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Autore: ImJustMi    29/08/2020    4 recensioni
Dal testo
"La Strega dal cuore di pietra, raccontavano quelle poche persone che l’avevano incontrata passando di notte davanti al castello, era di una bellezza incomparabile tale che se non avessero saputo del suo essere strega avrebbero potuto facilmente scambiarla per una principessa.
Ma guai a chi osava avvicinarsi davvero a lei, perché la Strega dal cuore di pietra non aveva sentimenti, non conosceva la pietà o la compassione, ma era in grado con i suoi occhi cupi di scrutare le profondità del cuore umano e realizzarne i desideri."
[2600 parole]
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta, in un regno molto lontano, una Strega dal cuore di pietra.

Viveva da sola nel suo antico castello da tempo immemore, infatti nessuno degli abitanti del villaggio ricordava di averla vista arrivare e nessuno osava chiedere quanto ancora sarebbe rimasta.

La Strega dal cuore di pietra, raccontavano quelle poche persone che l’avevano incontrata passando di notte davanti al castello, era di una bellezza incomparabile tale che se non avessero saputo del suo essere strega avrebbero potuto facilmente scambiarla per una principessa.

Ma guai a chi osava avvicinarsi davvero a lei, perché la Strega dal cuore di pietra non aveva sentimenti, non conosceva la pietà o la compassione, ma era in grado con i suoi occhi cupi di scrutare le profondità del cuore umano e realizzarne i desideri.

Una volta, uno spavaldo figlio di un carrettiere aveva provato ad avvicinarla e il giorno dopo era scappato dal villaggio in sella al cavallo del padre urlando a gran voce che era stanco della sua vita mediocre e del triste futuro che lo aspettava. Il cavallo tornò a casa sano e salvo due giorni dopo, ma del ragazzo si persero le tracce.

Un’altra volta ancora, invece, fu l’indiscreta panettiera a cercare la Strega. La mattina successiva al loro incontro si recò al forno come suo solito, ma invece di infornare il delizioso pane che tutti amavano diede fuoco all’intero edificio e rimase a guardarlo finché non ne rimase più nulla, davanti agli occhi sbalorditi di tutti gli abitanti del regno. Dopo quel giorno nessuno più la vide e quale fosse il suo desiderio tanto agognato nessuno lo scoprì mai.

Da quando la Strega dal cuore di pietra viveva nel castello c’erano stati innumerevoli casi simili, ma mai una volta lei aveva fatto qualcosa per indurre gli altri a cercarla, mai una volta era stata lei a scegliere a chi il castello avrebbe deciso di aprire le sue porte stregate per far sì che si liberasse dalle proprie catene. La Strega dal cuore di pietra, infatti, passava tutta la sua vita nel suo vecchio, silenzioso, e solitario castello, e poco importava, a lei che non aveva sentimenti, della vita di chi viveva in un mondo completamente diverso dal suo. 

Quando vedeva dal suo sontuoso balcone le luci accese del villaggio in festa il suo cuore di pietra non provava invidia né disprezzo nel guardare quelle persone, piccole come formiche, godersi la breve vita che avevano. Anzi ne osservava i moti dell’animo e ne ascoltava le parole che sembravano arrivarle come da pochi metri di distanza, poiché la voce del cuore è molto forte se solo la si sa ascoltare.

 

Nelle sere di festa nessuno mai veniva a cercarla, perché gli animi si appagavano delle piccole gioie. Ma una sera, improvvisamente, mentre il villaggio era nel pieno dei festeggiamenti, qualcuno bussò alla sua porta.
Il portone si spalancò mosso da una forza magica, senza che nessuno lo toccasse, e le labbra della Strega dal cuore di pietra si curvarono in un sorriso quando vide chi era il nuovo ospite.

«Vostra Maestà,» si inchinò beffarda, e non appena la luce diafana della luna illuminò entrambi, gli occhi della Strega dal cuore di pietra guardarono nel profondo dell’anima del re, «il vostro desiderio sarà esaudito».

Il re tornò a casa dopo essere scomparso per giorni, ormai stanco e ammalato, e senza la sua guida il regno cadde in una profonda crisi. 
La regina, che aveva spesso sentito parlare della Strega del cuore di pietra, non ebbe dubbi che fosse stata opera sua, che lo avesse maledetto per prendere il controllo del regno.

