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Autore: Mo0ny_    27/08/2020    0 recensioni
Dal testo:
"Non ricordava di aver esagerato così tanto con i drink ordinati, ma forse semplicemente non era in grado di reggere l'alcool quanto Nakamura
...
-Le va di ballare signorina? -chiese. E allora Nagisa rise davvero, l'alcool non c'entrava affatto.
-Voglio ballare. Accetti o rifiuti? -
Nagisa continuò a ridere forte.
-Accetto -"
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Karma Akabane, Nagisa Shiota
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Noia Asfissiante e Migliori Amici
 

Nakamura arrivò dopo una mezz'ora con gli occhi rossi e gonfi, i capelli scompigliati e il rossetto sbavato. Erano alti uguali, eppure in quel momento sembrava più piccola: teneva le spalle strette e le braccia conserte, come se volesse chiudersi in sé stessa. 
-The? -chiese Nagisa con un dolce sorriso. Se era lì aveva bisogno di parlare, non occorreva riempirla di parole del tipo: "Cosa è successo? Avanti parla!". Lo avrebbe fatto, aveva bisogno solo del suo tempo. 
-Prendi un birra piuttosto -Nagisa la guardò torvo, aveva bevuto abbastanza quella sera. - Non mi guardare così! Ho bevuto solo due Ex On The Beach, prendi una birra o giuro che mi alzo e scendo a prendere una vodka al bar! -Sbuffò, Nagisa, andando verso la sua stretta cucina. Borbottava qualcosa del tipo "mai una volta che sia ragionevole!" e Nakamura rispose con una linguaccia. Le piaceva stare con il blu. Era rassicurante come poche persone e soprattutto un buon amico. Si poteva scherzare in ogni momento con lui, anche di importanti questioni. E la bionda aveva bisogno sia di ridere che di sfogarsi nei suoi momenti peggiori. 
Il celeste tornò con due birre in vetro e un stappatappi. 
-Queste mi fanno schifo -
-Rio! Bevi e basta! -
-E da quando Nagisa-Chan usa il nome? Che c'è, sei andato in bianco stanotte? -sorrise maliziosa pizzicandogli le guance. Cavolo se gli ricordava Karma! 
-Rio, non depistare l'argomento! Che ti è successo? - 
-Uff... A volte sei proprio odioso -tolse il tappo alla bottiglia e bevette un lungo sorso per poi pulirsi con la manica della camicia verde che indossava quella sera. -Stavo ballando con un tipo. Era anche bello, sì insomma: volevo andarci a letto. Iniziamo a baciarci e a quel punto non ti ho più visto al bancone. Pensavo fosse finita come l'altra volta e volevo evitare il bagno, non mi andava di vederti scopare la gente! - 
-Sempre delicata... -
-Volevo salire su da me, così da poter stare anche più comodi. E poi... -le si incrinò la voce. Bevette altri due sorsi di birra prima di continuare. -E poi ho visto Okaijima. - 
Nagisa sgranò leggermente gli occhi. Voleva quasi sbattere la testa della bionda al muro: ridursi così per un'idiota. Poi la sua coscienza gli suggerì ti tacere visto i suoi trascorsi. 
-Oi Nagisa! Non mi guardare così! Lo so cosa stai pensando! Eppure, quando l'ho visto non ho potuto fare a meno di pensare a lui, a noi! È passato un mese e lo so che è uno stronzo ma mi piaceva... -le lacrime iniziarono a rigarle il volto, Nagisa non sapeva se fiondarsi ad abbracciarla o attendere che dicesse altro, perché sapeva che voleva dire altro. Anche lui iniziò a bere la birra ma non in modo vorace come l'amica. -Ed è stupido quello che sto per dire, ma appena l'ho visto avevo una voglia matta di correre da lui, ti rendi conto Nagisa?! -riprese la birra e il blu sperò di non essere costretto a prenderne un'altra. -Se non fosse stato per la mia testa ancora ragionevole probabilmente adesso sarei lì con lui, di nuovo! Cazzo, sono proprio una cretina -e le lacrime continuarono a scendere. Alla fine, entrambe le birre furono finite dalla bionda mentre Nagisa rimase in religioso silenzio. 
-Guardiamo qualche sitcom dannatamente idiota? -propose e Nakamura acconsentì con un sorriso. Si sedettero sul divano uno di fianco all'altra e per quanto volessero rimanere svegli non ci riuscirono. Si addormentarono senza vedere nemmeno dieci minuti. Nagisa non lo avrebbe mai ammesso, ma davanti alla tristezza dell'amica si sentì quasi rassicurato. Ovviamente non godeva nel vederla in quello stato e la voglia di gridarle che era un'idiota vi era ancora ma almeno... Non era l'unico idiota.

