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Autore: Mr Lavottino    05/09/2020    7 recensioni
E se Efp non fosse altro che una grossa industria che presta i personaggi dei vari fandom ai giovani scrittori in erba?
La storia vede come protagonisti i personaggi di ATR/TD che, annoiati dal poco lavoro, interagiscono fra di loro ricordando il passato e ragionando sul futuro. Riusciranno i nostri eroi a tornare allo splendore di un tempo?
Capitolo I - Duncan e Courtney
Capitolo II - Dawn e Scott
Capitolo III - Noah ed Emma
Capitolo IV - Trent e Cody
Capitolo V - Duncan, Gwen, Zoey e Mike
Capitolo VI - Troppi.
Capitolo VII - Noah ed Ezekiel
Capitolo VIII - Heather e Gwen
Capitolo IX - Tutti.
Capitolo X - Gwen, Zoey, Tyler e Leshawna
Genere: Comico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Heather rimase incantata nel vedere il fumo della sigaretta di Gwen uscire dalla punta bruciacchiata. L’insolita colorazione verdastra aveva destato non pochi sospetti al suo occhio, convinta che una cosa del genere non potesse essere possibile.
- Che dannazione ti stai fumando, darkettona? – domandò, con la solita aria sprezzante che la contraddistingueva ormai da più di dieci lunghi anni. Gwen la guardò con un sopracciglio alzato, poi sospirò gettando fuori altro fumo verdastro dalla bocca.
- Posso fare come voglio, figurati se non riesco a cambiare il colore del fumo di una fottuta sigaretta. – la gotica schioccò le dita ed il colore passò da verdastro a nero, per poi ritornare al classico grigio.
- Secondo me ti droghi, e lo fai anche pesantemente. – Heather assottigliò gli occhi, cercando di provocarla il più possibile. Adorava farla esplodere di rabbia soprattutto perché in quel modo potevano passare la giornata al meglio, fra insulti pesanti e botte evitate per miracolo.
- Non lo farei mai, sarebbe irrispettoso nei confronti dei nostri lettori. – Gwen non riuscì a trattenere una leggera risatina.
- Sveglia, qua non c’è nessuno. – Heather, nel dubbio, si guardò attorno per confermare quello che aveva appena detto.
- Ed io come faccio a saperlo? Ormai qui è tutto relativo. – la gotica gettò a terra la sigaretta e ruotò gli occhi – Dopo quel dannato incontro è diventato tutto così confuso. – appoggiò l’indice e il pollice sulla caruncola lacrimale e si lasciò andare ad un lungo sospiro.
- Credi davvero a tutte quelle cazzate? Diamine, ti facevo più sveglia. – l’asiatica scosse la testa e portò gli occhi contro il muro bianco davanti a lei.
- Le reputi cazzate. Non lo so, forse lo sono, ma a me sono sembrate abbastanza realistiche. – Gwen si passò una mano nei capelli – Anzi, direi proprio che mi hanno convinto. – concluse.
- Questo perché sei un’idiota darkettona. – Heather mosse le spalle con fare teatrale, mentre nel suo volto si disegnava pian piano un piccolo ghigno. Seppur non ne fosse pienamente cosciente, stava cercando di sviare quell’argomento spinoso che stavano intraprendendo.
- Zoey mi ha chiesto di prendere parte ad un centro di recupero. – le parole di Gwen, tuttavia, spalancarono le porte al fantomatico argomento sopra citato.
- Di che diavolo stai parlando? – l’asiatica sbatté gli occhi per qualche secondo, mentre la sua testa capiva lentamente il perché Gwen si fosse presentata da lei senza alcun preavviso in quella maniera. Doveva confidarsi, ecco il motivo. Perché Gwen sapeva perfettamente che l’unica persona che poteva darle un consiglio era Heather. Lei era l’unica che non si sarebbe fatta condizionare e che avrebbe saputo darle la risposta migliore.
- Non lo so, mi ha parlato di una specie di riunione nella quale vuole risolvere i problemi di personalità dei personaggi. – rispose Gwen, cercando di essere la più esaustiva possibile.
