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Autore: vanessie    11/09/2020    0 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

 

Capitolo 2

“Rimpatrio”

 

 

POV Matt

“Buongiorno tesoro” mi salutò mamma quando arrivai in cucina per la colazione “Buongiorno” “Dormito bene?” “Sì, grazie” “Che programmi hai per oggi?” mi domandò. “Stasera esco con i vecchi amici del liceo, ma stamattina e nel pomeriggio sono libero” spiegai “Ti va di accompagnarmi a fare la spesa? Papà è al lavoro, così mi dai una mano e stiamo un po’ insieme” “D’accordo” risposi. Una volta finita la colazione andai a vestirmi, lavai i denti e sistemai i capelli. Mamma mi aspettava seduta sul divano, mentre ricontrollava la lista della spesa. Uscimmo e lei si mise alla guida. Per fortuna il supermercato era abbastanza deserto, odiavo fare la spesa con la ressa di persone. Presi il carrello e lo spinsi tra i vari corridoi seguendo mia madre, allontanandomi di tanto in tanto per andare a prendere sugli scaffali alcune cose suggerite da lei. “Allora Matt, come ti è sembrata la grigliata di ieri sera?” “Buonissima” “È stato bello averti a casa in questi giorni” “Anche per me” “E poter fare una cena di famiglia con Holly e Ben, senza che Katelyn si annoiasse a stare con noi adulti” precisò. Sorrisi e appoggiai nel carrello una confezione maxi di detersivo per la lavatrice, che mamma mi aveva indicato. “Com’è stato rivedere la tua amica d’infanzia?” proseguì “Bello” “Quanto sei espansivo!” esclamò scoppiando a ridere “Mi ha fatto piacere rivederla” mi sforzai di aggiungere. Ero piuttosto riservato sulle mie cose, non è che in quei sette anni di lontananza fossi cambiato, anzi il distacco dalla famiglia mi aveva fatto accentuare la riservatezza sulle questioni personali, soprattutto se queste facevano riferimento alle ragazze. “Holly ha detto che sua figlia non vedeva l’ora di poterti riabbracciare” la buttò lì. Sapevo dove voleva andare a parare. Mamma era sempre stata al corrente del fatto che Kate mi piaceva, fin da ragazzino ne ero proprio innamorato cotto e a 13 anni ero stato costretto a rivelarglielo. “Sai che sta un ragazzo?” “Sì me lo ha detto, ma lo sapevo già quando ero a New York” affermai “I suoi genitori non sono molto contenti, lui ha dieci anni in più” “Deve piacere a lei” “Questo lo so Matt, ma ammetterai che per i genitori sapere che la propria figlia sta con uno così grande e soprattutto separato, non è il massimo” aggiunse. In realtà il peggio era che lui avesse pure una figlia, ma non dissi nulla, Kate non aveva rivelato questo particolare e di certo non volevo farlo io. “Se ne faranno una ragione” affermai “Sei carino a difenderla” “Non sto difendendo nessuno, Kate è grande e vaccinata, ha 26 anni e credo che sappia scegliere chi frequentare” “Comunque ieri sera, quando parlavate da soli sul dondolo, l’ho notata sai?” “Cosa?” domandai “Che era tutta sorrisi e occhi dolci” spiegò sorridendo. Scrollai le spalle “Non cominciare a farti strane idee, mamma” “Oh beh, a me piacerebbe molto” “È impegnata” dissi con indifferenza “Non far finta che non ti interessi! So che non ti è mai passata, sei mio figlio e anche se fai il misterioso, io ti conosco” concluse. Andammo alla cassa, pagammo e tornammo verso casa. La aiutai a portar dentro le buste della spesa e a sistemare tutto nel frigorifero e nei vari scompartimenti della cucina. “Vado a vedere la tv sul divano” la informai, lei annuì.

