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Autore: ChrisAndreini    28/08/2020    0 recensioni
Una raccolta di momenti di vita della Corona Crew. Comici, tragici, introspettivi. Bocconi di vita, dai momenti più gioiosi a quelli più tragici. Un gruppo di amici e la loro semplice e allo stesso tempo complessa storia, nel corso degli anni.
Le piccole avventure di una matchmaker, un ansioso, un aspirante mago, un giovane imprenditore, un gran lavoratore, un'ereditiera tsundere, un'altra tsundere ma meno ereditiera, un artista iperattivo e il resto della loro allegra brigata di gente matta.
È collegata alla storia "Corona Crew", nella sezione romantica, ma molti capitoli potranno essere letti anche singolarmente... spero.
Cap. 1:
"...spesso in momenti come questo si chiedeva se si nascondeva perché era minuto, o se la natura gli aveva concesso l’essere minuto per dargli la possibilità di nascondersi.
Purtroppo non era un ottimista, e solitamente il dibattito filosofico si concludeva sempre con un sicuro “se fossi grande e grosso non avrei di certo bisogno di nascondermi” dopo il quale si lamentava con madre natura matrigna per non avergli dato questa possibilità"
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Corona Crew'
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Just Dance (e non pensare a quanto sia figa la tua finta fidanzata)

 

Nota iniziale: Diego e Clover sono in una relazione finta. Questa one-shot si svolge la mattina dopo aver dormito (letteralmente, non fate i maliziosi) insieme dai genitori di Diego, nella dependance, dopo la festa di fidanzamento del fratello di Diego. Coco, la sorellina piccola di Diego, ha chiesto di dormire con loro.

 

Domenica 24 Marzo

Diego detestava la sua finta fidanzata.

Si era svegliato a terra, di nuovo, perché lei e Coco si erano completamente impossessate del letto che teoricamente avrebbero dovuto condividere in tre. 

Letto che, appena si era svegliato, era completamente vuoto, cosa che lo aveva fatto preoccupare, dato che di solito, se Coco si svegliava prima di lui, non si faceva problemi a scuoterlo per liberarlo dall’abbraccio di Morfero e a farsi accompagnare a casa.

E come ciliegina sulla torta, andando in bagno si era reso conto che le due ragazze, prima di sparire nel nulla, gli avevano anche disegnato occhiali e baffi sul volto mentre era ancora addormentato.

Quindi sì, Diego non sopportava per niente la sua finta fidanzata!

In meno di un giorno aveva completamente conquistato tutta la sua famiglia, che si era prontamente rivoltata contro di lui.

Uscito dal bagno era assetato di sangue, e pronto a farla pagare alla finta fidanzata in modi crudeli e innominabili, per esempio non portandole il vestito a lavare, o chiamandola con il soprannome peggiore di tutti: “piccola”!

Certo, era una vendetta forse esageratamente cattiva, ma Clover la meritava.

Si avviò all’armadio per prendere i vestiti, e notò un biglietto appeso insieme al suo abito da sera.

Strano, eppure ricordava di averlo lasciato sulla poltrona.

Prese il biglietto senza sapere che aspettarsi.

“Buongiorno fiorellino. Io e Coco siamo in casa. Ti ho rubato una tuta. Gli occhiali fatti con il pennarello ti donano. P.s. Mi sono vendicata per i tuoi nomignoli, quindi se provi a continuare farò di peggio”

Diego roteò gli occhi, e scartò l’idea di usare piccola perché sarebbe stato troppo, e poi, alla fine, Clover era stata meno terribile di quanto si sarebbe aspettato.

Indossò i primi vestiti che trovò nell’armadio e decise di andare in esplorazione e assicurarsi che Coco stesse bene, e fare colazione.

Chissà se i churros del giorno prima erano avanzati.

Appena entrò dalla porta sul retro, due cose lo colpirono.

1) I churros erano avanzati, dato che l’odore arrivava fino a lì (evviva!);

2) Qualcuno stava giocando a Just Dance sulla Xbox.

