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Autore: ArrowVI    11/09/2020    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 10-16: Fiamme Inestinguibili

 


Nonostante fosse in grado di colpire in pieno Ifrit con i suoi attacchi di ghiaccio, quasi tutti sembravano avere poco, se non nessun, effetto sulla demoniaca creatura e, differenza di Ehra, Sarah non possedeva incantesimi con una potenza devastante come i suoi. Dopotutto, la sua specialità era quella di sfruttare le debolezze dei suoi avversari con attacchi fulminei, precisi e costanti, per abbatterli nel minor tempo possibile.

Nonostante la sua smisurata quantità di mana, la resistenza fisica di Sarah le impediva di scontrarsi con un avversario per troppo tempo.


Le fiamme di Ifrit sembravano quasi provenire dall'inferno. Ogni suo pestone lasciava marchi di cenere nel terreno, e i suoi attacchi erano così devastanti che, se non fosse stato per il muro di ghiaccio che eresse qualche minuto prima intorno a loro, avrebbero potuto devastare Camelot come se fosse burro al fuoco, con un semplice tocco.
Sapeva che, sotto quelle infernali fiamme, si nascondesse un corpo fatto di carne e ossa... Doveva solamente raggiungerlo. 

Ma come? Nonostante i suoi attacchi fossero in grado di colpire il demone, le sue fiamme erano così intense da sciogliere qualunque tentativo in un battito di ciglia prima che potessero causare alcun danno degno di nota. 
Un graffio o una ferita non bastava... Se voleva sconfiggere quella bestia immonda prima di stancarsi troppo, doveva assolutamente spegnere quelle fiamme.


Sarah continuò a muoversi costantemente intorno al demone, creando un sentiero di ghiaccio ai suoi piedi e usandolo come mezzo di trasporto, avendo realizzato che la creatura avesse problemi a tenere il passo con la sua velocità.

Continuò a mitragliarlo per qualche minuto nella modalità offensiva dello "Specchio del Riccio delle Nevi", ma realizzando ben presto che, nonostante quei proiettili ghiacciati fossero in grado di raggiungere il demone, si sciogliessero prima di riuscire a conficcarsi nella sua carne. 
Quella magia, nonostante fosse estremamente efficace contro tantissimi avversari, si rivelò ben presto essere inefficace contro un nemico di quel tipo.


Sbuffando ed evitando con stile i pestoni e le fiammate del demone, Sarah continuò a bersagliarlo con il suo Specchio e con colonne di ghiaccio che fece spuntare più e più volte dal terreno ai piedi della creatura, in un tentativo di fargli perdere l'equilibrio. Il suo piano era, all'apparenza, semplice: se fosse riuscita a fargli perdere l'equilibrio, facendolo cadere di schiena nel terreno, avrebbe potuto trafiggerlo in pieno ventre con un gigantesco spuntone di ghiaccio.

Ma non ci mise molto a realizzare che quel suo piano non sarebbe andato facilmente in porto.

In poco tempo, infatti, Ifrit sembrò abituarsi sempre di più alla velocità con la quale Sarah continuò a muoversi intorno a lui, fino a quando per poco non riuscì ad afferrarla con uno dei suoi incandescenti artigli.

Per un battito di ciglia Sarah riuscì a evitare di venir afferrata dal demone, slittando di lato ed evitando la mano di Ifrit, per poi indietreggiare di qualche metro, pallida in volto. 

Se quella bestia fosse riuscita anche solo a toccarla con un dito, l'avrebbe carbonizzata in un istante: si era salvata per un pelo da una fine certa. 
La donna cominciò a sudare, ma non solo dallo spavento che si era presa: realizzò ben presto che il calore emanato dalla creatura si stesse facendo lentamente sempre più intenso... Come se non bastasse, le sembrò anche che il demone fosse diventato leggermente più grande.


