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Autore: Lisbeth Salander    12/09/2020    6 recensioni
Raccolta, senza pretese, di brevi momenti di vita tra James e Lily.
1. You're the One that I want
2. Viceversa - che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male
3. Tutta colpa di Trasfigurazione Oggi
4. Once in fifteen minutes [dalla Serata Drabble organizzata da Gaia Bessie su Facebook]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Viceversa
- che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male -


«Sai, alla fine, ho sempre saputo che sarebbe finita così».
«Di che parli, Remus?».
«Di quel che sta succedendo tra te e James».
«Non sta succedendo niente tra me e James».
«Ah, no? Strano perché da un po’ di tempo dove ci sei tu c’è lui e viceversa».
«Sto bene quando sto con lui».
Tu non lo dici ed io non lo vedo
L'amore è cieco o siamo noi di sbieco?
Un battibecco nato su un letto
Un diluvio universale
Un giudizio sotto il tetto

5 giugno 1977
Non le è ben chiaro come si sia ritrovata sul letto di James ma è abbastanza certa che sia colpa di quel terribile temporale estivo che li ha resi infinitamente pigri e della folla della sala comune.
Avrebbero dovuto ripetere per l’esame teorico di Difesa contro le Arti Oscure ed è quello che hanno fatto per i primi venti minuti, dopo i quali James ha decretato che erano troppo bravi per continuare.
Da un po’ ad attirare tutta la loro attenzione è stato il cruciverba del Profeta e, in particolare, la risoluzione dell’undici verticale: il nome del primo Supremo Pezzo Grosso della Conferenza Internazionale dei Maghi del 1289.
«Non può assolutamente essere lui» dice Lily con fermezza, rifiutandosi di cedere la piuma.
«Io ti dico che sono assolutamente sicuro che sia lui! Bonaccord1! Sono anche nove lettere» protesta James.
«Io ricordo Ravaccord».
«Ma non è neanche un nome vero!».
«Io lo ricordo così! E poi tu eri sempre distratto a Storia della Magia».
«Ma questa cosa me la ricordo benissimo» insiste James mentre Lily lo guarda con aria scettica.
«Chiediamo un parere esterno» afferma pragmaticamente mentre con lo sguardo cerca Remus.
«Moony, vieni qui» intima James, «Puoi dire a questa zuccona della Evans che il primo Supremo Pezzo Grosso della Conferenza Internazionale dei Maghi era Pierre Bonaccord e che Ravaccord non esiste?».
Remus non si avvicina ma resta seduto sul proprio letto e li guarda con un sorriso indecifrabile.
«Lily, mi spiace per te ma ha ragione Prongs» sentenzia.
«Ma non è possibile!» esclama Lily stendendosi con fare fintamente melodrammatico sul letto mentre James si sdraia accanto a lei e scrive soddisfatto l’undici verticale.
«Comunque, io so perché James se lo ricorda» sghignazza Sirius dal letto di Peter mentre l’amico gli rivolge uno sguardo torvo.
«Non perché era attento a lezione, quindi?» rilancia Lily.
«Perché Bonaccord era il soprannome che avevamo dato a quel Corvonero che ti aveva chiesto di uscire al terzo anno» conclude Sirius con aria divertita.
«E perché mai?».
«Oh, Evans, è evidente che, oltre a non ricordare i nomi, non ricordi nemmeno le immagini!» interviene James, trattenendo una risata.
Lily tace e cerca di fare mente locale e poi realizza che quel famoso Corvonero e Bonaccord, la cui immagine è riportata sul libro di Storia della Magia, hanno un naso spaventosamente identico.
«Non è divertente» dice cercando di mantenere, invano, un’aria seria. 
«Si vede che stai ridendo» ribatte James solleticandole la punta del naso con la piuma mentre entrambi scoppiano a ridere.
Sempre più spesso si crea, tra loro, una bolla che li separa dal resto del mondo e Lily teme sempre che in quei momenti James si accorga di quanto il cuore le batte veloce, soprattutto quando lui la fissa in quel modo.
«Non ho voglia di tornare dalle ragazze» sussurra, avvicinandosi a lui.
James non distoglie gli occhi da lei e, con una mano, le sposta i capelli dalla fronte, prima di dirle «Resta qui».

