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Autore: lmpaoli94    25/08/2020    1 recensioni
Anni ’70.
In un piccolo orfanotrofio di una piccola città toscana, s’intrecciano le vite Lamberto, un maestro di 31 anni, e di alcuni bambini che hanno il bisogno di riscoprir la voglia di vivere dopo che sono stati abbandonati a causa della morte dei loro genitori.
Diverse storia ma con un obiettivo comune: ritrovare il sorriso in un piccolo edificio dove la tristezza ricopre un’esistenza troppo breve per essere sprecata in un modo ignobile e rancoroso.
Toccherà al giovane maestro riportare un sorriso a questi bambini dove hanno perso la speranza di vivere una vita che all’apparenza gli ha tolto tutto, ma non i sogni.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prefazione


Sì può parlare di un mondo di bambini che soffre senza l’amore dei propri cari?
Eppure la situazione che verrà narrata in questa storia parla di un gruppo di loro che grazie all’aiuto di un loro maestro, riusciranno a riassaporare il sapore di una vita che non è solo macchiata dall’odio, dalla paura e dalla tristezza di un futuro così imminente nelle loro esistenze.
Sì parlerà di dolori e di rinascite, senza però dimenticarsi i sorrisi di bambini che vogliono fare la voce grossa in un mondo che sembra aver dimenticato.
Dobbiamo sapere che non siamo tutti fortunati come i nostri protagonisti.
Magari qualcuno di noi ha perso un genitore in giovane età e sente che il suo spirito non l’ha mai abbandonato.
Ma non voglio deprimervi in ricordi che potrebbero fare male a chiunque.
Pensiamo al sorriso e al bene che possiamo fare ad alcuni di loro.
Pensiamo che posiamo cambiare tutti insieme.
Pensiamo soprattutto che c’è posto anche per loro e che la felicità non deve essere mascherata in nessun modo.


