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Autore: They_CallMe_Roxie    31/08/2020    0 recensioni
//Tratto dal testo//
L'ultimo ricordo che gli passò per la testa fu proprio il matrimonio di Prompto e Noctis: l'ambiente era languido di gioia, urla gioiose di amici, l'assenza totale dei parenti dei due biondini, gli sguardi trapelanti d'amore tra lui e Roxas, le loro mani intrecciate, i sogni ad occhi aperti di Axel, desideroso di poter chiedere al suo ragazzo:
"Mi vuoi sposare?".
Ambientata dopo "Promise me you'll never leave my side."
Anche se non c'è bisogno di leggerla per capire questa One Shot.
Akuroku//Promptis
Crossover tra Kingdom Hearts e Final Fantasy XV con piccolo accenno finale di Final Fantasy VII.
Spero apprezziate!
-Roxie
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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When the night has come
And the land is dark
And the moon is the only light we'll see
No, I won't be afraid
Oh, I won't be afraid
Just as long as you stand, stand by me


Axel aprì gli occhi. 
Era da solo, a letto, a casa degli Argentum. 
Quella mattina sarebbe dovuto andare allo studio di tatuaggi per lavorare. 
Essì: doveva guadagnarsi qualcosa, le trattative per la nuova casa non si concludevano da sole, e a breve il rosso avrebbe versato l'ultimo pagamento per andare a vivere nella sua nuovissima abitazione, leggermente più spaziosa della casa Argentum. 
Abbracciava il cuscino, quanti mesi erano passati? Forse sei. 
Il lato del letto di Roxas era freddo, non emanava più il suo profumo.
Si sentiva estremamente solo. 
Mollò la presa dal cuscino per controllare l'orario dal suo cellulare. 
Le sette e mezza del mattino. Lo studio doveva aprire alle dieci e mezza. 
Tutto in orario. Tutto in regola. 
Sentiva provenire dalla cucina delle sottili risate, riconosceva le voci di Prompto e Noctis. 
Avrebbe tanto tanto voluto sentire anche quella di Roxas. 
Roxie si svegliava sempre prima di lui, verso le sei e mezza... ed era solito a preparargli la colazione e portargliela a letto; insomma, lo viziava veramente moltissimo. 
Ma ciò non avveniva più da mesi. 
E cominciava a sentirne la mancanza. 
Si alzò velocemente dal letto, tanto velocemente da avere un forte capogiro: Roxas lo rimproverava sempre. 
"Alzati con più calma!", "E' pericoloso!". 
Nonostante fosse guarito dall'anoressia, il suo corpo era ancora molto debole. Doveva prendere degli integratori, ma se li scordava in continuazione. Non era attento come il suo ragazzo, che gli ricordava sempre quando e come prendere le medicine. 
Su questo doveva ammetterlo, dipendeva troppo da lui.
Aprì le finestre della piccola camera ricostruita dal biondino e Noctis circa nove anni fa. 
Axel poteva ripercorrere tutte le tappe della vita dei quattro, mentre si dirigeva in cucina dagli altri due piccioncini: lui, ironicamente, fu il primo a laurearsi... be', più che la laurea, aveva ottenuto un brevetto in tatuaggio e piercing; Roxas fu il secondo, doppia laurea, triennale in Scienze Politiche, magistrale in relazioni internazionali; Prompto finalmente aveva realizzato il suo sogno: amico degli animali, un veterinario di tutto rispetto; e Noctis... un musicista molto amato dalle ragazzine -Prompto era sempre molto attento al comportamento delle mocciose, come un cane da guardia-. 
Quando il rosso vide i due ragazzi prendersi tranquillamente il caffè, poggiati contro il tavolo, il suo sguardo cadde sulle loro fedi nuziali. 
L'ultimo ricordo che gli passò per la testa fu proprio il matrimonio dei due giovani amanti: l'ambiente era languido di gioia, urla gioiose di amici, l'assenza totale dei parenti dei due biondini, gli sguardi trapelanti d'amore tra lui e Roxas, le loro mani intrecciate, i sogni ad occhi aperti di Axel, desideroso di poter chiedere al suo ragazzo: 
"Mi vuoi sposare?". 
Sospirò, mentre si legava i capelli in una mezza coda. 
-Oh, buongiorno, Axel.- lo salutò Prompto, mentre si spostava un ciuffo di capelli dagli occhi. 
-Buongiorno, Prom.- sorrise lui, mentre osservò il viso del suo amico: i segni della crescita si facevano vedere, i suoi capelli erano più ordinati, aveva un filo di barbetta -che dopotutto gli donava- e le occhiaie erano più evidenti.   