Corse immediatamente in salotto, sballando un po’ l’ordine delle sue priorità, perché nessuno doveva permettersi di toccare la sua Xbox senza chiedere, ed era già pronto a fare una sfuriata a Juanita o Oliver, quando la visione lo lasciò di stucco.

A ballare, sulle note di una canzone latino-americana, c’era Clover, e, oggettivamente, toglieva il fiato.

Si muoveva con energia e precisione, e per qualche motivo, nonostante la tuta le andasse piuttosto larga, la calzava a pennello, e le dava un tocco rustico perfetto per lei.

Era più bella così che in ghingheri per la festa.

Ed era bellissima alla festa.

Non che a Diego interessasse, perché gli stava antipatica, ma era un dato oggettivo: Clover era davvero una bella ragazza, bisognava ammetterlo.

-Se non chiudi la bocca ci entreranno le mosche- gli fece notare Juanita, dopo quelli che erano parsi pochissimi istanti ma probabilmente potevano essere addirittura minuti, dato che Clover aveva già finito di ballare e stava chiacchierando con Oliver, che la guardava con occhi brillanti.

Diego sobbalzò vistosamente, e si affrettò a chiudere di scatto la bocca che aveva aperto per un motivo non identificato. Poi si ricordò del motivo per cui era in salotto e non in cucina a rifornirsi di churros.

-Ollie! Quante volte ti ho detto di non accendere la mia Xbox senza chiedermelo?!- si arrabbiò, indignandosi con il fratello minore e attirando l’attenzione sua e della sua finta ragazza.

-Non chiamarmi Ollie! E poi tu non ci sei quasi più, quindi la Xbox è di tutti!- rispose Oliver, in tono acuto, arrossendo fino alla punta delle orecchie.

-E poi è stata colpa mia. Volevo andare a correre un po’ per smaltire la cena di ieri e tuo fratello mi ha proposto di ballare. È un ottimo allenamento. La Xbox è quella di quando eravamo piccoli?- si intromise Clover, legandosi i capelli in una coda e rivolgendosi a Diego per la prima volta senza la sua sempiterna maschera sarcastica e a tratti sgradevole.

Sembrava rilassata e divertita.

Sembrava la bambina entusiasta che era stata la sua migliore amica da piccola.

E Diego non sapeva assolutamente come reagire ai sentimenti sopiti che per anni aveva cercato in tutti i modi di seppellire così a fondo nel suo cuore da non doverci mai più pensare.

-Sì, è una vecchia Xbox, quindi bisogna trattarla con cura, e chiedermi il permesso!- cercò di aggrapparsi a emozioni che poteva controllare, ovvero la sua protezione nei confronti del più vecchio oggetto personale che possedeva. L’unico che non amava condividere con il resto della sua famiglia, perché anche l’unico che gli apparteneva davvero.

-Uff, va bene. Possiamo continuare a giocare, Diego?- chiese Oliver, sbuffando, e già pronto a selezionare la canzone successiva.

Diego strinse i denti, cercando di non cedere. Avrebbe dovuto chiederglielo prima, non dopo.

-Dai, fiorellino- lo pregò Clover, con un finto sorriso civettuolo, afferrandogli il braccio nel rispetto delle regole che si erano imposti di seguire per rendere la relazione credibile.

Diego sbuffò.

-Va bene. Ma state attenti. Vado ad abbuffarmi di churros- acconsentì alla fine, alzando le mani in segno di resa, abbandonando del tutto la sua seccatura e dirigendosi in cucina, dove si iniziò a rimpinzare dei deliziosi dolci.

-Perché non ti unisci anche tu a qualche ballo?- gli chiese Juanita, che lo aveva seguito, e ora lo guardava maliziosa.

-Sto facendo colazione, e poi loro due si stanno divertendo un sacco- Diego alzò le spalle -Dove sono gli altri?- chiese poi, cambiando argomento.

-Papà è a lavoro, nonna è in giardino e mamma sta facendo il bagno a Coco. Dovrebbero scendere tra poco. Sai, se mamma vi vedesse ballare insieme sicuramente crederebbe ancora di più alla sceneggiata- suggerì sua sorella, sempre più maliziosa.