 

giphy

 

Mi stesi sul divano e accesi la televisione, feci zapping in cerca di qualcosa di carino e diedi uno sguardo al telefono, rispondendo a qualche messaggio su Whatsapp. Mia sorella mi aveva scritto più volte. Eravamo riusciti a vederci i primi due giorni in cui ero tornato a Dublino, poi però lei era dovuta partire per un impegno di lavoro, che l’avrebbe tenuta occupata per una decina di giorni. Sarei rimasto in Irlanda per due mesi, tutta la durata delle vacanze estive dal college, dunque avremo avuto modo di stare insieme. Dopo un po’ arrivò un messaggio di Kate.

 

Ciao, ieri sera sono stata molto contenta di rivederti! Non ricordo se te l’ho detto, ma volevo che lo sapessi ;)

 

Sorrisi e decisi di risponderle.

 

Vale lo stesso per me! Alle 21 allora ci sarai per il mio rimpatrio con i vecchi amici?

 

Speravo vivamente che lei venisse e non avesse cambiato idea, avevo voglia di vederla e magari saremo potuti restare a fare due chiacchiere solo lei ed io, quando la serata sarebbe finita.

 

Certo, ci vediamo dopo.

 

Bene, sarebbe venuta. Sebbene avessi finto indifferenza quando ero uscito dal supermercato con mia madre, anch’io ero abbastanza sconvolto dall’aver rivisto Katelyn la sera prima. Ciò che provavo per lei non era mutato con il tempo e la distanza. Certo avevo avuto delle ragazze in America: una relazione seria di due anni e mezzo e poi una serie di frequentazioni occasionali, niente a che vedere però con ciò che avevo da sempre provato per Kate. Ero cresciuto, non le avrei di sicuro sbavato dietro come quando ero un ragazzino, sapevo che lei aveva una storia con Thomas e poi restavo per soli due mesi, non era nei piani dichiararmi o spezzare l’equilibrio della sua vita emotiva. Sarei stato ipocrita nel dire che non provavo attrazione per lei, insomma se mi avesse fatto capire di provare ancora qualcosa per me, io l’avrei baciata senza pensarci su due volte, ma Kate era una seria, non pensavo proprio che avrebbe tradito Thomas. Ricordavo esattamente il nostro percorso di crescita fianco a fianco, ricordavo ancor di più il nostro ultimo anno insieme. Ci eravamo baciati diverse volte, tenere le distanze era diventato faticoso, tanto che ci eravamo concessi una decina di momenti di coccole particolarmente piacevoli, senza arrivare al sesso. Cioè a dirla tutta ne aveva concesse più lei a me piuttosto che il contrario, questo perché all’epoca dei fatti lei non si era ancora mai concessa ad un ragazzo e quindi potevo fare ben poco.

Papà tornò a casa a metà pomeriggio, dopo il turno alla clinica veterinaria in cui lavorava. Mi trovò con mamma in cucina, dove la stavo aiutando con alcune preparazioni lunghe per cena. I miei genitori erano davvero carini insieme! Sì, un tantino sdolcinati, ma per un figlio, vedere che dopo un lungo matrimonio ancora si amavano, era il massimo. Erano sposati da ben trentun anni e non era molto comune vedere una coppia ancora così in sintonia. Durante la cena parlammo del mio ultimo anno di scuola di specializzazione in pediatria. Sarebbe iniziato a settembre e mi avrebbe condotto vicino al raggiungimento dell’obiettivo iniziale. Parallelamente avevo già iniziato a reperire materiali per la tesi: libri, ricerche sul web, discussioni con il professore che mi avrebbe fatto da relatore. Avevo in mente di iniziare a buttarla giù durante l’ultimo anno di corso, in modo tale da riuscire a laurearmi al massimo entro sei mesi dalla fine di quell’ultimo anno. Stavo spiegando tutto ciò a mamma e papà durante quella cena, anche se avevo tenuto a precisare che era tutto in corso d’opera, poiché nel mentre avrei dovuto frequentare e fare tirocinio all’ospedale, dunque avrei valutato via via se il progetto era fattibile. Di certo non volevo svendere un’intera carriera universitaria per finire prima. Avevo sempre avuto una buona media di voti e tirar via non era nel mio stile. Inoltre sapevo che quando avrei cercato lavoro il voto di laurea sarebbe contato eccome, non ero idiota, volevo cercare di laurearmi con 110 e lode. Loro mi tranquillizzarono, dicendo che nessuno mi stava correndo dietro e che avrei dovuto prendermi il tempo necessario.