-Hey, "No-One-axes-Axel"!- lo salutò il suo migliore amico, Noctis -Qualcuno ha dormito poco, stanotte?- 
-Spiritoso, Nocte.- ridacchiò il tatuatore, spostando la sua vista sul moro: il suo viso aveva assunto tratti regali, uguali a quelli di suo padre, lo aveva conosciuto al loro matrimonio; la barba era curata, i capelli leggermente ingrigiti, ma comunque di uno strano bluetto. 
-Ti abbiamo fatto il caffè,- rispose Noctis -proprio come te lo faceva Roxas.- 
-Grazie.- rispose seccato. 
Prompto e il suo neo-marito si guardarono per un attimo negli occhi, chiedendosi cosa avesse il loro amico fiammeggiante. 
-Mi dispiace pesare sulle vostre spalle, ragazzi.- il tono del rosso era alquanto cupo, mentre prendeva la tazzina di caffè -Presto pagherò l'ultima quota per andare a vivere altrove.- 
-Non sentirti un peso, Ax. Sei nostro amico, ci hai aiutato moltissimo con il fitto!- lo rassicurò Prom -Siamo noi che ti dobbiamo qualcosa.- 
-Devo anche prendere gli ultimi risparmi di Roxie, ha detto che erano per la casa, giusto? 
-Giusto, giusto!- esclamò Prompto. 
-...ti manca, eh?- chiese, senza ritegno, Noctis. 
-Noct, un po' di tatto!- lo rimproverò Prompto. 
-No, no. Tranquillo, Prompto. Ha ragione, purtroppo. 
I due sorrisero, era effettivamente passato molto tempo da quando Roxas se ne era andato. 
Il biondo decise, quindi, come suo solito, di alleggerire la situazione facendo il giullare. 
-Oh, suvvia, Axy-Axy!- si avvicinò a lui, dandogli una pacca sulla schiena, facendogli quasi andare di traverso il caffè e farglielo uscire per le narici.
-Non essere così triste! 
"Come fai a non essere triste tu, che sei suo fratello!"pensò il tatuatore, sorseggiando l'ultimo sorso del suo caffè. 
-Insomma, Roxas è solo partito per un viaggio diplomatico e non sa quando tornerà! Non è mica morto!- cominciò a ridere.
-E' proprio quel "non sa quando tornerà" che mi preoccupa, razza di def...- 
-I modi, Ax. I modi!- lo ammonì Noctis, imitando il loro amico Ignis, perfettino e super in regola. 
-Uhuhuh, siamo nervosetti oggi, eh?!- Prompto si allontanò da Axel, che sembrò gelarlo con lo sguardo. 
-Dai, Prom. Lasciamolo in pace.
-Secondo voi... dovrei chiederglielo? Quando tornerà. 
-Cosa? 
-Di sposarmi, dovrei chiederglielo? 
Il fratello maggiore diventò paonazzo dall'imbarazzo e la gelosia. 
-Cosa? Non ho sentito? Hai per caso detto "di sco----- 
-Secondo me dovresti chiederglielo!- si intromise Noctis prima che suo marito facesse qualche sorta di stronzata tale da poter creare una rissa, come  quelle avute nove anni fa, con l'unica differenza che non erano più dei ragazzini. 
Gli occhi smeraldini del rosso si accesero quanto di una sottile gioia, quanto di un grande timore. 
-E... cosa dovrei fare? 
-Nullbbbbb!!!! NULLMMMMMMMHHHH!- Prompto continuava a blaterare nonostante il moro gli stesse letteralmente artigliando una guancia per tenerlo fermo. 
-Be'... potresti cominciare a cercare dei semplicissimi anelli, sai la misura del dito di Roxas, giusto? 
-Sì, sì. 
-Beh, allora potresti andare nella stessa gioielleria dove io ed il mio... AMORE- squadrò Prompto con sguardo cagnesco - siamo andati a prendere i nostri anelli. Magari ci fai incidere pure una frase. A noi c'è inciso "Stand By Me". Qualcosa di semplice, un semplice,tipico, anello da fedina, se vuoi ti possiamo accompagnare. 
-Be', non sarebbe una cattiva idea... ma purtroppo oggi devo proprio lavor- 
Il suono del cellulare di Prompto spezzò la conversazione. Quando lo tirò fuori dalla tasca del pigiama, sgranò gli occhi, cominciando ad urlare: 
-ROXMMMMMMHHHHH, E' ROXAAMMMMMHHHH!!!!! BOCTIS BASTMMMMMM!
Il cuore di Axel tremò per un attimo: aveva per caso detto "Roxas"? 
Quando Noctis levò la mano dalla bocca del suo amato, quest'ultimo cominciò a saltare come un coniglietto per tutta la casa, in preda alla gioia. 
"OMMIODDIO! Roxas, sei tu!" rispose direttamente alla chiamata. 
I due migliori amici si guardarono per un attimo, sconcertati. 
"COME STAI ROXIE?! MI MANCHI COSI' TANTO!!! E-Eh? Come? C-Come hai detto?... Ah... quindi... TORNI OGGI?!". 
Axel potè giurare di sentirsi male. 
-A che ora?! A CHE ORA TORNA?!- urlò il rosso. 