Karma percorreva la strada del ritorno godendosi il freddo della stagione. Chissà, forse sarebbe venuto a nevicare. Avrebbe dovuto studiare, quel pomeriggio, ma la noia era troppa. Allora aveva pensato di fare in salto in discoteca ma anche lì non vi era niente di nuovo o di eccitante. Prese il suo solito drink anche se non ne aveva voglia. Non pensava che la serata sarebbe finita in quel modo, e non pensava nemmeno che avrebbe più rivisto Nagisa. Credeva di averlo perso di nuovo. Quando era più piccolo la sua vita era piena di impegni: scuola, studio, arti marziali, ritorno a casa e ancora studio. Un banale programma arricchito dalla presenza di Nagisa. Il blu riempiva la sua vita non facendola sembrare banale e dannatamente noiosa. Amava Nagisa. Sapeva che il blu lo riteneva intelligente e forse detto dalle sue labbra poteva quasi essere vero. Ma Karma sapeva di essere solo uno stupido troppo sicuro di sé con qualche attributo matematico, altrimenti non si sarebbe mai lasciato fermare dalla paura di amare Nagisa. Era gennaio quando i due avevano fatto a botte e Nagisa l'aveva baciato. Avrebbe potuto fare qualcosa in quei due mesi che lo separavano dalla fine della scuola. Ma no, lui aveva scelto di stare nell'ombra, cosa che aveva sempre odiato di Nagisa. Si morse il labbro tornando da quella nube di pensieri. 
Dopo le medie i suoi avevano deciso di trasferirsi e Karma non era andato a salutarlo un'ultima volta. Che idiota. Ora viveva da solo cercando una fuga da quella noia opprimente. E poi aveva visto una chiazza di capelli blu in discoteca a cui non riusciva a dare un nome o una forma annebbiato dall'alcool, eppure la invitò a ballare. E nel riconoscere Nagisa provò finalmente qualcosa oltre la noia. Scoprì, senza sorprendersene, che gli era mancato un sacco. 
Diede una testata alla porta di casa appena arrivò. Che gli era saltato in mente? Sapeva che Nagisa aveva bisogno di tempo, non doveva essere così frettoloso. Ma cosa fare del resto? Doveva davvero privarsi di altro tempo prezioso che avrebbe riempito con lunghe passeggiate e con problemi di matematica? 
Buttò la testa sul cuscino e si mise a dormire.

