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Autore: Musical    06/09/2020    1 recensioni
Lucian venne arrestato e portato ad Azkaban, trasportato in una cella con un altro uomo, molto silenzioso.
Chi era?
Erano scappati e s'erano nascosti, per il momento erano al sicuro... Barty, Lucian aveva scoperto il suo nome, era ancora sotto l'effetto del Bacio del Dissennatore, ma presto si sarebbe risvegliato, il Lycan ne era certo.
Crossover Harry PotterxUnderworld
[Barty Crouch Jr./Lucian]
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Bartemius Crouch junior
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
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I raggi solari cominciarono a riscaldare la stanza, arrivando anche a sfiorare la schiena di Lucian, il quale si godette quella sensazione il meglio che poteva, fin quando non trovò fastidiosa una seconda sensazione, quella di un paio di mani che gli circondavano la schiena, mani fredde, come quelle di un morto, in netto contrasto col calore del sole, persino le mani di Sonjia erano più calde di queste. Con un grugnito contrariato, Lucian aprì gli occhi e s'alzò, trovando sotto di lui l'altro uomo, quello che aveva salvato e stava continuando a salvare, che teneva lo sguardo fisso al soffitto, senza sbattere le ciglia, respirava piano, la bocca era serrata.
"Stai meglio?," gli chiese retorico, ben sapendo ormai che era inutile fargli domande, ma potè constatare da solo che quel giovane uomo stava meglio, effettivamente, almeno il suo corpo, poi le zone periferiche come mani e piedi erano ancora congelate, come aveva constatato in prima persona.
Lucian decise d'alzarsi definitivamente dal letto, fu un po' difficile in realtà perché quelle braccia esili gli opposero un'insolita forza, come se fossero fatte di marmo e Lucian avesse dovuto romperle per liberarsi.
"Certo," cominciò a dire dopo un primo leggero tentativo andato in fumo, "Che quando vuoi ce l'hai la forza."
Concentrandosi nel non impiegare troppa forza, altrimenti gli avrebbe rotto entrambe le braccia, Lucian si staccò da quel contatto, provocando un verso contrariato nell'altro uomo e le sue mani cominciarono a tremare appena mentre sfioravano le spalle del Lycan; Lucian notò il movimento, e dedicò uno sguardo accigliato al compagno di cella, ma quegli occhi castani erano vacui, quasi senza vita, eppure una leggera reazione c'era stata.
"Ti stai svegliando," affermò, in parte sollevato, sollevandosi in piedi e guardandosi attorno, "Vedi di muoverti il prima possibile. Se ci scoprono, sarà difficile portarti in braccio e combatterli allo stesso tempo."
Ricevette un profondo respiro come risposta, e ciò gli bastò; Lucian si portò i capelli dietro le spalle facendo scrocchiare il collo, chiuse per qualche secondo gli occhi, pronto a cominciare la giornata, doveva controllare com'era la situazione fuori, un bambino che parlava poteva accendere un focolaio, inoltre doveva vedere se c'era la possibilità di guadagnare qualche moneta o cacciare qualcosa... Sia lui che il suo amico erano in una situazione delicata, un solo passo falso e potevano entrambi finire nuovamente in prigione. Osservò dal vetro della finestra la strada sottostante, alcune persone erano già indaffarate con le proprie faccende, "Vedo com'è là fuori," gli comunicò, prendendo la giacca per indossarla, si fermò poi a guardare l'uomo, "Beh, tieni d'occhio la casa. Ciao."
Scese le scale ed uscì, lasciando solo Barty, il mago aprì leggermente la bocca, emettendo un basso rantolo, che solo ad un orecchio attento avrebbe dato l'impressione che fosse un "-ao".


Questa volta, Lucian non perse troppo tempo a chiedere in giro un lavoro, preferì piuttosto girare per il villaggio, ascoltando diverse conversazioni, pronto a cogliere qualsiasi cenno sulla loro fuga, oppure la scomparsa di quell'uomo misterioso che si trovava nella capanna, ed effettivamente le notizie non tardarono ad arrivare: la gente aveva iniziato a mormorare sulla nuova fuga di Bartemius Crouch Junior, notizia che giunse tramite il giornale, convinti che fossero stati dei Mangiamorte ad aiutarlo, per portare avanti le azioni di Colui-che-non-deve-essere-nominato, erano impauriti, ma a detta del Lycan sembravano all'oscuro che il fuggiasco si stesse nascondendo proprio lì, in mezzo a loro. Inoltre, Lucian si sentì soddisfatto nel non sentire mai il proprio nome, o la propria specie, sulle bocche di quelle persone, poteva ancora respirare sotto l'ala protettrice dell'ignoto. Con queste rassicurazioni, il Lycan potè finalmente andare a caccia, si sentiva molto più tranquillo.