Dall'altra parte del mondo, Roxas potè sentire le urla lontane del suo fidanzato dalla cornetta. 
"Torno verso le sei del pomeriggio. Il volo non dura troppo..." il chiasso dell'aeroporto rendeva difficile la conversazione "Assicuratevi di essere in aeroporto per le... cinque e mezza. I voli per noi diplomatici arrivano sempre un poco in anticipo... compagnie di alta classe!"poteva udire dal telefono urla di panico, ma non capiva perchè. 
"Come sta Axel? Gli manco?" 

-Chiede se ti manca.- disse Prompto, sbuffando.
Il rosso cercò di appropriarsi del telefono del biondo. 
-SCHERZI?! ROXIE, MI MANCHI UN CASINO! 

Un sorriso malinconico si stampò sul viso di Roxas. 
Almeno, non sarebbe dovuto partire per i restanti sei mesi, si sarebbe potuto godere un po' di tempo con  suo fratello, con Noctis, con Axel. 
"Devo andare. Dobbiamo fare i controlli. Ci vediamo in aeroporto."

"Ci... vediamo in aeroporto...!" sussurrò Prompto. 
Attaccò la chiamata. 
I tre si guardarono negli occhi, sconcertati. 
Axel si toccava in continuazione il leggero accenno di barba sul mento, per un po' non si faceva venire un'irritazione. 

-Quindi che si fa?- chiese, ansioso. 
-Puoi non andare a lavoro?- chiese Noctis. 
-Non posso! Ho bisogno di quei soldi! 
-Puoi chiedere a Gladio di sostituirti. L'hai istruito bene, passare da un supermercato ad uno studio... chiamalo, ti capirà!- specificò il moro.
-Ma... 
-Niente ma! Adesso tu ti prepari, ti vesti bene, noi chiamiamo Gladio e alle CINQUE ti fai trovare in aeroporto. Solo tu. 
-I-I-Invece secondo me dovresti andare a lavoro!- urlò Prompto, mentre veniva lasciato solo dai due amici. 
-...chiamerò Gladio.- concluse, sconfitto.

Per fortuna, Gladio accettò l'incarico. Aveva una copia delle chiavi dello studio, quindi era pronto ad ogni evenienza.
Axel si preparò di tutto punto, un maglioncino bordeaux con un jeans nero -non strappato, rimpiangeva i suoi vent'anni!-. Si era comunque acconciato i capelli raccogliendoli con una coda bassa e morbida. 
Indossò le sue classiche scarpe da ginnastica ed uscì dalla camera. 
Profumava di bagnoschiuma alla vaniglia, il preferito di Roxas: mentre era in doccia, pensò che fosse un ottimo modo per accogliere il suo amato e farlo sentire a casa fra le sue braccia.
Ad aspettarlo fuori, c'erano i due neo-sposi: il biondo un po' imbronciato, Noctis sorridente. 
-Be', che dire, sempre sul tuo stile, ma sei più presentabile del solito. 
-Ti  prego, andiamo, sono le dieci e ho l'ansia. 
-Apri la mano, Axy. 
Il rosso inclinò la testa, dubbioso. Tese la mano, anche se tremante dall'emozione, tenendola aperta: Noctis gli diede in mano le chiavi della Regalia. 
-NOCTIS, MA SEI IMPAZZITO?!- urlò Prompto. 
-Che vuoi? Macchina mia, scelgo io.
Il biondino sbuffò facendo spallucce.
-Allora andiamo? 



