Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: Evie_Frost    08/09/2020    0 recensioni
Noah ci ha lasciati, Stiles è diventato il nuovo sceriffo e Derek ha fatto ritorno a Beacon Hills. Cosa potrebbe succedere ancora vi starete domandando? Semplice, moltissimi colpi di scena.
Il buon vecchio sceriffo non è mai stato l'uomo che diceva di essere.
Un giallo che vi porterà a vedere e vivere in modo totalmente diverso la nostra amata cittadina acchiappa esseri soprannaturali.
Ma niente paura, l'intuito di Stiles lo porterà a risolvere il più grande mistero della sua carriera, ovviamente grazie all'aiuto del suo licantropo preferito (Sterek❤️ accenni alla Thiam)
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek/Stiles, Sceriffo Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Derek smettila di ridere” borbottai offeso. Non avrei mai pensato che un giorno avrei pronunciato queste parole eppure ora le stavo perfino condendo con un bel muso, giusto per rimarcare il fatto che la mia età fisica non corrispondesse affatto a quella mentale. La colpa non era certamente da imputare a me, ma bensì a quella sottospecie di lupo spelacchiato che avevo difronte. Ovvio, combiniamo guai, tanto ci pensa sempre Stiles a rimediare! Il gravoso peccato commesso dal licantropo, consisteva nell’essersi trattenuto da Deaton ed aver accarezzato un cucciolo a pelo lungo. Pelo che era delicatamente svolazzato sulla sua giacca che ora assomigliava più ad un maglioncino di cachemie più che ad un indumento da motociclista. “Non posso non farlo quando sei palesemente sulle punte perché non riesci a raggiungere le mie spalle” rispose con quel ghigno da lupo cattivo che tanto gli si addiceva. Se solo fossi stata la sventurata cappuccetto rosso gli avrei volentieri tirato in fronte un vasetto di marmellata. Stavamo avendo questa conversazione sotto al porticato di casa Martin, ancora indecisi sul fatto di citofonare o meno. “Ci tengo che tu faccia una bella figura e come mi ripaghi? Ridendo di quei pochi centimetri che separano le nostre altezze” sottolineai, proseguendo nel mio minuzioso intento di levare tutti quei fastidiosi pelucchi. “Detto da un ‘diversamente alto’ la cosa risulta esilarante, concedimelo” scossi il capo oramai esasperato. “Cosa c’è? Ho usato perfino una parafrasi per risultare meno arrogante” provò a giustificarsi. “Mancano solo alcuni peli sul colletto e giuro che ho finito” mi sporsi verso di lui ma persi inavvertitamente l’equilibrio. Derek fu pronto a sostenermi, avvolgendomi la vita tra le sue braccia. “S-scusa” sussurrai, trovandomi improvvisamente così a stretto contatto con lui: una cosa era lasciarsi abbracci nella nostra stanza, di tutt’altra faccenda era stringersi in pubblico sotto il potenziale sguardo di chiunque…perfino di una vecchina che stava attraversando la strada…aguzzai la vista: diamine! Era la signora Jhonson!. Suo marito giaceva nella tomba accanto a quella dei miei genitori ed aveva fama in tutta Beacon Hills di non essere in grado di tenersi nemmeno un cecio in bocca. Se solo avesse raccontato gli ultimi pettegolezzi della città al defunto marito, sono certo che non si sarebbe lasciato scappare di avermi visto stretto ad un uomo misterioso, come ero certo che i miei avrebbero teso l’orecchio per sapere più dettagli possibili. Mi sentii in colpa ad auspicare che la sua cataratta fosse dalla mia parte, oscurandole parzialmente la vista. Andiamo, chi volevo prendere in giro? Non esisteva vista più acuta di quella di una donna in cerca di qualche scoop, più affinata di quella di un’aquila in procinto di acciuffare un topolino. Beh…in questa situazione il topo ero io, rimasto prigioniero tra le fauci di un lupo acido. Fui letteralmente attratto dal profumo del dopobarba di Derek tanto che strofinai, con un tocco leggero, il mio naso sul profilo del suo collo. “Stiles, hai