Gli occhi di Ifrit cominciarono a bruciare intensamente, e il suo petto si gonfiò come se stesse prendendo un gigantesco respiro.
Poi, senza dare neanche il tempo di pensare alla sua avversaria, le scagliò contro una mastodontica fiammata che Sarah non poté contrastare in nessun modo, se non evitandola.

La fiammata colpì il muro di ghiaccio alle sue spalle, sciogliendolo all'impatto e lasciando un gigantesco buco in esso.
Sarah fissò il buco nel suo muro di ghiaccio inorridita, non riuscendo a credere che le fiamme del demone si stessero facendo man mano sempre più pericolose.


Stava sprecando tempo... Tempo che non poteva permettersi di perdere.
Quelle bestia si stava facendo gradualmente sempre più grande, non era una sua impressione, e le sue fiamme man mano sempre più pericolose... Si trovava sul filo del rasoio. Un passo falso e sarebbe stata la fine... Ma non doveva assolutamente perdere la calma e la concentrazione: poteva ancora sconfiggerlo, ne era sicura. 

Si allenò per anni per un eventuale incontro di quel tipo, e non per nulla.


Doveva cambiare approccio. 


Ifrit ruggì con fare vittorioso, colpendosi i pettorali come se fosse un gigantesco e infernale gorilla.
Poi si mise a quattro zampe, ringhiando come un cane, preparandosi a colpire il suo bersaglio come un toro.


<< Vuoi il gioco duro, bestia? >>
Disse tra se e se la donna, quando il demone caricò nella sua direzione, avvolto da una specie di armatura fatta interamente di fiamme.

<< Allora mangia questo! >>
In un battito di ciglia, un secondo muro di ghiaccio s'innalzo dal terreno tra Sarah e Ifrit. 
Il demone venne colto alla sprovvista da quell'inatteso ostacolo tra se e il suo bersaglio, e non fece in tempo a bloccare la sua carica: collise con forza contro quel muro, mandandolo in frantumi, rotolando poi nel terreno per un paio di volte.

Le sue fiamme non sembravano essersi indebolite, eppure Ifrit si portò le mani nella testa, lamentandosi e ringhiando dal dolore, agitandosi come un pazzo.

Sarah fissò il demone per qualche istante, confusa, poi però vide del sangue giallo gocciolare nel terreno.
Fu in quell'istante che realizzò che, fino a quel momento, la sua strategia fosse completamente sbagliata.


A differenza di quanto pensò inizialmente, Ifrit sembrò essere più vulnerabile agli attacchi fisici che alle magie. Ripensandoci, tutto sembrò avvalorare quella possibilità.

I suoi proiettili magici erano troppo deboli e venivano rapidamente squagliati dalle sue fiamme, ma erano comunque stati in grado di fargli qualche graffio... Inoltre, gli spuntoni e le colonne di ghiaccio che usò per provare a ferirlo e a fargli perdere l'equilibrio sembrarono preoccupare il demone a tal punto da obbligarlo a evitare i suoi attacchi, o a contrastarli con fiammate prima che potessero raggiungerlo.
Il fatto che collidere semplicemente contro quel muro di ghiaccio fosse stato abbastanza per ferirlo, non faceva altro che avvalorare quella possibilità.

Pensandoci, aveva senso: se Ifrit fosse veramente più vulnerabile agli attacchi fisici, la sua armatura incandescente sarebbe stata una efficace e inaspettata difesa.
Nessuno sano di mente si sarebbe avvicinato così tanto a lui, in situazioni normali, per attaccarlo corpo a corpo... Quelle fiamme avrebbero invogliato chiunque ad attaccarlo dalla distanza, specialmente con magie, alle quale sembrava essere estremamente resistente, anche secondo svariati rapporti che lesse anni prima.

"Se vuoi nascondere qualcosa, mettilo in bella vista". Un detto che non sempre funziona, ma in questo caso calzava a pennello.