«Chi di voi tre riuscirà ad ucciderla e a rompere l’incantesimo diventerà il nuovo re» annunciò un giorno la regina ai suoi tre figli maggiori che erano stati tutti in passato valorosi condottieri, fiduciosa nelle loro capacità. Ma nessuno di loro ancora sapeva che la Strega dal cuore di pietra non era neanche lontanamente simile ai nemici che avevano già affrontato e sconfitto.

Primo fu il turno del più grande, Gladio, conosciuto da tutti per il suo impeto guerriero, non era amante dell’attesa e per lui la battaglia si decideva con il primo colpo.

Giunse al castello della Strega in una mattina di nebbia, indossando la più resistente armatura che avesse e armato con la spada migliore del regno, in grado di tagliare una testa in un solo colpo. Bussò sul grande portone e si allontanò quanto più velocemente gli permetteva l’armatura, la spada era già sguainata e tesa avanti a sé. 
La porta si aprì come per magia e il principe Gladio, avendo preso la rincorsa trafisse la Strega nel petto con tutta la forza che aveva.

Ma la Strega dal cuore di pietra aveva questo nome per un motivo. La spada di Gladio si spezzò senza riuscire a trapassare.

«Non lo sapevi che il mio cuore è di pietra?»

Sconvolto Gladio si tolse l’elmo e indietreggiò spaventato cadendo a terra, ma la Strega aveva ormai visto la sua anima ed era decisa ad esaudire il suo desiderio.

«Il tuo desiderio verrà esaudito».

Il principe scappò via urlando e non appena entrò a palazzo scoppiò in un pianto disperato come mai prima. 

«Madre! Padre! Perché non mi amate? Perché? Perché non mi amate?»

Il principe Gladio ripeté quelle parole fino a perdere la voce e ormai stremato da tutto quel pianto si chiuse nella sua stanza, non volendo vedere né sentire nessuno.

Nessuno a palazzo avrebbe mai immaginato che Gladio avrebbe fallito e, alla vista delle condizioni del fratello, gli altri due principi capirono di dover pensare a una strategia per quando sarebbe arrivato il loro turno.

Presto fu il turno del secondogenito, Adal, il più silenzioso e riflessivo dei tre. In passato era stato di grande aiuto nelle trattative di pace ma non aveva timore sul campo di battaglia, quando decideva che valesse la pena di combattere. Il principe Adal, però, non era affatto interessato al trono, infatti, non aveva un vero e proprio piano. Aveva capito dalle poche parole raccontate dal fratello e dalle voci che giravano che la Strega doveva avere un vero cuore di pietra, freddo e impenetrabile, ma se era ancora in vita allora da qualche parte il suo cuore doveva battere ancora. Perciò non gli importava molto di ucciderla e voleva ad ogni costo essere il primo a sentire quel cuore battere.

Si presentò alla sua porta senza armatura né armi, bussò deciso al grande portone e attese una risposta. Proprio come gli avevano raccontato il padre e il fratello la porta si spalancò senza essere toccata. Una donna dalla bellezza indescrivibile lo guardava da dentro il castello.

La Strega dal cuore di pietra cercò nella sua anima un desiderio represso da esaudire o una sete proibita da placare, ma non vide nulla. L’uomo davanti a lei aveva un cuore puro come quello di un bambino appena venuto al mondo, che ancora non ha aperto gli occhi e non conosce il male. Erano passati secoli dall’ultima volta che ne aveva visto uno.

«Non c’è nulla che possa fare per te, mi dispiace» disse facendo un leggero inchino e voltandogli le spalle.

«Forse c’è qualcosa che posso fare io per te, concedimi di entrare».

La Strega si fermò sul suo posto. Non c’erano motivi per rimanere a pensare a quelle parole, non c’era seriamente alcun motivo per ascoltarlo, ma qualcosa le diceva che avrebbe dovuto dargli una possibilità. In ogni caso, il suo cuore sarebbe presto diventato completamente di pietra e non avrebbe più avuto nulla da perdere.
Non si voltò a guardarlo e continuò per la sua strada, la porta rimase aperta invitandolo ad entrare. Il giovane non perse tempo e la seguì per le stanze cupe del castello.

