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Autore: Sian    29/08/2020    2 recensioni
Fanfiction partecipante alla Challenge #PiùgioieperSaguruHakuba , indetta dalla pagina Facebook "Detective Conan Fanfiction (Italian Fan)" // Aesthetic: Fantasy.
Saguru Hakuba non avrebbe mai immaginato di festeggiare il suo compleanno in quel modo. Dovrà affiancare altri cavalieri, condividendo tra loro tante avventure nel mondo "Shinjitsu", governato dalla legge naturale della Giustizia che è stata compromessa.
Prime avventure della squadra formata da Saguru Hakuba, Wataru Takagi, Makoto Kyogoku, Tomoaki Araide; guidati da Goro, il gatto; il tutto condito con il genere Giallo, indagini da portare a termine, misteri da scoprire.
Dal testo:
Constatò che il suo corpo stava letteralmente scomparendo, in trasparenza, come se le sue cellule stessero abbandonando il suo corpo, vaporizzate nel nulla, trasportate dal vento.
Kaito sembrava essersene accorto, ma fu troppo tardi per fare qualsiasi altra cosa, poiché del suo amico non rimase nemmeno una traccia, compreso il suo falco.

| Fantasy!AU | HakuKai accennato |
[Prima fan fiction della serie "I Cavalieri di Shinjitsu"]
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Makoto Kyogoku, Saguru Hakuba, Wataru Takagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction partecipante alla Challenge #PiùgioieperSaguruHakuba , indetta dalla pagina Facebook "Detective Conan Fanfiction (Italian Fan)"

Aesthetic: Fantasy

I Cavalieri di Shinjitsu: a fantasy BIRTHDAY
(2700 parole)


Sembrava quasi un sogno trovarsi ad una festa di compleanno. Non che fosse effettivamente uno dei suoi sogni festeggiare il suo diciottesimo compleanno, solo perché da qualche altra parte del mondo, come nella sua Inghilterra, aveva raggiunto la maggiore età. Ma una festa del genere la trovava eccessiva in Giappone: non era ancora un adulto sulla carta.
L'unica presenza che gradiva di più tra tutte le altre persone era suo padre. Era lì con lui, e questo non poteva che renderlo felice. Al contrario di un certo Kaito Kuroba. Dannazione, chi l'aveva invitato?

Il festeggiato, Saguru Hakuba, si stava intrattenendo con alcuni dei suoi ospiti, offrendo loro un altro giro di umeshu, [note: un liquore giapponese a base di vino di prugne ume.] o per chi lo gradisse dell'ottimo champagne.
Aveva appena appoggiato sul tavolo del rinfresco le due bottiglie. Tutti gli ospiti erano impegnati a sorseggiare le due bevande o a parlare tra loro. Tutti tranne Kuroba. Ne avrebbe approfittato per fargli confessare la sua identità.

Ma non poté nemmeno iniziare un dialogo con quel ragazzo. Constatò che il suo corpo stava letteralmente scomparendo, in trasparenza, come se le sue cellule stessero abbandonando il suo corpo, vaporizzate nel nulla, trasportate dal vento.
Kaito sembrava essersene accorto, ma fu troppo tardi per fare qualsiasi altra cosa, poiché del suo amico non rimase nemmeno una traccia, compreso il suo falco.

-.'-'.-.'-'.-.'-'.-.'-'.-

Era chiaro che non si trovasse più nella sala della villa a festeggiare il suo diciottesimo compleanno.

Saguru Hakuba, teneva in mano una spada con un'impugnatura piuttosto semplice, si adattava perfettamente al palmo della sua mano. L'elsa sembrava quasi la parte più pesante di tutta la spada, ma in realtà era bilanciata perfettamente per la sua forza. La lama di un bel acciaio splendente era lunga esattamente novantacinque centimetri, poteva saperlo anche senza misurarla.
Indossava degli stivali di cuoio stringati fino a sotto al ginocchio, una calzamaglia nera piuttosto pesante per essere portata ad Agosto, sempre che si fosse rimaterializzato nello stesso giorno dell'anno. Sopra di esse indossava una tunica di canapa bianca accollata e a maniche lunghe, ricoperta da accessori in acciaio quali una cintura, che ricopriva il bacino e dotata di un fodero per la spada, e un paraspalla, a cui era agganciato il suo mantello color tabacco.
Le mani erano fasciate da dei polsini di cuoio, principalmente per tenere ferme le maniche.