Axel non guidava poi così male, guidava certamente meglio di Prompto. Si era certamente calmato con il tempo. 
In gioielleria ci arrivarono subito: era una di quelle moderne e gestita da persone giovani. 
Parcheggiarono la Regalia proprio lì vicino, una volta assicurati che la macchina fosse chiusa e che Prompto non avesse lasciato i finestrini aperti -lo faceva sempre-, entrarono nel negozio. 
Al bancone trovarono una ragazza bellissima, dai capelli rossi scuri, quasi mogano, gli occhi azzurri, bassina e magra, indossava una camicia semplice ed una gonnellina, sembrava la classica scolaretta. 
-Oh! Prompto, Noctis, che piacere vedervi! Non pensavo di rivedervi, noto che avete portato con voi un amico! 
-Ciao, Kairi.- rispose sorridendo il moro -Sì, lui è Axel, e ha assolutamente bisogno del tuo aiuto! Proposta di matrimonio improvvisata! Il fratellino di questo zuccone- indicò il biondo -tornerà, tra poco, dopo un viaggio diplomatico di sei mesi.- 
-Siete venuti proprio nel posto giusto! Per fortuna conservo sempre qualcosa della nostra produzione per queste piccole evenienze! Avvicinati, Axel! Dimmi cosa cerchi. 
Timidamente e con passo cauto, il rosso osservava tutto ciò che Kairi esponeva nelle teche. 
Ma lui aveva le idee ben chiare, nonostante sembrasse un impacciato. 
-Vorrei qualcosa di semplice, molto semplice, delle normali fedine argentate, lisce, per farci una piccola incisione dentro. 
-Sei fortunato! Mia sorella, Naminè, oggi è un laboratorio e possiamo fare incisioni sul momento. Mhhh, allora, che ne pensi di queste?- tirò fuori una teca con tanti anelli classici, proprio come li desiderava Axel. 
Una volta scelte le taglie degli anelli, era il momento di scegliere l'incisione. 
-Allora, cosa vuoi scriverci dentro? 
Effettivamente il rosso non ci aveva pensato, ed i due neo-sposi gli avevano già rubato l'idea. 
Fece il più velocemente possibile un brainstorming di parole o frasi. 
Poi, colpo di genio. 
-"My Sanctuary", per entrambe. 
La ragazza sorrise teneramente, Axel sembrò riscardarle il cuore con l'amore che lasciava trapelare dagli occhi, sognanti e desiderosi di rivedere Roxas. 
A Prompto per poco non veniva un conato di vomito.
-Va bene, riuscite a ripassare tra un'oretta? 
-Certamente!- s'intromise il biondo -Che ne dite di andare a mangiare un po' di cibo spazzatura?!- 
-Non ho voglia che il mio alito puzzi di cipolla e cheddar mentre chiedo a Roxas di sposarmi! 
-E allora mangiati un'insalata.- ribattè. 
Noctis intanto scoppiò a ridere. 
-Dai, zucconi. Andiamo a mangiare qualcosa. 


Il tempo passò in fretta, Axel non mangiò molto, solo, e veramente, un'insalata e dell'acqua. 
Noctis e Prompto invece non erano minimamente cambiati, nonostante avessero trent'anni a testa: mangiarono cibo spazzatura a non finire, scartando, ovviamente, le verdure presenti nei panini. 
In un attimo si ritrovarono in gioielleria. 
Questa volta trovarono anche Naminè, la sorellina minore di Kairi. Pallida, capelli biondi platino, occhi blu oltreoceano: era impossibile dire che non fossero sorelle. 
Axel pagò le fedine, ad un prezzo veramente di favore, con le mani tremanti; effettivamente non sapeva se stesse facendo l'errore peggiore della sua vita, o un meraviglioso disastro.
Ma adesso, eccolo lì, solo all'aeroporto, con una scatolina nella tasca della giacca in pelle che indossava, ad aspettare all'accoglienza il suo amore, rientrato dopo mesi di lavoro. 
Chissà come lo avrebbe trovato: "Gli sarà cresciuta un po' di barba?", "Avrà ancora più occhiaie di prima?", "Starà bene? Avrà mangiato?", "Avrà avuto modo di portare anche oggi la pace del mondo?". 
Guardava compulsivamente l'orario sull'orologio, ed ecco che, preciso alle cinque e mezza, le riuscì ad intravedere un gruppo di diplomatici in giacca e cravatta, e la testa bionda del suo ragazzo spiccava in mezzo a tante altre capigliature troppo comuni fra loro, mentre parlava con i suoi colleghi Hayner, Pence e Olette. 
Vide, poi, il suo amore correre finalmente da lui, mentre lo aspettava a braccia aperte. 