Diego aveva capito dove volesse andare a parare, e non le avrebbe dato la soddisfazione di cedere.

-Abbiamo dormito insieme, non credo che un ballo sia una prova migliore- le fece notare, prendendo un bicchiere d’acqua e continuando a mangiare.

Sentiva la musica dall’altra stanza, e parecchie risate.

Effettivamente in cuor suo gli sarebbe piaciuto unirsi al divertimento.

-Ma è stata lei a suggerire l’idea, e perché credi che l’abbia fatto? Perché non è convinta- insistette Juanita, iniziando ad essere più seria.

-È convinta. Perché non dovrebbe esserlo?- non aveva senso dopotutto. Avevano fatto tutto bene.

-Forse perché sei molto meno affettuoso con lei rispetto a tutte le tue ex. Forse perché non avete fatto niente insieme che non fosse suggerito da lei o che sembrasse apposta un intrattenimento per lei, forse perché…- iniziò ad elencare Juanita, sulle dita di una mano.

Diego sbuffò.

-Okay, okay, mi unisco alle danze. Basta che smetti di stressarmi- mise il piatto vuoto nel lavandino e si avviò di nuovo in salotto, proprio mentre Oliver, irritato sudato e visibilmente stremato, stava per gettare a terra il controller in un impeto di rabbia.

-Se ci provi non ti avvicinerai mai più alla Xbox!- lo ammonì il fratello maggiore, fermandolo sul posto e facendolo sobbalzare.

-Prenditela con lei, vince sempre!- si lamentò Oliver, indicando furioso Clover, che fresca come una rosa, sembrava pronta a continuare in ogni momento.

-Me la prendo con te perché non sai perdere- lo riprese Diego, facendogli una linguaccia, prontamente ricambiata da Oliver.

-No, ha ragione. È colpa mia perché sono troppo fantastica- si vantò Clover, scuotendo la chioma.

Oliver le lanciò un’occhiata irritata.

-Diego, falle vedere tu!- incoraggiò poi il fratello.

-Cosa?- 

Sì, beh, Diego era arrivato per giocare. Ma con Clover, non contro di lei.

Non avrebbe mai convinto la mamma che erano una coppia se si affrontavano a duello.

-Hai paura per caso? Ricordo che da piccola ti stracciavo sempre- Clover fece un occhiolino verso il ragazzo, che non trattenne un sorrisino.

-È vero che mi battevi sempre, ma mi sono allenato, non credere- la sfidò. Sapeva a memoria ogni movimento di ogni canzone. Era il migliore della casa. Non poteva proprio perdere.

-Se sei così sicuro facciamo una scommessa, che ne dici?- propose Clover, avvicinandosi a lui e alzandosi sulle punte per stargli perfettamente alla stessa altezza. Si portavano cinque centimetri, quindi non ci voleva molto. 

-Ci sto!- acconsentì Diego, facendo esultare Oliver.

-Se vinco io… mi cederai tutti i tuoi turni di scelta del film durante la serata cinema a casa di Max!- dettò le condizioni Clover, in tono sacrale, e tradendo che alla fine, quella, era una sfida davvero stupida.

O almeno per Diego, dato che non gli interessava nulla della scelta del film durante le serate cinema.

-Va bene. Ma se vinco io, dovrai offrirmi sempre il caffè al Corona durante le riunioni di emergenza- dettò le condizioni Diego, convinto che per Clover più che un problema fosse un piacere.

Clover fece un sorrisino, confermando la sua ipotesi.

-Che scommessa del cavolo- commentò un po’ tra sé Oliver, ma nessuno gli diede attenzione.

E, onestamente, con la ragazza a pochi centimetri di distanza, nessuno sarebbe riuscito a pensare ai propri dintorni e a non concederle la totale attenzione.

-Ci sto!- Clover imitò il finto ragazzo, e si sgranchì le ossa, preparandosi ad una nuova canzone.

Diego era già pronto a mettere quella che più gli riusciva, ma Juanita, arrivata senza che nessuno dei due se ne accorgesse, gli rubò il controller dalle mani. 