Semplici eppure complessi
Libri aperti in equilibrio tra segreti e compromessi

26 novembre 1977
Le mani di Lily tremano mentre stringono garze attorno al suo braccio malmesso. 
Ha risanato le ferite lasciate da Remus con un incantesimo, sotto gli sguardi preoccupati di Sirius e Peter.
James la osserva seduto sul bracciolo del divano della Sala Comune mentre esamina i graffi profondi che Remus, nella sua forma di Lupo Mannaro, in preda all’eccitazione della luna piena gli ha fatto poche ore prima.
James nota le labbra di Lily malferme mentre lei si impone d’essere calma, non incrociando mai il suo sguardo.
È la prima vera notte di luna piena che condividono da quando stanno insieme. 
Solo poche settimane prima lui e Remus l’hanno messa a conoscenza del piccolo problema peloso dell’amico e del modo in cui James, Sirius e Peter hanno deciso di aiutarlo.
Da parte sua, ci sono state infinite rassicurazioni - Tranquilla, Lily, giusto qualche graffietto, ormai sappiamo come comportarci.
Non avrebbe mai potuto immaginare che Moony si sarebbe comportato così, che avrebbero sfiorato la tragedia e che lui ne sarebbe uscito con un braccio interamente attraversato da graffi di Remus.
Lily li ha sentiti rientrare ed è scesa a controllare, trovandosi James sanguinante e Sirius e Peter intenti a rimediare. 
Dopo un primo momento di smarrimento, ha messo mano alla bacchetta e ha cominciato a medicare le ferite.
«Noi andiamo a dormire. Tanto sei in buone mani» dice Sirius a bassa voce, intuendo il turbamento di Lily e la necessità di entrambi di rimanere soli.
Non appena li vede sparire sulle scale del dormitorio, James allunga il braccio sano per attrarla a sé e le poggia un bacio sulla punta del naso. 
«Lil…».
«Avevi detto che non dovevo preoccuparmi».
«Non devi. Sono solo pochi graffi».
«James, sono profondissimi…».
«Domani sgraffigno del dittamo dalla dispensa di Lumacorno e torno più bello di prima» le dice stringendola più forte.
Lily, prima rigida a causa della preoccupazione, cede e ricambia la stretta mentre la bocca di James corre delicata sul suo collo.
«Succede spesso?» chiede Lily percorrendo con le dita i graffi appena curati.
«Non è la prima volta» ammette James.
«E glielo avete mai detto?». 
James scuote la testa e cerca gli occhi verdi di Lily.
«Starebbe troppo male e si sentirebbe in colpa. Ha bisogno di noi. È difficile per lui controllarsi quando si trasforma».
Sulla bocca di Lily compare un sorriso carico di tenerezza.
«Facciamo un patto» suggerisce lei, «io cancellerò la mia preoccupazione con Remus ma, ogni volta che torni dopo la luna piena, devo controllare che tu stia bene».
James le sorride, grato.
«Affare fatto, Evans».

 
Anime purissime in sporchissimi difetti
Fragili combinazioni tra ragione ed emozioni
Solitudini e condivisioni