Finita la cena andai a cambiarmi. Indossai qualcosa di carino, sistemai i capelli con il gel, chiesi a papà se potevo prendere la sua auto e uscii.

 

cap.2

 

Mi fermai a un bancomat, volevo avere in tasca dei contanti, mi ero portato dietro tutte le carte di credito ma avevo solo cinquanta dollari e nessuna moneta locale nel portafoglio. Fermai la macchina, mi avvicinai alla cassa della banca, prelevai duecento euro e ripartii, diretto al luogo dell’appuntamento. Avevamo stabilito di fare una bevuta al pub, cazzo quanto desideravo una Guinness. Ultimamente ero abituato allo stile di vita americano, ma ero irlandese nel sangue e sette anni senza tornare, mi avevano procurato una certa nostalgia verso alcuni prodotti tipici. Trovai parcheggio in fretta, scesi e mi diressi al pub. Non fu difficile vederli. Si erano posizionati sul lato destro del locale, erano una decina di persone, gli amici e amiche più stretti con cui avevo instaurato un bel rapporto nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza. Li raggiunsi e ad ognuno diedi un abbraccio. Ero felicissimo di rivederli e altrettanto vedevo sulle loro facce. Alcuni erano proprio cambiati, altri assomigliavano ancora a quando ero partito sette anni prima, sebbene le espressioni del volto si fossero fatte più mature. Certo li avevo più volte visti e sentiti tramite i social, ma il contatto diretto era diverso. Salutai anche Kate e presi posto accanto ai ragazzi.

“È bello rivederti, amico” disse Tyler “Anche per me, mi siete mancati” ammisi. Passai lo sguardo su ognuno di quei ragazzi e ragazze con cui ero andato a scuola, con cui avevo giocato, riso, imparato a stare con gli altri, scherzato. Erano fisicamente diversi, ma in ciascuno potevo riconoscere un tratto somatico distintivo che già c’era anni prima: i capelli ricci di uno, gli occhi castani dell’altro, i lineamenti dolci di quella ragazza, il modo di sorridere di un’altra. “Allora Matt, com’è l’America?” “L’America è…fantastica! Voglio dire…all’inizio ho faticato ad ambientarmi, ma poi ho conosciuto nuovi amici…mi trovo benissimo” affermai “Certo che frequentare il college negli U.S.A. dev’essere favoloso. Già ti immagino, tipo nelle serie tv americane: feste, belle ragazze…” “Sì” risposi ridendo per il loro entusiasmo “Che culo!” “Matt come va al college?” “Benissimo, mi manca un anno e ho finito” risposi “E com’è il clima?” “L’inverno è parecchio freddo e nevica spesso, l’estate è calda, più che in Irlanda, ma non è torrida” spiegai “Oh ma è vero che alle feste dei college americani ci sono tutte super fighe?” “Ehm…sì ci sono molte belle ragazze, ma non è come nei film” affermai divertito per le loro idee stereotipate. Ordinai una birra irlandese, la Guinness, continuando a rispondere allo loro mille curiosità sugli States. Restai seduto al tavolo con Peter, quando alcuni di loro si alzarono per uscire a fumare e le ragazze confabulavano tra loro. “Mi sei mancato un casino Matty” disse colui che nell’infanzia consideravo il mio miglior amico, gli sorrisi “Anche tu” “Posso chiamarti ancora Matty o ti offendi perché crescendo hai cambiato diminutivo?” mi domandò “Non l’ho cambiato, in America nessuno mi chiama così, ma puoi usarlo. Che mi racconti? Ci sentiamo spesso, ma non ci vediamo da un’eternità” “Ti racconto che sto lavorando al centro commerciale, esco con una ragazza da 4 anni e…va alla grande, tu?” “Beh ti ho parlato dei miei studi. Sai che lavoro al pronto soccorso? È solo un tirocinio, ma è utile per far pratica, arrivano i casi più disparati” “E scommetto che le ragazze ti sbavano dietro! Sono obiettivo Matt: eri carino da piccolo e fino ai 18 anni, anche se sono un uomo devo dire che adesso sei…parecchio attraente come tipo” disse. Gli scoppiai a ridere in faccia “Oh mamma Peter, le birre irlandesi devono aver avuto cattiva influenza su di te” scherzai “Seriamente…sei un bel ragazzo” “Grazie” risposi “Fidanzata?” “No” “Ho capito, sei in fase: universitario libero e con voglia di divertirsi” affermò “È così evidente?” “Beh non hai la fidanzata e non sembri disperato, né in astinenza” precisò “È solo perché non ho tempo da dedicare a nessuna, sono molto impegnato. Ok, cambiamo argomento…qui le cose come vanno?” “Stai girando intorno alla domanda chiave” disse.