Nonostante questa sua intuizione, però, Sarah non riuscì a comprendere in che modo avrebbe dovuto avvicinarsi abbastanza al demone per attaccarlo e restare, allo stesso tempo, al sicuro dalle sue fiamme. Il calore che emanava era talmente intenso che le sembrava quasi di essere vicino al sole, e Ifrit si stava facendo sempre più grande. Inoltre, avvicinandosi troppo avrebbe corso il rischio di diventare una preda facile per quella creatura.

La sua stazza, probabilmente, era un altro meccanismo di difesa involontario per scoraggiare i suoi avversari dall'avvicinarsi troppo. 
I pezzi del puzzle sembravano mettersi insieme fin troppo bene per essere una semplice coincidenza: era sicura di aver trovato il punto debole del demone, ma non aveva ancora pensato in che modo potesse sfruttarla.


Poi un lampo di genio.
C'era una tecnica speciale che le insegnò suo nonno, anni prima. Quella tecnica... Forse sarebbe potuta diventare il suo asso nella manica.

Quella magia avrebbe assorbito una gran parte delle sue riserve di mana... Doveva assicurarsi che funzionasse.
La sua sicurezza, comunque, non era una priorità. Non poteva affidarsi solamente alla tecnica che le insegnò Xanders, doveva assicurarsi di sconfiggere definitivamente quel demone. 

C'era un solo modo... Doveva ricorrere al Permafrost.


La donna cominciò a tremare. Combinare il Permafrost con la tecnica di suo nonno, l'avrebbe sicuramente portata al limite: il suo corpo sarebbe a malapena riuscito a sopportare quello stress... Se avesse fallito, non ne sarebbe uscita viva.

Sarah scosse la testa, scacciando le sue preoccupazioni e sollevando il suo fidato stocco verso il cielo.

Era determinata e fiduciosa nelle sue abilità, non poteva dare più valore alla sua sicurezza che a quella di tutti gli altri: era un soldato, e come tale avrebbe fatto di tutto per svolgere quel suo ruolo.


Un ultimo muro, stavolta molto più alto e spesso del precedente, spuntò dal terreno tra lei e Ifrit. 
Le serviva tempo per caricare entrambi quegli incantesimi... Ed era da sola. Quel muro era l'unica cosa che le avrebbe concesso abbastanza tempo... O, per lo meno, sperava sarebbe bastato.



"Evocazione?"
Domandò una giovane Sarah, davanti a suo nonno, quando le parlò di quella strana e sconosciuta tecnica che imparò a Mistral.
Si trovava davanti alle sponde del lago, nel porto di Magnus, in una spiaggia vicina al bordo della foresta. L'aria era fresca, e l'unico rumore che si sentiva era il rumore del vento, delle acque e la voce calma e saggia di Xanders.

Non era inusuale per lei allenarsi con lui.

"Si, mia cara."
Le rispose l'uomo con una barba bianca, corta e curata. Indossava dei vestiti in pelle scura, e una lama legata alla cinta. I suoi occhi erano chiari, il suo sorriso trasmetteva gentilezza e un intenso desiderio di insegnare.

"Non ne ho mai sentito parlare. "
Era inusuale per Sarah non conoscere una tecnica magia, quindi rimase immediatamente affascinata dalle parole del nonno.

"E' una tecnica segreta che ho imparato nei miei viaggi a Mistral, è il nostro piccolo segreto!"
Ridacchiò, portandosi un dito davanti alle labbra, come se volesse dire alla ragazzina di non dirlo a nessuno.

Non era una tecnica segreta, ma semplicemente poco conosciuta. A Xanders piaceva far crescere la curiosità dei più piccoli con giochetti del genere.

"Come lo faccio, nonno?!"
Esclamò una entusiasta e impaziente Sarah, saltellando sul posto.

L'uomo cominciò a ridere con fare divertito, per poi sguainare la sua lama che cominciò ben presto a brillare di una luce intensa, quasi accecante.

"Osserva attentamente, Fiocco di Neve, e cerca di fare i miei movimenti."


