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Autore: Sakkaku    30/08/2020    3 recensioni
I protagonisti saranno i miei personaggi originali, ma anche se non li conoscete, potrete leggere lo stesso questa raccolta, perché ogni capitolo sarà una storia a sé e gli avvenimenti non sono per niente collegati alla storia principale.
Questa raccolta partecipa alla challenge "Just stop for a minute and smile" organizzata da Soul_Shine sul forum di EFP.
Genere: Demenziale, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Day and Night'
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Oltre le apparenze

 

NdA:
Buonasera, dopo diversi giorni, torno ad aggiornare questa raccolta.
In questo capitolo abbiamo due special guest: Martin&Joe, due personaggi OC che appartengono totalmente a Kim WinterNight, in quanto sono stati creati dalla sua fantastica mente creativa.
Se vi chiedete perché li ho inseriti in questo capitolo, la risposta è semplice: come potevo rifiutare la richiesta della mia carinissima amica di far andare i suoi bambini nel Dreams Hunters, il locale per eccellenza di disagiati? XD

Spero di aver rispettato le caratteristiche dei suoi personaggi e che il testo possa strapparvi il sorriso:3
Il prompt utilizzato è 40. "È la quinta volta che me lo chiedi."
 


 

Martin e Joe stavano facendo una passeggiata dopo cena. In fondo dovevano approfittare del tempo per visitare la città, le vacanze sarebbero finite presto.
Alle orecchie del riccio arrivò la melodia di un pianoforte. Trascinò il ragazzo che lo teneva sottobraccio, verso il luogo da cui proveniva la musica.
«Vuoi entrare in questo posto?» domandò scettico Martin, notando l'insegna con la scritta “Dreams Hunters” «Il nome non è per niente fantasioso.»
«Mi piace l'atmosfera che emana» affermò Joe. «Entriamo!»
Una volta all'interno Harris si guardò intorno dubbioso.
«Mi domando come fai a dirlo. L'arredamento è piuttosto banale.»
«Martin, ti ho spiegato molte volte di non fare affidamento solo a ciò che vedi, devi riuscire a guardare oltre» ridacchiò il riccio, prendendo in giro il compagno.
I due si accomodarono a un tavolo e subito Dolly si avvicinò a loro per prendere le ordinazioni.
«Buonasera e benvenuti al Dreams Hunters» salutò allegramente la cameriera bionda «Cosa desiderate da bere?»
«Due birre belle fresche, grazie. E» disse Joe «avete per caso delle arachidi?»
«Certamente, arrivano subito!»
«Le arachidi non le porti» intervenne Martin.
«Invece le porterà!» insistette il riccio lanciandogli un'occhiata torva.
Dolly rimase immobile qualche secondo.
«Devo portare le arachidi oppure no?» chiese dubbiosa.
«Le porti pure, altrimenti mi lamenterò che in questo bar non rispettate le volontà dei disabili!»
La cameriera sorrise e tornò dietro al bancone per preparare le ordinazioni per i due clienti.
Nello stesso istante Martin continua a domandare al compagno se è sicuro di voler mangiare le arachidi, nonostante abbia scoperto di esserne allergico.
«Adesso basta Martin, chiudi quella cazzo di bocca!» sbottò Joe spazientito «È la quinta volta che me lo chiedi e la risposta è sempre la stessa: sì sono sicuro di voler mangiare le arachidi. Se sono solo due o tre, l'allergia non se ne accorgerà neanche.»
A quel punto Martin non poté far altro che scuotere la testa rassegnato. Sapeva perfettamente che quanto il fidanzato si impuntava in qualcosa era difficile fargli cambiare idea.
«Ecco a voi le vostre ordinazioni» annunciò una voce energica, posando i bicchieri e la ciotola con le arachidi salate.
Martin guardò il nuovo arrivato, perché non si trattava della cameriera che li aveva accolti. Era un uomo dai capelli rossicci con il taglio a spazzola e un sorriso cordiale. In qualche modo gli fa ricordare il suo amico d'infanzia Ben.
«Dolly insisteva a portarvi le ordinazioni, ma come responsabile della sicurezza volevo essere sicuro che non le succedesse niente, nel caso la vostra discussione degenerasse» disse Dwight «Lei è convinta che fosse solo un battibecco innocente, però preferisco essere previdente. Un bicchiere può diventare un'arma pericolosa se si spacca contro il tavolo.»
Joe spostò la testa di lato, non certo di aver capito del tutto il discorso che aveva appena ascoltato, mentre Martin si scusò mentalmente con Ben, per averlo associato ad un'idiota simile. In quel momento arrivò la cameriera a salvarli.
