Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: milla4    05/09/2020    1 recensioni
Era una Tyrell, era destinata a quel trono freddo e inospitale, eppure Margaery aveva trovato qualcos'altro, qualcosa di pił appagante e seducente. E avrebbe fatto di tutto per ottenerlo.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Joffrey Baratheon, Margaery Tyrell, Renly Baratheon, Tommen Baratheon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il mio ruolo,
la mia corona


 
Adagiata in una vasca colma di latte di cavalla e di petali di rosa che, come piccole barche profumate, navigavano in quel morbido mare d'avorio, Margaery cercava di non pensare al futuro che le si sarebbe presentato da lì a poco. La testa era appoggiata su un basso cuscino di mussola, si passò una mano sul seno pizzicandoselo: era ancora sodo e quel bagno avrebbe reso la sua pelle morbida e liscia. Margaery chiuse gli occhi.

Un trono fatto di scomodo ferro aveva portato il mondo a distruggersi e a ricomporsi in nuove alleanze, nuovi segreti, nuovi destini in mano a vecchie teste ingrigite dal tempo e dalle preoccupazioni.
Era soltanto una bambina quando suo padre aveva portato lei e suo fratello a visitare la capitale dei Sette regni. Margaery aveva ben piantato in mente il ricordo infantile di quel giorno, sul Trono un uomo dal viso contrito, sembrava come se fosse un enorme sacco informe ripieno di emozioni negative che fossero rabbia o tristezza: era troppo piccola per comprendere, ma ricordava la sensazione di pesantezza che quel corpo sfatto le dava. Poco più in là una figura altera ma al contempo leggiadra aveva preso posto dietro e di lui, come se non dovesse offuscarne la figura ma ne condividesse il valore. Era così bella la regina Cersei con i suoi lunghi capelli biondi intrecciati in un'acconciatura che sembrava non avesse fine né inizio, contornata da una corona più piccola rispetto a quella del suo consorte, più delicata e femminea. Più splendente e vitale: era lei la madre dell'erede al trono, colei che avrebbe consentito alla casata di governare su quella rozza sedia di ferro. 
Suo fratello passò tutto il tempo a osservare la magnificenza del Trono ma Margaery aveva compreso cosa valesse di più per lei, cosa doveva puntare per avere il potere.
 
Non aveva mai dovuto pensare al suo futuro: era una Tyrell e nei piani, sin dalla sua infanzia, era previsto che i membri della casata avrebbero raggiunto le alte vette del potere. Sua nonna l'aveva addestrata per questo, le aveva insegnato cosa fosse la vera vita, con le sue verità e le sue bugie;  abili maestre le avevano inseganto cosa fosse l'amore e ad adorare il proprio corpo, un utile strumento per i propri piani. 
Quando ebbe le sue prime esperienze amatorie, nessuno si preoccupò della sua virtù, anzi, era stato un modo per tastare le proprie abilità in quel ludico campo ed eventualmente, migliorarle.
 
Ricordava ancora il giovane stalliere con cui giocò a cavalcare rinchiusa nella sua stanza, o il giovane apprendista pasticciere che le insegnò quali parti del corpo maschile fosse doveroso ossequiare per rendere un uomo veramente felice.
Margaery sentiva dentro però anche dell'altro, qualcosa di personale che fortunatamente coincideva con le aspirazioni della sua casata; Margaery non voleva il potere nelle sue mani, comandare il mondo dall'alto, no, lei voleva indirizzarlo, sullo sfondo tramite le arti che aveva imparato sin da quando il suo corpo era cambiato
Aveva provato a prendere il suo posto nel mondo accanto a un uomo vanesio come Renly.  Quell'unica notte, dopo che aveva formalmente fatto di lei una regina almeno davanti agli dei, aveva provato a consumare quel matrimonio per renderlo reale, ma sentito il sesso di lui spegnersi al suo tocco. 
Comprese allora che anche se aveva una corona in testa non era che una semplice donna insoddisfatta: in fondo era solo una regina e una regina senza re è come un mulino senza grano, inutile. Cercò di farlo suo in modi alquanto curiosi, se il popolo avesse saputo cosa la madre del futuro erede dei Sette regni avesse dovuto fare per avere ciò che le spettava, ne sarebbe certo inorridito. Non la prese nemmeno una volta: capì allora che non sarebbe stato un re, solo un giovane che giocava con le sue truppe a fare l'uomo.
 