«Non ti senti mai sola?»

Ma la Strega non provava nulla, quindi scosse la testa.

«Non importa, adesso posso farti compagnia io».

Passavano i giorni e il principe non usciva dal castello, tutta la famiglia reale attendeva con ansia. La Strega non aveva mai ucciso nessuno prima, ma dopo il tentativo fallito di Gladio la possibilità che volesse volesse vendicarsi non era da escludere. Però Adal aveva chiesto alla madre e al fratello minore Medeo un mese di tempo, e loro gli avevano giurato che avrebbero aspettato senza fare nulla, per cui col cuore pesante attesero che finisse la prima settima.

Il castello della Strega dal cuore di pietra era particolarmente freddo di notte. Il grande camino nel salone principale non era stato acceso per anni, così il principe Adal, dopo le prime due notti di gelo assoluto, rimise a nuovo il camino, raccolse la legna dagli alberi dell’immenso giardino della Strega e accese il fuoco. 

«Lo senti? È caldo» prese la mano della Strega e la tese verso le fiamme danzanti così che potesse sentirne il calore senza scottarsi, la Strega annuì ammaliata dal fuoco davanti ai suoi occhi, rosso e luminoso come il sole.

Quella notte per la prima volta il castello sembrò essere tornato in vita.

«C’era un camino in questo castello e non lo sapevo».

 

Il principe Adal scoprì presto che i pasti della Strega erano tutti uguali, privi di qualsivoglia sapore che valesse la pena mangiare, completamente diversi da quelli a cui lui era abituato a corte.
Allora il principe andò in cerca di aromi nel giardino, e chiese alla Strega di poter cucinare. I suoi piatti non erano all’altezza degli chef che aveva a palazzo ma per la Strega ogni boccone era un’esplosione di sapori a lungo dimenticati.

«C’erano tali sapori nel mio giardino e io li ignoravo».

 

Giorno dopo giorno, il principe rese la dimora della Strega sempre più confortevole, e la Strega iniziava a trovare piacevole la sua presenza. Stanza dopo stanza, quel luogo un tempo lugubre e spaventoso somigliava sempre di più a una casa. Anche il vecchio pianoforte ormai scordato fu rimesso in sesto e la musica aggiunse nuovi colori alla vita della Strega.

Vagando tra le stanze del castello, un giorno il principe trovò un’enorme libreria dall’aria antica e trasandata, anche quella trascurata da tempo immemore.

«Ti piace la lettura?» la Strega non lo ricordava più, ma c’erano migliaia di libri nel suo palazzo che un tempo occupavano tutte le sue giornate. Chissà perché poi aveva smesso di venire.

«Un tempo, forse» la Strega rispose titubante al principe.

La Strega dal cuore di pietra non poteva distogliere lo sguardo dal principe Adal che leggeva. La sua anima così pura era una tale anomalia nel mondo che conosceva, eppure iniziava a vedere un turbamento che offuscava il suo animo. C’erano domande a cui desiderava risposta e lei ne era la causa, avrebbe almeno dovuto esaudirgli questo desiderio.  

«Posso farti una domanda?» le parole che lei stessa aveva scelto erano così dolci pronunciate dal principe. «È pesante un cuore di pietra?» la Strega rifletté un po’ prima di annuire, «Come mai il tuo cuore è di pietra?»

«Da qualche parte nella libreria dovrebbe esserci la risposta, ma io ho cercato di dimenticare».

Allora la Strega lasciò solo il principe, e questo immediatamente si mise a cercare nell’immensa libreria, spinto da una volontà magica, e trovò presto ciò che cercava. Un vecchio diario, grigio e impolverato, lo chiamava dallo scaffale più in basso, e la sua voce gli chiedeva di leggerlo. 
Così il principe scoprì la verità. Capì perché un dolore tanto grande doveva essere dimenticato. Il tempo che gli restava accanto alla Strega non era molto, ma era deciso a farlo bastare a far tornare a battere il cuore della Strega.

