro le tegole.
Baby 5 striscia sulla schiena del compagno. -Andiamo, Buffalo caro. Ho voglia di menare le mani.-

“Nessuno ha bisogno di una persona inutile”.
Non ha mai smesso di sentirla, nemmeno nella capanna destinata alle schiave. Quella voce sottile, da persona già morta di fame a metà, tagliava attraverso la sua testa come un coltello. Sapeva martellare, nonostante il tono basso. Inutile. Nessuno ha bisogno di una persona inutile. Se non sei utile non meriti di esistere. Il pensiero di una vecchia pazza, anche se giovane come lei è adesso, che anche quando l’ha portata nel bosco aveva in mente solo il pane.
Nasceva proprio dai Draghi Celesti, quella miseria che ha soffocato l’intero villaggio. E nessuno ha mai pensato di farci niente. Più facile prendersela con una bambina che a malapena si regge in piedi.
Mi stai guardando, mamma? Ti sembro abbastanza utile, adesso? Sto facendo piangere gli dei di questo mondo, quelli che rubano il cibo e bruciano le case e svuotano le tasche a quelli come noi. Mi avresti abbandonata ancora, se mi avessi visto?
Ma non l’avrebbe vista affatto, se non avesse deciso di cacciarla. Tutto si collega: un lungo filo di sventure, di cui la più grande si chiama Mariejoa.
La Piazza della Socializzazione getta un fumo nero e denso contro il cielo del tramonto. Un nugolo di schiavi si lancia in fuga attraverso le vie in fiamme. Una schiava alta come un elefante afferra due Draghi Celesti per le tuniche e sbatte le loro teste una contro l’altra. Esplodono come mirtilli, stillando sangue sulle tute bianche. Baby 5 e Diamante si scambiano uno sguardo d’intesa.
-Atterra qui,- dice Diamante. -Noi spianiamo la strada.-
Si gettano insieme: Missile Girl atterra prima di lui, con un tuono che fa tremare le punte delle torri. Le guardie e i Marine crollano a terra in ginocchio, il pavimento d’erba si frantuma come argilla. Diamante volteggia, così veloce da non distinguerne i tratti: una macchia di grazia e porporina che splende di mille colori, proprio come il nome che si è dato. E checché ne dica quel buzzurro fallocrate, si è pienamente guadagnato.
Buffalo volteggia in cerchio, invece, con l’espressione di chi è stato colto in fallo.
-Non so se ce la faccio ancora.-
-Vuoi andare via?- gli urla Baby 5. Una guardia si lancia contro di lei con una spada: schiva il colpo con una piroetta e gli conficca il piede-coltello nello stomaco.
-Voglio andare da un’altra parte. Verso il porto. Stanno portando le navi, fammi affrontare quelle. Basta che non veda più un Drago Celeste.-
Un gatto giocattolo grande come una scialuppa emerge dalle ombre, i piedi di Jora che pendono sul suo volto nelle scarpe col tacco. I soldati che ha trasformato in arte si agitano ai suoi piedi, delle alghe dai mille colori che non riescono nemmeno a urlare.
-Vengo con te, ragazzo.-
-Niiin!-
Buffalo si abbassa in volo, annuendo appena. La vecchia gli salta sulla schiena, senza che debba fermarsi, e allarga le braccia mentre si solleva di nuovo verso il cielo. Baby 5 non ricorda se Jora ha già volato sulla sua schiena, se le piacesse o meno volare. Se quella città insanguinata sia o meno il paesaggio giusto dove volare. Comunque gli rivolge un cenno di saluto mentre guizza via.
Forse morirà davvero, una volta girata quella curva. Arriverà un ammiraglio, uno qualsiasi dei tre, e li butterà giù come passerotti con un sol colpo. Arriverà Akainu in persona, snuderà le zanne da cane rabbioso, e li brucerà finché non ne rimane nemmeno un ricordo. Arriverà il capo della Marina, lo scimmione che tutti temono, arriverà Garp l’Eroe in persona con i pugni protesi; arriveranno gli agenti governativi leggeri come il vento, o qualche altra bestia dei Nobili.
-Scappiamo,- urla un ragazzo. -Sono enormi, sono troppo forti!-
Un’ombra alta come un palazzo sporge dalle fiamme, due occhi senza pupilla lampeggiano su un volto austero.