fatto?” doveva sempre rovinare le cose sul più bello. “Si sourwolf, ma scordati che la prossima volta io ti faccia il bagnetto” lo rimproverai, pigiando il pollice sul campanello della villa. “Un bagno no, magari una doccia…” lo sentii biascicare alle mie spalle ma le mie gote non ebbero nemmeno il tempo di arrossirsi, che la porta venne aperta. Sia io che Derek ci eravamo mentalmente preparati ad essere investiti dalle chiacchiere della proprietaria di casa ma difronte a noi vi era letteralmente il nulla. “Probabilmente avrà aperto Scott, sarà nascosto dietro alla porta perché vuole farci uno dei suoi scherzi stupidi. Ricordati di fingerti spaventato quando griderà ‘bu’” avanzai per superare l’uscio ma impattai contro qualcosa…o qualcuno. Una risata cristallina anticipò la comparsa di Corey. “Buonasera ragazzi” disse divertito, abbracciandomi. “Ti hanno nominato come uscere questa sera?” domandai mentre ricambiavo il gesto d’affetto. “Assolutamente no, ma progettavo di farvi questo scherzo da quando ho saputo della cena” si limitò invece a scambiare una stretta di mano con Derek. Si fece da parte, annunciando al resto del branco il nostro ingresso. “Bro!” urlò dal fondo del corridoio Scott, investendomi con uno dei suoi soliti abbracci capaci di frantumarmi sempre qualche osso. “Ciao Scottino” ridacchiai felice: potevo benissimo immaginarlo mentre scodinzolava per via del mio arrivo. “Sono così felice di vedert-“ mi interruppi quando il mio interlocutore sparì dalle mie braccia. Mi voltai e lo vidi mentre si lanciava letteralmente addosso a Derek: se solo il lupo più anziano non lo avesse preso in braccio, Scott sarebbe finito a terra…chissà se la botta gli avrebbe raddrizzato la mascella. “Da quanto tempo, fratello” stringeva il mio coinquilino con una tale foga che sembrava non avesse aspettato altro per anni. Se l’odore che si sentiva non proveniva dalla cena, doveva essere sicuramente la fragranza di gelosia che stavo emettendo. D’accordo Scott era il mio migliore amico, d’accordo perfino per il fatto che fosse euforico per il ritorno di Derek ma solo io potevo invadere così tanto lo spazio vitale del lupo dagli occhi blu. “Ti sei fatto crescere la barba” constatò Derek, facendomi poggiare i piedi a terra. “Mi sto lentamente trasformando in una mini versione di te” sorrise il true alpha. “Si…bravi ragazzi davvero, sarà dura quest’anno scegliere chi tra voi due ingaggiare per recitare il ruolo di Giuseppe nel presepe vivente della città” la voce di Lydia anticipò il suo ingresso. Ero davvero felice di rivederla e, a quanto pare anche lei, dato che mi gettò le braccia al collo. “Ti vedo bene, Stiles. Sappi che ti ho tenuto sotto controllo con i miei poteri” eccolo qui il suo lato da aspirante madre. In realtà entrambi sapevamo a cosa si stesse riferendo: era stata una risorsa preziosissima per me quando ero confinato al capezzale di mio padre: i suoi sensi le permettevano di captare lo stato di salute dello sceriffo meglio dei medici. Mi ero giusto assentato per ordinare l’ennesimo caffè della giornata alle macchinette, quando le sue grida mi fecero sobbalzare e rovesciare la calda bevanda a terra. Non dimenticherò mai l’immagine che mi si presentò difronte: Lydia era riversa sul corpo esanime di mio padre, avendone avvertita l’imminente morte. Deglutii con estrema fatica il nodo che mi avvolgeva come una morsa la gola, ringraziandola. Fui sollevato dal sentire che non fossi l’unico geloso presente nella stanza: Derek aveva ringhiato sommessamente durante la mia conversazione con la ragazza dai capelli biondo fragola, ignorando il povero Scott che lo tempestava di domande. “Wow Der…non mi ricordavo quanto i tuoi incisivi assomigliassero a quelli di Sid, del cartone:’ Era glaciale’” scossi il capo divertito dalla scena. Ovviamente Derek non aveva la minima idea di cosa fosse un Sid, perciò mi lanciò