 

giphy

 

Alzai le sopracciglia “Ossia?” domandai “Affrontiamo l’argomento spinoso che ho visto ti sta ancora a cuore!” “Tipo?” chiesi indifferente “Katelyn. Hai visto la sua reazione quando sei arrivato!” esclamò. Distolsi lo sguardo, sì…era un argomento spinoso. Sospirai “Credo che sia felice con Thomas” affermai, lui rise “Quando li vedo insieme non ho la sensazione di due che si amano e scoppiano di passione” “Forse sono solo timidi” “Lei era innamorata di te e lo è ancora” disse “E lo ero anch’io di lei, credi che non abbia pensato a Kate in tutti questi anni? A come è finita l’ultima giornata trascorsa insieme, in cui lei mi ha detto che le piacevo? Avevamo 18 e 19 anni, ma era comunque importante per me” chiarii. Peter mi guardò dritto negli occhi “Sei cambiato negli scorsi sette anni, ma i tuoi occhi azzurri sono ancora sinceri come un tempo. Parlale, sono sicuro che ciò che prova per Thomas sia solo un millesimo di ciò che sentiva per te” mi propose “Non voglio rovinare la sua relazione per un’avventura estiva, a settembre sarò a New York” “Tu provaci! È sempre stata perfetta per te e tu perfetto per lei, anche un cieco lo vedrebbe!” esclamò.

 

giphy

 

Sapevo che Peter aveva ragione, era stupido che io ignorassi i miei sentimenti, che mi comportassi come un coglione, restando a Dublino fingendo che fosse ormai solo un’amica. Ci tenevo ancora a lei, la mia paura era solo quella che mi rifiutasse totalmente, del resto sette anni erano lunghi e poteva anche aver accantonato il suo interesse per me. Aveva una storia seria da quasi due anni, sì anch’io non approvavo del tutto che stesse con uno di dieci anni più grande, separato e con una figlia, così come non approvavo che non avesse detto tutta la verità alla sua famiglia, tuttavia non volevo essere prevenuto. Kate mi aveva promesso che avrei conosciuto Thomas e forse soltanto dopo avrei potuto giudicare. Gli amici tornarono dentro e ricominciammo a parlare del più e del meno. La cosa bella delle amicizie infantili e adolescenziali, quelle vere, era che sebbene fossero trascorsi molti anni senza vederci, erano bastati pochi minuti per ritrovare la confortevolezza di un tempo. Pian piano qualcuno lasciò il pub per tornare a casa. Restammo in cinque. Avevo dedicato la serata agli amici e ancora non avevo avuto modo di stare un po’ con lei. Mi alzai in piedi e mi incamminai verso la zona in cui era seduta insieme a Liv. Erano intente a parlare, non si erano ancora accorte che le stavo raggiungendo.

 

giphy

 