Kuma, pensa per un attimo Baby 5. Tutti sanno com’è fatto Kuma, anche quelli che non l’hanno mai visto. Ma dietro a Kuma ne spunta un altro, e un altro ancora, e uno sciame di altri alle loro spalle – decine, centinaia di Kuma, fino a perdere la vista. E di fronte ai piedi del primo Kuma un uomo grassoccio dai capelli neri, che brandisce un’ascia grande come lui.
-Mi hanno segnalato bene,- proclama in un megafono. -Ma questo sfacelo sta per finire una volta per tutte. Io sono Sentomaru, capo della Divisione Scientifica della Marina, e i Pacifista non hanno bisogno di presentazione.-
-Tutto qui?- urla Gladius in risposta, dall’alto di un palazzo di marmo non più chiaro. -Un solo soldato e delle scopiazzature?-
-Ha ragione!- esclama Sugar, stretta nelle zampe di un immenso falco di peluche. -Gli ammiragli avevano la cena sul fuoco?-
Sentomaru scuote la testa, sospirando. Baby 5 strizza gli occhi: un tremito, là sul suo collo.
-Gli ammiragli sono troppo presi dai dannatissimi rivoluzionari. Non c’è nemmeno quel culopeso di Kizaru, e sì che non aveva niente da fare. Dovrò cavarmela da solo, ma non sarà necessario farli preoccupare. Nemmeno Barbabianca in persona potrebbe affrontare cinquecento dei miei Pacifista. Uno solo di loro…-
Ma la voce di Sentomaru si perde in lontananza, sotto il rombo tonante delle ville nobiliari che crollano come castelli di carte, e lo schiocco del braccio di Baby 5 che gli spara addosso.
Nessun ammiraglio, pensa. Qualcuno ci ama.
-PX-1, vai! Prendili-
-A me, Diamante-sama.- La voce di Dellinger è un sussurro, il suo corpo un guizzo di vento che luccica come metallo. Il Pacifista solleva il braccio, lo riabbassa, disegna cerchi nell’aria con le mani schiuse.
Mani che rimbalzano contro il pavimento, e dalle scarpe col tacco a spillo del ragazzo gocciola denso e bruno l’olio per motore. Sentomaru rotea l’ascia, e i proiettili di Baby 5 rimbalzano contro il terreno.
-Vuoi prenderlo tu?- urla Dellinger. -Ha una faccia che proprio non mi piace!-
Annuisce, e il ragazzo alza il pollice. A lui toccheranno gli ammassi di ferraglia: giusto così, avere addosso tutto quel sangue inizia a stancarla. Un Pacifista alle sue spalle scaglia un raggio contro i palazzi, e dieci tetti insieme collassano tra le macerie. Due gambe umane e una pozza di sangue sporgono da sotto il suo piede.
Basta un solo fendente di Sickle Girl per lacerare il collo del Pacifista più vicino, schizzando sangue e olio contro l’erba e le pietre. Una ciocca di Baby 5, macchiata di quella miscela fetida, diventa pesante come un pendente di metallo.
Il palazzo alle sue spalle crolla su sé stesso, scompare in un turbine di rottami. Un braccio mozzato rotola fino ai suoi piedi. Una donna urla in lontananza. Baby 5 tossisce nella polvere e nel sangue, mentre i proiettili di Gatling Girl strappano al Pacifista la mano con tutto il polso.
-Sono gli schiavi con i collari esplosivi.-
Gladius schiva un fendente e fracassa con un pugno la guardia che l’aveva caricato. -Si stanno facendo esplodere.-
Un altro palazzo, dalle mura rosa pallido, si rattrappisce in una colonna di fumo e pietra. Avrebbero potuto essere liberati, quegli schiavi, se solo avessero saputo aspettare. Se gli fosse stata concessa la possibilità di farlo. Ma quando la cinghia si tira troppo, finisce che si spezza.
Missile Girl si immerge nel petto del Pacifista seguente, gli sporge dalla schiena fradicia di olio. Per un attimo, mentre ruota su sé stessa, il sole la accieca, così bello da farla piangere.