uno sguardo disperato. “Derek è senza dubbio Diego, semmai sono io il bradipo del branco” mi intromisi nella loro conversazione, salvando il povero lupone confuso. “Oh si! E Liam è il nostro bambino” come se fosse stato effettivamente richiamato dal padre, il ragazzo fece la sua comparsa. “Ciao Stiles!” non era cambiato per nulla: quel ragazzo poteva invecchiare quanto voleva che avrebbe sempre mantenuto un volto da adolescente. “Perché ti hanno invitato? Questa è una serata da adulti. A mezzanotte tu devi andare a dormire” lo punzecchiai, facendogli sbuffare un sorriso. “Non mi sei affatto mancato, sai?” impossibile, ero troppo simpatico quando attaccavo con le mie battute da vecchio zio. Liam trascinò con sé per darci il benvenuto anche Theo…ci limitammo ad un cenno con il capo. “Solo una domanda” già mi preparavo a dover correre a casa a recuperare la mazza. “Chi di voi è l’attivo?” chiese passando lo sguardo tra me e Derek. “Scusa ma a te che importa? Nemmeno noi abbiamo deciso!” fortunatamente per noi, intervenne Liam che gli rifilò una sberla sul coppino. “Voi due state…” ero incredulo, anche se in un certo senso me lo aspettavo sarebbe finita così. “Già, lui è caduto in un buco…nel mio” grazie tante Theo: la galanteria ha appena abbandonato questa casa. Mason mi accolse raccontandomi di alcune ricerche che aveva condotto sulla città dove si era trasferito con Corey, era impressionante quanto ci assomigliassimo per via del nostro intuito. “Benvenuti ragazzi” Malia mi spezzò tre vertebre della schiena, prima di rivolgersi a Derek. “Cugino, non avrei immaginato di rivederti questa sera”. “Pensa, io immaginavo di non rivederti proprio” se prima potevo anche nutrirei dei dubbi, ora era certo: avrei utilizzato il nastro isolante che adoperavo per rattoppare i danni della jeep per tappagli quella dannata bocca. “Derek…” lo rimproverai quando tutti iniziarono una conversazione tra loro. “Che ho fatto?” ecco, bravo…sfodera quello sguardo da cucciolo innocente che ti conviene se vuoi salvarti la pelle. “Vedi di non fare il sourwolf, almeno per questa sera, oppure il tuo arazzo in salotto farà compagnia ad un tappeto di pelle di lupo” lui sbuffò sonoramente: era più infantile di me quando ci si metteva. “Se siete tutti d’accordo io direi di iniziare ad accomodarci. La cena è praticamente pronta” ci informò un Parrish in tenuta da cuoco, esilarante. Ci sedemmo ad un enorme tavolo di mogano, posto nel soggiorno. Io e Derek avevamo trovato posto l’uno accanto all’altro (non avevo certo dato una gomitata a Malia per potermi sedere vicino a lui, niente affatto), difronte a noi vi erano i padroni di casa, alla mia sinistra Mason e Corey, mentre alla destra di Derek vi era Scott ed il resto del branco. “Allora Derek, com’è stato tornare a Beacon Hills?” domandò Lydia, raggiante un po’ per via del suo sorriso e un po' a causa dello splendido abito che indossava. “Si Derek, raccontaci” lo pregò Scott: sul serio, che caspita ci faceva lui seduto accanto al mio Derek? Avremmo dovuto farlo accomodare ad un tavolo per bambini. “Calmo, ora vi racconto” rispose premuroso il lupo. “Non saprei nemmeno dove iniziare. Diciamo che la magia più potente di questo posto è quella di lasciarlo immutato nel corso del tempo. Temevo che una volta arrivo, avrei avuto difficoltà a trovare la strada per il centro, ma non è cambiato nulla. Perfino quella pompa di benzina abbandonata è identica a come l’avevo lasciata” Parrish annuì. “Stiles, so che non è il momento di discutere di lavoro ma dovremmo proprio pensare di fare un sopralluogo” Lydia intervenne risentita: “E’ una cena di famiglia, discuterete dopo di queste cose” ovviamente non osammo contraddirla. “E dove abiti?” Corey, non mi interessa se dovrò esporre un trofeo invisibile ma giuro che ti taglierò la lingua. “Ehm…Io abito a casa di Stiles, è una cosa provvisoria” disse