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Autore: royal_donkey    28/08/2020    4 recensioni
Caro Merlino.
Non ho mai scritto una lettera, non so come si faccia.
L'amore sono le rose rosse e i cioccolatini a San Valentino? Il ristorante elegante all'anniversario? L'amore è postare foto su foto e dedicarsi canzoni? È darsi baci ogni due secondi e chiamarsi tesoro?
Cos'è l'amore Merlino?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Piccola nota dell'autrice prima che iniziate a leggere. 
Questo è il sequel di Take Your Time, quindi se non avete letto la prima parte la potete trovare qui.
Avviso che nel testo ci sono due/tre parolacce, spero non vi infastidiscano!
Vi ringrazio per il supporto che avete mostrato anche in confronto delle mie altre opere, vi amo!
Buona lettura <3


 
Since We Were Eighteen
 
Caro Merlino.
Non ho mai scritto una lettera, non so come si faccia.
Non so se io debba rispondere ad ogni singola cosa che mi ha colpito mentre leggevo tutto ciò che tu mi avresti voluto dire o se debba rispondere spiegandoti ciò che sento a mia volta.
Quindi ti scrivo questo messaggio, in modo più diretto. Non so nemmeno se te lo invierò.
Probabilmente, dopo ben 6 anni i tuoi sentimenti saranno cambiati; probabilmente no.
Mi sono trovato a ricordare ogni nostro momento che, onestamente, non pensavo di custodire con così tanta cura. 
Non pensavo che i nostri momenti, al tempo indifferenti a me, potessero significare molto più di quanto mi sforzassi d'immaginare.
Che tu avessi una cotta era riconosciuto, che io la ricambiassi no.
Nemmeno io ne ero a conoscenza.
Eppure ricordo tutto di te.
Ricordo i tuoi occhi che mi cercavano e appena mi trovavano scappavano. 
Ricordo come ti nascondevi perché troppo timido ma nonostante tutto ti vestivi così bene e sembravi così perfetto ogni venerdì.
Ricordo come eri felice quando facevo qualcosa che tu potessi chiamare "segnale positivo" e ricordo come le tue guance diventavano rosse appena ti rivolgevo la parola.
Ricordo come tutti mi raccontavano della delusione nei tuoi occhi a vedere che non c'ero.
Ti amavo.
E non lo sapevo.
Forse tu l'avevi capito.
Io no.
Quanto tempo abbiamo sprecato? 
Quanto, dico io?
Sono passati 6 anni. 
Metterei la mano sul fuoco che qualcuno ti sa amare meglio di me.
Chiunque può amarti meglio di me.
Io non so amare.
Non so come si faccia.
L'amore sono le rose rosse e i cioccolatini a San Valentino? Il ristorante elegante all'anniversario? L'amore è postare foto su foto e dedicarsi canzoni? È darsi baci ogni due secondi e chiamarsi tesoro?
Cos'è l'amore Merlino?
Tu sai amare, Merlino?
Io no, ed è per questo che credo che è stato meglio così.
Probabilmente ti avrei ferito, oppure tu mi avresti insegnato ad amare.
Lo avresti fatto?
Sembri essere capace, tu.
Però so che ti amavo.
Forse ti amo ancora, forse di più, forse mi sto solo attaccando al ricordo.

Ciao Artù.

Non mi aspettavo un tuo messaggio.

 
Io non mi aspettavo una tua lettera.

È arrivata tardi.

Tu.

Tu sei arrivato tardi Artù.

 
Lo so.

Infatti non pretendo di averti qui con me.

Ti voglio ma non voglio.

Nessuno sa amare, Artù.
 
Tu sì.

E da cosa lo dici?
 
Dalle parole che hai usato nella lettera.

Ho lasciato parlare il cuore.

Fallo anche tu.

 
Come?

Non pensare, non ragionare.

Usi troppo il cervello.

 
Penso alle conseguenze di quello che dico o faccio.

L'amore è buttarsi nel pericolo, è rischiare.
 
E tu quanto hai rischiato?