Eppure il giovane Lamberto non poteva immaginarsi di essere trasferito in un piccolo orfanotrofio di una città così bella ma che mantiene le sue radici nelle origini più pure.
La gente sembrava felice in quella via alberata mentre la primavera riempiva di verde tutto il territorio.
Eppure sentiva che c’era qualcosa che non andava nelle vicinanze in cui si trovava lui.
Oltrepassando il cancello di un vecchio edificio, sentiva che la tristezza vagava anche nell’aria, anche se non riusciva ad udire i pianti dei bambini.
Eppure lui era così vicini a conoscere delle nuove vite, cercando di fargli capire il sapore della vita con i sui insegnamenti.
Perché essere orfano non vuol dire che sei abbandonato: ci sarà sempre qualcuno che pensa a te.
E questo è quello che doveva fare il giovane maestro, dimenticando le sue radici di bravo ragazzo romano spensierato per inseguire il suo sogno di dare la vita ai bambini bisognosi.
Non si trattava di andare a fare il missionario in Africa o in altri luoghi poveri del mondo.
Doveva cercare di imprimere nelle menti di quei bambini così soli la felicità che avevano dimenticato.
Ma doveva farlo da solo perché la rettrice dell’orfanotrofio, la Signora Guarini, non era dello stesso avviso del giovane professore.
< Professor Rodari, si accomodi pure. >
Anche se era il suo primo giorno di lavoro, Lamberto si sentiva elettrizzato come se fosse tornato a scuola.
< Prima d’incominciare a conoscerci, vorrei sapere perché ha scelto la città di Lucca per professare il suo nuovo lavoro. Che cosa ci trova di bello in questa città? >
< Sinceramente da quando ho trovato alloggio in un piccolo appartamento non troppo lontano da qui, mi sono detto che la città di Lucca ha il posto adatto per me. Non è una città caotica come Roma e qui saprò sentirmi a mio agio. >
< Dalle sue referenze curriculari ho dedotto che lei è imparentato con alcuni lucchesi. È giusto? >
< Sì. Mia zia, la sorella di mia madre, è lucchese. Naturalmente prima di emigrare in America cercando di trovare fortuna. Purtroppo ha sofferto la fame per molto tempo e non ne voleva sapere di rimanere in Italia. >
< Anche se siamo cresciuti economicamente, molti di noi non riescono a trovare un lavoro adeguato. Chissà per quanto tempo potrà andare avanti l’emigrazione italiana del mondo. Ma del resto, noi italiani siamo famosi per essere un popolo migratore. >
< Su questo ha assolutamente ragione, Signora Guarini. Ma io preferisco rimanere qui in Italia cercando di crescere professionalmente. >
< E’ la prima volta che esce dalla città di Roma. >
< Sì, Signora. Prima dei trent’anni non ho mai avuto il coraggio di cambiare vita. Ma quando ho scoperto grazie ad amici che ho incontrato durante la leva militare, mi hanno parlato di questo posto e della città di Lucca. >
< Dove ha fatto il militare, Signor Rodari? >
< Sulle Alpi Apuane. Ma ormai sono passati decenni e quella parte della mia vita l’ho accantonata per sempre. Non sono mai stato adatto nel fare il militare. >
< Spero allora che sia adatto nell’insegnare ad un gruppetto di bambini la disciplina e l’educazione. Per incominciare si occuperà di cinque bambini di otto anni… Ma l’avverto: non hanno un carattere per niente semplice. Molti di loro hanno perso i genitori in circostanze macabre e misteriose e i loro rispettivi parenti non ne volevano sapere di loro. Sono stati dimenticati da tutti, ma non da noi. Purtroppo questo edificio ospita più di un centinaio di bambini e le nostre finanze sono ormai agli sgoccioli. Se il governo italiano non ci manda i soldi necessari per andare avanti, molti di loro si ritroveranno in strada senza un riparo. >
< Cosa? Ma questo è davvero terribile. >
< Purtroppo è la cruda realtà, Signor Rodari. Ma lei cerchi di pensare al futuro dei nostri bambini. Perché oltre ad essere i loro insegnanti, saranno il nostro futuro un domani. >
< I bambini sono tutto per me. Vedrà che non la deluderò. >
< Lei è sposato, Signor Rodari? >
< Non ancora. Troppo impegnato a pensare a me stesso e agli studi che non sono riuscito a trovare la mia anima gemella. >
< Che peccato. Un giovanotto così bello come lei che non si è ancora sposato. Non è che per caso ha delle amanti nascoste? Qui a Lucca non sono viste di buon occhio. >
< Certo che no, Signora Guarini. Per chi mi ha preso? >
< Signor Rodari, io ho più di sessant0anni mentre lei è ancora molto giovane. Devo capire che cosa passa per la mente dei miei docenti, non trova? Anche se dovrò fare delle domande molto impertinenti. La prego di non volermene. >
< Le confesserò che non sono mai stato attratto dalle ragazze. Per me sono solo una distrazione incomprensibili. Ho sempre voluto fare questo tipo di lavoro. Per me i bambini abbandonati dal mondo sono l’unico motivo per cui vivo. Non potrei stare lontano da loro. >
< Signor Rodari, non vorrei essere ancora puntigliosa, ma sarebbe consigliabile che lei non legasse così tanto con loro. >
< Perché no? C’è forse qualche problema che non mi ha detto oltre alla loro difficile situazione di abbandono? >
< Diciamo che sono molto scapestrati per i miei gusti. Se riuscirà a domarli il prima possibile, avrà conquistato tutta la mia totale fiducia. >
< Sono bambini, Signora Guarini. Hanno bisogno di sfogarsi e di giocare. >
< La disciplina è tutto in questo istituto. Si ricordi che posto hanno qua dentro e non le inculchi strane idee rivoluzionarie come è successo nel ’68. >
< Signora Guarini, credo che quei bambini di otto anni siano ancora molto giovani per capire un mondo così complicato. >
< Non si sa mai. Lei mi sembra più il tipo della Beat generation. Anche se dai suoi capelli sembra un ragazzo ordinato e corretto. >
< Infatti lo sono, Signora Guarini. Vedrà che le darò una bella impressione. >
< Lo spero tanto. >
Una volta che nella piccola aula non molto lontana dall’uficcio della rettrice, Lamberto fu molto sorpreso nel vedere quel gruppo di sei bambini così tristi e seri mentre stavano ascoltando la loro maestra.
Il giovane maestro, intravedendo nei loro occhi tutta la tristezza e la vita che sembrava essersi perduta per sempre, non aveva nessuna intenzione di continuare a guardare quei poveri bambini.
< Signora Guarini, che cos’hanno questi bambini che non va’? >
< Sono disciplinati, Signor Rodari. Non vede? >
< Ed io che credevo di trovare una classe di scalmanati. Qui siamo al livello di militare. Tutto questo religioso silenzio mi fa’ venire la pelle d’oca. >
< Signor Rodari, se questi bambini vogliono aver un futuro serio e allo stesso tempo roseo, devono portare dei voti eccezionali. Non hanno il tempo per distrarsi o per penare come tutti i bambini che hanno i genitori. >
< Sì, ma dove sta la felicità? Il sorriso di seguire una lezione? Che cos’hanno questi bambini che non va’? >
< Gliel’ho detto prima: sono disciplinati. >
< Disciplina non vuol dire essere dei piccoli soldatini. Non è questo che ho in mente per loro. >
< Signor Rodari, spero che non inculchi nella mente di quelle povere creature pensieri frivoli e privi di significato. >
< Impareranno a crescere con le buone maniere e alla fine dell’anno vedrà che avrò fatto un ottimo lavoro su di loro. >
< A meno che non verranno adottati… E comunque le consiglio di non stravolgere i nostro programmi, Signor Rodari. Potrebbe essere lei richiamato all’ordine e questo sarebbe un fatto spiacevole. >
< Mi sta forse minacciando, Signora Guarini? >
< Voglio solo farle capire come deve comportarsi, visto che lei è appena un adulto. >
< Un adulto che crede in un mondo migliore. E dovrò farlo cominciando da questi bambini. >
< Sì limiti a fare il maestro di italiano. Lo psicologo lo faccia fare a qualcun altro… Adesso, parlando di altro, le voglio presentare i bambini di questa classe. >
   
 
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