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Autore: Nolowende    07/09/2020    0 recensioni
La morte di Palance attraverso gli occhi di Balinor.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Accadde talmente all'improvviso che non riuscì a impedirlo.

Un momento prima, suo fratello era immobile, congelato in un istante di confusione. E quello dopo...

Balinor riusciva solo a fissare il corpo agonizzante di Palance, sentendosi come se fosse stato lui a ricevere il colpo che lo aveva ferito.

"Ti restituisco tuo fratello,pazzo![1]"

La voce di Stenmin, sibilante e malvagia, si levò chiara, un attimo prima che il corpo di Palance venisse buttato giù dai gradini, come una cosa senza più importanza, rotta e pronta a essere gettata via.

Lo aveva ucciso. Stenmin aveva ucciso suo fratello. Lo aveva manovrato come un burattino, e ora gli aveva tagliato i fili.

Si lanciò all'inseguimento,gridando. Stava impazzendo. Sentiva che se lo avesse raggiunto avrebbe potuto trasformarsi in un mostro a sua volta, per farlo soffrire quanto stava soffrendo Palance. E non gliene importava.

Ma seppe troppo presto che doveva arrendersi. Il traditore era fuggito, scivolando via come un serpente.

Avrebbe voluto inseguirlo ancora,vederlo implorare pietà in un angolo, lasciarlo strisciare come il verme che era, farlo soffrire, colpirlo finché non avesse smesso di respirare, vedere la propria spada impregnata del suo sangue.

Ma non poteva lasciare Palance da solo.

Non ora che stava morendo.

Tornò indietro. Gli parve di muoversi sott'acqua, ognuno dei pochi passi che doveva compiere troppo lento. Forse non arrivare sarebbe stato meglio. Il volto di Palance, così pallido e sofferente, sembrava già quello di un cadavere. Solo il movimento impercettibile delle labbra, il respiro debole e veloce, rivelavano l'ultimo fragile frammento di vita.

Non riuscì a trattenere le lacrime. Durante la sua vita aveva combattuto e vinto ogni tipo di difficoltà.

Ma non poteva fronteggiare la sua morte.

Palance... se solo...

Se solo fosse riuscito a fermare Stenmin.

Se solo non se ne fosse andato.

Forse entrambi non si sarebbero trovati lì.

D'istinto, la sua mano corse alla cicatrice. Il simbolo della loro rottura. Una rottura che si era sanata solo pochi minuti prima. In quel momento, avrebbe dovuto gioire del fatto che suo fratello era tornato in sé. Invece si trovava solo in un baratro di dolore in cui precipitava senza riuscire ad aggrapparsi.

Riuscì solo a stringere a sé il fratello, come se fosse stato ancora un bambino.

Palance non era più un bambino. Ma la sua vita era stata ugualmente breve.

Troppo, troppo corta.

Ma ugualmente crudele.

Ma almeno, pensò senza distogliere lo sguardo dal volto dell'altro, almeno ti ho ritrovato.

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice:

[1]: citazione diretta dal libro

   
 
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