- Ancora non capisco. – l’asiatica sbatté nuovamente gli occhi ed inclinò la testa. Gwen si limitò a sospirare.
- Dopo quel discorso che l’autore ci ha fatto, molti di noi sono sprofondati in una crisi di identità. Sapere che è tutto pilotato da un autore esterno alla storia non è semplice da accettare. – spiegò, mentre giocherellava con le dita.
- Bah, sono tutte cazzate. Scemi voi che vi lasciate influenzare. Io odio addirittura lavorare, pensa te cosa mi interessa se tutto si rivela una stronzata. – Heather stirò le braccia e si lasciò affondare nel divano.
- Forse hai ragione tu, però – Gwen si prese una pausa – non lo so, mi sembra di star andando contro un muro. Siamo stati fino a ieri a lamentarci dell’inattività del sito e, tutto d’un tratto, esce fuori che è tutta una palla. – Gwen appoggiò la testa sullo schienale e puntò gli occhi verso il soffitto bianco.
- Te lo dico io, la verità è che voi vi fate condizionare troppo da quello che interpretate. Nel senso, se anch’io fossi come voi dovrei andare dietro ad Alejandro per tutto il tempo. Sai, abbiamo un sacco di storie dove scopiamo o, comunque, ci andiamo molto vicini. – l’asiatica si guardò le unghie con fare indifferente, nella speranza di risultare la più distaccata possibile. Perché lei, in verità, dava fin troppa importanza a quello che faceva sul sito. Per smascherarla, sarebbe bastato ricordarle come si comportava quando il cartone era nel pieno del suo successo e lei, assieme ai più popolari, veniva usata in qualsiasi storia.
Boriosa, acida, permalosa e altezzosa. Trattava tutti senza rispetto ed andava in giro come una star di Hollywood all’apice della sua carriera. Poi, lentamente, aveva smesso, o meglio, era stata costretta a smettere. Meno lavoro, meno cose su cui vantarsi. L’unico modo in cui poteva salvare la sua immagine, per evitare di finire come una vecchia attrice alcolizzata che rimugina nel passato, era quello di fingere che, ormai, non le importasse più di nulla.
A lei, Heather Wilson, non importava niente di lavorare, anzi, il lavoro le portava via tempo prezioso che preferiva passare stando seduta a bere cocktail su un divano comodo.
Quella bugia aveva portato i suoi frutti, gli altri personaggi l’avevano presa ad esempio e, in pochissimo tempo, era diventata l’icona del “non ho voglia di lavorare”. Eppure c’erano personaggi che non potevano essere fregate, personaggi che avevano letto fin troppo bene fra le righe e che sapevano perfettamente dove stesse andando a parare.
Gwen era una di quelle. Heather ci aveva provato a convincerla di essere cambiata, ma non c’era stato alcun modo. I tempi in cui si vantava di “First time”, di “Tango and love” o di “Agape” erano ben impressi nella testa della gotica.
- Heather, ti prego, accetta la realtà. – Gwen schioccò le dita facendo apparire una sigaretta nella sua mano e un accendino nell’altra. Mise la sigaretta in bocca e la tenne ferma con i denti – Nemmeno io capisco alla perfezione quello che sta succedendo, ma far finta di niente complicherà ancora di più le cose. – accese la sigaretta.
- Sentiamo, darkettona da strapazzo, tu che suggerisci di fare? – Heather incominciò a ticchettare con forza sullo schienale del divano. Gwen buttò fuori un po’ di fumo e la guardò scuotendo la testa.
- Non lo so Heather. Se lo sapessi, non sarei qui a chiederti aiuto. – quelle parole, dette con una franchezza tale da sembrare un’ammissione di impotenza, accesero una lampadina nella testa di Heather. Gwen aveva davvero bisogno di aiuto e, fra tutti, aveva scelto lei. Un misto fra felicità, incredulità e voglia di morire, perché quella non guastava mai, le riempì la testa.
Heather boccheggiò per quasi un minuto intero. Non sapeva cosa dire, non sapeva se poteva fidarsi di Gwen. Avrebbe dovuto rivelarle tutti i drammi nascosti nel suo inconscio? Oh, dannazione, che aveva da perdere? Fu proprio quel pensiero a convincerla del tutto.