18 aprile 1977
«Che ci fai qui?» chiede Lily quando se lo trova accanto in quell’aula solitaria dove è solita rifugiarsi per studiare in solitudine.
«Gironzolavo» dice lui allungando le gambe sul banco.
«Potter, è mai possibile che tu non sia mai composto?».
James risponde con una smorfia mentre lei continua a sfogliare il Manuale di Erbologia.
«Non dovresti essere ad Aritmanzia?» chiede poi Lily.
«Dovrei ma preferivo essere qui».
«C’entri qualcosa con il fatto che a Bertha Jorkins siano spuntate piume sul sedere?».
James non risponde ma si apre in un sorriso rivelatore.
«È fastidiosa».
«Non pensi di essere grande e grosso ormai per questo genere di scherzi?».
«No. E poi ti ho vista ridere!».
«Sei tremendo» chiosa Lily, «però hai ragione. La Jorkins è una pettegola insopportabile».
Chiude il libro e lo guarda ancora: sa perfettamente che è venuto a cercarla soltanto perché l’ha vista turbata dopo la lettera al vetriolo di Petunia - l’ennesima.
«Mi ha scritto mia sorella» confessa Lily mentre James diventa serio d’un colpo e trascina la sedia di Lily verso la sua.
«Era la risposta agli auguri di Pasqua e al cioccolato che le avevo mandato» spiega Lily. 
Le sua mani corrono, istintive, a cercare le braccia di lui, ad aggrapparvisi.
«Non è colpa tua, Lily» sussurra James avvicinando la sua fronte a quella di Lily.
«Come sta tua madre?» chiede lei. Ha sentito Sirius parlare con Remus a lezione delle preoccupazioni di James.
«È tornata a casa. Al San Mungo dicono che ha la pelle dura».
Lei sa - perché lo sa - che non ammetterà di essere terrorizzato all’idea che la salute di sua madre sia compromessa. Negli ultimi mesi ha imparato a leggere dietro l’arroganza che gli fa da scudo.
Si limita a sorridere. 
In quella vicinanza strana, che prima o poi dovrà affrontare, può anche non dire niente.
«Dovresti tornare in classe» sussurra, però, dopo poco.
«Preferisco stare qui con te».

 
Basterebbe solamente dire
Senza starci troppo a ragionare
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa

28 agosto 1977
Il mondo potrebbe finire e a James non importerebbe assolutamente niente.
Lily è distesa accanto a lui, ha gli occhi chiusi mentre la brezza di mare le scompiglia leggermente i capelli rossi.
A guardarla bene quella spiaggia appena fuori Cokeworth non sembrerebbe niente di speciale ma James potrebbe giurare che è diventato il suo posto preferito al mondo.
Si incanta a guardare Lily mentre con una mano ne accarezza i lineamenti, fino ad arrivare alla spalla lasciata scoperta dalla maglia.
Mentre la sua mano si muove delicata sopra di lei, Lily sorride beata, con gli occhi chiusi.
È poco più di un mese che stanno insieme e a James ancora non sembra vero. 
Sente ancora l’urgenza di impararne a memoria i tratti, di memorizzare tutti quei dettagli che può finalmente vedere da vicino.
«Dopo la mattinata terribile, ora mi sto quasi rilassando» sussurra Lily.
James si china a baciarle il naso, poi la guancia, poi il collo, poi la spalla.
Ogni bacio serve ad allontanare un pensiero: le condizioni di salute dei suoi che continuano a peggiorare, la malattia babbana della madre di Lily, la tensione esplosa con sua sorella, la guerra che incalza e ricorda loro che non sono più bambini ma che devono essere sempre pronti a metter mano alla bacchetta se necessario.
Lily si desta non appena avverte James lontano dalla sua pelle. 
Guarda l’orizzonte con l’espressione assorta davanti alla quale si è spesso imbambolato.
«La vedi quella casetta laggiù? Petunia ed io eravamo convinte che ci abitasse un principe» racconta mentre lui la osserva rapito.
«È una casetta un po’ messa male per essere di un principe» commenta James.
Quella casetta in mezzo al mare non ha molto di poetico o sognante ma è piuttosto decadente, lontana dalla riva e disabitata da chissà quanto tempo.
«Eravamo piccole quando facevamo questo gioco. Una volta, ci siamo persino andate con nostro padre. È stato traumatico scoprire che fosse del tutto abbandonata. Io, però, inventai una storia diversa, di streghe e fantasmi. A Petunia non piacque».
Gli occhi di Lily, inquinati di tristezza, rammarico, rancore, sono ancora fissi sulla casetta in mezzo al mare. 
James l’attira a sé, intrappolandola in un abbraccio finché Lily ricambia la stretta e appoggia la testa sulla sua spalla.
«Se vuoi, puoi raccontarla a me questa storia di streghe e fantasmi» le dice poi, strappandole un sorriso mentre lei gli bacia, grata, la guancia.
«Sai una cosa? È la prima volta, da tanto tempo, che vorrei che l’estate non finisse mai e non ho poi così tanta voglia di tornare ad Hogwarts» confessa, ancora stretta nell’abbraccio di James.
«Ed è merito mio?» chiede James, un po’ incredulo perché è sempre così che si sente quando parlano dei loro sentimenti. 
Nei mesi precedenti qualcosa è cambiato e si sono ritrovati sempre vicini, scoprendo di aver bisogno della presenza dell’altro nella propria vita. 
Non ha mai ragionato troppo: ha sempre saputo di essere innamorato di lei e, qualche volta, quelle due fatidiche paroline sembrano quasi scivolargli dalla bocca. 
Poi si controlla e si dice che è troppo presto, che forse Lily non è pronta.
«Temo proprio di sì» risponde lei con un gran sorriso, «Sto sempre bene quando sto con te».
James deglutisce emozionato. 
Non è ancora il momento di dire quelle due parole, tanto brevi quanto pesanti ed impossibili da ritrattare, anche se non ne è mai stato così certo.
Sfoggia uno dei suoi migliori sorrisi, cercando di non apparire poi così rimbambito.
«Quando mi avrai in giro tutti i giorni ad Hogwarts, te lo ricorderò» le dice prima di prenderle il viso tra le mani e dire con serietà «Anche io sto sempre bene quando sto con te».