Trascorse così una settimana, gli abitanti del villaggio cominciarono a mormorare sulla sua persona, ma Lucian non ci fece molto caso, abituato a sentir la gente che mormorava alle sue spalle; li sentiva domandarsi chi fosse, da dove veniva e cosa voleva nel loro villaggio, qualcuno aveva ipotizzato che fosse un Mangiamorte, visto l'aspetto un po' trasandato e la predilizione nel vestirsi di nero, ma altre voci l'avevano fatto tacere affermando di non aver notato alcun Marchio Nero sul braccio, solo una vecchia cicatrice sulla spalla, senza contare che questo straniero non emanava alcuna energia magica, probabilmente era solo un povero Magonò che doveva affrontare la dura realtà di non poter mai usare la magia.
Lucian cominciava finalmente a comprendere alcuni termini che gli erano ignoti fino a pochi mesi fa, e capì cos'era questo usare la magia, le persone infatti erano solite usare un pezzo di legno, una bacchetta, per aiutarsi con i lavori più difficili e pesanti; per qualche giorno aveva pensato a quanto fosse bello questa parte di mondo, in cui nessuno sfruttava nessuno, ma poi vide come certe persone si servivano di piccoli esseri vestiti di stracci, e una rabbia gli attraversò tutto il corpo, qualunque fosse la parte del mondo, c'era sempre chi veniva reso schiavo, senza la possibilità di poter assaporare la libertà.
Quel che era ancora peggio, aveva scoperto, era che questi esseri erano contenti di essere schiavi, un giorno gli era capitato di aiutare uno di quelli, doveva chiamarsi Wickly, o qualcosa di simile, ma lei lo aveva minacciato di chiamare il suo padrone, che era stato tanto buono da prenderla con sé dopo le vicissitudini ad Hogwarts. Lucian non ricordava un solo momento in cui ringraziava di essere prigioniero, forse da bambino, quando ancora era ingenuo e innocente, ma più cresceva e più quel collare lo soffocava, fino a che non s'era rotto del tutto; in questo momento, però, non poteva aiutare degli esseri che non volevano essere liberati, la libertà era qualcosa che bisognava prima di tutto desiderare, cosa che il Lycan non notava attorno a sé.
Quando tornava in quella che poteva chiamare momentaneamente casa, Lucian si prendeva cura di Barty, aveva cominciato a reagire ad alcuni stimoli, soprattutto quelli tattili e sonori, da una parte il Lycan sperò che l'altro fuggitivo ricordasse quel che era successo, la fuga, la capanna, altrimenti sarebbe stato un problema, niente che non si potesse risolvere, ma voleva risparmiarselo, e magari cominciare ad elaborare un piano per fuggire e rimanere nascosti fino a quando le acque non si fossero calmate. Effettivamente, Lucian non si sentiva al sicuro, anche quando dormiva non era tranquillo, temeva sempre che quei fantasmi potessero arrivare da un momento all'altro e rinchiuderlo nuovamente; gli avrebbe dato una mano l'uomo che aveva salvato? O avrebbe fatto di tutto per usarlo come esca e fuggire? La collaborazione era la scelta migliore, avrebbero avuto più possibilità di successo... Bisognava solo aspettare e vedere come avrebbe reagito l'altro fuggitivo.


Trascorse un'altra settimana, e poco o nulla cambiò, solo Barty cominciava a muovere le mani e chiudere ogni tanto le palpebre, ma non rispondeva alle sue frasi, né quando gli raccontava del suo passato né quello che era successo durante la giornata, bisognava essere pazienti, continuava a ripetersi Lucian, prima o poi si sarebbe svegliato da quello stato... E se stesse perdendo solo tempo ad accudire una persona che non si sarebbe mai svegliata, rischiando di essere di nuovo catturato? I dubbi c'erano, inutile negare e nasconderli, per la prima volta dopo tanto tempo Lucian si sentiva impotente, senz'alcun obiettivo, senza uno scopo, solo sopravvivere il più a lungo possibile, anche per questo sperava che l'uomo accanto a lui si svegliasse.
"Quanto ci metteranno a scoprirci?," domandò, guardando la luna, "Se almeno conoscessi il nemico, non mi sentirei con le mani legate."
Gli andò incontro, prendendogli le spalle e scuotendole, "Devi svegliarti, maledizione!"
Neanche un lamento riuscì a provocare, e ciò aumentò la frustrazione nel cuore del Lycan, che lasciò andare l'altro uomo e scese le scale, decidendo di distendere quel poco che poteva i nervi, si trasformò e prese a correre nella zona circostante il villaggio, sondando il terreno, con i sensi all'erta nell'ascoltare il minimo rumore, il minimo sospetto, che fosse inseguito, che qualcuno gli stava tendendo una trappola, pronti a coglierlo nel momento in cui si mostrava più fragile. No, doveva mantenere alta la concentrazione, non doveva lasciarsi andare ai sentimentalismi, era stato a capo di una ribellione, nelle sue vene scorreva il sangue di un leader, sempre pronto a prendere decisioni, capace d'anticipare le mosse del suo avversario, il non conoscere il nemico era solo un futile contrattempo... Almeno voleva convincersi di ciò...
Ancora trasformato, Lucian si fermò, circondato dagli alberi, a riprendere fiato... Per un attimo, la sua mente corse a Sonja, al suo bel viso, ai suoi begli occhi ardenti di coraggio e testardaggine... Alzò lo sguardo sul bianco astro, candido come la pelle della sua amata, a stento riuscì a trattenere un uggiolio il Lycan... Che senso aveva continuare a vivere quando la sua missione era ormai terminata e chi amava si trovava dall'altra parte?