- Ormai mi pare fin troppo chiaro che questa storia del lavoro nelle fan fiction non sia che una grande cazzata. – l’asiatica si sdraiò sul divano proprio come se fosse stata dallo psicologo. Lo trovò stranamente eccitante.
- Vedo che finalmente ti sei decisa a parlarne sul serio. – Gwen incrociò le braccia al petto e la guardò con fare soddisfatto.
- Esattamente, e come sto facendo io dovrai fare tu. Sei piena di problemi, goticaccia da quattro soldi. – ribatté quella.
- Cavolo, vuoi iniziare a litigare? – l’espressione di Gwen mutò radicalmente.
- Penso sia il modo migliore per sfogarci. Nel reality le nostre litigate sono un cliché. – Heather alzò, per quanto potesse farlo, le spalle e sorrise.
- Certo, perché tu sei acida come cibo andato a male. Se scendessi dal piedistallo, forse, riusciremmo ad avere una conversazione civile. – Gwen non se lo fece ripetere due volte.
- Senti cara, dal personaggio con più comportamenti “OOC” non voglio lezioni di stile. Sembravi una dodicenne in piena crisi ormonale. “Uh, amo troppo Trent”, “Uh, non lo amo più”, “Wow, com’è fico Duncan”, “Bleah Duncan non mi piace più, preferisco farmi trattare come una pezza da Courtney”.  Ho appena riassunto quattro stagioni in quattro frasi. – anche Heather attaccò con il piede di guerra senza farsi intimorire.
- Ha parlato la super villain, che dopo due stagioni di figuracce si è ritrovata ad essere eroina per caso perché la sua controparte maschile era nettamente migliore di lei. – Gwen assottigliò gli occhi.
- La mia, cara darkettona con troppe crisi di personalità, si chiama evoluzione del personaggio. Sono passata dall’essere una villain con le palle ad un personaggio leggermente più positivo. – a quelle parole, Gwen si morse un labbro – Tu, invece, sei diventata il burattino dello show. –
- E pensare che c’è gente che non se n’è nemmeno accorta. – la gotica si portò le mani davanti alla faccia – L’unica critica che mi hanno fatto è stata sulla doppiatrice, l’unica cosa in cui io non c’entravo assolutamente nulla. – sussurrò poi.
- In effetti. – Heather buttò benzina sul fuoco.
- Eppure tutti mi amano. Incredibile, tanti personaggi sono stati accantonati per dei singoli errori, mentre io, Courtney, Duncan e tutti gli altri più famosi siamo considerati come divinità nonostante tutto. Da non credere. – Gwen appoggiò la testa sullo schienale e buttò fuori dell’altro fumo dalla bocca. Lo osservò sbattendo gli occhi, poi soffiò e lo fece disperdere nella stanza bianca.
- Hai recitato in un centinaio di storie. “Notte di mezza estate”, te la ricordi quella? Cavolo, al tempo la Gwencan andava di brutto. – entrambe sorrisero – C’è anche “Choose what your heart suggests”, per finirla ci hanno messo una vita, però, ehi, è stato un bel successo. –
- Beh, c’ero anche in “Agape”. Oh, e ti ricordi de “La fine del mondo”? Quanti ricordi. – Gwen buttò la sigaretta a terra e la guardò mentre scompariva con aria malinconica – A quei tempi non avevamo nulla di cui preoccuparci. “Tanto poi faranno un’altra stagione”, bastava pensare a quello e tutti i nostri errori e problemi venivano rimandati. E ora, che abbiamo capito che più in là di uno stupido spin-off dell’asilo non possiamo andare, sbattiamo di muso nelle nostre incongruenze. –
- Però tanta gente si fa fregare dai ricordi. – Heather si tirò su con la schiena – Ad esempio, c’è un sacco di gente che dice di amare Mal. Come si può amare Mal?! È il classico villain stereotipato senza pudore che puntualmente viene sconfitto nella maniera più casuale ed insensata dell’universo. L’ho sempre trovato un’offesa verso me e verso Alejandro. – sbottò.
