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Autore: Musical    28/08/2020    3 recensioni
"Lo facciamo?"
"Direi di sì."
"Crowley--"
"L'hai detto tu stesso, decifrando la profezia, dobbiamo scegliere bene il nostro volto."
"E se non dovesse funzionare? Se dovessero scoprirlo? Non voglio che Lassù ti facciano del male, non me lo perdonerei mai!"
"Funzionerà, vedrai."

Nell'appartamento di Crowley, un angelo e un demone stanno progettando la loro difesa.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La prima notte del resto della loro vita'
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"Lo facciamo?"
"Direi di sì."
"Crowley," gli uscì un sospiro colmo di paura, l'angelo dovette alzare lo sguardo per trovare la forza in quegli occhi diabolici e perfetti, che erano ancora nascosti dietro quegli oscuri occhiali da sole.
"L'hai detto tu stesso, decifrando la profezia, dobbiamo scegliere bene il nostro volto."
"E se non dovesse funzionare? Se dovessero scoprirlo? Non voglio che Lassù ti facciano del male, non me lo perdonerei mai!"
Crowley rimase un attimo in silenzio ed immobile, come se fosse stato pietrificato, ma poi riprese a parlare, piano, con calma, dando l'impressione di stare sull'orlo di una crisi di pianto.
"Funzionerà, vedrai. Dobbia-ngk," ingoiò un nodo che gli si era formato in gola, "Dobbiamo solo fare in modo di assomigliare il più possibile l'uno all'altro, così da non dare nell'occhio."
"Sandlaphon riuscirà a sentire il tuo odore demoniaco."
"A quello ci penserò quando sarà il momento."
Aziraphale s'avvicinò a Crowley, le mani giunte sul petto per pregarlo di ragionare, "Crowley, hanno l'Acqua Santa a completa disposizione--"
"Devo chiedere a loro, la prossima volta, quando ne avrò bisogno?"
"Non scherzare! Ascolta," ma la frase non terminò, Crowley gli mise due mani sulle spalle ed lo interruppe.
"No. Ascoltami tu. Sei dannatamente intelligente, molto più di quello che Lassù pensano. Hai vissuto seimila anni lontano da loro, credono di conoscerti ma non è così. Non lo è mai stato. Non capiranno che avranno me davanti, per tutto il tempo, perché non ti conoscono. Non hanno mai voluto farlo."
Aziraphale avrebbe voluto fare qualcosa, qualunque cosa, per far smettere di tremare le mani del demone, credendo che fosse un effetto collaterale della paura che stava in tutti i modi di nascondere.
"Credimi, angelo, non sanno che stavi per discorporarti solo perché volevi mangiare delle crepes vestito da nobile, durante una rivoluzione. Non conoscono la tua passione insensata per l'Amleto, o il tuo amore per Wilde. Che saresti disposto ad uccidere qualsiasi possibile cliente pur di non vendergli uno dei tuoi preziosi libri."
"Oh, beh," l'angelo per la prima volta distolse lo sguardo, avvertendo distintamente le guance andare a fuoco, ma tentò lo stesso di non farci caso e di giustificarsi con un sorriso quasi diabolico, "Non sono mai arrivato a quel punto."
"Ma lo faresti se necessario, e non dire di no, riuscirei a sentirlo."
Aziraphale l'osservò incantato per alcuni istanti, per poi abbassare lo sguardo e notare i suoi mignoli che sfioravano la sciarpa di Crowley; chiuse gli occhi e sbuffò una risata amara, pregando che Crowley avesse ragione, chiedendo a Dio di proteggerli in quella che a tutti gli effetti gli sembrava una missione suicida.
"E poi," continuò Crowley, allontanandosi appena e lasciando andare quelle spalle angeliche per sistemarsi gli occhiali, "Abbiamo tutta la nottata per immedesimarci nell'altro. Ce la possiamo fare."
L'altro essere etereo annuì appena, convinto, "Ci sta vedendo qualcuno?," gli domandò.
"Dopo quello che è successo oggi?," Crowley alzò un sopracciglio scettico, immaginandosi che sia Sopra che Sotto avevano ben altro da fare, come contenere due eserciti che erano pronti a combattere, piuttosto che osservare un angelo e un demone che architettavano un piano di difesa... Domani, probabilmente, l'avrebbero fatto, ma non adesso, questo era il momento giusto.
"Immagino tu abbia ragione, caro," Aziraphale intrecciò un altro paio di volte le dita ben curate prima di stringere la mano che il demone gli aveva posto, e poi avvenne: il giorno prese in prestito il mantello dell'oscurità e la notte s'impossessò della brillantezza della luce, ed entrambi si guardarono, specchiandosi sotto quelle nuove sembianze.
"Cominciamo ad esercitarci?," domandò Aziraphale con la voce di Crowley.
Il vero Crowley annuì con la testa di Aziraphale, così entrambi iniziarono quella specie di allenamento, anche se conoscevano perfettamente i movimenti dell'altro, ed entrambi sapevano che né Paradiso né Inferno sarebbero riusciti a notare delle differenze, nessuno li conosceva così bene.

