Morire è stranamente confortante.

È questa la prima sensazione che senti non appena le forze ti abbandonano. Fa male, e fai fatica a respirare, ma poi ti sembra, a poco a poco, di tornare nel sonno in cui sei rimasto fino ad ora.

Pace.

La desideravi da tanto.

Stai per arrenderti, quando i tuoi occhi, attraverso la foschia della morte, notano qualcosa di anomalo.

Fay sta piangendo.

E questo ti lascia spiazzato.

Tu hai tradito la sua fiducia, hai tentato di ucciderlo, l'hai ferito. Ma lui sta piangendo.

Per te.

E tutto il dolore che avresti potuto provare ora se non avessi voluto la morte ti colpisce moltiplicato, perché ricordi che morire significa anche staccarsi da lui. Da tuo figlio.

Ora sai che hai fatto tutto inutilmente, che su di lui pende ancora la seconda maledizione. E tu non potrai più impedirlo.

Non lo vedrai più, e questo fa male, molto più della ferita.

Siete stati insieme per tutto questo tempo, prima che la follia ti prendesse e vi costringeste a questa fine. L'hai visto crescere.

E ora non lo vedrai più sorridere, non potrai più confortarlo quando il passato tornerà a tormentarlo, non potrai più parlare con lui...

Non potrai più aiutarlo a trovare la felicità che desideravi dargli fin dal principio – nonostante già sapessi quello che sarebbe successo.

Hai fallito. Quando lo hai accolto, ti eri proposto di salvarlo. Ma gli hai solo procurato altro dolore.

E questa consapevolezza è ben peggiore dell'agonia.

Finché una speranza non torna in te.

Tu l'hai abbandonato, ma lui non è solo. Ci sono altri, intorno a lui, disposti a vegliare su di lui, ad aiutarlo, a salvarlo, a renderlo felice. L'uomo che ti ha ucciso ne è una prova. Lo porterà alla luce, ne sei sicuro.

E tu non puoi fare altro che asciugare le sue lacrime e pregare che, per una volta, ciò che desideri si avveri.