Derek con non poco imbarazzo. “Avete già battezzato il divano?” si intromise Theo. “Non sono credenti” rispose al nostro posto Scott. “Sono abbastanza sicuro che per battezzare la casa devi chiamare il prete, davvero non lo sapevi?” Mason si schiaffò una mano in faccia: nessuno di noi si capacitava che fosse proprio lui il leggendario true alpha. “Come stai, Stiles? Ti piace il tuo lavoro da sbirro?” fu il turno di Liam. “Diciamo che il fatto di essere cresciuto in centrale mi ha aiutato parecchio e poi Parrish è sempre con me, non rischio di fare guai” ammisi riconoscente. “Anche se non è facile entrare nell’ufficio, ormai diventato mio, e non trovarci papà” avvertii una mano sulla mia gamba, una presa decisa che stava rilasciando qualche carezza: era Derek, ormai quel gesto era diventato abitudinario per noi. “Propongo un brindisi” acclamò il vicesceriffo. “A Noah” specificò guardandomi, mi commossi difronte a quel gesto. “A Noah” ripeterono in coro tutti gli altri, facendo tintinnare il bordo dei loro calici. “A papà” sussurrai, facendo appello al mio autocontrollo. In mezzo a quel frastuono l’unico che diede segno di avermi udito fu Derek: ora la sua grande mano si era spostata sulla mia, stringendola. Volendo essere sicuri che il nostro scambio di affetto non fosse recepito da occhi indiscreti, soprattutto occhi di una certa chimera, tenemmo le mani intrecciate sotto al tavolo. Sollevai lo sguardo per voltarmi verso il lupo che ce la stava mettendo tutta per montare la sua tipica maschera da indifferente. La cena proseguì tranquillamente: ognuno raccontò della propria carriera e dei piani per il futuro, fatta eccezione Malia che sbranò il suo brasato dimenticandosi di utilizzare le posate, civilmente. “Il motivo principale di questa cena era ovviamente per raccogliere nel branco Derek ma avrei un secondo annuncio da fare” prese parola Lydia. “Sono stufa degli sguardi che mi lanciate, si sto parlando con tutti voi licantropi…io sono incinta” per poco non sputai l’acqua che stavo sorseggiando. Inutile dire che l’euforia prese posto accanto a noi e la ragazza dai capelli biondo fragola, fu sommersa di abbracci e baci. “Caspita Parrish, prima il matrimonio, ora un bambino… ti sei sistemato” si complimentò Mason. Non seppi perché quell’affermazione provocò in me una sorta di dispiacere: il segugio infernale non era poi più anziano di me di qualche anno, eppure aveva già raggiunto tutti gli obbiettivi che solitamente ci si prefigge nella vita. Io cosa avevo? Un lavoro degno di nota certo ma non avevo nessuno al mio fianco, se solo Derek avesse potuto udire i miei pensieri… “Vi prometto che qualora dovesse succedervi qualcosa, mi prenderò cura del vostro bambino come se fosse mio” fece sapere Scott. I due coniugi si scambiarono uno sguardo allarmato: “Ti ringraziamo Scott, ma faremo in modo di restare in salute e lontano dai guai” Lydia fece ridere tutti. Lontano dai guai…era fin troppo un’utopia considerando che stavo nascondendo loro che un pericolo era alle porte. “Va tutto bene?” sussurrò al mio orecchio Derek. “Non ti preoccupare, è solo per quella cosa…che sappiamo solo noi due” risposi con lo stesso tono. “Stiles, hai fatto la morale a me quando tu sei il primo che non si sta godendo la serata” fu lui ora a sgridarmi in modo affettuoso. “Lo so è che non riesco a togliermi dalla testa ciò che ha detto Deaton” eravamo così vicini l’uno all’altro per mantenere intatto il nostro segreto, che non ci accorgemmo di quando quel gesto potesse essere fraintendibile. Infatti, non appena ci separammo, notammo come tutta a tavolata ci stesse fissando…Corey aveva perfino acceso la videocamera del telefono, ma siamo seri? Avrei fritto in padella quel camaleonte da due soldi. “Vi prego, prendetevi una camera” si massaggiò la fronte Theo, a disagio per noi. “Ci ha, fortunatamente, abbandonati Peter e già lo