Ero un tantino agitato. Feci un bel respiro profondo e mi fermai a pochissimi passi da loro. Si voltarono a guardarmi, Kate fece un’espressione felice, come se fosse soddisfatta dalla mia presenza. “Posso stare con voi a scambiare quattro chiacchiere?” chiesi “Certo Matt” disse Liv che poi aggiunse “Sai che hai perso l’accento irlandese? Volevo dirtelo già prima, appena sei arrivato ed hai aperto bocca l’ho notato” “Davvero? Beh non me ne rendo conto in realtà, anche se risentire tutti coloro che mi circondano parlare con accento irlandese suona strano” risposi sorridendo “Comunque io adesso devo andare a casa, si è fatto tardi” spiegò “Da sola?” domandai. Non mi andava di lasciare che una ragazza da sola tornasse a casa a quell’ora “No tranquillo, mi accompagnano Tyler e Peter, siamo venuti insieme!” “Ah ok” conclusi. “Sono felicissima di averti rivisto, se resti per tutta l’estate avremo modo di uscire ancora, spero” affermò dandomi un abbraccio di saluto “Ma certo, volentieri Liv!” esclamai. Quando sciogliemmo l’abbraccio salutai Tyler e Peter e restai solo con Katelyn.

“E così…il tuo rimpatrio è andato alla grande” esordì lei “Direi di sì. È strano essere qui dopo tutto questo tempo, sentirmi ancora a mio agio con gli altri” “Siamo i tuoi amici di infanzia o adolescenza, è normale che sia così” chiarì. Sorrisi e annuii “Siete stati tutti molto carini” “Solo perché te lo meriti. Il Matthew Black che conosciamo era un bravo ragazzo” “Lo è ancora, te l’ho detto, non sono cambiato” affermai. “Si è fatto tardi e io dovrei tornare a casa” “Aspetta io…speravo che potessimo parlare ancora” dichiarai “È l’una e mezza di notte e…domani ho degli impegni con Thomas” “Hai ragione, scusami” “Forse…potrei restare una mezzoretta” riuscii a ottenere del tempo con lei e già ero soddisfatto. “Ti ringrazio Kate” “Figurati” “Se ti va uno di questi giorni potremo fare qualcosa insieme” tentai “Perché no? Domani sarò con il mio ragazzo, ma se vuoi lunedì dopo il lavoro sono libera” “A che ora stacchi?” “Alle 18” “Non voglio essere invadente però. Cioè se dopo il lavoro sei stanca non fa niente, ci vedremo un altro giorno” spiegai. Giusto, ero in vacanza, ma erano i primi di luglio e lei mi aveva spiegato la sera precedente che avrebbe avuto le ferie solo in agosto. “No, per me va bene” “Se vuoi andiamo a cena fuori, oppure…un giro in centro, o al cinema” “Quello che vuoi Matt” “Scegli tu” “Con il cinema rischiamo di fare troppo tardi e di lunedì sera non mi pare il caso. La mattina del martedì sarei uno zombie. Un giro in centro?” “D’accordo, passo a prenderti verso le 21?” “Facciamo le 20.30 se ce la fai, almeno stiamo insieme un po’ di più” propose “Ma certo, mi fa piacere” “Ora però devo scappare” “Ti accompagno” “Non è necessario, sono in macchina” specificò “Non mi va che tu vada da sola, ti seguo con la mia auto” “Non mi rapiscono” disse mettendosi a ridere “Giuro che una volta giunta a casa me ne vado” “Non è per quello, è che non devi sentirti in obbligo” ribattè “Lo faccio volentieri per un’amica” “Ok, allora” concluse. Uscimmo dal pub e ci dirigemmo alle nostre vetture. Come promesso la seguii verso casa e aspettai che parcheggiasse per salutarla. Scesi di macchina e le diedi un abbraccio e un bacio sulla guancia “Grazie ancora per lunedì” “Prego, ti aspetto” rispose. La guardai rientrare e tornai a casa dei miei.

 

NOTE:

Ciao, grazie per aver letto il primo capitolo della mia storia! Matthew e Katelyn si stanno ancora "studiando da lontano". Sebbene siano stati migliori amici dalla nascita, hanno vissuto separatamente le loro vite per sette anni, dunque in questa prima fase ho pensato che sarebbe stato normale far riprendere loro confidenza a poco a poco. Mentre il primo capitolo è narrato dal punto di vista (POV) di Kate, qui invece il POV è di Matt, era opportuno scoprire anche quali fossero i suoi reali pensieri e sentimenti dopo una lunga assenza. L'intera storia alternerà i due punti di vista. Vi aspetto il prossimo venerdì, per scoprire come andrà la loro prima uscita solitaria e di cosa parleranno...

Vanessie

   
 
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