D’altra parte, la Strega riusciva a sentire che qualcosa in lei stava cambiando. Non riusciva più ad essere indifferente alla vita adesso che aveva ricordato il calore del fuoco e la bellezza della musica, non era più in grado di dormire al freddo e di apprezzare il silenzio.


Una sera, la legna che avevano raccolto non era stata sufficiente per tutta la notte, e la Strega si era svegliata colta da brividi di freddo. Anche il sonno del principe era stato interrotto e si erano trovati entrambi davanti al camino spento. 

«È troppo tardi per uscire a prendere altra legna», il principe aveva ragione, ma il freddo ormai la spaventava più dei pericoli del buio.

«Non ci metterò molto» disse provando a dirigersi verso il portone, ma il principe la fermò stringendola in un caldo abbraccio. Le braccia la stringevano morbidamente, non pesando affatto su di lei, ma salde al loro posto, non intenzionate per nulla al mondo a lasciarla andare.

«Non andare. Se stiamo vicini possiamo riscaldarci entrambi», il principe posò la fronte sulla spalla della Strega, accarezzandole con movimenti lenti e ripetitivi la schiena. Finalmente smise di tremare e trovò la forza di ricambiare il gesto d’affetto.

Come possono essere calde le persone…

Il principe accompagnò la Strega a letto e la strinse per tutta la notte. Calde lacrime le scendevano sulle guance ma, davvero, non ne sapeva il perché.

 

Un mese passò in fretta e arrivò presto per il principe il momento di andarsene. Il castello era ormai un posto nuovo. Le finestre erano sempre aperte ad accogliere la luce, il comignolo sempre fumante, il castello sempre caldo, il giardino sempre di un verde rigoglioso, e persino la Strega, se possibile, era ancora più bella di prima.

«È arrivato il momento che io me ne vada».

Il cuore di pietra della Strega si strinse al pensiero della sua assenza, ma ancora di più nel vedere che la sua anima era tormentata. Per ringraziarlo di tutto quello che aveva fatto per lei doveva esaudire il suo ultimo desiderio, poi nel bene o nel male l’avrebbe lasciato andare. Ma non ci fu bisogno che la Strega facesse nulla, perché il cuore del principe Adal era puro e le sue azioni rispecchiavano sempre i suoi desideri.

Così, per l’ultima volta l’abbracciò, la tenne stretta a sé come mai aveva fatto prima e dolcemente posò le labbra sulle sue. Le guance di entrambi erano bagnate di lacrime amare. Il principe poteva sentire il cuore della Strega battere, voleva conoscerlo, sentirlo, per un’ultima volta.

Ancora un giorno, un giorno soltanto, poteva restare.

La Strega per la prima volta rideva genuinamente e le sue parole suonavano come musica. Gli occhi le si riempirono di lacrime al ricordo dell’ultima persona che mai aveva amato prima di diventare quella che era. Un cuore puro, come quello del principe Adal, aveva tradito la sua fiducia, l’aveva fatta soffrire d’un dolore così intenso che piuttosto che provarlo di nuovo aveva preferito dimenticare, smettere di provare qualsiasi emozione a tal punto da non ricordare più che era ancora viva.
 

E proprio quando stava per ringraziare il principe e dichiarargli il suo amore, la porta del castello si spalancò, come suo solito, senza che nessuno la toccasse. 
Medeo, il principe più giovane e famoso per la sua astuzia, scagliò un dardo avvelenato nel petto ormai vulnerabile della Strega, facendo subito centro.

Il cuore di Adal divenne nero di rabbia verso il fratello, ma la paura di perdere la donna che già amava e voleva ancora conoscere prese il sopravvento. Non aveva fatto tutto ciò per perderla così in fretta, per far sì che venisse tradita come già era successo e spezzarle il cuore ancora una volta.

Ma la Strega, che poteva scrutare nelle profondità del cuore umano, raccolse tutte le sue forze e stringendogli la mano esaudì il suo vero ultimo desiderio, così che potesse andarsene col cuore leggero. 

«Vale la pena di vivere per un umano, vale la pena di amare, anche se un giorno ti spezzerà il cuore, perché è l’unico modo per essere vivi».

 

 
   
 
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