sostituisci?” lo interrogò Malia. “A proposito cugino, che fine ha fatto? E’ venuto a salutarmi mesi fa dicendo che sarebbe partito per spassarsela” Derek, che aveva ancora il volto nascosto accanto al mio, mormorò un’imprecazione. “E’ partito alla volta delle indie, dicendo che avesse bisogno di ritrovare sé stesso ma più che i templi, ha fatto visita a molte massaggiatrici” la mise al corrente, voltandosi. “Seguendo questa scia ormonale ore dovrebbe trovarsi a cuba. Ha imparato a ballare la salsa ed ha aperto un chioso sulla spiaggia. Serve unicamente ‘sex on the beach’ oltre a farlo”. “Caspita, ho sbagliato tutto nella vita. Quel tipo si che si gode la vita” commentò Liam. “Tu prova soltando a farti toccare da qualcuno che non sia io che facciamo i conti. Altro che giocare all’infermiera, mi trasformo in un dottore del terrore” lo mise in guarda Theo, poggiandosi allo schienale della seggiola. “Porto un piccolo segugio infernale nel mio ventre con un udito super sviluppato, non voglio che cresca ascoltando queste sciocchezze” Lydia si alzò. “Derek mi aiuteresti a tagliare la torta? Non riesco a raggiungere i patti per questa portata, sono sul ripiano più alto” ovviamente il licantropo acconsentì. Emisi un gemito di dispiacere quando le nostre mani sciolsero la presa che le teneva unite, per farsi perdonare Derek immerse il naso tra i miei capelli mentre si sollevava. “Allora fratello…” Scott si sedette accanto a me. “Ora che siamo solini soletti, rispondi a qualche nostra domanda” fece brillare le iridi di un rosso scarlatto. “Dove dorme Derek? Con te, non è vero?” mi sentivo tutti gli occhi puntati addosso. “B-beh, si. Lui sul divano letto e io sul mio materasso” risposi cercando di non lasciar trasparire troppi sentimenti. “E allora perché hai il suo odore impresso addosso?”. “Mh? Oh deve essere a causa del fatto che prima gli sono caduto addosso” questo dettaglio interessava anche a me, mi rendeva orgoglioso odorare come quel sourwolf. “No bro, non mi riferisco a quello. Ci sono parti di te che sanno di lui quando non dovrebbero…”. “Ma di che sai parlando?” Scott che mi metteva alle strette, questa era bella. “Intendo dire ehm…le tue parti intime” arrossii tanto da assumere lo stesso colore delle fiamme infernali. “Scott ma ti pare il caso di annusarmi le chiappe?!” per fortuna gli altri erano immersi in un altro discorso per prestare attenzione a noi due. “E’ una cosa da lupi! Non hai mai visto due cani incontrarsi per strada?” si giustificò. “Inizio a credere che qui quello che ha vissuto metà della sua vita come animale sia tu, non Malia” scappai da altri quesiti scomodi, rifugiandomi in cucina. “Oh Stiles, posso chiederti il favore di aiutare tu Derek? Mia madre ha appena chiamato e non vorrei riattaccare” ovviamente accettai senza pensarci due volte. Derek era di spalle, mentre allungava un braccio per afferrare i piatti posti sullo scaffale. Mi avvicinai a lui, cingendogli la vita ed appoggiando il capo sulla sua ampia schiena. “Scott, basta riempirmi la testa dei tuoi film Marvel. Non li conosco, ‘Iron Man’ per me potrebbe essere benissimo un ferro da stiro” ridacchiai aumentando la presa. “Sei tu” disse riconoscendomi dal tono di voce. “Ne sei dispiaciuto?” scorre il capo in modo negativo. “Non riesco a raggiungere gli ultimi tre piatti, aiutami” senza darmi modo di accettare verbalmente, mi prese in braccio. Se avessi potuto non avrei mai voluto scendere. “Li vedi?” mi domandò senza il minimo di fatica dovuta a quella posizione. “Si” mi allungai ulteriormente per porgerglieli. “D’accordo, fammi scendere” feci scalciare leggermente le gambe per dargli il segnale. “E se non mi andasse?” rimarcò il concetto con le sopracciglia. “Ehi! Dai sourwolf non prenderti gioco di me” lo misi in guardia, ticchettando con l’indice il centro della sua ampia fronte. “Smettila di essere triste e torna ad