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Autore: Devilsdaughter8    07/09/2020    0 recensioni
Torino, 1974. Anna e Antonio sono finalmente sposati e felici, vivono a Torino insieme quando a un tratto la loro vita viene stravolta da un inatteso e insperato accadimento.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Ristori, Antonio Ceppi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Torino, 1974.

 

La Marchesa Anna Radicati in Ceppi quella gelida mattina di novembre era avvolta in uno scialle color vinaccia per ripararsi dal freddo che sembrava voler squarciare la pregiata stoffa della sua vestaglia da notte, e continuava a camminare avanti e indietro lungo la distanza che separava la finestra dalla porta della sua stanza, bofonchiando tra sé e sé parole quasi incomprensibili. Il dottor Ceppi, suo marito, seduto sul loro letto, era intento a rimettere a posto quanto aveva poc'anzi tirato fuori dalla sua borsa di pelle, e la osservava con la coda dell'occhio camminare su e giù senza trovare pace. 

"Non è possibile!" Esclamò arrestando di colpo la sua marcia dinanzi a lui, fermandosi appena in tempo per evitare che quel suo moto circolare incessante le facesse venire un capogiro. 

"Temo proprio che lo sia, amore mio," rispose lui, prendendo la sua mano destra e stringendola teneramente fra le sue. 

"No, non è possibile. Sono una donna adulta ormai,"disse risoluta Anna, tirando indietro la mano e dirigendosi verso la finestra da cui la luce di un nuovo giorno stava iniziando un po' alla volta ad entrare. 

"Suvvia Anna, il tempo non è stato ancora così severo con te," le sorrise Antonio. Un sorriso beffardo, quasi tronfio, ma carico di affetto per quella donna evidentemente turbata dalla notizia che le aveva appena comunicato. 

"Ho una figlia di quattordici anni, Antonio. Tutto ciò mi pare proprio impossibile. Sei sicuro di quanto dici?" Anna si voltò per indagare gli occhi del marito prima che potesse risponderle. La notizia aveva acceso in lei come un fuoco che adesso veniva alimentato da paure, insicurezze, remore e timori di ogni sorta. Faticava a credere che ciò stesse succedendo proprio a lei, proprio a loro. E così all'improvviso poi, così inaspettatamente. 

"Ad essere sincero, lo sospettavo da qualche giorno ma non volevo illudermi che fosse vero," Antonio abbassò lo sguardo tradendo un certo imbarazzo in quella sua confessione. Aveva aveva notato dei cambiamenti in Anna da un po' di tempo a questa parte, ma la sua razionalità, tipica di un uomo di scienza come lui, gli impediva di trovare il coraggio di lasciare spazio alla speranza. Ne avevano passate tante insieme, erano finalmente marito e moglie, appagati, sereni, avrebbe osato dire felici. E di certo non avrebbe mai rischiato di rovinare quell'armonia tanto agognata così, e per cosa poi? Non avrebbe in ogni caso potuto esser certo di quanto sospettava, non senza averla prima visitata.

"Da qualche giorno? Che cosa dici?" Anna, da parte sua, aveva fino a quella mattina deliberatamente ignorato ogni sintomo, accampando scuse, fra sé e sé, per giustificare quei repentini cambiamenti nel suo corpo, Avrò mangiato troppo o forse troppo poco, sarà l'arrivo della nuova stagione o l'autunno che ancora s'attarda”. 

"Eri più irascibile del solito, per cominciare," Anna distolse lo sguardo da Antonio, in segno di offesa. "Avevi perso tutto a un tratto l'appetito e non riuscivi ad arrivare a sera senza riposare almeno un'ora al pomeriggio, " Antonio continuò, avvicinandosi a lei con lenti passi. "E poi ho notato come fossi più sensibile al mio tocco durante le scorse notti, come le tue forme fossero più…" non seguitò, in attesa che le parole giuste gli sovvenissero, "be’, rigogliose."

"Antonio!" Lo ammonì Anna, abbassando il capo per nascondere il rossore che sentì colorarla in viso.

"Ho sperato con tutto il mio cuore che non mi sbagliassi," le disse sincero mentre con fare delicato prese le sue mani nelle sue e se le avvicinò alle labbra per baciarle. 

"Ma non sarà pericoloso? Non sarà troppo tardi?" Anna alzò lo sguardo verso di lui in cerca di rassicurazione. 

"Oh Anna, il buon Dio ha dato noi questa benedizione, chi siamo noi per dubitare della sua magnanimità?" 