Ma era una Tyrell e la sua casata era come un girasole che guarda al Sole che più gli conviene: la seconda volta sapeva che sarebbe stata ancora più difficile. Mentre conversava con Re Jeoffrey sentì che avrebbe passato il resto della sua vita a cercare di frenarne gli istinti, avrebbe dovuto usare le sue spine contro il leone.
Lo aveva inseguito come una preda, cercando di ammaliarlo con le doti che gli dei le avevano donato ma lui sembrava più interessato a giocare con la povera piccola Sansa Stark, forse era lei ad averlo veramente affascinato. 
Joffrey Baratheon voleva far del male a qualunque cosa lo deliziasse.
Margaery sentì che il suo piano sfuggirle dalle mani, non sarebbe stata la figura silente dietro il suo Re e sposo, ma un suo giocattolino che, una volta stancato il padrone, sarebbe stato gettato via. Non avrebbe avuto alcun potere se non nel piccolo regno del palazzo reale e, forse, nella sua città ma per il resto della sua vita avrebbe dovuto cercare e ricercare nuove attività che soddisfacessero il suo sposo, cose sempre più estreme pur di non annoiarlo.
Doveva essergli utile, oppure nemmeno quel diadema che aveva sulla testa avrebbe potuto proteggerla. 
Perciò, quando lo vide riverso a terra, con il viso coperto da fluidi che emanavano olezzi nauseabondi, si dovette sorreggere ad un tavolo, mentre si premeva la mano sulla bocca: il sasso che aveva ben piantato nel cuore cadde a terra facendo un tonfo che sapeva di libertà.
Si era immaginata la sua notte di nozze e quelle a seguire, ognuna seguita da giornate di riposo per riprendersi dalle atrocità che il suo sposo aveva previsto per l'amplesso coniugale… Margaery sospirò, mascherandosi da vedova affranta.
 
 
E ora era lì, nelle sue stanze prima di congiungersi per la prima volta a suo marito, il suo re. L'ultimo re di una sfilza di Baratheon i cui peccati erano stati loro fatali.
Si passò una mano tra i riccioli scuri sotto al ventre per prepararsi all'amplesso: lo avrebbe soddisfatto con poco e nel tempo gli avrebbe insegnato a seguirla, a darle il potere di dominarlo. 
Una notte era stata abbastanza per istillare in lui la voglia di averla, quando sarebbe stata sotto di lui pronta per accoglierlo le avrebbe concesso il potere sulla propria anima.
Ripensò brevemente a quella giovane donna dai capelli dorati che aveva visto molti anni indietro: anche se la odiava doveva ammettere che era stata lei a farle capire quale sarebbe stata la sua strada e che dietro a quel trono voleva esserci lei, Margaery, e quella piccola corona sarebbe stata sua.
Avrebbe costruito il suo regno nel letto e nei cuori, la rosa dei Tyrell avrebbe eguagliato il Sole che le aveva dato vita.








 




 


 
 
 
Note: allora, la storia in realtà doveva essere una flash per un contest indetto dal gruppo "Caffé e Calderotti", il prompt scelto era quello assegnato da LadyPalma (qui il suo profilo Efp http://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=50748) ed era sul rapporto di un dato personaggio con il potere, come lo intendesse.
Io ho deciso di usare Margaery Tyrell perché credo sia stata una delle poche nella serie che ha pensato praticamente solo a quello: non ai figli, amanti ecc. ma a prendersi il suo posto, la sua corona.

Spero di non essere andata troppo OOc, ci ho provato... ma i fandom non sono proprio il mio mestiere, ecco.

A presto

milla4
 
   
 
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