 
 In you and I there's a new land
Angels in flight
I need more affection than you know
A sanctuary, my sanctuary, yeah
Where fears and lies melt away
Music in time
I need more affection than you know
What's left of me, what's left of me now








Sembrò tutto fermarsi, in quel momento. 
Roxas saltò addosso al suo ragazzo, per abbracciarlo forte. 
Sei mesi di mancanza si facevano sentire. 
Non ci fu parola scambiata fra i due, ma solo quell'abbraccio, mentre Axel gli accarezzava lentamente i capelli, che proprio non riuscivano a restare in ordine. 
Gli posò un lento bacio sulla testa, mentre inspirava finalmente il suo profumo. 
-Hai usato il bagnoschiuma alla vaniglia, non è vero Axel? 
-Oh, kiddo... non dovevo? 
-Non chiamarmi più così, dai...- si staccò dall'abbraccio -Sono un ometto, adesso.- 
Il rosso analizzò i tratti marcati del viso del diplomatico: un accenno di barba in più, ma lui continuava a vedere lo stesso ragazzino impaurito e con il naso rotto dal fratello di nove anni fa; aveva ancora le cicatrici delle liti passate con Prompto di quando erano adolescenti. 
-Mi sei mancato, Axel.- sorrise, lui, avvicinando il suo viso a quello dell'amato, posandogli sulle labbra un leggero bacio a timbro. Niente parve più divino al tatuatore di quel semplice tocco. 
-Mi sei mancato anche tu, kiddo.
Il biondo sorrise, riprendendo le valige in mano e avviandosi all'uscita. 
-Dai, torniamo a casa, voglio stendermi sul letto e accoccolarmi a te. 
Ma Axel lo fermò, prendendolo per la spalla. 
-No, aspetta, Roxas. 
-Uh? 
-Ho... ho da dirti una cosa. 
-Mi devo preoccupare? 
-Eh?- il più grande diventò paonazzo -No, no! Ovviamente no!- cominciò a tremare, le emozioni avevano preso il soppravvento e non riusciva più a parlare. 
-Non puoi dirmela a casa? 
-N-NO!- prese un grosso respiro, mise a posto le idee e gli prese una mano, costringendo il biondino a posare nuovamente le valige per terra.
Intanto i colleghi di Roxas fissavano, incuriositi, la scena. 
-Roxas... ci... siamo incontrati nove anni fa... Mio. Dio. Nove anni fa. Sembra essere passata un'eternità. Ci siamo impegnati tanto per realizzare i nostri obbiettivi: stiamo per comprare la nostra prima casa, ci siamo laureati, ora lavoriamo... e non sai quanto io sia felice di esser cresciuto con te, mi hai salvato... sei stato il mio rifugio. La mia casa sicura.- continuava ad accarezzare la mano del ragazzo con cura, mentre lui sorrideva con gli occhi pieni di lacrime. 
-E-ed... io... ti voglio chiedere di compiere un altro grande passo con me.- lentamente, s'inginocchiò tirando fuori la scatoletta appena comprata, mentre i colleghi si limitavano a guardare, senza commentare. 
Aprì il piccolo astuccio, Roxas non poteva assolutamente crederci: due fedine, con inciso "My Sanctuary", ora capiva. 
-Roxas... m-mi vuoi sposare? 
Il più piccolo non rispose subito. 
Ciò fece mancare un battito al ragazzo. 
Ma non durò molto, prima che il ragazzino esclamasse: 
-Sì, sì Axel! Ovviamente ti voglio sposare! 
Mai parole più belle furono udite dalle orecchie del rosso, mentre poteva sentire di sottofondo applausi e urla di gioia. 
Delicatamente, Axel infilò l'anello all'anulare del suo fidanzato. 
Gli stava alla perfezione. 
Roxas fece lo stesso.
Si persero, poi, in un bacio passionale, ma pulito. Un bacio pieno d'amore e gioia. 