-Credo che un giudice imparziale dovrebbe scegliere la canzone. E il giudice imparziale sarò io!- si autoproclamò, iniziando a scorrere le canzoni senza aspettare una risposta.

-A me va benissimo- annuì Clover.

-Scegli il cavallo di battaglia di Diego- le suggerì Oliver.

-Ehi, imparziale!- si lamentò la finta fidanzata.

-Ho un pessimo presentimento- osservò Diego, rabbrividendo quando notò che la sorella si era fermata ad una canzone romantica, di difficoltà immensa, con due giocatori che dovevano anche interagire tra loro durante il pezzo.

-No!- obiettò immediatamente, ammonendo Juanita con il dito.

-Perché no? Non è carino fare una canzone romantica con la tua ragazza?- lo provocò Juanita, sbattendo le ciglia angelica.

Diego era lì lì per ribattere che non stavano davvero insieme, e lei lo sapeva bene (ed era l’unica oltre a loro), ma si interruppe appena in tempo. Perché non poteva tradirsi davanti a Oliver.

Quel bambino non si sapeva tenere un cecio in bocca.

Si maledisse mentalmente per tutte le scelte di vita fatte nella sua vita, e accettò il suo triste fato.

Annuì semplicemente, cercando di non tradirsi.

E lo stesso fece Clover, che aveva un espressione molto simile in volto.

Per qualche strano scherzo del destino, Diego fu costretto a seguire i movimenti della donna, mentre Clover quelli dell’uomo.

E prima che potessero lamentarsi o criticare l’altro perché si lamentava (entrambi, femministi, non sapeva se essere l’una o l’altra cosa), la canzone cominciò e loro si ritrovarono a ballare.

Diego, con sua grande soddisfazione, passò subito in testa. Sapeva i passi a memoria, anche se quella non era la sua canzone preferita, e in generale era molto bravo.

Ma anche Clover se la cavava egregiamente.

Wow, davvero egregiamente.

Clover lo prese per mano, gli fece fare una giravolta, e un casqué, e Diego, ritrovandosi a pochi centimetri dal suo volto, perse un attimo la concentrazione, facendola passare in testa.

-Non farti abbagliare dall’amore!- lo rimproverò Oliver, facendolo tornare in sé.

Anche se non era amore. Al massimo ormoni.

Perché a lui non piaceva Clover!

Era un contratto di affari.

Cercò di recuperarsi, senza sbagliare neanche una mossa, ma anche Clover difendeva il suo titolo. Ora che aveva capito l’andazzo della canzone, non si lasciava sfuggire neanche un movimento, e li eseguiva con fluidità ed energia. E anche una buona dose di mascolinità per entrare meglio nel personaggio, cosa che onestamente, per qualche motivo, la rendeva quasi più attraente.

Forse perché si vedeva che si stava divertendo un sacco, a prescindere dalla gara.

O forse perché era molto più simile alla bambina che era stata, spontanea e allegra.

La bambina che Diego aveva sempre… 

No, doveva restare concentrato, e sfruttare i punti bonus.

Lui era esperto con i punti bonus.

Parte dei quali venivano assegnati proprio per l’immedesimazione.

Quindi lui sarebbe diventato una leggiadrissima signorina.

Quando arrivò la seconda giravolta e casqué, si fece trasportare, e diede il meglio di sé per sembrare credibile, scuotendo la folta chioma e arricciando le labbra.

Clover non sembrò affatto colpita, ma scoppiò a ridere, rischiando di farlo cadere, e questa volta perdendo lei la concentrazione, restituendogli la corona.

-Grazie tesoro- le fece un occhiolino, tornando a ballare, con il tono più effemminato che riuscì a tirar fuori.

Non aveva neanche avuto intenzione di usare il nomignolo, gli era venuto spontaneo, ma Clover gli lanciò un’occhiataccia.

-Prego, piccola- rispose, con la voce più bassa che riuscì a cacciare, approfittando poi per un movimento del bacino per scontrarsi con lui e farlo quasi finire a terra.

-Ops- commentò divertita, mentre tornava in testa.