Il campanello suonò, segno che il sushi era arrivato. Si erano svegliati intorno alle tre del pomeriggio e dopo un'ora avevano deciso di ordinare qualcosa d'asporto da mangiare. Nagisa ritirò il cibo e mise la tovaglia sul tavolo. 
-Questa maglia è meravigliosa, potresti non trovarla nell'armadio - disse Nakamura. Si era cambiata con i vestiti del blu, avevano la stessa taglia. 
-Ah ah ah, no grazie! Mi svuoterai l'armadio un giorno -
-Sai benissimo che quando vuoi puoi fare razzia dei miei vestitini, Nagisa-chan- Gli fece l'occhiolino non ascoltando nemmeno la risposta dell'altro. Iniziarono a mangiare in silenzio. 
-Oi Nagisa -il suddetto alzò lo sguardo verso la bionda. -Hai presente quel progettò di scambio culturale realizzato dall'università? Non volevo partecipare, ma sai, credo di aver bisogno di cambiare aria. -era un viaggio a Londra di circa sei mesi. Nakamura studiava lingue ed era una delle migliori del suo corso. 
Nagisa abbassò gli occhi. E così anche Nakamura lo lasciava, partiva per ritrovare la calma che si meritava. 
E lui? 
Era ancora confuso, tanto anche. Che cosa avrebbe fatto adesso? Nakamura andava via, Karma era stato lui stesso a lasciarlo andare via... 
-Oi, so che la mia presenza è indispensabile ma non mi aspettavo questa reazione. Tutto bene? -Si perse a guardare il suo piatto, indeciso se tenersi tutto dentro o meno. L'indecisione durò poco. Partì con il suo racconto. Gli narrò di quando erano piccoli e di come entrambi c'erano l'uno per l'altro, gli raccontò del loro litigio e di loro che facevano sesso nel suo appartamento. E sì, gli disse anche di aver buttato tutto perché non si sentiva pronto. 
-Nagisa -Nakamura non era mai seria, almeno non troppo. Eppure in quel momento aveva uno sguardo da cui non traspariva nessun segno di ironia. 
-Hai sempre avuto questo dannatissimo difetto di credere che tutto sia colpa tua: aver avuto una madre terribile ed esserti chiuso in te stesso non è un tuo difetto, cazzo! Lo vuoi capire che non è colpa tua?! Hai tagliato i ponti con quella donna, cos'altro pretendi di fare?! -la bionda quasi urlava -Sei un ottimo amico, sei il mio migliore amico! Se ti piace quel ragazzo, vai! Se è vero che non sei cambiato, non importa perché sei la persona migliore che conosca al mondo! -Dal volto del blu iniziarono a scendere lacrime. -E quindi mi chiedo: perché desideri tanto un cambiamento se non potresti migliorare in alcun modo?! E non è vero che sei vuoto, lo eri forse. Ma hai trovato qualcuno in grado di riempirlo e giuro che non è una mia stupida battuta sessuale -rise Nagisa nonostante le lacrime, perché Nakamura era fantastica. Corse ad abbracciarla,e lei lo accolse con un sorriso. 
Il vero senso di quelle parole lo colpirono di getto.
"Giusto perché tu lo sappia, a me non frega niente di che lunghezza sono i tuoi capelli" 
A Karma non importava dei difetti che il blu si attribuiva, Nagisa continuava a piacergli lo stesso. 
E davvero, nonostante le lacrime e il viso paonazzo Nagisa fu certo di non essere mai stato così felice. Così libero. 
-Devo rivederlo -