Decisamente, questo era il compleanno più strano che avesse mai passato finora nella sua vita.
Constatò di non essere da solo, immerso in un bosco che iniziava a prendere i colori dell'autunno.
Di fronte a lui si paravano altre tre persone, anch'essi armati di spada.
Ma ancora prima di poter osservare quelle persone una voce parlò: «Valorosi cavalieri di Shinjitsu! [note: verità in giapponese] Vi ho evocati qui per risolvere alcuni problemi che stanno scuotendo il nostro mondo e che potrebbero sconvolgerlo per sempre se non porterete a termine questa missione a voi affidata.»
Visto ciò con cui era vestito, Hakuba poteva aspettarsi di tutto ormai, eppure un gatto parlante era quasi così banale. Un tenero micino grigio, un blu di russia con degli occhi smeraldo incatenanti, aveva annunciato loro di avere una missione. Prima di entrare nel dettaglio di ciò che essa richiedeva, il micio si presentò, proseguendo successivamente anche con i nomi di tutti i cavalieri lì presenti. «Concedete a me, Goro, di essere la vostra guida per quest'avventura.»
Lo sguardo del gattino volse verso Hakuba. «Accorto Saguru Hakuba.»

Un giovane uomo, sicuramente più grande di lui di poco meno di una decina d'anni.
La sua spada era la più scura e la più sottile tra tutte. Al contrario della sua sembrava usata parecchio, segno che fosse un abile spadaccino e che sapesse essere un tutt'uno con la sua arma.
Indossava degli stivali affrancati dalle ginocchiere d'acciaio, un maglione tortora e una cotta di maglia con un cappuccio che non nascondeva parte dei suoi capelli castani lisci e un mantello dello stesso colore del maglione. Intorno alla vita stringeva un sottile cinturino di cuoio.
Se non fosse stato per le caratteristiche della lama della sua spada, a giudicare dai suoi occhietti piccoli e apparentemente spaesati non ci avrebbe fatto molto affidamento. Ma qualcosa gli diceva di confidare nelle sue abilità, che sicuramente si sarebbero rivelate importanti.
«Sir Wataru Takagi.»

Un ragazzo, probabilmente della sua stessa età.
L'elsa della sua spada era piuttosto particolare: era a forma di cuore intagliato con dei ghirigori. Anche la lama era decisamente più spessa delle prime due e presentava delle scalanature. Sembrava un oggetto a cui ci tenesse particolarmente, probabilmente donato dalla sua amata.
Indossava un'armatura d'acciaio completa, forse per rendere ancora più voluminosi i grandi muscoli del suo corpo. Era alto e massiccio, vantava di una forza incredibile, forse l'uomo più forzuto al mondo. Aveva dei guanti di pelle per proteggere le sue grandi mani e un mantello blu scuro.
Ciò che sembrava contrastare la sua immagine ferrea era la benda che indossava sulla fronte, indeciso se fosse perché era ferito, magari sulla tempia, proprio poco sopra al sopracciglio, o se fosse solamente per incutere più timore. Quel che era sicuro poteva solamente essere che nessuno avrebbe voluto ricevere un pugno da lui.
«Onorabile Makoto Kyogoku.»

Infine un uomo sulla trentina.
La sua spada era imponente e massiccia, ma al tempo stesso semplice e senza pretese.
Indossava degli stivali tronchetto beige, i suoi stinchi erano riparati da gambali d'oro intarsiati. Protetto dal freddo da dei pantaloni di pelle nera, sostenuti da una cintura di frange metalliche oro che copriva il suo bacino. Indossava una camicia panna, arricchita di ricami d'oro e da una corazza dorata sui pettorali. Il suo mantello era chiaro, avorio, e sfrangiato al fondo. Per proteggersi il capo indossava inoltre un cappello beige a tesa larga, adornato con delle piume di colore nero e bianco.
Poteva riconoscere in lui una tale ricchezza, non solo di apparenza ma anche di buon animo: avrebbe aiutato il prossimo, pieno di fiducia verso di loro. Era infatti dotato di alcune boccette piene di qualche siero magico.
«Maestro Araide.»