Oh caro Artù.

Io non ho rischiato affatto con te.

Io non ti ho amato come avrei dovuto.

 
Ah no?

No.

Avevo paura di buttarmi troppo.

Avevo paura di amarti sul serio.

 
Quindi ero un gioco?

Diamine no!

Ti amavo cazzo.

Ti amavo ma mi ponevo dei limiti.

E questi limiti erano?

Amarti seriamente.
 
Quindi...?

Eri una cotta.

Amare qualcuno è impegnativo.

Io non ero pronto.

 
Quanto impegnativo?

Perché non eri pronto?

Perché quando ami sul serio dai all'altro una forza, una potenza assurda.

Che intendi dire?

Significa che ti do il più totale controllo su di me, Artù.

Tu puoi amarmi e farmi felice.

Come puoi tranquillamente odiarmi e lasciarmi morire.

Questo è l'amore.

 
Una bella merda.

Già.
 
Merlino?

Sì?
 
Hai mai amato qualcuno dopo di me?

No.
 
Perché?

Hai ancora paura?

No.
 
E allora?

Qual è il motivo?

Paragonavo tutti a te.

Non mi uscivi dalla testa.

 
Quindi mi ami?

Probabilmente sì.

Okay.

Okay.


Artù chiuse il portatile, si alzò e guardò la sua figura riflessa nello specchio.
Era stanco, l'università lo consumava.
La mancanza di amore lo consumava.
La distanza da Merlino lo consumava.
Come si può realizzare un sentimento anni dopo che è sbocciato e si è persa quella persona?
Quanto poteva essere masochista?
Perché aveva iniziato a ripensarci?
Tutte domande.

 
Perché ho iniziato a pensarti anni dopo averti perso?

Perché dovrei saperlo?
 
Sai tutto sull'amore.

Non so nulla.
 
Non ti credo.

Fa' come ti pare.
 
Incontriamoci.

Non sono pronto.
 
Non voglio aspettare.

Abbiamo perso troppo tempo.

Tu hai perso troppo tempo.
 
E non mi lasci rimediare?

Ho già pianto troppo per te, non ho voglia di ricominciare daccapo.
 
E se ti facessi piangere di gioia?

Il nostro amore ha avuto un tempo.
 
Il tempo è ancora nostro.

Il treno è passato Artù.
 
Il treno lo guidi tu.

Solito posto, solita ora.
 
Ci sarò.


 
***


Merlino era seduto sugli scalini della chiesa, le emozioni e i ricordi gli invadevano il cuore e il cervello.
Erano passati 6 anni e lui era ancora lì, come 6 anni prima.
Ad aspettare Artù.
Il ragazzo che era riuscito a fargli battere il cuore.

Merlino vedeva la gente passare, parlare.
Coppie con bambini, gruppi di ragazzi, anziani.
Il suo lui era lì in piedi, ad attraversare la strada evitando assolutamente il contatto visivo con Merlino dopo averlo notato.
Erano seriamente pronti?
Chi sarebbe scappato per primo?

"Ciao" tono piatto come sempre, imbarazzo alle stelle.
"Ciao" rispose Merlino in egual modo, abbassando lo sguardo sulle sue Converse.
Voleva già andare a casa.
Sarebbe scappato se non fosse per il cuore che batteva talmente forte da fargli male.
Cominciarono a camminare verso casa di Merlino, passando davanti la gelateria e la pizzeria.