Non ci volle molto, scapparono dall'aeroporto mano nella mano, dirigendosi verso la Regalia. 
I due neo-sposi esultarono quando videro Roxas ed Axel allegri, pieni di gioia, e si schiacciarono il cinque: le abitudini da migliori amici non erano cambiate. 
Prompto salutò Roxas con un grosso abbraccio, lo stava stritolando così forte che il più piccolo lacrimò, mentre Noctis si complimentava e faceva gli auguri al suo migliore amico, al suo compagno di disavventure tra fratelli. 
Noctis salutò il piccolo solo dopo Prompto, con una piccola carezza sulla testa, scombinandogli i capelli. 
-Sei cresciuto.- disse, con i suoi toni pacati. 
-Sono fiero dell'uomo che sei diventato, Roxie. 





Il giorno del matrimonio, fissato al 13 Agosto, non tardò ad arrivare. 
E fu tutto perfetto. 
I due scelsero Prompto e Noctis come testimoni. 
Una semplice cerimonia, pochi invitati, delle promesse, una mera firma per testimoniare la loro unione in matrimonio, un bacio... ed i continui pianti di Prompto. 
E in quel giorno, scapparono nella loro nuova casa. 
Solo per loro. 
Il loro rifugio. 

Nudi, i due erano stesi sul letto matrimoniale della loro nuova camera, ancora spoglia e priva di arredamento, solo un letto, dei comodini ed un armadio; per il resto erano circondati da scatoloni del trasloco e ragali di matrimonio.
 Avevano appena consumato, nuovamente, la loro passione inarrestabile, il loro amore. 
Ogni volta era come la prima. 
Scoprirsi era sempre una novità, in qualche modo entrambi scoprivano sempre qualcosa di nuovo del corpo dell'altro. 
Il più piccolo dei due adesso dormiva beato abbracciato al suo amore, suo marito, tranquillo, senza alcuna preoccupazione. 
Eccolo, era a casa. 
Il rosso lo coccolava, accarezzandogli i capelli lentamente, sorridente. 
Si sarebbe addormentato da lì a poco, Morfeo lo stava catturando. 
Ma fu abbastanza tempestivo, da poter pronunciare delle ultime parole, prima di addormentarsi. 
-Ti amo.





Axel's P.O.V

Quando ero un piccolo, ingenuo, giocherellone e sconsiderato ragazzino, ero solito a... ad avere molti,strani, discorsi con il mio migliore amico, Saïx. 
Avevamo circa quattordici anni, ed il mondo sembrava così piccolo nelle nostre mani: eravamo noi, stupidi adolescenti, a poterlo conquistare. La vita non ci spaventava, niente poteva metterci in ginocchio. 
Sembrava come se il futuro fosse troppo lontano per noi: l’università, il lavoro, la carriera... l’amore. 
Era tutto così irrealistico. 

Come ogni sera, ci fermavamo al belvedere per osservare gli stupendi colori del tramonto che la nostra città ci regalava. Gli occhi dorati di Saïx si tinteggiavano di meravigliose sfumature arancioni-rossastre, come se in quei bulbi ci fosse passato del fuoco. 
-Pensi che troverai mai il vero amore, Axel?- mi chiese, mentre fissava il vuoto. 
-Che domande sono, Saïx? Io sto bene così, non mi serve l’amore. 
-Non... vuoi qualcuno da stringere ogni sera, prima di dormire? Qualcuno con cui condividere le tue sventure, le tue gioie, la tua vita? 
-Dio mio.- sbuffai -Saïx, mi stai disgustando. Che ti ha messo tua mamma oggi, nella colazione? Forse ha esagerato con lo zucchero. 
-Deficiente.- mi ammonì. 
“Certo che lo vorrei, e vorrei tanto che quella persona fossi tu.” Pensavo, nella mia giovane mente. 
Ero troppo timido, insicuro, forse un po’ stupido, per poterti dire cosa io provassi per te, caro Saïx. 
Come avrei mai potuto dire a te, mio migliore amico, dei miei sentimenti nei tuoi riguardi? Era tutto intriso di peccato, peccato capitale, lussuria, ingordigia forse? Ero spaventato da chi fossi diventato, da cosa mi piacesse. E a te non piacevano i ragazzi, vero Saïx? 
Ti osservai, per l’ultima volta, sorridente, ripromettendomi che ti avrei detto tutto il giorno dopo.