E detto questo che cosa ci resta
Dopo una vita al centro della festa?

14 febbraio 1977
Lily corre a fatica mentre James la trascina per i corridoi deserti a quell’ora della sera. 
Detesta ammetterlo ma potrebbe essergli eternamente grata per averla portata via dalla festa di Lumacorno. 
Si fermano poco lontani dalla Torre di Grifondoro quando James si accorge del respiro affannoso di lei e si appoggia ad una parete stranamente spoglia. 
«È stata un’uscita di scena con i fiocchi dopo ore di tortura» commenta soddisfatto.
«Continuo a non capire per quale ragione ti ostini a venire a queste feste che odi» commenta Lily, riferendosi ai cattivi rapporti di James con il loro Professore di Pozioni.
«Anche se tu hai una pessima opinione di me, sono un ragazzo beneducato e accetto gli inviti di un insegnante» afferma con un sorriso fintamente angelico che ingannerebbe chiunque.
«Conosco più di una persona che potrebbe dissentire».
«Sono sicuramente persone che mancano di totale senso dell’umorismo».
Lily decide di non replicare, ancora impegnata a riprendere fiato dopo la corsa dai sotterranei mentre James è intento ad aggiustarsi il vestito elegante.
«Non riesco ancora a capacitarmi del fatto che tu riesca a tenere una cravatta allacciata per tre ore consecutive» gli dice divertita, alludendo alla sua abitudine di non essere mai, proprio mai, in ordine.
«Meriterei un premio per questo, in effetti» commenta portandosi le mani al collo ed allentando il nodo della cravatta.
«Sei stato carino a stare con me stasera».
Lily è seria mentre cerca di ringraziarlo per essere stato il suo cavaliere di fatto, dopo il suo fallimentare appuntamento con Steven Lewis.
«Eri l’unica simpatica lì in mezzo» biascica lui, con tono imbarazzato, mentre una mano corre a spettinarsi i capelli.
«Ammetto che la concorrenza non era un granché».
«Per questo ho ravvivato la festa».
«Sabotando la musica?» chiede con aria divertita ripensando alla scena avvenuta poco prima.
«Sabotare è un parolone. Ne ho scelta una migliore e tu non puoi lamentartene».
«E perché?».
«Hai ballato con me ed eri molto, molto allegra in quel momento» spiega sorridente.
«Be’, ormai eravamo al centro dell’attenzione vista la tua sceneggiata».
«Ti chiedo di ballare come un galantuomo e farei una sceneggiata? Sei proprio un’ingrata, Evans!» esclama James, fingendosi offeso.
«È stato divertente» ammette Lily, «Senza di noi si sarebbero annoiati».
«Oggi è la seconda volta che ammetti che ti sei divertita in mia compagnia. Prima o poi potrei usare tutto questo contro di te» continua lui con aria solenne mentre le si avvicina tenendo le braccia conserte.
«Che dire? La prima volta alla Testa di Porco non si scorda mai».
«Il modo in cui hai condotto la tua vita da studentessa qui ad Hogwarts negli ultimi sei anni è assolutamente imperdonabile. Devi fare un accelerato corso di potenziamento».
«Per fortuna, ci sei tu a farmi recuperare le mie terribili mancanze o sbaglio?».
«Ai tuoi ordini, Evans» sorride lui arrendevole. Poi le afferra un braccio e le dice «Ora preparati a correre ancora».