Sarah prese un profondo respiro e liberò la sua mente da ogni pensiero.
I colpi che Ifrit diede a quel muro di ghiaccio per provare a raggiungerla svanirono rapidamente, e il calore e il suono delle sue fiamme seguirono subito dopo.
La donna si chiuse all'interno di una bolla di ghiaccio, isolandosi dall'esterno e chiudendo gli occhi.

Silenzio, calma, concentrazione.
Il suo stocco cominciò a brillare con una luce intensa, quasi accecante, per qualche secondo.
Poi un enorme cerchio magico fatto interamente di ghiaccio si materializzò nel terreno sotto di lei. Al suo interno, vi era disegnato un fiocco di neve.

In quel preciso istante, a insaputa di Sarah, il muro di ghiaccio cominciò a frantumarsi.

Senza aspettare neanche un secondo in più, la donna s'inginocchiò, conficcando il suo stocco nel terreno, che cominciò ben presto a rilasciare una intensa foschia gelida: la sua lama smise ben presto di brillare ma, come risultato, fu il cerchio magico a farlo.


Il terreno cominciò a tremare. Dal centro del cerchio magico si materializzò un colossale braccio muscoloso e fatto interamente di ghiaccio. 
Poi seguì un secondo, poi una testa, un torso e due gambe.

Quando il muro di ghiaccio davanti a Sarah andò in frantumi, Ifrit si trovò davanti una mastodontica statua di ghiaccio fumante alta quanto lui, con occhi spenti e una espressione priva di alcun sentimento.

<< Prendilo a pugni, Hrímgrímnir. >>
Non appena diede quell'ordine, il gigante di ghiaccio cominciò a correre verso il demone, colpendolo con un devastante pugno in pieno volto e scagliando il demone a metri di distanza.
Poi, il gigante si guardò la mano con cui colpì Ifrit: si stava già sciogliendo. 

Sospirò, per poi caricare ancora una volta il suo avversario.


"E' fantastico, nonno!"
Esclamò Sarah, non appena vide l'enorme farfalla di ghiaccio che Xanders fece materializzare dal cerchio magico ai suoi piedi.
Stava sudando, sembrava molto provato.

"Ti piace, piccolina? Ho lavorato per mesi per riuscire a creare quel fiocco di neve al centro del cerchio magico, solamente per te."
Disse l'uomo, abbracciando la ragazzina.

"E' una magia molto affaticante, ti insegnerò a usarla ma devi promettermi che non la userai se non in momenti di estrema difficoltà... Sono stato chiaro?"
Le domandò subito dopo.
La ragazzina gli rispose con un rapido cenno con il capo, con occhi euforici e impazienti.

"Potrai dare la forma che vuoi alle tue evocazioni, con un po' di pratica, ti basterà solo pensarla. Vediamo... Cominciamo con qualcosa di piccolo e semplice, magari un pesciolino... "
Continuò.


<< Non basterà... >>
Sarah realizzò ben presto che, nonostante la sua evocazione fosse in grado di reggere il demone, non sarebbe durata più di qualche minuto sotto quel calore intenso.

Digrignò i denti, realizzando che avrebbe dovuto passare al piano B.

<< Maledizione... >>
Sussurrò subito dopo, preparandosi alla sua prossima mossa.


Il titano continuò a scontrarsi con il suo avversario incurante dei danni che le sue fiamme gli stessero causando. Il suo compito era semplicemente quello di difendere a qualunque costo la sua creatrice, e di svolgere il compito che gli era stato dato.

Anche quando i suoi arti caddero dalle sue spalle, e il suo viso cominciò a sciogliersi, Hrímgrímnir non indietreggiò neanche di un passo. 
Se non poteva colpire il suo avversario con i suoi pugni, allora usò le sue gambe.

Quando finalmente anche le sue gambe si spezzarono e il titano cadde al suolo, posò il suo sguardo verso la sua creatrice, incurante del demone che, nel mentre gli azzannò il collo.