"È che sono preoccupata, " Anna si voltò di scatto dandogli la schiena, strinse quello scialle attorno alle spalle come se non stesse cercando di proteggersi soltanto dal freddo. "Non pensavo davvero potesse succedere, almeno non più. Non è successo in tutti questi anni," scosse la testa incredula, mentre gli occhi le si riempirono di lacrime.

Anna e Antonio, in verità, quel momento lo avevano atteso a lungo, sin da quando finalmente si decisero ad andare a vivere insieme e di non sprecare altro tempo stando lontani.
Che la gente parli pure di come la povera vedova Radicati abbia accolto in casa propria un uomo senza averlo prima sposato e senza aver neppure rispettato l'anno di vedovanza come è buon costume, che parlassero tutti”, si era detta al tempo Anna, compiaciuta. La morte di Fabrizio era stato un evento così sconvolgente nelle loro vite e al tempo stesso così chiarificatore, che non avrebbero lasciato che null'altro potesse tenerli separati finché avessero avuto vita. Certo, avrebbero voluto tanto sposarsi, ma dopo la perdita del fratello ad Anna, il matrimonio, non sembrava più una così impellente necessità. E poi avrebbero voluto sposarsi a Rivombrosa, fare una bella festa, ed Elisa non sembrava ancora in condizione di poter ospitare e festeggiare un evento del genere, per quanto lieto. Si sarebbero sposati a tempo debito, ma di condurre vite separate, l'uno nella contea di Rivombrosa e l'altra a Torino, quello no, non avrebbero potuto sopportarlo. Se l'idea del matrimonio venne quasi accantonata per lunghi mesi, l'altra idea, quella di cui riuscivano a parlare soltanto con sussurri a fior di labbra nell'oscurità della notte, fu tutt'altro che messa da parte. Si promisero l'un l'altra che non avrebbero messo limiti alla provvidenza, succeda quel che succeda”, si dissero. Ma la provvidenza con loro non si dimostrò particolarmente generosa e con il passare dei mesi i due smisero di nutrire in lei alcuna speranza. 

"Sei una donna forte, di costituzione sana, cosa avrebbe dovuto impedire che ciò accadesse? Se non avessi voluto, avresti potuto e dovuto dirmelo, saremmo stati più… più, sì insomma più attenti!" Antonio si sentì come trafitto da parte a parte da un sopraggiunto timore che s’impadronì di lui. "Forse Anna non è felice di questa notizia perché non vuole più ciò che disse di volere," pensò. 

"Oh no, ti prego non fraintendere le mie parole," voltandosi Anna afferrò con la sua mano minuta il muscoloso braccio del marito, i suoi occhi color ambra supplicavano quella distesa di blu in cui si stavano specchiando di crederle. "Non pensavo potesse più succedere, ma ne sono felice," disse infine con un sorriso incoraggiante. 

"Lo sei davvero?" 

Non riuscendo più a trattenere le lacrime che minacciavano di cadere, Anna si abbandonò fra le braccia di Antonio, "Sì, felice come non ricordo di essere mai stata prima."

