Anime & Manga > The promised neverland
Ricorda la storia  |      
Autore: Daphne_07    26/08/2020    1 recensioni
Ho appena finito la prima stagione di TPN. Un commento? Semplicemente superba. In attesa della seconda stagione, che, causa Covid, sarà rimandata al 2021, ho deciso di aggiungere un po' di fluff a questo fandom... E' una Noremma, la mia OTP. Dal testo:
E ci aveva pensato. Riconobbe quell'apatia, quell'indifferenza alle lasagne, come l'involucro di un dilemma spinoso: in che modo dichiararsi?
Doveva farneticare, perdersi in ridicoli balbettii? Assolutamente no.
Insomma, si trattava di un "bussa e scappa" con le labbra.
Le dichiarazioni sono infernali, i dubbi più funesti sorgono nel momento più sbagliato.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma, La Mamma (Isabella), Norman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ai no sengen - Dichiarazioni d'amore

Dedico questa one-shot a Mari: è grazie a te se ho scoperto The Promised Neverland (e Kodocha, non dimentichiamo).
P.S.: i protagonisti hanno 11 anni, e ancora ignorano l'esistenza dei mostri.


19.30
Norman stava sparecchiando la tavola: quella sera doveva lavare i piatti insieme ad Emma. In un allegro tintinnio di stoviglie, depose piatti e posate sul carrellino di metallo. Avevano mangiato le lasagne. Se le avesse gradite? Non lo sapeva. Per tutta la cena aveva giocherellato con la forchetta. La faceva scivolare da una mano all'altra, incurante dello stridio che produceva, ed inforcava, distratto, pezzi di lasagna, per poi abbandonarli sul lato opposto del piatto. Oh, aveva mangiato tutto, però: Emma diceva che era debole di salute, e che quindi doveva mangiare tanto. Norman odiava contravvenire Emma, perché, se con Isabella "trasgressione" significava castigo, con Emma significava uno sdegno bruciante. E questo non poteva accadere. Esistono diversi tipi di amore, e "castigo", naturalmente, assume tanti significati. C'è quello fisico, imposto da una madre contrariata, e c'è quello morale, ingiunto dalla bambina che ami da tutta la vita. 
Norman si avviò alla cucina, e depose i piatti nel lavello. Un fascio di luna, pallido, spettrale, sfuggì alla finestra più vicina. Si infranse sui capelli di Emma, creandovi un'increspatura luminosa. 
-Norman, fa troppo buio qui... Accendo il fiammifero che mi ha dato Ray- Emma estrasse il fiammifero da una tasca, poi, con un movimento brusco e deciso, lo strofinò sulla scatoletta di metallo, dando vita alla fiamma. Depose il fiammifero dentro una lanterna, e subito nella stanza dilagò una luce aranciata. Sì, Emma era molto brava a "semplificargli la vita". 
E ci aveva pensato. Riconobbe quell'apatia, quell'indifferenza alle lasagne, come l'involucro di un dilemma spinoso: in che modo dichiararsi? Era stanco di nascondere i suoi sentimenti. Stanco di quelle occhiatine fugaci, a cui, paziente e trattenuto, si era confinato. Voleva confessarsi: ma come? 
Norman era bravo a parlare. Oltre che un buon alunno, Norman si reputava uno stratega brillante, capace di escogitare tattiche geniali. Era sempre così acuto nella preparazione dei suoi piani... Anche la Mamma lo diceva, con una strana luce negli occhi, che quella sagacia denotava un'intelligenza superiore... Ma perché allora era così confuso? Preoccupazioni e domande turbinavano caoticamente nella sua testolina, quella stessa testolina che, poche ore prima, aveva intuito il nascondiglio di tutti gli orfani. Acchiapparello... L'amore è come l'acchiapparello. Ti protendi verso un obbiettivo glorioso, ti ingegni per riuscire nel tuo intento... Ma tanto, qualunque cosa tu faccia, verrai bendato, e la ricerca apparirà molto più ardua. Un cercatore bendato. Che buffa immagine, eppure così incredibilmente azzeccata! Che poteva fare? Era come se avesse un nodo in gola, le parole pizzicavano e graffiavano, eppure non riuscivano ad aprirsi un varco. 
Doveva farneticare, perdersi in ridicoli balbettii? Assolutamente no. Allora forse doveva sintetizzare il discorso... Ma temi come quello, così delicati, così profondi, non potevano affrontarsi con un semplice "ti amo" (e manco quello sarebbe riuscito a compitare, quindi figuriamoci). 
Ragioniamo. 
Norman, dall'alto dei suoi 11 anni, era sempre stato pratico e diretto. Quando doveva elaborare una strategia, si asteneva da inane congetture, ed escludeva subito le possibilità più infruttuose. Andare al punto, sì, al punto, ma non con le parole, sembrando così troppo frivolo e leggero... No, ci voleva un gesto, un gesto incisivo, eclatante, che introducesse con efficacia i suoi sentimenti. Un abbraccio? Macché, era solito esibirsi in quelle effusioni, perciò il gesto sarebbe passato quantomeno inosservato. 
Sorriderle? Che banalità... Le sorrideva tutti i giorni, con il volto pervaso da un inquieto rossore. 
Nei libri succedeva ancora un'altra cosa... La Mamma ne aveva letto uno, la sera prima, che narrava le vicende di un principe e di una principessa. Frase dopo frase, aveva voltato il libro in direzione dei bambini, illustrando con pacatezza le figure colorate. Norman era troppo grande per interessarsi a simili racconti, ma aveva captato qualche pezzo di storia.  