essere il solito umano logorroico che eri o ti lascio sopra al frigorifero” non potei fare a meno di poggiare le mani sulle sue spalle, sollevato: quello era il suo personale modo di dirmi che a me ci teneva. “Non sei corretto, fai le preferenze tra i vari membri del branco. Scott lo hai tenuto in braccio, io ti offro in tetto dove dormire e tu mi tratti così” il roteò lo sguardo. “Scott ha lo stesso quoziente dei ragazzini a cui insegno” ridemmo assieme. Il nostro momento fu interrotto da un rumore improvviso e da alcuni sussurri. “Cavolo Mason, devi essere per forza così sbadato?”. “Non è colpa mia” non appena il ragazzo lasciò la mano del fidanzato chimera, Mason e Corey apparirono nella cucina. Derek ringhiò in modo possessivo, stringendomi maggiormente a sé. “N-non volevamo ficcare il naso nei vostri affari, lo giuriamo! Theo ci ha pagato per venire a spiarvi!” tentarono di giustificarsi. Se fosse stato per il licantropo li avrebbe sbranati sul posto ma tentai di essere diplomatico. “Per farvi perdonare ci aiuterete a portare le fette di torta in soggiorno” Derek mi rimise a terra ed iniziammo a suddividere le porzioni. Scott aveva insistito per un sano torneo di videogiochi ed ovviamente nessuno di noi si era tirato indietro. Casa Martin non era esattamente ben fornita di materiale videoludico, quindi ci accontentammo di una partita a Mario Kart. Theo era vinto alcune partite solamente grazie alle banane che gettava a terra, Malia perché tamponava chiunque e Lydia perché beh… era Lydia Martin. “Dai fratello, gioca anche tu!” Scott aveva coinvolto Derek con la forza. “Questo fatto che il morso ci ha resi fratelli si sta rivelando contro producente” sbuffò il lupo più anziano, ma il più giovane non demorse. Si avvolse una coperta sulle spalle a modi mantello, curvando la schiena per assumere un’aria ancora più tetra. “Derek tu dimentichi che il morso è…un dono!” disse con tono teatrale da far ridere tutti i presenti, escluso il lupo in questione. “Dammi qua e facciamola finita” si lamentò afferrando il joystic. Tutti i personaggi vennero rapidamente selezionati, tanto che l’unica scelta di Derek fu di optare per un corridore decisamente poco adatto alle sue corde: la principessa Pitch. “Siete un branco di stronzi” li bacchettò: io mi limitai a fare da spettatore. Devo ammettere che fu dura non ridere difronte a quel lupone tutto muscoli e ringhi che si destreggiava con una principessa adorabilmente vestita di rosa confetto. “Ridete pure, intanto lei è l’unica che possiede una corona. Sa che sono io che comando qui” provò ad auto convincersi Derek, ma nessuno gli diede corda. Senza alcun pronostico il ragazzone riuscì a posizionarsi nei primi posti della classifica. “Guardate! A Stiles sono caduti i pantaloni!” gridò Lydia, riuscendo a distrarre Derek, vincendo, ed a farmi sprofondare tra i cuscini del divano. Ci fu una risata generale, prima che ci rendessimo conto delle ore che erano fatte. Aiutammo i padroni di casa a riordinare e mano a mano gli ospiti lasciarono la villa. “Ci si vede domani mattina in centrale, capo” mi salutò con un cenno del capo, Parrish. “Già, vedi di rimetterti in forze ora che puoi, poi dovrai badare ad bebè che strilla con la stessa potenza di una banshee” si portò istintivamente le mani a coprire le orecchie. “Passo a prenderti io se ti va” Derek comparse alle mie spalle. “No. Lo accompagno io.” Disse impassibile. “Non è un problema per me, tanto devo comunque andare in centr-“. “Ho.Detto.Che.Lo.Accompagno.Io” scandì questa volta il licantropo, trascinandomi verso l’auto. Una volta accomodati sui sedili, gli rivolsi uno sguardo divertito. “Cosa c’è? Non sono stato scortese, è lui che ha fatto l’insistente” risi, stampandogli un bacio sulla guancia coperta di barba. “Andiamo a casa sourwolf” e mise in moto.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Evie_Frost