Quando Lucian aprì la porta quella sera, sentiva che nell'aria qualcosa era cambiato, annusò l'aria, le orecchie erano pronte a captare qualsiasi fruscio sospetto, e ciò avvenne, al piano di sopra, in camera, dove lui e Barty riposavano. Facendo molta attenzione a non fare rumore, il Lycan salì le scale e si diresse verso la camera, chiuse gli occhi ed ascoltò, c'era solo silenzio, che Barty si fosse svegliato e fosse scappato dalla finestra? Oppure qualcuno li aveva trovati? Lucian allungò la mano ed aprì la porta, con gli occhi cercò la figura del suo ex compagno di cella, lo trovò a terra, prono, ai piedi del letto.
"Eccomi," gli disse prendendo un braccio dell'altro uomo per tirarlo su e riporlo sul letto, "È arrivato qualcuno? Uno di loro?"
Mentre Barty veniva posato lungo sul letto, emise un verso, Lucian notò il suo sforzo per articolare una sillaba, lo tirò su a sedere e gli posò una mano dietro la schiena, sedendosi accanto a lui, "Tranquillo, hai tutto il tempo del mondo."
Non ce l'avevano in realtà, se c'era qualcuno Lucian doveva agire al più presto, si voltò per osservare meglio la stanza, ogni angolo, ogni ombra, ma non scovò nulla, intanto Barty cercava di pronunciare qualcosa, ma dalle sue labbra usciva semplicemente un continuo 'tta' che Lucian non riuscì a decifrare; sfregò la schiena del giovane e gli parlò.
"Vado a controllare in giro, tu rimani qui."
S'alzò dal letto, avvertendo gli occhi di Barty fissi su di sé, non immaginava però che quello sguardo era carico di odio e rabbia, sentimenti pronti ad esplodere non appena il corpo avrebbe ricominciato a seguire i pensieri del suo proprietario, Lucian scese semplicemente le scale, tenendo sempre alta la guardia, pronto a trasformarsi se fosse stato necessario... Era stata una pessima idea uscire per schiarirsi le idee, lo riconobbe, ma si giustificò affermando che l'idea di essere nuovamente imprigionato lo faceva impazzire. Magari, andare alla ricerca di un nascondiglio più lontano poteva essere un'idea, doveva solo aspettare che Barty tornasse normale. Il Lycan sperò che non ci volesse tanto, erano a corto di tempo, se lo sentiva, quella sensazione di pericolo che aveva avvertito quando era rientrato era ancora lì, non era scomparsa; d'istinto alzò lo sguardo al soffitto, lì dov'era la stanza in cui lui e Barty dormivano. Finché non sarebbe stato in grado di proteggersi da solo, Lucian doveva proteggerlo, anche se non conosceva il punto debole del nemico.

Ritornò nella camera da letto, l'altro uomo era stato richiamato dalla forza di gravità e s'era steso sul letto, con le mani chiuse a pugno sopra al petto.
"Non c'è nessuno. Nessun pericolo," cominciò a parlare, "Ma dovremmo cercare un altro nascondiglio, comincio a non sentirmi più al sicuro qui. Hai anche te la stessa sensazione? Di qualcuno che trama nell'ombra e aspetta il momento giusto per attaccare."
S'allungò anche lui sul letto, notando come gli occhi di Barty fossero vigili, un moto di soddisfazione gli fece increspare le labbra in un leggero sorriso.
"Sarà meglio che ti sbrighi. Mi sono stancato di fare i monologhi. Ma devi dormire prima."
Nonostante il senso di pericolo e i suoi sensi all'erta, Lucian chiuse gli occhi, venendo sopraffatto dalla stanchezza. Un altro giorno era trascorso, e lui era ancora sano, ancora salvo, ancora libero.


La mano tremò appena mentre tentava di sollevarsi. Fuggire si era rilevato più difficile del previsto. Chi era lui? Aspettava la colazione di Winky. Come si chiamava? Doveva trovare un modo per liberarsi di quello straniero. Qual era la sua storia? Doveva fare i compiti di Pozioni. Perché non riusciva a muoversi? Doveva uccidere suo padre. Perché sentiva una forte necessità di urlare? Doveva muoversi. Dove doveva andare? Avrebbe perso punti se arrivava in ritardo alla lezione della professoressa McGranitt.
Pensieri e ricordi si mischiavano l'uno con l'altro, non era facile distinguere cosa fosse vero e cosa fosse una mera fantasia. Trovava piacevole quel calore, ma trovava opprimente la presenza di quell'uomo. Perché era lì? Non era a casa? Dov'era sua madre?

Gli occhi tornarono vitrei e il suo corpo s'irrigidì nuovamente, ma la sua mente fu in grado di formulare un ultimo pensiero.

Il suo Signore lo stava aspettando. Il suo Signore lo stava aspettando. Il suo Signore lo stava aspettando. Il suo Signore lo stava aspettando.

   
 
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