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Autore: Demy77    31/08/2020    2 recensioni
Ad un anno di distanza dalla messa in onda delle ultime puntate della quinta stagione di Poldark sono stata ispirata proprio da questa parte della storia.
La vita dei Romelza si intreccia con le trame dei rivoluzionari francesi e ne è messa a dura prova…ma ho immaginato un possibile sviluppo alternativo ed un finale diverso da quello visto in tv.
Bugie, inganni, colpi di scena rischieranno di allontanare per sempre i nostri eroi, ma il vero amore, si sa, trionfa sempre!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La corsa forsennata con Seamus diede i suoi frutti, perché Ross arrivò al molo mezz’ora prima dell’orario previsto per la partenza. Il porto brulicava di passeggeri diretti alla Queen Mary, l’imponente nave che effettuava i collegamenti della Cornovaglia con il continente. Sembrava che mezza regione avesse deciso di partire proprio quel giorno! Ross si avvicinò al ponte di imbarco e chiese informazioni ad un marinaio, per sincerarsi se Demelza e i bambini fossero già a bordo, ma l’uomo rispose di non aver visto una famiglia corrispondente alla descrizione che gli veniva fatta.
Ross ripercorse allora tutta la banchina e dopo pochi minuti, nonostante la calca, non gli fu difficile individuare tra la folla una chioma rossa ribelle, a stento trattenuta sui lati della testa da alcune forcine. Demelza camminava a passo serrato, tenendo per mano Jeremy e Clowance, ciascuno con una sacca sulle spalle; li seguivano Prudie, trascinando un pesante borsone, ed un uomo robusto – probabilmente un servitore dei Penvenen – che sopra un carrello con ruote spingeva ulteriori due bauli rettangolari in legno.
Ross si fece largo per intercettare il gruppo. Appena Demelza lo vide rimase per un attimo interdetta, e il marito la vide lanciare uno sguardo di disappunto verso Prudie, mentre quest’ultima, a testa bassa, biascicava qualche frase a sua giustificazione.
I bambini, appena si accorsero della presenza di Ross, gli corsero incontro e lo abbracciarono. Avrebbero voluto formulare al padre tante domande; anche se la mamma aveva spiegato loro che per un po’ non avrebbero vissuto insieme, incontrare il padre lì infuse in loro la speranza che avesse deciso di partire con loro. I due piccoli Poldark però non ebbero il tempo di chiedere nulla, perché Demelza, con un tono che non ammetteva repliche, ordinò a figli e servitori di salire a bordo della imbarcazione, prendere posto  e caricare tutti i bagagli, perché la partenza era imminente. “Aspettate un attimo - disse Ross, separandosi a malincuore dai figli – ho bisogno di scambiare qualche parola con mia moglie”. “Non c’è nulla di cui parlare - ribattè Demelza – e comunque la nostra partenza non è in discussione. Fate come vi ho detto”. Prudie scoccò un’occhiataccia ai due padroni, ma fu proprio lei a stemperare la tensione di fronte ai bambini, esortandoli ad ubbidire alla mamma e a salire a bordo per cercarsi un posto comodo, dato che il viaggio sarebbe stato lungo.
Clowance e Jeremy lanciarono uno sguardo malinconico verso Ross, che li guardò tristemente proseguire il cammino verso la nave; deciso a non arrendersi, afferrò Demelza per un polso e le disse: “Devi ascoltarmi. Non puoi farmi questo”.
“Io fare questo a te? E quello che tu hai fatto a me? – sibilò Demelza – e poi non mi sembra il luogo adatto per discutere e dare spettacolo”.
“Su questo ti do ragione – concluse il marito– proprio per questo ti chiedo di ritornare a Killewarren e di parlarne con calma”.
“No, Ross – scosse la testa Demelza – ho preso la mia decisione e nulla di quello che tu possa dire o fare potrà indurmi a cambiare idea”.
“Ma perché? – insistette il marito, trascinandola in un angolo più appartato – qualsiasi problema ci sia fra di noi, cosa c’entrano i bambini? Se Prudie non mi avesse avvisato, li avresti portati via senza neanche darmi modo di salutarli?”
“Che bisogno hai di loro? Hai Valentine, e i figli che potrà darti Tess, la tua amante” – replicò Demelza in tono sprezzante.
“Valentine è figlio di George Warleggan, e tu lo sai bene… ma Tess? Come puoi pensare che mi interessi una donna simile?”
“Forse perché ti ho sentito mentre le parlavi alla miniera... di quanto la desideravi e non vedevi l’ora di fare l’amore con lei, aspettando solo il momento più propizio…”- rispose la donna, furibonda.