"E i due si scambiarono uno splendido bacio. Vedete, bambini? Leslie e Margareth si amavano."
Il principe non si chiamava Leslie, in realtà, ma Robert. Norman aveva lanciato un rapido sguardo alle pagine, e si era accorto di quell'incongruenza. Chissà perché la Mamma faceva così, come se traesse piacere dal pronunciare quella parola... Come se per tanto tempo avesse dovuto reprimersi, come se, finalmente, quel nome non suscitasse più avversione. 
Comunque, Leslie o Robert, i protagonisti si erano baciati. Un gesto fiabesco, eloquente, chiaro simbolo di amore. Ma se Emma l'avesse interpretato come scherzo? Vedeva già quell'espressione ingiuriata, quel furioso dargli le spalle... Norman scosse la testa, in un atto di auto-contraddizione: Emma sapeva che una cosa del genere non era da lui. Avrebbe subito escluso quella mordace ipotesi, per concentrarsi sul recente, inaspettato avvenimento: la dichiarazione. Sarebbe stato difficile, ma restava l'opzione migliore. Niente tentennii, niente agitato biascicare, niente silenzi sgradevoli, niente spiegazioni imbarazzanti... Semplice. Sì, semplice, ma come? Qualcuno doveva spiegargli come: Norman non aveva mai baciato sulle labbra.
Poteva rivolgersi a Ray. Era la persona più vicina a lui, e anche la più affidabile. Salvo qualche immancabile presa in giro, R era irreprensibile in quanto sussidi. Certo, però, che il suo amico non annoverava fidanzatine... Si era sempre astenuto dal romanticismo, e quel cipiglio bieco non l'aiutava affatto. Poteva dargli indicazioni sbagliate... Affidarsi a lui sarebbe stato erroneo, oltre che rischioso. 
La Mamma? Isabella viveva nell'ombra del pudore, del ritegno e del passatismo, cosicché era indotta a regimi di una verecondia esemplare. Si sarebbe vergognato ad esporle il suo dilemma, e la Mamma, che di certo non snocciolava consigli d'amore, si sarebbe vergognata a rispondere. Beh, si trattava solo di un bacio, di un semplice, innocente bacio... Ma lui voleva sapere "come", e in questo caso sarebbe stato impossibile non scendere nei dettagli... Norman convenne, con un'inclinarsi del capo, che era meglio esimersi da quell'increscioso azzardo.
Chi restava? Le possibilità stavano scemando. Uno dei più piccoli? No, nessuno di loro era coinvolto in relazioni sentimentali. Al massimo si trattava di cotte, cotte che non erano mai sfociate in gesti tangibili, come quello che Norman intendeva realizzare. Le loro infatuazioni avevano lo spazio di uno sguardo o di un'accortezza in più, premure destinate a concludersi con un'amichevole, disinteressata partita ad acchiapparello.
Che disastro...
Doveva giocarsi il tutto per tutto. Quando è impossibile formulare una strategia, bisogna ricorrere all'opzione più avventata: il rischio. Era inutile arrovellarsi su quelle domande. 
Ti avvicini, la baci e corri via, senza dire una parola. Emma non è stupida, capirà... E tu non dovrai fare mille spiegazioni. Sarà molto più facile. 
Insomma, si trattava di un "bussa e scappa" con le labbra. Doveva farcela. 
-Bambini?- La voce di Isabella lo fece sobbalzare. Era sulla soglia della porta, postura rigida, chignon austero, vestaglia di un candore impeccabile. In quei secondi (o forse erano minuti, o ore) Norman si era completamente estraniato dalla realtà, rivolgendo a piatti, spugne e cucchiai un trattamento assorto e robotico. Non si era accorto di aver finito, non si era accorto della pila di piatti lucidi e lindi davanti al suo naso. 
-Molto bravi, adesso venite a dormire- Isabella batté sofficemente i palmi delle mani.
-Arriviamo, Mamma!- disse Emma, ripiegando accuratamente uno straccio. 
Isabella annuì, poi si voltò e lasciò la stanza. Era il suo momento. Veloce, veloce, adesso che Emma era distratta. Non poteva fallire, aveva solo un'opportunità, una, per dimostrarle il suo amore, per non apparire un imbecille completo. 
E se Emma lo avesse rifiutato?
Quel pensiero gli balenò in testa all'improvviso, costringendolo a fermarsi. Rivolse un'occhiata assorta alla lanterna, che emanava una luce oscillante.
Non aveva tenuto conto di quella possibilità, una possibilità tutt'altro che esigua. 
Le dichiarazioni sono infernali, i dubbi più funesti sorgono nel momento più sbagliato. Se l'avesse rifiutato... Norman avrebbe scavato un buco nel terreno, per poi infilarci la testa dentro, come uno struzzo. Tutto sarebbe stato meglio di quell'imbarazzo, di quei sorrisi forzati. E se... Ma come... E perché... Non si sa... Sì no... No sì... E' il caso? Magari domani... No ora... Ma come... E se... E perché...
-Norman?- Norman fece in tempo a voltarsi, che Emma gli posò un bacio rapido e delicato sulle labbra. Poi corse via, con passo isterico e spaventato, mentre Norman, inebetito, stava ancora elaborando la situazione. 
Eh già, Emma era proprio brava a semplificargli la vita.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > The promised neverland / Vai alla pagina dell'autore: Daphne_07