Saguru osservò in giro. No, quel posto non aveva nulla a che vedere con la sua vita. Anche quelle persone non avevano nessun legame apparente con lui. Avrebbero dovuto condividere tutto in una missione, come se fosse facile. Ad un primo impatto sembravano talmente mal assortiti che avrebbe voluto abbandonare tutto. Ma il suo intuito da detective infallibile gli disse di restare, di ascoltare Goro, di rivalutare i suoi compagni di squadra, rendendosi conto di quanto in realtà fosse bilanciata. Intuito, destrezza con la spada, forza bruta, conoscenza.
Sorrise: ripensandoci era davvero una grande squadra. Se fosse stato in uno di quei libri fantasy, anche se preferiva di gran lunga letture di gialli, si sarebbe complimentato con Goro per aver evocato le persone giuste. Ma tutto ciò non era un racconto, era reale.

«Questo mondo è governato da una legge naturale: chiunque commette un crimine, si trasforma in un "Hanzawa", un mostro totalmente nero, un'ombra. È la giustizia a governare in questo mondo. Ma per qualche ragione misteriosa, ultimamente vengono scoperti dei cadaveri, senza che vi sia associato un Hanzawa. Sembra che questa legge sia stata infranta, e per la sicurezza del mondo non possiamo permetterci che questo accada. Nessuno può mettersi contro a questo grande sistema naturale di giustizia.»
Goro assunse un'espressione severa, chiedendo la massima serietà da parte dei cavalieri della missione. Confidava in loro.
«Inoltre... Il principe del regno Night Baron, Shinichi Kudo, è scomparso...!»
Erano due minacce al mondo pronte a sconvolgerlo nello stesso istante. In quel momento era veramente urgente sistemare entrambi i problemi, e a suo tempo la profezia della strega lo aveva confermato. Questi quattro valorosi eroi sarebbero stati in grado di riportare stabilità nel mondo.
«Salvate questo mondo, fedeli cavalieri! Unite le spade in simbolo di questa squadra! Dite sì a nuove avventure!»

Il primo a mettere la spada fu il Maestro Araide, motivato da un grande animo gentile, non dovevano esserci tensioni.
Successivamente Makoto, caricato da un'infinita grinta per mantenere alto il suo onore.
Sir Takagi si unì alla missione, mosso dalla legge naturale della giustizia a cui aveva fatto giuramento per diventare Cavaliere Reale.
E Hakuba per ultimo, forse solo perché era tutto così diverso rispetto alla sua quotidianità nel risolvere crimini.

-'.-.'-'.-.'-'.-.'-

Goro condusse i cavalieri ad un villaggio, poco fuori dalla città Teitan, la più affollata del regno Night Baron, da dove era arrivata una richiesta di intervento per dei crimini. Ogni lettera d'aiuto giungeva in pochissimo tempo alle mura della Corte di Giustizia, dove qualche Cavaliere Reale avrebbe spedito la lettera al loro compagno che si era unito alla missione.

Anche quella volta fu Watson, il falco che Hakuba si era portato dietro, a consegnare la lettera a Sir Takagi.
«Almeno quest'insopportabile uccellaccio si rende utile...» Inevitabile fu il commento da parte di Goro quando c'era nei paraggi quel falco addomesticato. Il piccolo gattino non si sforzava nemmeno di farsi piacere quel rapace, ricordandosi di quando Watson aveva tentato di sfamarsi di lui.
Sir Takagi aprì la lettera, rivelando la richiesta d'aiuto da parte del piccolo villaggio vicino alla città Teitan. Evitò di leggere ai compagni di avventura i saluti di quella lettera che si sarebbe tenuto per sé, per ricordarsi di lei durante la missione. Inevitabile fu il suo rossore a cui gli altri cavalieri avevano manifestato grande curiosità.

La lettera recitava:
"Il villaggio ad ovest poco fuori da Teitan ci invia la seguente richiesta:

Alcune provvigioni del nostro villaggio sono scomparse. Non abbiamo trovato nei pressi nessun Hanzawa, il colpevole di furto è ancora libero. Abbiamo bisogno di un intervento prima che sia troppo tardi e il criminale compia altri atti ignobili ben peggiori!

Sir Takagi, confidiamo nelle grandiosi gesta eroiche di voi cavalieri della missione. Portate a termine questa richiesta d'aiuto."

Poco più sotto, scritto in piccolo:
"Baci baci!
La tua Lady Sato, impaziente di riaverti a corte."