«Si può sapere cosa diavolo stai dicendo?» strillò la donna bionda colpendolo in testa «Vuoi per caso spaventare i clienti? Cretino!» poi rivolgendosi alla coppia «Chiedo scusa a nome di questo idiota patentato, non fateci caso, ha battuto la testa troppe volte da piccolo. Tento di sistemargliela colpendolo ogni tanto, ma finora non ha funzionato.»
«Eriiiiiiic» si lagnò Dwight correndo dal barista dietro al bancone «Dolly mi ha colpito un'altra volta!»
«Te lo sarai meritato. Tieni» commentò il fratello porgendogli una borsa del ghiaccio «Così eviterai che ti spunti un bernoccolo.»
«Ti voglio bene» disse il rossiccio sporgendosi per baciarlo sulla guancia.
«Smettila o ti colpirò anch'io!» lo minacciò Eric ridendo.
«Questo posto è una gabbia di matti» commentò Martin dopo aver raccontato la sceneggiata a Joe.
Tanto per cambiare il compagno non era d'accordo.
«Ti avevo detto che l'atmosfera qui era bella» disse il riccio afferrando delle arachidi dalla ciotola «È divertente, quasi come essere al cinema. Anzi, è meglio, ha un non so che di casa, ecco perché l'ambiente è così accogliente e caldo.»
«A volte non capisco» borbottò Martin.
«Harris, vai oltre le apparenze» cercò di spiegargli Joe «La cameriera e il tizio che si finge della sicurezza, sono chiaramente parenti. Lo si percepisce da come si parlano e anche se sono sul posto di lavoro, non sono composti, ma si comportano normalmente. Difficilmente puoi trovare un posto simile.»
«Su questo hai ragione» concordò Martin.
«Lo so» sorrise Joe.
«Adesso, però stai mangiando troppe arachidi» lo rimproverò il compagno, spostando su un altro tavolo la ciotola «Non ho voglia di sentirti strillare e dimenare come un matto, mentre mi supplichi di portati al pronto soccorso.»
Per far sparire il broncio sul viso del fidanzato, Martin appoggia il bicchiere e annulla la distanza che lo separa da Joe, per far incontrare le loro labbra in un bacio a stampo.
Eric osservava la coppia, quasi come se volesse capire come riuscire comportarsi in maniera naturale e premurosa, cosa che per lui risultava parecchio difficile. Martin si voltò e si accorse che li stava fissando.
«Mi chiedo perché continua a guardarci» borbottò Harris.
«È una tua impressione. Se continui a guardarlo male è normale che le tue occhiate vengano ricambiate. Oppure ci sta studiando per capire che genere di clienti siamo.»
«No, secondo me ci sta fissando perché sei cieco.»
Joe sbuffò, era stufo di sentire i borbottii del compagno, così alzò il braccio e chiamò a gran voce «Scusi, cameriere? Può avvicinarsi un momento?»
«Che cosa stai facendo?» sussurrò Martin, abbassandogli il braccio.
«Voglio solo verificare se i tuoi sospetti sono veri o solo tue elucubrazioni» rispose il fidanzato.
«In cosa posso esservi utile?» domandò Eric, la voce roca e leggermente graffiante, risultò titubante ed imbarazzata alle orecchie attente alle varie intonazioni di Joe.
«Mi sta per caso fissando perché sono cieco?» domandò direttamente.
«Cosa?! Assolutamente no!» rispose immediatamente il barista «Non mi permetterei mai!»
«Vedi? Cosa ti avevo detto?» disse Joe rivolto al compagno «Sei tu che ti fai mille paranoie per niente.»
«Ciò non toglie il fatto che ci stava fissando.»
«Scusatemi, non volevo essere indiscreto» il corvino con la frangia magenta fece un inchino «Volevo soltanto imparare ad essere espansivo e premuroso come lo è lei con il suo fidanzato. Mi dispiace se vi ho infastidito.»
«Oh? Vuoi imparare da lui? Sei sicuro?» iniziò a ridacchiare Joe «A volte è troppo assillante, meglio che scegli un altro soggetto da cui imparare.»
«Ehi!» esclamò offeso Martin «Perché mi stai offendendo? Mi stava facendo un complimento!»
«Ma se fino a neanche cinque minuti fa, lo trovavi fastidioso?»
«Joe! A volte parli troppo lo sai?» cercò di zittirlo Martin dandogli un leggero pizzicotto sul braccio, ma il compagno continuava a ridere.
«Scusami se ho mal interpretato le tue occhiate. A volte penso sempre male, perché in molti ci giudicano» si scusò a sua volta Martin con il barista.
«Ho sbagliato io per primo, mi dispiace. Al Dreams Hunters trattiamo tutti alla stessa maniera, con rispetto e cordialità. Siete sempre i benvenuti. Adesso vi auguro una buona continuazione di serata» disse Eric, lasciandoli nuovamente soli.
«Allora?» chiese Joe.
«Allora cosa?»
«Vedi che a volte andare oltre le apparenze, porta a conoscere delle belle persone?»
«Sì» concordò Martin «Ciò non toglie il fatto che ti dovrò punire per questa tua linguaccia.»
«Brrr» commentò Joe fingendosi impaurito«Sto già tremando di paura.»

 

  
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