Un bar di una strada stretta e buia di Tokyo non poteva di certo definirsi noioso: tizi strani con ogni difetto fisico immaginabile, la birra migliore del mondo e gente che non vedeva l'ora di prendersela con qualcuno. Per Karma erano i posti migliori per scacciare via la noia. Ma Okuda preferiva un ambiente tranquillo, uno di quei posti vicino all'università o alla biblioteca. E Karma non poteva di certo biasimarla, tuttavia, ciò non negava che quel posto fosse davvero noioso. Mangiucchiava la cannuccia del the al limone ormai già finito da parecchi minuti. Okuda era una buona compagna di studi: poche parole e la maggior parte incentrate sugli esercizi da svolgere.
-Dovresti risolvere il quadrato di binomio adesso, così non ti intralcerà dopo -gli suggerì per poi notare che il rosso non la stava realmente ascoltando. Portò una mano verso alcuni ciuffi ribelli sfuggiti dalla treccia, sistemandoli. Osservò la figura del rosso, guardò i capelli leggermente spettinati e l'ultimo bottone della camicia non debitamente chiuso come suo solito.
-Karma-kun! -esclamò riportando l'altro sull'attenti - Tu sei turbato! -sentenziò la mora. Karma la fissò leggermente sbigottito e confuso.
-Ma no, sarà un'impressione tua, Okuda-san -
-Il Karma che conosco adesso starebbe maliziosamente pensando ad un modo per boicottare il dolce di Asano-San seduto dall'altra parte! -Non aveva nemmeno notato la sua sporca copia schiarita. Quel tipo era odioso e Okuda aveva ragione. Stava di nuovo pensando a Nagisa.
-Karma-kun, non siamo di certo migliori amici, ma il fatto che non abbia mai manomesso niente di mio mi fa ben sperare. -si fermò per sorridergli -Se hai qualche problema non dovresti tenerti tutto dentro -Okuda non era noiosa, ma forse un po' troppo ingenua.
-Grazie Okuda-san, ma davvero, non ci sono problemi -non del tutto convinta, Okuda tornò al suo problema cercando di coinvolgere anche l'altro.
Nagisa stava cominciando a divenire fastidioso, in un modo diverso rispetto alle medie, ma comunque fastidioso. Era diventato il suo pensiero fisso da quella dannata notte. Gli tornava spesso in mente la pelle pallida e morbida del celeste e come fosse bello sapere di poterla toccare e baciare perché in quel momento era sua. Ma più asfissiante del corpo di Nagisa, vi era certamente il fatto che Karma lo avesse di nuovo lasciato indietro.
-Okuda-san -chiamò la mora che al suono del suo nome si rizzò sistemandosi gli occhiali. -Come si ritorna da una persona a cui forse non interessi? -La mora aveva ragione, non erano migliori amici ma a Karma piaceva. Era forse l'unica ragazza con la quale riusciva a parlare. 
-Beh Karma-kun... Sei molto vago, posso rispondere solo in virtù dei pochi dettagli forniti. Se a quella persona non interessi più, la devi lasciare andare. -Spezzante, precisa e dritta al punto. Le ricordava Nagisa. Abbassò lo sguardo iniziando a giocare con la lattina di the vuota. Se voleva una risposta doveva essere più chiaro. 
-Okuda-san... E se sapessi che a lui piaccio ma non vuole uscire con me solo perché è un cazzo di moccioso che non comprende nemmeno sé stesso? -Okuda sbattè una mano sulla fronte. 
-Karma-kun! È quasi il contrario di quello che hai detto prima! Però... -esitò qualche minuto come per trovare le giuste parole -Beh, se hai fatto la tua parte devi solo aspettare che sia lui a presentarsi di nuovo a te. Non puoi forzare la mano, conoscendoti gli avrai già detto quello che pensi... Quindi aspetta. Forse sarà estenuante, ma aspettalo. -
Okuda in realtà non fece altro che confermare quello che aveva già pensato lui stesso. 
-Grazie Okuda-san -la ragazza sapeva che Karma la riteneva ingenua, ma poteva perdonarlo per quell'errore di valutazione.
-Figurati -perché alla fine era lei ad aiutarlo a risolvere i suoi problemi, e questo significava che il rosso nutriva fiducia. E andava bene così. 




 

Angolo Autrice
Mi scuso per l'uscita di questo capitolo che è più tardiva rispetto all'altro. Sono stata indecisa fino a l'ultimo se concludere il capitolo con Nagisa e Nakamura o aggiungere anche Karma e Okuda. 
Personalmente non amo molto Kaede. Per carità, so essere un'autrice imparziale e di certo una mia antipatia non avrebbe reso il personaggio diverso dal canone originale, ma Nakamura la trovo più schietta e adatta ad essere amica ad un carattere remissivo come quello di Nagisa. Specialmente in questa occasione. Quindi, lascio a voi il giudizio finale della riuscita o meno di questo capitolo e ci vediamo al prossimo (che dovrebbe essere l'ultimo, salvo l'epilogo) 
Ciao!

 

   
 
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