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Autore: Aliasor    06/09/2020    1 recensioni
"Questa la solita storia, eroe contro cattivo, giustizia contro ingiustizia, luce contro ombra... peccato che la vita vera faccia schifo"
Universo Parallelo della mia fanfiction "La farfalla senza occhi".
Endrick si trasferisce per via del suo tutore legale a Parigi, ormai sicura dopo la sconfitta di Le Papillon pochi anni prima.
I fiori fioriscono, i piccioni cinguettano, i kwami svolazzano in giro e i villain ricompaiono.
Certe cose non finiscono mai, semplicemente si evolvono.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Papillon
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Endrick aveva passato al notte in bianco, non era fisicamente in forma per una giornata di studio o sport; infatti dopo meno di cento metri di riscaldamento in palestra cadde a terra senza fiato.
Signore e signori, questo è il villain che terrorizza Parigi con le sue farfalle.
Fu aiutato a sedersi negli spogliatoi da alcuni compagni e lasciato, sotto sua richiesta, da solo.
<< Stai bene?>>
<< Sì, più o meno. Dovrò ringraziare Chimaira per avermi procurato tutto questo stress. Ho più capelli bianchi di prima.>>
<< Ma come fai a dirlo, non ci vedi.>>
<< … Era una metafora, Nooroo. Una metafora.>> Rispose facendo un profondo sospiro. Quel piccoletto era rimasto con troppo tempo con Gabriel, altrimenti non si spiegava la sua mancanza di senso dell’umorismo.
Quella storia era frustrante sotto diversi punti di vista, ma avevano preso un accordo e non poteva rifiutare di fare la sua parte.
Era un buon patto, lui avrebbe avuto i Miraculous con annesso desiderio e Chimaira la sua vendetta su Fu. Voleva semplicemente umiliare i suoi discepoli, una storia incredibilmente banale e triste. Anche troppo.
Era un tipo così logico e freddo che era assurdo che avesse preso una decisione come scegliere un umano per farsi aiutare, sopratutto se poteva produrre degli homunculi a suo piacimento. E poi, come aveva scelto proprio lui tra tante persone? Sarebbe stato più logico scegliere qualcuno che vivesse a Parigi già da molti anni, pensare di indagare sui nuovi arrivati sarebbe stato l’azione più intelligente per trovare chi aveva un profilo associabile al colpevole.
Probabilmente il loro capo della polizia era un imbranato.
Alzò le spalle e pensò ad una piccola, magnifica, cosa.
Poteva rispettare il patto, ma inserire, per così dire, una piccola clausola in caso si fosse trovato con le spalle al muro. Un qualcosa che potesse aiutarlo ad uscire dai guai per così dire.
Una clausola rescissoria.
<< Nooroo, ho una domanda. Tu quanto puoi dire di me ai Kwami di Ladybug e Chat Noir?>>
La piccola creaturina lo guardò. << Cosa hai in mente?>>
<< Diciamo che ho in programma di vincere in ogni caso.> Rispose con un sorrisino malevolo mentre appoggiava la testa sul bastone.




Tagliò la bistecca con educazione, ma al primo boccone si trovò costretto a pulirsi al bocca col vino che teneva accanto aperto. Sperava avesse un sapore migliore dopo averla fatta marcire, ma la carne di vacca restava sempre carne di vacca.
Di seconda scelta.
I conati di vomito e desiderio di sputare quel materiale molliccio con vaghe tracce di sangue erano sempre più forti.
Purtroppo non poteva andare in giro ad uccidere civili e a mangiarne le carni, doveva mantenere un basso profilo per il momento. Basso al punto da manipolare un Kwami leggermente sopra la media e un moccioso cieco. Tutto perché quello stupido stilista di quarto ordine non si era dimostrato all’altezza dei suoi piani.
Quello punta sui suoi sentimenti, sull’amore per la moglie e il figlio e manda oltre due anni di pianificazione al diavolo!
Lasciò i soldi del conto sul tavolo con una consistente mancia dirigendosi verso il parcheggio. Durante quel periodo aveva preso l’identità di un uomo d’affari pieno di soldi, aveva seguito il detto “Chi possiede denaro possiede il potere” e si era rivelata una buona scelta.
<< Mi scusi.>> Si rivolse all’addetto del parcheggio interrato. << Dovrei riprendere la mia auto, è una spider.>>
<< Il suo nome?>>
<< Robert Prince.>> Concluse con un sorriso mentre l’altro gli dava le spalle.
Si leccò le labbra.
Oh, beh, forse stavolta poteva fare un’eccezione.





Era un bel pezzo che non aggiornavo e sono tornato con qualcosa di livello abbastanza basso e breve, ma non ho idee manco per le cose di lavoro.
In ogni caso in attesa del prossimo capitolo vi consiglio di leggervi i miei altri lavori: "Proscenium" e "La Principessa e la Formica"
   
 
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