- Solo verso voi due? Ci sono anche Scott, i pattinatori e – l’asiatica non le permise di finire.
- I pattinatori posso passarteli. Tutti gli altri “villain” non sono altro che degli idioti che non hanno idea di come si gestisce una stagione dalle retrovie. Sono stati fatti e pensati nella maniera più sbagliata in assoluto. – Heather colpì il divano con un pugno.
- Hanno voluto esagerare. Il cast della prima stagione era bello perché verosimile, dalla quarta in poi hanno deciso di fare personaggi sempre più strambi e improbabili e, beh, non è stata una grande mossa. – Gwen scosse la testa, venendo imitata dall’altra.
- Vacci a quel corso di recupero o come cavolo si chiama. – disse rapidamente Heather voltando la testa di scatto. Non lo avrebbe ripetuto più di una volta, perché per lei dire quella frase equivaleva ad una sconfitta a livello morale. Gwen, sulle prime, la guardò sbattendo gli occhi incredula, poi, pian piano, un piccolo sorriso si dipinse sulla sua faccia.
- Grazie Heather, sei una vera nemica. – le disse, senza riuscire a trattenere una risata.
- Oh, smettila. È dalla seconda stagione che non siamo più nemiche. – Heather la liquidò con un cenno della mano, facendole capire che era giunto il momento di andarsene.
- Immagino che sia uno dei tanti motivi per cui dovrò andare a quel centro di recupero. – Gwen si alzò dal divano e si allontanò di qualche passo. Schioccò le dita ed una porta marrone apparve davanti a lei. La aprì con calma mentre con la coda dell’occhio guardava Heather, occupata ad osservarsi le unghie con fare noncurante. Gwen trasse un lungo sospiro, poi attraversò la porta.
Fu solo dopo l’addio della gotica che Heather riuscì a rilassare le spalle. Farsi vedere come una donna tutto d’un pezzo era una sceneggiata che, col passare del tempo, le diventava sempre più difficile. Eppure a quell’aria da vip non voleva rinunciare, seppur fosse cosciente che non era altro che una debole facciata. D’altronde cosa poteva fregargliene? Sapere che non era altro che un manico mosso da una marea di scrittori l’aveva solo portata ad accettare quella triste realtà. Accettazione che, invece, Gwen non era ancora riuscita a raggiungere.
Heather si lasciò sprofondare nel divano e, dopo aver puntato gli occhi sul soffitto bianco, si lasciò andare ad un’ultima frase conclusiva.
- Che poi, Zoey è la prima a non aver accettato se stessa. Che faccia tosta. – scosse la testa. Avrebbe chiamato Alejandro, così si sarebbe tolta dalla testa quei pensieri che le ronzavano in mente come mosche. Una litigata, un po’ di sesso e poi sarebbe tornata come nuova.
 
 
ANGOLO AUTORE:
Ma ciao! Come state? Io non benissimo, ho un mal di schiena atroce.
Tralasciando ciò, vi starete chiedendo cosa voglia dire questo capitolo, immagino. Beh, ormai questa storia è un mischione di idee, progetti e pensieri, pertanto ho deciso di mischiare un po’ le carte in tavola. Infatti, questo capitolo è ambientato dopo il famoso incontro fra tutti i personaggi.
Beh, io so cosa è successo, voi no. Perciò… magari potrebbe essere un po’ difficile da capire, ma a tempo debito avrete le risposte. Per adesso accontentatevi si quel poco che Heather e Gwen hanno detto al riguardo.
Onestamente, non volevo continuare troppo questa storia, ma l’idea di Zoey che gestisce un “centro di recupero per personaggi con crisi di identità” mi sembrava fantastica. Quindi… meno riferimenti alle storie e più al reality e al fandom. Che poi, ehi, faccio sempre come mi pare, quindi i capitoli potrebbero uscire una volta in un modo e una volta in un altro. Sto usando questa storia come test per migliorarmi, tutto qui.
Detto ciò, ci vediamo al prossimo capitolo!
Ah, per chi si chiedesse che fine ha fatto House of Memories, con calma ci sto lavorando ;-)
   
 
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