"Non sibilare, caro."
"E tu non dire caro, o cose come wiggle on, tickety boo, bebop... Anzi, no, bebop non dirlo mai più se riferito ai Velvet Underground."
"Tu, invece, dovresti."
Quel volto fintamente angelico fece una strana morfia, "Non esageriamo."
"Ma ti devi esercitare," quel corpo demoniaco lo fissava senza indossare gli occhiali, nella propria anima Aziraphale detestava che un simil paio di occhi così meravigliosi ed inusuali venissero nascosti al mondo, anche se capiva perfettamente la ragione.
"A dire cosa, per esempio?!," Crowley incrociò le braccia, fermo nelle sue posizioni, non avrebbe mai saputo quant'era meraviglioso Aziraphale in quella posizione.
"Beh, potresti provare dicendo qualcosa come 'Ti amo Crowley'."
"E non pensare che--..." quei furiosi occhi azzurri fissarono Aziraphale per infiniti istanti, poi la gola fece quel rumore tipico di Crowley, e finalmente la bocca riuscì a sussurrare una sola parola, "Cosa...?"
Aziraphale sentì il bisogno d'abbassare lo sgardo e d'intrecciare le dita, neanche quando aveva mentito a Dio s'era sentito così, "E magari continuare con 'Sono stato uno sciocco a far finta di niente... È... Che è stato scortese da parte mia trattarti così, te, dolce, spietata, sciocca, creatura, sempre pronta ad aiutarmi...'"
"Non sono dolce né sciocco," obiettò debole Crowley nel corpo dell'angelo, tingendo quelle paffute gote di un celestiale rosso.
Aziraphale sorrise, ritrovando il coraggio di tornare a guardare Crowley negli occhi, per quel che i loro corpi permettevano, "Beh, questo dovrei dirlo io nell'imitare te, non credi?," appoggiò quella testa rossa sulla propria spalla, domandandosi come ci si sentiva ad avere qualcuno appoggiato in quel modo, "Cos'altro dovrei aggiungere, poi?"
Crowley tentò in tutti i modi di smettere di far tremolare il labbro inferiore, ebbe l'istinto di morderlo, ma come poteva rovinare una parte del corpo di Aziraphale?
"Do-- ngk!," ingoiò le emozioni che gli stavano stringendo la gola, mentre guardava il soffitto per recuperare un po' di calma e sangue freddo, "Dovresti dire che non t'importa, che avresti aspettato altri millenni se fosse stato necessario, che avresti affrontato Dio, Satana, Paradiso e Inferno solo per vedermi sano e salvo, per continuare a parlare, come abbiamo sempre fatto..." prese un respiro mozzato, qualche demoniaca lacrima sfuggì a quegli occhi angelici mentre circondava con quelle robuste e soffici braccia il proprio corpo esile, domandandosi quant'era rilassante trovarsi in quelle braccia, "Per sei mila anni, sei... Mila... Anni..."
"Ed altri ancora, mio caro?"
Crowley annuì energicamente prima di confermare a parole quella bellissima promessa, l'idea di poter continuare a stare insieme gli dava una forza indescrivibile, il demone avrebbe potuto fare qualunque cosa in quel preciso istante, "Ed altri ancora, angelo."
"Adesso, però, dovremmo tornare nei nostri corpi, così potremmo dircelo senza problemi, non credi?"
L'anima demoniaca abbandonò per pochi istanti il corpo di Aziraphale per abitare nuovamente il proprio, mentre l'angelo fece la stessa cosa, così come il sole riprese a splendere di giorno, e la luna a far compagnia alle stelle, allo stesso modo Aziraphale tornò nel suo soffice e paffuto corpo e Crowley nel proprio ossuto e spigoloso, circondato da due angeliche braccia, adesso sapeva come ci si sentiva ad essere abbracciato da una nuvola di nome Aziraphale.
"Stavi piangendo?"
"Ngh, no."
"Ma ho le guance bagnate, Crowley, non può essere nient'altro che--"
"Mi ssssono lasssciato trasssportare, va bene? È un problema del tuo contenitore, non riesce a contenere le emozioni."
"Oh," una bassa risata risuonò nel corpo di Aziraphale, venendo avvertito da ogni cellula di quello di Crowley, "So cosa significa."
Ci furono alcuni attimi di silenzio, in cui i due rimasero abbracciati l'uno all'altro, poi Aziraphale riprese a parlare, un velo di malinconia e preoccupazione negli occhi, "Volevo che lo sapessi, qualunque cosa accada."
"Adesso sì che posso morire felice," gli rispose sarcastico Crowley mentre affondava ancora di più il viso nel petto dell'angelo, "Hai avuto così tante opportunità e sei sempre stato in silenzio."
"Ho paura, Crowley," gli confessò stringendolo a sé e chiudendo gli occhi, "Non voglio smettere d'esistere sapendo che non te l'ho mai detto veramente, senza giri di parole, o sottintesi, ma la pura e semplice verità, quella che ti meriti."
Crowley avvertì una goccia scendere lungo la sua guancia che s'unì alle proprie lacrime, "Sei un dannato melodrammatico," gli disse tra i singhiozzi che sfuggivano al suo controllo.
Aziraphale gli baciò la nuca, imprimendosi nella mente l'odore di Crowley, se qualcosa fosse andato storto, voleva smettere d'esistere ricordandosi il profumo del suo amato demone.
"Lo so, ma è anche per questo che mi ami."
E Crowley non ebbe la forza di controbattere o di confermare, rimase lì, avvolto da quelle braccia, memorizzando meglio che poteva come ci si sentiva ad essere abbracciati da Aziraphale, sfidando Dio nell'affermare che si sarebbero salvati entrambi, così da poter vivere ed amarsi, nonostante tutto fosse contro di loro, nonostante tutti si opponessero a quella loro folle unione.

   
 
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