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Autore: flatwhat    08/09/2020    1 recensioni
Alla fine della guerra, due vecchi amici si incontrano faccia a faccia per la prima volta.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oscar Pine, Ozpin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola flashfic estemporanea, scritta per una challenge indetta da Il Giardino di Efp.

Challenge che teoricamente scadeva ieri, ma mi hanno detto che posso partecipare ancora, quindi...

Fast Challenge: Abbracci, Drabble & Flash.

Prompt n.19: “Non ti abbraccerò” “Per piacere, stai morendo dalla voglia di farlo.”

Enjoy!


Oscar si sentì subito più leggero.

Davanti a lui, si stavano materializzando le forme di tutti coloro che condividevano la sua anima.

Questo era l'ultimo regalo che il Dio della Luce aveva fatto loro, prima di andare via di nuovo, questa volta per sempre.

Remnant non aveva bisogno di dèi.

Salem era finalmente spirata, un sorriso sulle labbra dopo aver compreso la verità dietro vita e morte. La battaglia era vinta. L'umanità non era ancora completamente unita e forse non lo sarebbe stata mai, ma...

"Siete voi che rappresentate l'umanità unita".

Quelle erano state le parole del Dio della Luce.

E aveva chiesto a Oscar, a tutte le anime che popolavano la sua, se avessero intenzione di vivere di nuovo.

Dopotutto, solo a Ozma era stato concesso di prendere una decisione. Tutti gli altri avevano continuato la sua missione, ma non avevano avuto scelta.

Ora, le anime che lo stavano lasciando, stavano potendo scegliere. Alcune si smaterializzavano subito, dopo un saluto che solo Oscar riusciva a sentire, andando al tanto agognato riposo eterno.

Ruby e gli altri osservavano questo spettacolo a bocca aperta. Oscar si promise che avrebbe comunicato loro ogni saluto da parte di ogni vita che se ne andava. Quei saluti erano anche per loro.

Altre anime assumevano via via una forma sempre più concreta: erano coloro che avevano deciso di restare.

Oscar strinse i pugni, non volendo ammettere che tenesse alla presenza di uno in particolare.

Ma eccolo lì, capelli spettinati e occhiali sul naso, come se non avesse preso in considerazione l'idea di andarsene neanche per un secondo.

"Ti avevo promesso che avrei aiutato tua zia a sistemarsi a Vale, no? Perché quella faccia?" disse Ozpin, un sorriso affettuoso sulle sue labbra.

Oscar si asciugò una lacrima.

"È il sole che mi abbaglia".

"Certo".

Oscar gli sorrise di rimando. Le altre anime avevano tutte preso forma, adesso. Tutti si guardavano tra di loro con meraviglia.

"Tu, invece, perché quella faccia? Non ti abbraccerò, se è questo che pensi".

Ozpin alzò le spalle, fingendo noncuranza.

"Fa' un po' come vuoi".

Con un balzo, Oscar si fiondò su di lui. Finirono entrambi a terra.

I loro predecessori e i loro amici si avvicinarono a loro volta, a far loro compagnia in questo siparietto.

Ozpin e Oscar si strinsero l'un l'altro a lungo, ridendo e piangendo assieme, come due perfetti imbecilli. A guardarli così, si poteva pensare che avessero perso qualche rotella.

Ma forse era solo un nuovo giorno che iniziava.
  
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