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Autore: Ink_    30/08/2020    0 recensioni
Venerdì: [viola del pensiero]
Dal altro capo della stanza mia sorella serra il libro con foga sollevando polvere e parole. Le vedo ricadere a terra e scivolare sotto al tappeto come insetti. «La vuoi smettere?» sbuffa «Stai diventando di nuovo viola».
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Flower Power II

 
Lunedì: [borragine]
Sono ormai sessantatre giorni che non lascio la mia camera ed il cielo mi manca terribilmente. Mi rigiro sul letto e fisso le travi del soffitto. Il legno scricchiola e piccole stelle blu si fanno strada tra le venature con le loro code violette e lanuginose. Dovrò pulire la segatura dal tappeto, ma è davvero uno spettacolo grazioso.

 
Martedì:
Facciamo un’escursione, dicevano. Sarà divertente, dicevano. Il sentiero di foglie gialle è stretto e quando la Guida mi rifila una spinta giocosa perdo l’equilibrio, cado in un cespuglio di more e mi graffio il braccio con una spina. Cerco di tamponare la linea rossa ma è troppo tardi.
Germogli di un verde brillante crescono dalla ferita e iniziano a sbocciare uno dopo l’altro. Mi ritrovo due grossi anemoni sui palmi delle mani, uno rosa e uno di un blu incantevole. I loro centri scuri mi fissano come occhietti neri. Ormai non distinguo più il braccio dal sottobosco. L’edera velenosa mi si avviluppa intorno al gomito e sale su, si infila sotto la manica della t-shirt e bussa sullo sterno. Da dentro l’erica risponde timidamente.
«Pretendo un rimborso» sbotto sputacchiano polline giallo. La Guida mi guarda imbarazzata.

 
Mercoledì: [nontiscordardime]
Ho scritto le stesse parole così tante volte che hanno finito per sovrapporsi le une alle altre in un unico scarabocchio, come una runa.
Dall’angolo più remoto del parco distribuisco ai passanti foglietti grandi come petali. Accettano il mio dono con un sorriso, in silenzio, annoiati. Oppure lo gettano a terra ammaccandolo con le suole sporche, ma non me ne curo. Una vecchia signora prende cinque petali dal mio cestino e si fa un bel ventaglio per schermarsi dal calore. «Non dimenticarmi» dice allontanandosi e sventolando i cartoncini. Il sollievo è tale che mi getterei nella fontana.

 
Giovedì: [baby’s breath/gipsofila]
Mi affaccio alla culla e guardo il bambino dormire. Piccoli fiori bianchi escono dalla sua boccuccia a cuore ogni volta che espira, vorticano nell’aria come fiocchi di neve e mi solleticano il naso fino a farmi starnutire. Mi volto verso mia sorella, che guarda scettica l’esserino agitare i pugnetti e respirare fiori. «Ma è normale, secondo te?».

 
Venerdì: [viola del pensiero]
Seguo il flusso incessante dei miei pensieri come un ramoscello segue la corrente. Li vedo vorticare nella stanza come nuvole di farfalle e penso che dovrei investire in un retino, afferrarne un paio e crocefiggerli con uno spillo perché non scappino più. Mi piacerebbe che smettessero di vorticare, così potrei ordinarli sul piumone come tessere di un puzzle o strumenti prima di un’operazione.
Dall’altro capo della stanza mia sorella serra il libro con foga sollevando polvere e parole. Le vedo ricadere a terra e scivolare sotto al tappeto come insetti. «La vuoi smettere?» sbuffa «Stai diventando di nuovo viola».

 
Sabato: [belli di notte]
Schiudo appena un occhio e la luce del sole mi ferisce la retina. Mi schermo con i capelli e decido di dormire ancora un po’ mentre mi avvolgo nelle coperte e aspetto il tramonto.
 

Domenica: [occhi di Madonna]
Le campane della chiesa rintoccano così forte da far tremare le piastrelle bianche e nere sotto le mie scarpe, ma nessuno sembra farci caso. Nessuno nota nemmeno gli sguardi: tengono tutti il capo chino e le mani giunte. Sento i loro occhi azzurri fissi su di noi e senza voltarmi so che ci osservano da dietro le statue dei santi e dalle crepe nei muri, che scivolano sulle vetrate colorate e si insinuano tra le fughe delle piastrelle. Non sbattono mai le palpebre e forse nemmeno le hanno. Chino la testa anch’io e fisso le mie mani giunte, sperando che basti a farli andare via. 
 
 
 
***
Ho iniziato a buttare giù un altro paio di queste “giornate” durante la quarantena, credo che si noti dal primo frammento. Ne ho anche altre in serbo perché francamente mi diverto un sacco a scriverle. A differenza della storia scorsa ho deciso di inserire i nomi dei fiori perché mi sembravano un po’ meno immediati rispetto all’altra volta.   
Se vi andasse di leggerne altre, il primo capitolo lo trovate qui X.
Ringrazio di cuore chi si prende un attimo per leggermi e chi avrà voglia di lasciare un commento, fa sempre piacere <3
Un abbraccio.

Vostra,

Ink_

 
   
 
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