Nessuno di noi due fu lí, al tramonto seguente, e nemmeno a quello dopo, neanche quello a seguire. 
Perché il destino aveva scelto una fine troppo prematura per te, 
mentre a me aveva lasciato una nuova opportunità. 

Apro gli occhi, adesso ho trentacinque anni, sono sposato da quattro anni con Roxas. 
Niente mi avrebbe mai fatto pensare di poter veramente trovare un amore così intenso, che non fossi tu. 
A volte, rimpiango tutto: vorrei ancora dirti quanto ti ho amato, vorrei averti avanti e dirti quanto tu sia stato un fottuto idiota per essertene andato così velocemente e così presto, per essere scappato via da me, mentre ti stringo forte, amico mio. 
Vorrei poterti far vedere l'uomo che sono diventato, che cosa ho creato con l'aiuto dei miei amici e del mio nuovo amore. 
Vorrei poter farti tenere mio figlio tra le braccia, vorrei vederti mentre gli insegni l'autodifesa: potrebbe imparare così tanto da te, più di quanto possa imparare da un ex-tossico come me. 
Sei stato il mio primo amore ed ora nemmeno posso dirtelo. 
Tutto ciò mi lascia in bocca un'amara dolcezza, che quasi mi fa girare lo stomaco.
Mi tocco la barba: è un po’ incolta, sono giorni che tra lavoro e famiglia non riesco più a curare il mio aspetto fisico. 
È il pieno della notte, sono nel letto della mia nuova casa, e sento dei respiri profondi accanto a me. 
È una fortuna: stanotte c’è il silenzio. 
Giro lo sguardo, inquadrando due corpi che dormono abbracciati. 
Mi trattengo dallo scattare via dal letto: vedo per un attimo te, abbracciato alla figura più piccola. 
Tento di toccarti i capelli, di capire se sei davvero tu, Saix. 
Ma appena poso la mano sulla tua chioma color oceano, sparisci, e finalmente rivedo la figura di mio marito. 
Roxas sembra essere perso nel mondo dei sogni, sorride, mentre tiene stretta al petto la figura più piccola, dalla pelle candida, magro, i capelli biondi platino spettinati e corti, più a porcospino rispetto ai suoi. 
Ci sei venuto a proteggere?
Il piccolo Cloud sembra dormire in pace, per stanotte.
Adesso ha dieci anni, lo abbiamo adottato circa due anni fa: si è subito fidato di noi, ci chiama papà come se niente fosse, ma sembra avere in continuazione degli strani incubi. Non riesce a raccontarci del suo passato, sembra che qualche demone lo torturi fino a portarlo alla pazzia totale, a passare le notti insonni. 
A volte si chiude in camera sua, e non esce per le ore. 
Io e Rox siamo preoccupati. 
Anche Prompto e Noctis lo sono. 
Prendersi cura di un figlio, che non conosci, non lo hai creato tu, è difficile. 
Mi avvicino di più ai due, evitando di far rumore. 
Lascio un bacio sulla testa ad entrambi, augurandomi che questo possa aiutarli a continuare tranquillamente il loro sonno. 
Dopodiché, stringedoli tra le mie braccia, provo a riaddormentarmi anche io, augurandomi che i ricordi di Saïx non tornino a perseguitarmi.




(ANGOLO AUTRICE
Ehy bella gente, se siete arrivati qui, complimenti! Non siete morti di overdose di smielatezza. O, almeno, spero di avervi donato un po' di dolcezza di questa magnifica coppia *sniff* 
La storia è stata scritta con l'intento di donare alla storia scritta da me e Kage un finale molto finale, e colmare qualche vuoto presente della Fic precedente. Anche se non è propriamente necessario leggerla per capire questa FF. 
Spero che vi sia piaciuta, 
e che alcuni di voi recensiscano! 
Grazie mille 

-Roxie)

 
   
 
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