Diego approfittò di un momento di vicinanza per soffiarle nell’orecchio e farla distrarre.

Riconquistò la corona.

Dato che Clover gli doveva girare intorno, colse l’occasione al volo per pestargli un piede, riprendendosi così l’ambito primo posto.

Diego ribatté approfittando della medesima situazione per pizzicargli una spalla, e guadagnò quei punti in più necessari a vincere.

Ma ciò che più di tutto stava pian piano guadagnando era un enorme divertimento, che iniziò a farlo sbagliare da solo, dato che non riusciva a trattenersi dal ridere. 

Per sua fortuna, anche Clover iniziava a sbagliare i passi, e un ciuffo ribelle le era caduto davanti agli occhi, offuscandole la vista.

La corona oscillava da uno all’altro, finché non sparì.

Tra di loro c’erano davvero pochissimi punti di differenza, troppo pochi per stabilire chi fosse effettivamente il miglior candidato alla vittoria.

E fin troppo presto, arrivarono al terzo casqué, l’ultima mossa del gioco, che avrebbe decretato la vittoria o la sconfitta.

Clover lo fece volteggiare con cura, Diego si atteggiò a principessa, anche se entrambi stavano ridendo un po’ troppo per ottenere un punteggio perfetto.

E, per imitare al meglio la ragazza che doveva impersonare, Diego ammiccò e arricciò le labbra per fingere di dare un bacio al suo gentiluomo in gonnella.

Al ché, Clover lo fece cadere a terra con un sussurrato -Regola numero 5- e approfittò della sua distrazione per concludere il pezzo e guadagnare quei tre punti in più che l’avrebbero portata irrimediabilmente alla vittoria.

-Ah ah! Fregato!- esultò, indicandolo divertita.

Ma Diego aveva ancora un asso nella manica.

Si alzò in piedi in fretta, anche se il brano era già finito, e imitò la ragazza anche nei saluti non contemplati di fine canzone, quando la musica ormai era finita, nello sconcerto di Clover e l’esultanza di Oliver.

Guadagnò solo qualche punto ma fu sufficiente.

Sufficiente a finire la partita in un pareggio con Clover.

-Un pareggio?! Ma è possibile?!- si indignò Oliver, a bocca aperta, osservando i punti.

Persino il gioco era piuttosto sconcertato, e alternava la corona da uno all’altro senza sapere bene chi far vincere.

Sia Diego che Clover, però, si limitarono a sorridere l’uno verso l’altra.

-È stato divertente- commentò la ragazza.

-Bella partita- Diego porse la mano, e dopo una leggera esitazione, Clover la strinse.

-Piacere, il mio nome è Clover e sono arrivata pari a te, quindi ho vinto la scommessa- lo prese in giro, con il loro motto, facendogli un occhiolino divertito.

Diego ridacchiò.

-Piacere, il mio nome è Diego e sono arrivato anche io pari insieme a te, quindi ho vinto la mia scommessa- le fece notare.

Anche Clover ridacchiò.

Diego sentì vagamente Oliver commentare che erano entrambi impazziti. Juanita borbottare che erano adorabili perché avevano un inside joke.

Ma non diede peso a nessuna delle due voci.

Perché, con la sua migliore amica d’infanzia davanti a lui, allegra e identica a sempre. Dopo una partita così divertente, e la consapevolezza che probabilmente non era mai stato così in sintonia ballando con qualcuno, nella sua mente c’era solo una consapevolezza, ormai davvero chiara.

A Diego piaceva davvero un sacco la sua finta fidanzata.

E poteva, forse, essere un problema.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Questo missing moment volevo introdurlo nel capitolo Meet the Flores, ma sarebbe stato troppo lungo, e poi volevo chiuderlo la sera del 23 Marzo, quindi ecco qui cosa è successo il mattino dopo!

L’idea mi è venuta giocando a Just Dance durante il Coronavirus come modo per tenermi in forma (fallendo, ma dettagli). Spero che il missing moment vi sia piaciuto. E spero che Just Dance sia stato realistico per la Xbox, io ci ho giocato solo con la Wii. 

Un bacione e alla prossima :-*

   
 
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