Antonio la strinse forte a sé in un abbraccio quasi liberatorio. Era così sollevato che Anna ne fosse felice, per un attimo aveva temuto che tutto ciò fosse successo contro il suo volere. “Che sciocco”, si rimproverò tra sé e sé, come avrebbe potuto un simile dono di Dio essere altro che la risposta a tutte quelle nostre silenziose preghiere?”
Quando Emilia entrò, quasi bruscamente, insieme a sua madre nella vita di Antonio e lui si ritrovò, tutto ad un tratto, a farle da padre, non pensò due volte a farsi carico di quella responsabilità. La sua Anna era una madre attenta e premurosa, severa sì ma non troppo intransigente, Emilia era una bambina intelligente, affettuosa e ben educata, forse troppo matura per i suoi anni ma, considerando quanto lei e la madre furono costrette a patire al fianco di quell'essere spregevole, ad Antonio pareva quasi un miracolo che quella bambina fosse ancora così serena e allegra. Erano diventati una famiglia in così poco tempo, che Antonio quasi non ricordava più di come fosse la sua vita prima che queste due donne gliela rivoluzionassero. Lui ed Anna non avevano mai parlato apertamente, non senza il favore della notte perlomeno, di quel comune desiderio. Sarebbe stato a dir poco sconveniente se quel loro sostanziale concubinato avesse creato tra loro quel vincolo indissolubile che dovrebbe unire soltanto una moglie e un marito. L'intera Torino avrebbe gridato allo scandalo, la notizia sarebbe certamente giunta all'orecchio del re. A corte, i Ristori, non godevano di grande stima oramai, Elisa era ancora considerata come una serva dai nobili nonostante l'investitura da parte del re, ed Anna, la sua meravigliosa Anna, aveva perso di credibilità ai loro occhi quando si sparse la voce che la Marchesa Radicati aveva stretto una tenera amicizia con un sovversivo dottore di campagna. No, non avrebbe permesso che Anna venisse umiliata ulteriormente a causa sua. 
Ci sposeremo in gran segreto, lo aveva rassicurato lei al termine di una ennesima notte di imprudente passione. Era già tutto deciso, se il buon Dio avesse fatto loro quel dono, sarebbero andati alla pieve di Rivombrosa e si sarebbero uniti in matrimonio lì, al cospetto di Dio e dei loro cari, prima che qualcuno potesse venire a conoscenza del loro dolce segreto. I mesi passarono, ma di doni dal Cielo non ve ne fu neppure uno. Anna decise allora di mettersi l'anima in pace, di non darsi più il tormento ad ogni mese che passava. Le parve evidente che lei non fosse più in età fertile, benché il suo corpo apparisse  regolarmente funzionante. Avrebbe scacciato quel pensiero dalla testa, rinchiuso in un cassetto del suo cuore quel redivivo desiderio. A nulla sarebbe servito continuare a farsi male a quel modo. Aveva Emilia - avevano Emilia - e quella bambina, che ormai si accingeva a diventare una donna, era la loro più grande gioia. 

Quando quella mattina di tardo Novembre Anna si alzò, verificò subito se la notte avesse provocato in lei un qualche cambiamento. Suo malgrado dovette constatare, per la sesta settimana consecutiva, il fallimento del suo corpo. Un fallimento diverso da quelli precedenti, che perlomeno lasciavano dietro sè una rossa scia di indefettibile, per quanto flebile, speranza. Stanca di quella lenta agonia che la stava ormai consumando, svegliò Antonio di soprassalto e lo pregò di visitarla. In cuor suo Anna temeva fosse ormai giunta la conferma definitiva da parte di madre natura che no, né il suo grembo avrebbe più accolto né il suo seno avrebbe più nutrito una vita. Non sanguinava da quasi tre mesi e non riusciva a darsi che una sola spiegazione a tutto ciò. Lo aveva visto succedere a sua madre prima e ad Amelia poi, e, sebbene quello non fosse un argomento da salotti nobiliari, Anna era una donna fin troppo intelligente per poter far finta che non fosse iniziata quella nuova fase della vita anche per lei.
Antonio balzò in piedi e di fretta e furia si adoperò per accendere alcune candele e portare un pò di luce in quella stanza che il sole quella mattina tardava a illuminare. Una volta disinfettati i suoi attrezzi e lavatosi accuratamente le mani, iniziò a visitare l'adorata moglie. Sentì il corpo di Anna irrigidirsi prima e poi iniziare a tremare sotto le sue mani, non sapeva se per il freddo della mattina o per l'apprensione. Conosceva ogni centimetro di quel corpo, ogni sua curva, ogni segno che il tempo vi aveva lasciato, ne conosceva la risata, i gemiti, il calore, il sapore. Eppure di esso, Antonio, non conosceva ogni cosa come credeva. Non impiegò molto ad appurare che i suoi sospetti erano fondati, che di segreti quel corpo, a cui era così devoto, ne nascondeva ancora uno.
Sollevò lo sguardo e la vide lì, sdraiata sul loro letto, gli occhi fissi al soffitto e con indosso soltanto una collana da cui pendeva un ciondolo a forma di crocifisso che stringeva in una mano premuta contro al petto. Accorgendosi che il marito aveva concluso il suo esame, sollevò la schiena dal letto facendo leva sui gomiti. Nella luce fioca di poche candele i loro sguardi si trovarono con quasi troppa facilità. Lui lesse il timore nei suoi occhi di diventare nuovamente vittima di un destino che con lei era già stato fin troppo crudele, lei, invece, non seppe decifrare con eguale perspicacia le emozioni che si celavano dietro gli occhi del suo bell’Antonio. Poi in un istante le labbra di lui si dischiusero in un sorriso e sul suo volto apparve l’espressione di chi sa che qualcuno Lassù, alfine, gli aveva fatto ricevere quel dono tanto atteso.

Anna e Antonio avevano concepito un figlio.

 
   
 
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