“Santo cielo, Demelza, tra me e Tess non c’è nulla! La conversazione che hai ascoltato, mi rendo conto che è difficile credermi, non significa nulla! Non è come pensi! È complicato da spiegare… Tess è al corrente di qualcosa che mi riguarda, estremamente pericoloso, e devo tenerla buona affinchè non mi tradisca …  perdonami se finora ho taciuto, ma l’ho fatto a fin di bene, per la tua stessa incolumità!”
“Le solite scuse per tenermi fuori dalla tua vita: francamente ne ho abbastanza. Ora lasciami andare Ross” – e così dicendo la donna cercò di troncare quella conversazione penosa.
“Ancora un attimo, ti prego! Ti chiedo solo di aspettare qualche giorno, non partire per l’America! Cerchiamo di trovare una soluzione insieme!”
“Tu non vuoi cercare soluzioni insieme, non lo hai mai fatto  - concluse amaramente la donna - Vuoi solo il mio avallo a quello che tu hai già deciso, è diverso. Comunque Prudie ti ha male informato: la nave farà scalo a Lisbona, e mi fermerò per un po’ di tempo da tua cugina Verity. Solo dopo partiremo alla volta dell’Honduras, per raggiungere Kitty e Cecily.”
Ross sembrò rincuorato ed aggiunse, disperato: “Promettimi allora che non partirai da Lisbona prima che io vi raggiunga. Giuramelo, Demelza.”
“Io non ti giuro proprio nulla, non sei nelle condizioni di poter pretendere qualcosa da me. Non cercarmi più e lascia che viva la mia vita, come tu già vivi la tua senza di me. Addio, Ross.”
Gli voltò le spalle bruscamente con l’intenzione di andare via, ma  si sentì afferrare per la vita ed in un attimo si trovò stretta tra le braccia di suo marito, gli occhi negli occhi. Si fissarono per un istante nel corso del quale Demelza sentì vacillare tutte le sue convinzioni, poi Ross la baciò. Fu un bacio passionale, avido, che esprimeva tutta la frustrazione  del momento. Sulle prime Demelza non provò neppure a resistere a quella foga, anzi corrispose al bacio; ma appena recuperò la lucidità serrò i denti, si divincolò e pose fine a quel contatto.
“Cosa credi di fare? – esclamò furiosa - Non può bastare questo a risolvere i problemi, e tu lo sai… Sei un arrogante, un egoista, un prepotente! Troppe volte ho ingoiato rospi per amore tuo, ma questa volta non accadrà; ti ripeto che non tornerò indietro, qualunque cosa tu dica o faccia per convincermi!”
“Hai ragione, sono tutto quello che tu dici: un pessimo soggetto ed un pessimo marito… ma ti amo più della mia vita e non posso rinunciare a te, Demelza!” – sussurrò Ross.
La giovane si morse il labbro per evitare di perdere il controllo delle sue emozioni. L’uomo che le aveva professato il suo amore e l’aveva baciata con tanto ardore era lo stesso che aveva fatto gli occhi dolci a quella serpe della Tregidden e che l’aveva lasciata andare via da Nampara senza un fremito. E lei era davvero stanca di illudersi. Non poteva consentirgli di spezzarle il cuore l’ennesima volta.
“Non abbiamo nient’altro da dirci Ross. Lasciami passare, per favore” – disse, con un tono di voce che non era il suo.
Nonostante la freddezza di Demelza, Ross continuò:–  “Al di là degli errori che ho commesso, e per i quali  imploro il tuo perdono , l’unica verità che conta è il mio amore per te! La nostra storia non può finire così!”
“Bisognava pensarci prima. Abbi cura di te, Ross” – tagliò corto Demelza, avviandosi verso la nave.
Ross non si arrese, corse, la superò e le si parò davanti. “Ho capito che sei ostinata a partire e che non riuscirò a trattenerti, ma ti avverto: non rinuncerò mai a te, a Jeremy e a Clowance! Verrò a cercarvi a Lisbona , in America, o fino in capo al mondo, se serve! Vi riporterò a casa con me, fosse anche contro la tua volontà! Te lo giuro!”
Demelza non rispose e lo fissò un’ultima volta, con il cuore a pezzi. Anche se una piccola parte di sé avrebbe voluto credergli, gettargli le braccia al collo e tornare a Nampara, sentiva che partire era la decisione giusta. A passo deciso si diresse verso la passerella della Queen Mary finchè scomparve alla vista del marito. Una sirena annunciò ai passeggeri che la nave era pronta per salpare. Ross rimase immobile sulla banchina del molo ad osservare la nave allontanarsi fino a diventare un minuscolo puntino all’orizzonte. Strofinò gli occhi, ormai lucidi, e si chiese dove avrebbe trovato la forza con i compagni di lavoro e con i francesi per fingere che non fosse successo nulla.
  
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