Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: _Blumenonfire_    05/09/2020    2 recensioni
Ambientato dopo "The Reichenbach Falls".
__________________________________
Sai, quando sono solo a volte faccio finta che tu sia qui con me: ti parlo e mi lamento della giornata in ambulatorio o della sporcizia che c’è in cucina (anche se ormai non ne sei più tu la causa); ascolto il silenzio e penso che semplicemente ti sei inabissato nel tuo Palazzo Mentale, da dove prima o poi riemergerai per chiedermi qualcosa di idiota come aggiustarti il cuscino sotto la schiena o andare da Anderson per riportargli un tuo insulto; la mattina preparo sempre tè e toast per due e la tua porzione rimane tutti i giorni intatta.
Spesso sento rumori di passi o il frusciare di una vestaglia e allora corro in salotto aspettandomi di vederti lì a lanciarmi uno sguardo del tipo Perché sei così sorpreso? E’ perfettamente logico che io mi trovi qui, ma ogni volta c’è solo quella maledetta poltrona di pelle, vuota dall’ultima volta che ti ci sei seduto tu.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

Caro Sherlock,

probabilmente se fossi qui mi prenderesti in giro perché scrivere una lettera è incredibilmente anacronistico e poco pratico- tranquillo, mi sento effettivamente un idiota anche senza i tuoi commenti- ma secondo la mia terapista tirare fuori ciò che provo e mettere tutto su carta mi aiuterà a processare, sai, quello che è successo.
E’ assurdo che io non riesca ad ammetterlo chiaramente nemmeno qui nella mia stanza, dove ci siamo solo io, la penna e questa pagina di bloc notes, lontano dagli sguardi compassionevoli degli altri.
Forse il problema è proprio che adesso non c’è nessuno con cui dover fare i conti, posso comportarmi come voglio, fregarmene delle apparenze.
Sai, quando sono solo a volte faccio finta che tu sia qui con me: ti parlo e mi lamento della giornata in ambulatorio o della sporcizia che c’è in cucina (anche se ormai non ne sei più tu la causa); ascolto il silenzio e penso che semplicemente ti sei inabissato nel tuo Palazzo Mentale, da dove prima o poi riemergerai per chiedermi qualcosa di idiota come aggiustarti il cuscino sotto la schiena o andare da Anderson per riportargli un tuo insulto; la mattina preparo sempre tè e toast per due e la tua porzione rimane tutti i giorni intatta.
Spesso sento rumori di passi o il frusciare di una vestaglia e allora corro in salotto aspettandomi di vederti lì a lanciarmi uno sguardo del tipo Perché sei così sorpreso? E’ perfettamente logico che io mi trovi qui, ma ogni volta c’è solo quella maledetta poltrona di pelle, vuota dall’ultima volta che ti ci sei seduto tu.
Quello che sto cercando di dire è che non importa quanto provi ad illudermi, tu rimani irrimediabilmente morto.
Morto, ecco, finalmente l’ho detto.
Sherlock, sei un maledetto bastardo egoista, perché te ne sei andato senza pensare a nessuno, senza pensare a me.
Quando chiudo gli occhi rivedo in loop la tua caduta dal tetto del Barts, ancora e ancora e ancora, e poi il tuo corpo senza vita, le tue pupille glaciali che non dedurranno mai più niente.
Non sai cosa darei adesso per farmi leggere come un libro da te, non importa quale cattiveria o segreto imbarazzante potresti tirare fuori, qualunque cosa sarebbe meglio di questo nulla.
Non sono mai stato bravo con i sentimenti e devo dire che ancora non ho capito bene quelli che provavo per te, so solo che mi hai inglobato totalmente nel bellissimo caos della tua vita e adesso mi sento spezzato in due e senza un posto al mondo.

Quando sono fortunato, fra un incubo e l’altro, ti vedo nei miei sogni.
Sei seduto al tavolo della cucina a fare qualche esperimento o stai esaminando una scena del crimine oppure qualche volta sei semplicemente disteso accanto a me sul letto e sembri riflettere la luce del sole.
In ogni caso nel sogno tu ridi e io ti abbraccio, stringendoti forte, più forte che posso per non lasciarti scappare. Inspiro l’odore della tua pelle e accarezzo i tuoi ricci, cercando di raccogliere il più possibile per imprimerti nella memoria.
Ma la sensazione non è mai abbastanza reale e mi sveglio sempre mentre ti dissolvi fra le mie braccia.
Quanto vorrei poterti toccare per davvero, un’ultima volta.

Visto che ormai mi sono già reso ridicolo, chiuderò con un ultima patetica richiesta, chissà che magari Dio guardi giù e decida di concedermi questo dono impossibile.
Torna da me Sherlock, ti prego.
Oppure fammi sapere dove posso incontrarti, se davvero esiste un posto del genere.
Tuo

 

John

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: _Blumenonfire_