Senza perdere altri secondi preziosi, Goro indicò loro la strada più veloce.
Quello che non era previsto dalla strada più veloce, era proprio l'assenza della strada stessa.
La corsa al villaggio fu già essa stessa una sfida per il gruppo dei quattro valorosi eroi. Erano passati solo pochi giorni dall'inizio della loro missione, e gli spostamenti di gruppo non erano ancora perfettamente coordinati.
Infatti il ragazzotto Makoto lottava senza problemi contro la vegetazione, scostando con un solo pugno i rami di almeno cinque alberi, permettendo il passaggio a lui e al successivo Maestro Araide. Non poteva usare, e dunque rischiare di rovinare, la spada che la principessa Sonoko del regno dell'Ovest gli aveva donato. I rami sembravano profondamente offesi da quegli scostamenti, che rimbalzarono indietro, bloccando il passaggio ad Hakuba e Sir Takagi; i loro mantelli non erano per nulla d'aiuto, continuando ad impigliarsi nella foresta vergine. I due si fecero strada usando le loro spade, e grazie alle abilità da spadaccino di Sir Takagi riuscirono a non tagliare alcun ramo su cui la stagione prossima sarebbero spuntate delle gemme, lasciando vivere la foresta, polmone verde di tutto il regno, ma non del mondo. Il regno dell'Ovest vantava infatti i più grandi terreni ricoperti di boschi che donavano incessantemente ossigeno a tutti i suoi abitanti.

All'arrivo vennero accolti, quasi venerati, dalle donne del villaggio, addette alla distribuzione delle provvigioni agli uomini e ai loro figlioli.
Le donne descrissero il problema al gruppo di cavalieri, i quali non indugiarono oltre per iniziare le investigazioni sul luogo.
L'intuito di Hakuba li aveva portati verso il mulino ad acqua del villaggio, dove trovarono altri misfatti. Nel mulino, che ora girava nel senso opposto al solito, erano stati conficcati dei forconi, a cui i pesci sarebbero rimasti impigliati e uccisi: presto quel torrente sarebbe stato privo di tutto il cibo acquatico. Doveva essere un criminale abbastanza spietato per privare in quel modo il cibo ai villeggianti.
Hakuba entrò nel torrente agitato d'acqua. Notò che l'acqua era particolarmente calda, forse per far depositare le uova ai pesci proprio lì, una sorta di trappola per pesciolini ingenui. Inoltre c'era del fango sull'erba intoccata della riva opposta, segno che qualcuno fosse passato per di lì recentemente.

Improvvisamente, proprio in direzione di quella sponda, risalendo il fiume, si sentì riecheggiare un urlo infantile. Qualcuno aveva bisogno di aiuto!
Gli altri tre cavalieri seguirono Hakuba aldilà del torrente.
Trovarono una piccola bambina rannicchiata vicino ad un cespuglio, nel tentativo disperato di nascondere la vista da quell'orrenda scena. Lì giaceva il corpo esanime di un signore grassottello.
Il Maestro Araide si avvicinò all'uomo. Non c'era nessuna cura che potesse riportarlo in vita. Fece segno a Sir Takagi di prendersi cura della piccola di nome Ayumi. Hakuba gli affidò inoltre di scoprire più dettagli possibili da quella bambina, probabile testimone del delitto. Mentre Makoto restò a perlustrare la zona, non doveva avvicinarsi nessuno alla scena del crimine.

Le indagini condotte dalla squadra rivelarono che il colpevole era mancino, proprio come era stato modificato il senso di movimento del mulino ad acqua, e che la piccola Ayumi l'aveva visto entrare in una grotta, che a dire dei suoi due amichetti era senza uscita.
All'interno della grotta infatti trovarono anche tutte le provvigioni rubate al villaggio.
Non restava altro che smascherare il colpevole, per fargli sapere che la Verità era venuta a galla: Shinjitsu avrebbe fatto Giustizia, com'era naturale che accadesse.
Il criminale trasmutò in un Hanzawa.

Mancava ancora un ulteriore passo per completare quella richiesta di aiuto. Nemmeno questo colpevole si era trasformato nel modo corretto; era libero infatti di girare a piede libero, anziché espiare i suoi peccati davanti alla scena del crimine.
I quattro cavalieri si guardarono complici.
Hakuba estrasse il suo orologio da taschino a cui vi era appesa una chiave. Essa serviva per creare un cerchio magico sfiorando le quattro spade dei cavalieri.
Alzarono le spade, il cerchio magico sopra le loro teste, ad intrappolare quell'Hanzawa in centro. Un lucchetto assicurò la chiusura del cerchio nel terreno, da cui il criminale non poteva allontanarsi.