"Volevo... volevo portarti delle rose" confessò Artù dopo aver superato la piccola stradina tra un marciapiede e l'altro.
"Oh."
"Non l'ho fatto perché pensavo che –"
"Mi piacciono i fiori"
"Non intendevo quello"
"Oh. Scusa. Va' avanti"
"Pensavo che odiassi queste smancerie. Cioè non intendo che odi la smanceria in sé; odi il fatto che, insomma, siano come dei must in certi momenti"
"Che intendi dire?"
"Tipo gli appuntamenti dove paga sempre l'uomo –"
"Ti rendi conto che siamo entrambi maschi sì?"
"Sì" fece uno sbuffo divertito e poi sospirò.
"Ho capito cosa intendi, comunque. E ti ringrazio."
"Avevo ragione?"
"Diciamo che più che altro ci sarebbe stato troppo imbarazzo"
"Non ce n'è già?"
"Almeno è limitato"
Risero entrambi e poi girarono l'angolo, senza una meta precisa.
"Allora..." cominciò Merlino, guardando tutto e tutti tranne l'uomo al suo fianco.
"Sì?"
"Come mai?"
"Come mai cosa?"
"Hai letto la lettera."
"Morgana l'aveva trovata quando era venuta a casa tua e l'aveva presa."
"È successo anni fa."
"Lo so."
"Perché non mi hai contattato prima?"
"Non l'avevo letta."
Ci fu un momento di pausa, girarono un altro angolo e poi Artù riprese la parola.
"L'ho trovata ieri sera mentre cercavo degli appunti del liceo. Ho avuto il coraggio di leggerla solo stamattina."
"Oh."
"Scrivi bene."
"Grazie."
Calò nuovamente il silenzio, i due camminavano distanti.
Merlino teneva le braccia incrociate mentre Artù nascondeva le sue mani nelle tasche.

"È l'insieme di piccole cose, piccole attenzioni."
"Eh?"
"L'amore. L'amore è l'insieme di piccole cose e attenzioni."
"Perché una cosa così grande si basa su cose piccole?"
"Preferiresti che ricordo il tuo compleanno facendoti una maglietta insulsa o che arrivo a casa tua un giorno qualunque regalandoti... che ne so... ti piacciono i libri?"
"No."
"A me sì. Preferirei un libro regalato senza motivo che un qualcosa regalato quasi obbligatoriamente, capisci?"
Nel momento in cui si girò vide Artù cogliere una margheritina da terra e porgergliela.
"Tipo così?"
"Perché?" ridacchiò ma afferrò il fiore, leggermente confuso.
"Perché la margherita mi ricorda l'allegria."
"E...?"
"E tu mi ricordi l'allegria"

Merlino arrossì così in fretta da far ridacchiare il biondino.
Continuarono a camminare e parlare finché non calò il sole e dovettero, per necessità di riposo, sedersi sul prato tosato del parco.

Artù si sedette a gambe incrociate a staccare i filetti d'erba, mentre Merlino si sdraiò tenendo su la schiena grazie agli avambracci posati a terra.

"L'amore sono quei piccoli momenti che ti riempiono il cuore e ti fanno capire quanto l'altro tenga a te. Il giacchetto prestato anche se si sta gelando, stretti sotto un ombrello, cucinare se l'altro è stanco, un "ti amo" detto col sorriso, abbracci e baci senza motivo, ore e ore a guardarsi senza parlare, impegnarsi prima di buttare tutto all'aria per un litigio stupido. Aiutarsi a vicenda, ballare in mezzo alla stanza senza musica..."
"Sei molto romantico, non è così?"
"Amo l'amore vero."
"Ami ciò che è raro."
"Ciò che è vero." lo corresse Merlino.

"Allora spiegami perché divorziano tutti, sono curioso."
"Non si impegnano... amare è semplice quanto complicato."
"Quali sono le cose complicate?"
"Mettere da parte l'orgoglio per superare un litigio. Sacrificarsi."
"Sembra facile."
"Non lo è."

Calò il silenzio di nuovo tra i due.
Artù continuava a strappare i fili d'erba.
Merlino lo guardava, meravigliato.

"Come facevi a sapere che strappo i fili d'erba quando sono annoiato?"
"Ti guardavo, ricordi?"

E nuovamente il silenzio divenne il protagonista della scena.

Artù si alzò e porse la mano a Merlino, che la afferrò senza dubbi.
Restarono talmente vicini da sentire il respiro dell'altro per una buona manciata di minuti prima di staccarsi.
Camminarono verso casa di Merlino, non potendo restare molto tempo in più fuori. La notte calava lentamente sopra le loro teste mentre il venticello cominciava a infastidire coloro ancora in giro.