O forse l’olio motore della macchina infernale le è appena schizzato in faccia. O il sangue di qualche poveretto che non vedrà il sole oltre a Mariejoa.
Non si capisce più niente, e Baby 5 darebbe un braccio per una goccia d’acqua da bere.
Un’altra orda di schiavi si lancia in corsa tra i palazzi diroccati. Un muro di pietra sorge ai loro fianchi e corre con loro, fradicio di sangue e liquidi non più vivaci. Il Pacifista solleva il braccio, la mano si accende di un bagliore bianco. Flail Girl lo agguanta per il polso e glielo torce verso il cielo. Baby 5 grugnisce, i muscoli stanchi paiono stridere sotto la sua carne.
Il fascio di luce del raggio si perde nel cielo. Baby 5 atterra ai piedi del Pacifista e schiva il suo pugno. Missile Girl gli porta di nuovo via la testa. Il corpo cade a sedere e stramazza supino.
Basta. Sentomaru tossisce in mezzo al fumo, coprendosi la bocca con la mano. Tornerà a cercarla, e se la trovasse sarebbe tutto inutile.
Un Marine col berretto di traverso striscia fino a un altoparlante e vi singhiozza dentro.
-Mandate qualcuno, chiamate rinforzi! Non ce la facciamo a contener…-
Diamante lo butta a terra con un fendente ondeggiante di stoffa. Acchiappa il microfono al volo prima che cada.
-Oggi no, mi dispiace per il pubblico a casa. Addio giustizia, e benvenuto rock and roll!-
Incolla il microfono alla bocca e vi ringhia dentro uno strillo da rockstar – stridulo, raschiato, da far tremare le pareti. Le pare che duri per sempre, o forse vorrebbe solo così.
-Ka-ka-ka-ka-ka! Arrrrrrriba!-
Un vicecapitano si lancia verso di lui, sciabola alla mano: un piede di pietra, calzato di uno stivale col tacco, lo spedisce con un calcio dietro contro una finestra. Pica emerge dal terreno, gettandosi i capelli alle spalle.
-Nessuno interrompe una rockstar mentre si esibisce, cafone!-
Diamante gli porge il microfono.-Vuoi provare tu, pietruzza?-
-Sei tu la star. Io sono solo un guerriero imbattibile. Lo dicevi anche tu.-
-E allora combattiamo, uhahaha!-
Si sfila il cappotto dalla schiena, macchiato di sangue dal colletto all’orlo. Stringe la mano di Pica, e le braccia unite si levano al cielo. Il sole illumina i loro anelli, e per un attimo quella stretta abbaglia.
-Bandera Stone!-
I Marine cadono in ginocchio piangendo, i Pacifista inciampano come mocciosi che hanno appena imparato a camminare. E Diamante ride, ride, il microfono così incollato alle labbra da riempirsi sicuramente di rossetto. La pietra trascina via uomini e macchine, fin dove lo sguardo può vedere. I Pacifista si disarticolano in ragnatele di braccia, gambe, fili che sprizzano scintille, olio nero, rotelle che schizzano via frantumando finestre e abbattendo pali della luce.
L’ascia di Sentomaru le guizza accanto all’orecchio, il suo pugno ricoperto di Haki percuote l’aria dove un attimo prima si trovava la sua spalla. Gatling Girl gli spara addosso un intero caricatore: il Marine piroetta all’indietro e si aggrappa a un palo della luce.
Diamante strilla di nuovo, guizzando leggero come una bandiera. Un urlo rauco, che sembra graffiarlo da dentro. Come se di cantare non gli andasse neanche più. Lo facesse per la stessa ragione per cui combatte – perché deve.
-Continua a cantare!- gli urla Baby 5. -Ne ho bisogno!-
Pica gli sfiora la mano con la propria e sparisce di nuovo nella pietra. Sentomaru solleva l’ascia, ma i suoi profondi occhi dorati lo superano e scompaiono in lontananza.
Solleva la testa: l’ascia di Baby 5 sparisce nel suo cranio fino al manico.
L’altra ascia, quella che lui brandiva, gli scappa dalle dita e rimbalza sulle pietre. Forse avrebbe fatto rumore, se non fosse stata soffocata dalle urla, dagli spari, da quelle maledette esplosioni, e dagli acuti di Diamante, che col microfono sulla spalla crivella gli occhi di un Pacifista di fucilate.