Hakuba guardò il suo orologio da taschino. Sopra di esso, comparvero delle indicazioni riguardanti questo Hanzawa.
Giorno di prigionia: uno su centottantasette, metà della pena più lunga al mondo.
Luogo: parallelo 6, a novantacinque chilometri ad est dalla capitale, a soli ventitre chilometri al confine con il regno dell'est.
Ora: 14.12, l'orario perfetto per la cattura di un Hanzawa.

Non ci mise molto a realizzare che gli eventi criminali si intensificavano spostandosi verso il sorgere del sole. Doveva esserci una spiegazione a tutto ciò... Che l'origine di tutto si trovasse proprio in quel regno ancora a lui così misterioso? Nessuno sembrava voler parlare di quel regno, quasi come se lo volessero dimenticare dall'intero mondo.
Ma non si poteva scappare dalla realtà. L'infrazione della legge naturale proveniva da lì, ne era più che certo.

«Nobili Cavalieri...» La flebile voce della piccola Ayumi, rimasta letteralmente incantata dalla cattura dell'Hanzawa, si ricordò di un dettaglio che aveva dimenticato di dire loro. «Ayumi è sicura di aver visto un'altra ombra muoversi nel bosco verso est. Ma non era esattamente un'ombra. Era un altro cavaliere, come voi! Ma nero, dai capelli lunghi e neri, con un mantello lungo e nero.»
I quattro cavalieri riportarono al villaggio la bambina, ricevendo anche una cospicua ricompensa per la risoluzione del caso.

Ripresero il viaggio, diretti ad est, dove ancora non sapevano che avrebbero affrontato altre mille peripezie;
dove avrebbero incontrato quel cavaliere nero e i suoi alleati;
dove avrebbero ritrovato il principe Shinichi Kudo;
dove avrebbero sconfitto i nemici, ripristinando la legge naturale di Shinjitsu;
dove Hakuba sarebbe scomparso, di nuovo.

-'.-.'-'.-.'-'.-.'-

Kaito Kuroba passò i dieci minuti peggiori della sua vita. Hakuba... Non c'era più! Volatilizzato nel nulla.
D'ora in poi chi avrebbe dato la caccia a Kaito Kid? E lui chi avrebbe preso in giro? Aveva senso la sua vita senza Hakuba?
Probabilmente no.
In un inferno di pensieri, in un inferno di azioni mai compiute, Kaito ancora non sapeva che avrebbe rivisto Hakuba più presto del previsto. Non si era nemmeno ancora abituato all'assenza della faccia di quel "bastardo", come più preferiva appellarlo.

Fu in quel momento che mille fasci di luce abbagliarono il ladro, rivelando il ritorno di un valoroso eroe, l'eroe della sua vita.




Note Autrice:
Sì, lo so. Non sono normale.

Mi spiace per tutti quelli che volevano una storia fantasy con Hakuba e altri tre personaggi quali Kaito, Shinichi ed Heiji.
Mi spiace per voi ma vi tocca questo quartetto stupendo: Hakuba, Takagi, Araide, Makoto.
Sono pazza? Forse sì. Ha un senso questa fan fiction? Forse sì.

Ho pensato di far condividere un'avventura a 4 personaggi che mai si accosterebbero tra loro, e che proprio manca un filo conduttore tra loro. La scelta dei personaggi è stata la più bella. Cercare qualcuno che non fosse relazionato ad altri è stato difficile. Non tanto per Hakuba, ma avendo inserito Takagi (perché scusate ma non poteva mancare ahahah) mi sono eliminata un sacco di personaggi! Takagi è troppo famoso nel fandom, mi commuovo (da sola...).

Eppure questi personaggi non sono poi così tanto nonsense, a partire dai loro nomi: la seconda vocale è la A e l'ultima completano (quasi) le vocali a  i  e  o XD
Ok a parte le cazzate.
Goro. Lui è la vera stella di questa fan fiction.

Che dire altro? Mi sono divertita un sacco ad inventare quest'ambientazione fantasy che spero abbiate gradito. Ora che avete finito di leggere posso rivelarvi che il fantasy non è per nulla il mio genere preferito e che non ne ho mai scritto uno. Eppure... è stato divertentissimo e facile!
Tanto divertente a tal punto che questa che avete letto è solo un piccolo assaggio di una grande serie che scriverò (ma con calma e pazienza XD)

Potrei continuare a raccontarvi un sacco di cose su questa ff ma passo e chiudo! Lascio a voi la parola nelle recensioni <3
A presto,

Sian

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