I minuti che le fece guadagnare era tutto quello di cui Sarah aveva bisogno.



"Permafrost?"
Domandò a suo nonno, incuriosita da quella tecnica.

"Ne avrai sicuramente sentito parlare, da tuo padre."
Le disse Xanders.
Sarah rispose con un cenno positivo del capo.

"E' una magia molto potente alla quale ho dedicato tutta la mia vita, provando a perfezionarla. Se io dovessi fallire nel mio intento, spero che sia tu un giorno a riuscire dove io ho fallito, Fiocco di Neve."
Continuò suo nonno.

"E come dovrei farlo?"
Domandò la ragazzina.

Xanders ridacchiò con fare divertito.

"Lo stesso modo che ho usato io, mia cara."
Le disse.

"A suon di tentativi e fallimenti."



L'aria intorno a Sarah si fece secca, talmente gelida che l'aria sembrava congelarsi dentro il suo naso e la sua gola.
Del ghiaccio cominciò lentamente a formarsi nelle sue braccia e nelle sue gambe, ma non poteva permettersi di pensare a quel dolore.

Il vento si fece sempre più intenso, mentre la ragazza cominciò a far roteare il suo fidato stocco, gelido, sopra di se.

<< Venti del Nord rispondete alla mia chiamata... >>
Cominciò a recitare quella formula magica.

<< Congelate i miei avversari, seguitemi in questa mia crociata e che questi siano i loro funerali. >>
Il terreno intorno a lei cominciò rapidamente a congelarsi, intrappolando in un ghiaccio eterno qualunque cosa toccasse come se fosse una perenne bara: pietre, alberi, fiori.

<< Questa è la mia preghiera, questa sarà la loro eterna galera. Intrappolati nel ghiaccio eterno, che questo sarcofago sia il loro inferno. >>
Un vento gelido cominciò improvvisamente a soffiare intorno al campo di battaglia, obbligando persino Ifrit a indietreggiare con occhi confusi e preoccupati.

<< Questa è la tua fine Ifrit! >>
Esclamò la donna, richiamando su di se l'attenzione del demone e puntando il suo stocco congelato verso la creatura.

<< Permafrost! >>
In un battito di ciglia, l'intero campo di battaglia rinchiuso all'interno del cerchio di ghiaccio che Sarah innalzò minuti prima venne trasformato in ghiaccio.
Alberi, insetti, fiori, acqua... Nulla si salvò da quel gelido respiro, intrappolato per sempre all'interno di quel ghiaccio che il sole non avrebbe mai potuto sciogliere.

Persino Ifrit non riuscì a salvarsi da quell'ondata gelida.
Le sue fiamme si spensero, il suo corpo intrappolato nella sua bara ghiacciata, con lo sguardo terrorizzato rivolto verso quella donna.
La sua pelle sembrava quella di un essere umano ma rossa, con svariati graffi e lividi.


Sarah cadde nel terreno ghiacciato, respirando a fatica e tossendo.
Se il Permafrost non si fosse rivelato efficace, non avrebbe avuto le forze per continuare quello scontro.

Provò a ridere, per qualche motivo, ma non ce la fece.
Posò il suo sguardo sul suo fidato stocco, realizzando che si fosse spezzato a causa del freddo.

Era fortunata che quel ghiaccio non aveva effetto sull'utilizzatore. 
Ma non era ancora finita...


Nonostante fosse intrappolato, Ifrit era ancora vivo. Doveva mettere fine a quello scontro una volta per tutte.
Si alzò in piedi ancora una volta, tremando e respirando a fatica.

Giusto in tempo per assistere con orrore a una crepa nella bara di Ifrit.
Il Permafrost non sarebbe durato in eterno: alla fine dei conti, lei era troppo debole per spegnere le fiamme del demone per sempre.

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Fine del capitolo 10-16, grazie di avermi seguito e alla prossima!

 

   
 
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