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Autore: XI Dottore    02/09/2020    1 recensioni
Questa storia parla di un ragazzo qualsiasi che finisce catapultato in un altro mondo. Qui dovrà affrontare numerose sfide e difficoltà nel tentativo di ritornare al suo mondo dalla sua famiglia.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio fu abbastanza breve, ma la sensazione di compressione su ogni singola parte del corpo lo rese un'esperienza traumatica; è come se ogni singolo arto sia stato preso a bastonate.

Finalmente l'arrivo. La sfera rallenta ad un metro di altezza per poi sparire nell'iperspazio, lasciandomi cadere come un salame sulla dura terra.

 

Okey okey, prendo una piccola pausa dal racconto per una precisazione...faccio schifo a scrivere, ho sempre odiato italiano e con i verbi al passato remoto ho un brutto rapporto, quindi mi vedrete cambiare tempo verbale di frequente; abbiate pazienza e godetevi al meglio il racconto <3.

 

Lo schianto sul terreno è stato leggermente attutito da un sottile manto erboso, di un verde bellissimo; prima di chiudersi dal portale esce una sacca che mi sbatte sulla testa e cade per terra. Dopo pochi minuti mi sono alzato in piedi e...stranamente sono vestito...come? Dove li ho presi? Suppongo che tale entità abbia voluto darmi un minimo di decenza...pure le scarpe mi ha lasciato; che poi...sembravano delle espadrillas, non proprio le mie preferite, ma pur sempre meglio di niente. I vestiti sono dei pantaloni lunghi blu molto stretti in quello che sembrava cotone, una maglietta bianca anch'essa leggera e un mantello molto pesante (si moriva quasi di caldo ad una certa) con un grosso cappuccio tutto di colore marrone.

Guardandomi intorno si notava solo una sconfinata pianura verdeggiante con delle colline all'orizzonte, una strada in terra battuta, il cielo azzurro ed il sole alto nel cielo; il tutto mi fece venire una qual certa nostalgia di casa. Al che, un dubbio mi si insinuò nel cervello: “Ma io respiro? Wait what? Il sole è giallo. Okey. Va tutto bene. Ma che lingua parleranno qua? Non è che quel tizio mi ha trollato e semplicemente mi sono svegliato da qualche parte sul mio vecchio mondo?”. Una volta risolti i dubbi esistenziali sul dove e perché fossi li ho pensato che aprire la sacca (di un colore bianco sporco, che dalla botta ricevuta, sembra abbia qualcosa di spigoloso dentro) poteva essere una buona idea; cioè, è una banale sacca di stoffa chiusa da una corda. Dentro ci sono un foglietto piegato in quattro parti ed una coppia di libri (il primo di colore rosso molto più grande rispetto al secondo, che invece era grigio)...okey, questi li teniamo per dopo.

Se ve lo chiedete...si, ero un tizio dolorante, in piedi in mezzo al niente che guardava dentro una sacca cose che non capiva cosa fossero.

 

Apro il bigliettino, dentro c'è una piccola pastiglia gelatinosa, sul bigliettino una scritta molto semplice: “il mondo sulla quale ti ho mandato è molto simile al tuo, ma la lingua è completamente diversa...la pastiglia che ti ho lasciato serve per farti capire e capire quello che dicono”.

Sembra “guida galattica per autostoppisti”, vabbè, se proprio serve la mando giù, ma almeno poteva darmi anche un po' di acqua. Deglutisco la pastiglia, giro il fogliettino, frugo nella sacca in cerca di dettagli della missione...ma di indizi neanche l'ombra; persino in dark souls almeno ti dicono che devi suonare le campane...

 

Il dilemma adesso è: seguo il sentiero? Mi incammino per la campagna? Questi libri sono completamente bianchi e non mi dicono niente.

Decido tirando un sassolino, trovato li per terra, che è meglio incamminarsi per il sentiero con i monti alle spalle e sperare di arrivare da qualche parte entro sera; perché dormire all'aperto non è di certo il mio passatempo preferito.