Baby 5 sfila l’ascia dalla testa mora dell’avversario, e sangue misto a cervella le schizza sul vestito. Gli occhi di Sentomaru si volgono verso il basso, come se si vergognasse di sé stesso.
Poi le ginocchia si piegano, le mani scattano in avanti verso una gola che sfiorano appena, e un colpo di tosse insanguinato si frantuma contro il volto di Baby 5, viscido e bollente.
Non il primo che uccide, non il decimo, il centesimo, forse il millesimo: ma quegli occhi neri le strappano un tremito e un grido che non le si addice.
Pensava di avere ragione, il poveretto. Avrebbe fermato la rivolta, nelle sue fantasie, e ricacciato gli schiavi nelle gabbie senza luce che lei stessa conosce. Forse gli avrebbero dato una medaglia, un premio in denaro, una guarnigione tutta sua con le mani già insanguinate senza nemmeno saperlo.
Gli colpisce il volto con un calcio, schizzandosi il piede di sangue fino alla caviglia, e si leva di nuovo in aria come Missile Girl. Per un attimo uno schizzo di fumo la abbaglia, le toglie il respiro nella sua pelle metallica. Poi sorride: si vede tutta Mariejoa.
Diamante strilla di nuovo nel microfono, sparando colpi nella folla appollaiato su un balcone. Ha gli occhi gonfi di lacrime, la manica fradicia di sangue. Sorride, ma un sorriso che piega le guance nel verso sbagliato.
Onesto, però. E ha pieno diritto di sentirsi così. Anche Baby 5 sorride, e Missile Girl si lancia di nuovo verso Sentomaru. Le labbra del Marine si schiudono in un urlo che non esce.
Abbiamo compiuto l’impresa di Monkey D. Luffy, il nostro più giurato nemico, scappando da Impel Down.
Le nuvole di pensiero di Jora luccicano da sopra la schiena di Buffalo. Le braccia di tre Pacifista si contorcono, si colorano di rosso e di verde e di giallo, si intrecciano l’una sull’altra come una massa di vermi.
Abbiamo emulato le geste di Nico Robin, la bambina diabolica, la Luce della rivoluzione, evadendo un Buster Call senza un graffio.
Dellinger colpisce il muro di una villetta con un calcio. La pietra si sgretola, le mura crollano su sé stesse. Scappa ridendo tra le urla dei proprietari.
E adesso tocca a Fisher Tiger, l’Avventuriero. Se questo non è essere liberi nessuno lo è.
Sentomaru rotola oltre la balaustra, schizzando sangue contro la pietra, e là rimane.


A.A.:
Le battaglie sono difficilissime da scrivere, sapevatelo
L'idea di far combattere i Donquixote con i Pacifista è stata una delle prime che ho avuto, soprattutto per mancanza di informazioni sull'Ammiraglio Ryokugyu. Ho sentito varie teorie su di lui e sul suo Frutto del Diavolo – i più indicati sono uno Zoan legato ai tori, un Paramecia legato alle piante o un Rogia della radioattività – ma finché non sappiamo chi accidenti sia e cosa sappia fare preferisco tenerlo fuori. E poi lui e Fujitora stanno combattendo contro Sabo e i suoi amichetti, quindi sono presi da quello. 
Nel frattempo ho definitivamente chiuso il cerchio con i Riku, visto che nonostante non sia convinta di poter rendere meno sessista Rebecca senza mandarla in OOC clamoroso, volevo comunque farle fare qualcosa alla fine della storia, solo perché ne ha diritto in quanto vittima come Kyros e Viola. 
Inoltre ho schiattato Charloss – Charloss, non Shalria. Il perché si vedrà più avanti. Penso che vi farà felice.
Onestamemte trovo l'urlo di Diamante abbastanza imbarazzante in questo contesto, in una battaglia che doveva essere più o meno seria. Però non ho avuto il coraggio di toglierlo, come anche la citazione a I Don't Want To Miss A Thing quando Trebol è morto. Spero che piaccia almeno a voi. Ha una sorta di significato, più o meno. 
Ci vediamo al prossimo capitolo della battaglia.
Lady R
  
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