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Autore: MauraLCohen    29/08/2020    1 recensioni
Sophie Rose non dorme, con lei neanche mamma e papà.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kirsten Cohen, Sandy Cohen, Sophie Rosie Cohen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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#2
La nuova arrivata tiene svegli i genitori, a loro spetta decidere chi deve alzarsi.
The O.C.
Sandy/Kirsten 
__________________________

 
Sleepless night

 

La casa dei Cohen era avvolta nel silenzio. Sandy e Kirsten dormivano beatamente da qualche ora, esausti dopo l’enorme sforzo di far prendere sonno alla loro piccola Sophie Rose, di due mesi circa. Sandy dormiva supino, con il lenzuolo appena sopra lo stomaco nudo, mentre Kirsten stava a pancia in giù, la bocca leggermente schiusa e un braccio che penzolava fuori dal materasso. Sembrava non dormissero da settimane, il che non era del tutto falso: Sophie da qualche tempo faticava a prendere sonno a causa delle coliche e spesso si svegliava nel cuore della notte, gridando a pieni polmoni con le braccine protese verso l’alto, in attesa che qualcuno venisse a coccolarla. E puntuale come un orologio svizzero, fece lo stesso anche quella notte. 

La quiete che regnava nella camera da letto matrimoniale dei Cohen, infatti, venne spazzata via dai lamenti incessanti che fuoriuscivano dal baby monitor. 

« Tocca a te alzarti » mormorò Kirsten, senza muovere un muscolo, neanche le palpebre. 

Sandy non rispose. 

« Sandy? » biascicò ancora, toccandogli il braccio con la mano che fino ad allora aveva giaciuto inanimata tra di loro. L’uomo farfugliò qualcosa girandosi su un fianco, così che ora dava le spalle alla moglie. 

Sbuffando, Kirsten si tirò su con le braccia, restando per qualche secondo ferma a fissare il cuscino su cui poco prima dormiva beatamente. I suoi occhi vagarono inutilmente nel buio della stanza alla ricerca dell’interruttore dell’abat jour, così dovette affidarsi solo al senso del tatto per orientarsi. Tastò la fodera liscia del cuscino, spostando la mano sul materasso e poi ancora nel vuoto che divideva il letto dal comodino; risalì la gamba di quest’ultimo, incontrando a metà strada il cavo a cui l’interruttore era attaccato. Quando finalmente lo ebbe trovato, rischiarò la stanza con la flebile luce giallastra della lampada. 

Kirsten girò il viso per guardare Sandy, anche se non lo vedeva in faccia lo sentiva russare. 

Sorrise.

E poi sarei io quella che russa. 

Gli toccò appena la spalla per invitarlo a sdraiarsi sulla schiena ed evitare, così, di rotolare giù dal letto, visto che si trovava quasi al margine. Sandy si mise supino nuovamente, respirando a bocca aperta. I capelli gli erano ricaduti disordinati sulla fronte, solleticandogli il viso a tal punto da obbligarlo a grattarli via con il cuscino. 
La donna non ebbe il cuore di svegliarlo, anche se quella notte spettava a lui occuparsi di Sophie Rose. Così si mise in piedi e recuperò l'accappatoio nel quale si avvolse, subito dopo raggiunse la cameretta in cui la piccola piangeva. 

« Vieni qui, Sophie » le sussurrò, prendendola in braccio. Le portò una mano alla nuca, lasciando che la bambina si accoccolasse sulla sua spalla. La cullò dolcemente nel tentativo di calmarla, ma Sophie continuava a singhiozzare. Allora provò a farla mangiare, inutilmente; provò a massaggiarle la pancia, ma non servì a molto. Quella notte la piccola sembrava come posseduta. 

« Andiamo Sophie, dimmi cos’hai » sospirò Kirsten, esausta. Ormai era in piedi da quasi un’ora e la bambina non sembrava voler cedere il passo a Morfeo. 

« Non dorme? » La voce di Sandy arrivò dall’entrata della camera, appena udibile sotto i lamenti della neonata. 

Kirsten scosse il capo, girandosi verso il marito per incontrare il suo sguardo ancora assonnato. « Ho provato di tutto. »

Sandy camminò nella sua direzione, accennando un sorriso. « Perché non mi hai svegliato? Toccava a me stanotte. »

Lei fece spallucce e la testolina di Sophie si sollevò leggermente, seguendo il movimento del corpo della madre. « Dormivi tranquillo, non volevo svegliarti. »

« Anche tu avresti bisogno di qualche ora tranquilla di sonno » la incalzò Sandy, accarezzandole il viso. 

« Andiamo, dalla a me. Per qualche notte mi occuperò io di questo scricciolo. Vero Sophie? Sì? Bravo l’amore di papà! » aggiunse, prendendo la piccola dalle braccia della madre. La portò a pochi centimetri dal proprio viso, scuotendola leggermente. Sophie smise di piangere per qualche secondo, ma il papà non fece in tempo a complimentarsi che subito riniziò più forte di prima. 
 

« In bocca al lupo » disse Kirsten, baciandogli la guancia. 

Lui sorrise, consapevole che Sophie Rose gli avrebbe dato del filo da torcere per tutta la notte. « Ne avrò bisogno » rispose, salutando la moglie che si accingeva a tornare a letto. 


 

Note dell’autrice

Eccomi, altro giro altra corsa. Stavolta è il turno di una flashfic, scritta anche questa per la #onemomentchallenge del gruppo Better than Canon. Dal bando ho selezionato quattro prompt su cinque e spero di fillarli tutti prima della scadenza. Sto cercando di combattere il blocco dello scrittore nel modo più scontato del mondo: scrivendo. Perciò (spero!) apprezziate lo sforzo immane che sto facendo per costringere il mio cervello a mettere in fila le parole. 

Ho alterato leggermente il prompt in corso d’opera, perché voglio mantenermi sui toni del fluff diabetico in questi giorni, non vogliatemene. 

   
 
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