Dopo due ore circa di camminata lunga ed estenuante inizio a vedere qualcosa in lontananza...palazzi che spuntano da un muro? What? Incredulo e cercando di mettere bene a fuoco ciò che stavo vedendo, uno strano oggetto simile ad una autovettura, mi sfreccia a fianco ad una velocità discretamente elevata. Ad occhio e croce a me ci voleva un'altra oretta di camminata, mentre quello strano oggetto, che riuscivo a seguire con lo sguardo, nel giro di poco è riuscito ad arrivare.

 

sarebbe proprio bello avere uno di quelle “macchine”.

 

Man mano che mi avvicino lo spettacolo è sempre più sbalorditivo: “grattacieli” alti e squadrati, “macchine” volanti, qualche sporadica persona vestita in maniera strana con stoffe di colori improbabili e lucidi...ed è solo l'entrata...la città è circondata da un alto e solido muro, quasi quanto i palazzi, in quello che sembrava acciaio scuro con postazioni di guardia ogni tot metri; la cosa strana è che le guardie sembrano...disarmate...niente fucili o altro.

 

Arrivando al cancello, quella che penso sia la guardia della dogana mi si avvicina e dopo un cenno di saluto mi ferma.

“Buongiorno straniero, controllo di routine per i visitatori, da dove arriva? Mi dia i documenti?”

A quanto pare quella pastiglia ha funzionato davvero

 

“Salve, ehm, è un po' difficile da spiegare...non ho documenti.” A sentire quella frase la guardia inizia a guardarmi male.

“Nel senso, mi sono ritrovato sballottato a circa 3 ore di camminata da qui, posso dire di essere stato lanciato qui...nel vero senso della parola”.

Al che la guardia diventa bianca in volto.

“Di grazia, come ti avrebbero lanciato qui???”

 

Stavo dimenticando di descrivere la guardia...praticamente indossa una divisa abbastanza normale potrei dire, rispetto a quello che è l'abbigliamento che si vede agli abitanti al di la del cancello: in testa ha una visiera che gli copre gli occhi e si estende orizzontalmente su tutta la circonferenza della testa. Un lungo cappotto nero lucido alla matrix, maglia scura con un simbolo sul petto, pantalone e scarponi; a quanto pare qui vestono molto simile a noi.

 

Da sotto il cappotto tira fuori un bastone in metallo (alquanto strano direi), puntandomelo dritto in faccia.

“Ripetimi esattamente chi è lei, da dove viene straniero e che cosa ha nella sacca. Non faccia scherzi o la arresto per tentata intrusione illegale.”

Ciò non è bello da sentirsi dire, sono arrivato da mezza giornata in questo mondo e già mi minacciano, che fortuna.

“Allora, stiamo caldi...ehm...calmi, con un'arma in faccia mi si impasta la lingua. Mi chiamo Igor, vengo da...molto lontano...si può dire; nella borsa ho solo 2 libri...bianchi...niente di che.”

La guardia mi ispezione la sacca e mi dice, con un tono più pacato e cauto “Tu non sei di questo mondo, vero? Questi sono libri di magia potente, non comuni in questa regione del continente, ma neanche inusuali da vedere. Ti guardi in torno in maniera troppo circospetta, il tuo linguaggio è molto strano. Dovrò trattenerti. Ti scorterò dall'astronomo del Re”.

“Non sono in arresto quindi? Non mi frustate o torturate? Vero?” “No. Tranquillo. Ero stato avvisato che qualcuno di strano sarebbe

arrivato. Sei stato fortunato a capitare qua. Ti metto questo bracciale solo per sicurezza”.

 

Il bracciale è una specie di orologio metallico, anche abbastanza freddo oserei dire, con il quadrante interamente illuminato di rosso.

A quel punto, salgo sulla “macchina” della guardia e partiamo per andare da questo famoso astronomo.

   
 
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