"Mi amavi, quindi?"
"Ti amo ancora, Merlino"
Si fermarono, voltarono i loro corpi uno di fronte all'altro prima di sorridersi.

"Non baciarmi."
"Perché?"
"Si bacia dal secondo appuntamento!"
"Ma io sapevo che dal secondo si porta a letto!" scherzò Artù, beccandosi un pugnetto sulla spalla.

"No, seriamente; perché non posso baciarti?"
"Non ti sembra affrettato?"
"Ci facciamo il filo da 6 anni, Merlino."
"Ma mi conosci sul serio?"
"Non ancora –" Merlino, pronto a interrompere per confermare la sua preoccupazione, venne fermato da uno sguardo di Artù.
"– ma so che dovrò mettere da parte il mio orgoglio molto spesso"

Entrambi i ragazzi risero, prima di stringersi le mani e percorrere l'ultimo tratto di strada consapevoli che era, invece, solo l'inizio di un lungo viaggio.

 
 
Eccomi qui!
È più forte di me, non riesco a dar loro un finale triste (però prima o poi lo farò hihi).
Spero che l'imbarazzo tra i due venga percepito da tutti voi lettori, anche perché, chi è che non si sentirebbe in imbarazzo in momenti del genere?
Comunque, vi ringrazio nuovamente per il vostro supporto - siete persone stupende!
Su instagram ho incontrato anche qualche lettore silenzioso hihi, quindi in caso vogliate scrivermi/seguirmi, potere farlo cliccando qui!
Eeee dato che non fa mai male, vi invito a dare un'occhiatina alle mie altre storie!
Lost In The Wild (raccolta di One Shot - in corso): 
Merlino viene trasformato nel lui bambino da un incantesimo che avrebbe dovuto invece colpire Artù. Quest'ultimo, dovrà riportare Merlino al castello cercando di farlo tornare alla sua età (per esigenze prettamente personali ed egoistiche). Ciò che però non sa il giovane principe è che per spezzare l'incantesimo servirà appunto la magia, arte proibita nel regno di Uther Pendragon. Artù proverà quindi a convincere il padre ad ogni costo per far sì che Gaius faccia l'incantesimo che riporta Merlino ai suoi diciotto anni. Ma quanto ci servirà? E nel frattempo, chi controllerà quel piccolo bambino vivace? E se fosse proprio il futuro re ad avere questo compito? (ispirata da una storia letta su wattpad, "Toddler Merlin", a cui do ovviamente i crediti nonostante l’autore/autrice sia inglese- presumo)
Cosa ci ha fatto l'amore (OS): Faticavano ma restavano in piedi, nonostante stavolta facesse più paura.

Perché di amore non si moriva, si moriva senza.


Non so se avete notato ma ho imparato a usare il comando "aggiungi/modifica un collegamento" e ora ve lo sto spammando! XD

Comunque tenetevi pronti/pronte che sta per arrivare una Brolin, bisogna riattivare anche quella sezione - no?

Ringrazio come sempre elfin emrys therealbloodymary01 , ComeWhatKlaine Felpie che come sempre sono le persone più stupende al mondo ( therealbloodymary01 ha appena pubblicato una long hurt/confort, la potete trovare qui ; mentre Felpie ComeWhatKlaine non aggiornano da troppo le loro storie! Felpie: qui ComeWhatKlaine: qui ; siccome mi sento poi cattiva con la mia queen - la nostra queen - potete leggere la long più lunga della storia ma che ne vale completamente la pena, qui!)

Ringrazio anche emrys_merlin_magic su instagram che è una personcina stra carina!

Ringrazio voi lettori silenziosi, chi aggiunto tra le seguite il prequel e tutti quanti voi che state tenendo vivo il fandom e ci donate opere stupende ogni giorno!
**sì, oggi sono in vena di cose sentimentali :)**

Bacioni,

royal_donkey

 
   
 
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