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Autore: Nitrotori    07/09/2020    1 recensioni
Questa breve One-Shot vuole donare al lettore una sensazione unica. Il messaggio è interpretabile come lo si vuole.
Per chi adora la malinconia, gli scenari tipici del vaporwave e le atmosfere evocative del Lo-Fi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero lì in piedi, parte di quella immagine sfocata.

Sì, quella persona ero io, ma per quanto ci provassi, non riuscivo a mettere a fuoco le immagini.

La mia vita mi passò davanti come una diapositiva bruciata, riuscivo a sentire il calore delle estati passate, gli inverni spensierati e i ricordi che mi accarezzano come una gentile coccola.

Ero io, ma non mi riconoscevo più. Cos'era cambiato...? Cos'era andato storto...?

Rewind. Tentai di guardare di nuovo quella videocassetta, seduto al buio davanti a quel luminoso enorme tubo catodico. Dov'era il momento in cui tutto era diventato così difficile?

Più guardavo quelle immagini, meno comprendevo. Il mio passato non aveva risposte? Allora perché ero in quelle condizioni? Perché tutto era così buio? Dov'era era finito il calore di quelle estati? Dov'era quel bambinesco desiderio di uscire di casa e correre nel cortile per raggiungere i miei vecchi amici?

Era tutto così freddo in quel gelido presente... tutto così dannatamente rigido e distante. Non vedevo più nessuno sorridere, vedevo solo tristi maschere monocromatiche.

"Rewind...Rewind...Rewind...ti prego, torna al passato. Portami con te al passato!" Urlai disperato, lanciando il telecomando contro lo spesso schermo della TV.

Ora non vedevo più niente. La TV si era spenta e mostrava solo rumore statico bianco. La notte era più buia dello spazio profondo, eppure riuscivo a vedere le sagome bianche, i vibranti contorni delle superfici degli oggetti, abbastanza da farmi percepire cos'era tangibile e cosa non lo era.

Mi accesi una sigaretta, poi uscii di casa.

Tutto vibrava, niente aveva colore. Era come trovarsi in un limbo di incertezze e confusioni. Camminai dritto senza mai fermarmi, con le mani in tasca, al gelo della notte, fino ad arrivare alla spiaggia.

Il mare era solo una distesa di oscurità e bianche linee vibranti su una grigia digitale, la sabbia bianca come zucchero.

Restai lì a fissare l'infinito vuoto per qualche minuto, poi presi a camminare lungo il bordo della spiaggia, fissando il nullo e assopito panorama urbano. Quella strada la percorrevo ogni giorno, era la mia unica fuga, sempre alla ricerca delle vecchie sensazioni perdute.

Ogni volta che i miei piedi toccavano quelle ruvide sabbie, i miei ricordi si stimolavano: cos'era andato storto nella mia vita? Cosa avevo fatto? Cos'era successo?

Dov'era la via d'uscita da quella diapositiva bruciata?

Ero bloccato in un eterno loop, in un'eterna oscurità, in un'eterna indecisione, immobile nel dubbio, nello sconforto, nel disagio, nella depressione, nella paura. Sigaretta dopo sigaretta, alla ricerca di una risposta, di un senso, di un singolo colore che potesse definire la mia vita.

Poi... vidi lui.

Una sagoma umana seduta sul bordo del mare. Lui aveva forma, aveva un senso, aveva un colore. Fissava il mare con il sorriso sulle labbra.

"Perché sorridi?" Gli chiesi.

"Non lo vedi" Indicò il mare "L'alba non è meravigliosa?".

Girai lo sguardo verso il vuoto e a distanza, vidi una sfera rossa sollevarsi dall'eterno oblio. Un gigantesco enorme bottone di STOP.

Allungai la mano verso di esso e il calore di Settembre accarezzò la mia mano. I Colori opachi iniziarono a tornare e infine, ogni cosa sembrò di nuovo avere un senso.

La persona al mio fianco si alzò e mi poggiò una mano sulla spalla.

"Io non sono davvero qui, sono qui..." Indicò il mio cuore, poi afferrò le mie sigarette e le accartocciò tra le mani "Basta avvelenarti, non riavvolgere il passato, è già bruciato via. Usa le immagini del tuo cuore, della tua mente. I sensi di colpa non servono a niente...".

"Ma cosa ho sbagliato?".

"Non hai sbagliato" Rispose lui "Hai solo deciso di vivere nel passato. I colori che hai visto, le sensazioni che hai provato, non saranno mai più gli stessi, ma sono lì e ti guideranno sempre, anche se tu non te ne accorgi...".

"Da dove posso iniziare?" Chiesi lui.

"Rewind..." Mi rispose "Torna a quel momento e fa ciò che devi".

Tutto si riavvolse, i miei passi si ripercossero a ritroso, le impronte sulla sabbia si coprirono, le risacche d'acqua nel mare si ritirarono.

Ogni suono offuscato, ogni luce assopita, ogni sensazione soffocata, tutto tornò a farsi vedere man mano che riavvolgevo la mia vita.

"Non c'è niente di male a ricominciare da capo sai?" Mi disse quella voce, mentre tutto il resto si riavvolgeva. "Ritorna sui tuoi passi, ricomincia la tua nuova vita. Non è mai troppo tardi".

Ero di nuovo a casa mia, in piedi davanti a quella immagine sfocata. La televisione mostrava i ricordi del mio passato.

Riuscivo ancora a sentire il calore delle estati passate, gli inverni spensierati, i momenti di felicità e di piacevole nostalgia. Ma restavano lì, al di là dello schermo bruciato. 

Avevo ancora le mie sigarette in mano, anche quelle si erano riavvolte, libero di tornare ad avvelenarmi e bruciare assieme a quella videocassetta. Ma stavolta le gettai via, e mi chinai sul videoregistratore pigiando il tasto STOP.

La luce del sole penetrò le finestre in quel preciso istante. La mia vita mi sembrò improvvisamente un po più tiepida...

 

   
 
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