Ma l’amore di normale non ha neanche le parole
Parlano di pace e fanno la rivoluzione
Dittatori in testa e partigiani dentro al cuore

15 ottobre 1977
«Lo hai fatto di nuovo» le dice cercando di non mostrare troppo il suo disappunto.
Lily solleva lo sguardo dalla pergamena che sta rileggendo con un tacito interrogativo nello sguardo.
«Muoverti da sola per il castello di sera» spiega James con aria preoccupata.
Lily lascia andare la pergamena ed incrocia le braccia.
«Chi te lo ha detto?» chiede a bruciapelo.
«Non è importante».
«Ieri eri agli allenamenti e non puoi essere stato tu a vedermi sulla mappa» continua abbassando la voce.
«Non è importante chi sia stato. Eri da sola, nella zona in cui hanno aggredito Isobel Dawlish e la cosa non mi fa stare tranquillo. Per niente».
«James».
«Lily». 
«Siamo ad Hogwarts, sono Caposcuola e, soprattutto, sono una strega armata di bacchetta» gli dice appoggiando una mano sulla sua attraverso il tavolo.
«Anche quelli hanno una bacchetta, Lil, e non mi piace per niente il modo in cui la usano» replica James serrando la stretta.
«So difendermi. E poi…» si interrompe prima di guardarsi intorno e controllare di essere abbastanza isolati.
«E poi cosa?» incalza James impaziente. 
«E poi» riprende Lily con tono calmo e controllato «se entreremo in quell’organizzazione, dovremo fare l’abitudine a certi generi di incontro».
James deglutisce. Silente ha parlato loro dell’Ordine della Fenice solo pochi giorni prima in un incontro che doveva servire a delineare le loro prospettive per il futuro.
La verità, la banale verità, è che lui è terrorizzato che possa succedere qualcosa a Lily ma sa che non potrebbe mai dirle di restare a guardare una guerra che lui stesso vuol combattere soprattutto per lei.
«Dovremo essere attenti anche se entreremo tu-sai-dove».
Lily inclina la testa con fare comprensivo mentre le sue dita giocherellano con quelle di James.
«Allora? Chi è stato?» incalza.
«È stato Peter» si arrende lui.
«Ed è stato un caso o…».
James scuote la testa: tanto negare non servirebbe a nulla. 
È troppo sveglia e lo ha capito subito che c’è un sottile sistema di sorveglianza e protezione che lui ed i suoi amici hanno messo su per evitare che qualcuno possa coglierla di sorpresa.
Certo, non c’è bisogno che lei sappia proprio tutto - come, ad esempio, che quella di fissarla sulla mappa è un’abitudine che lui ha quasi da quando l’hanno creata.
«Te l’ho detto. Sono preoccupato» sussurra abbassando lo sguardo sul libro di Aritmanzia.
Lily reclama la sua attenzione tirando a sé le sue mani. 
«Non avevi detto che ero più brava di Sirius nei duelli? Me la caverei, nel caso. Non devi preoccuparti».
«Prima di tutto, sì, l’ho detto ma tu non dirlo mai a Padfoot. E poi preferirei che conservassi le energie» replica ammiccante, guadagnandosi un colpo sulla mano ed un sorriso malizioso di Lily.
«Abbiamo diciassette anni, Potter. Ho tutte le energie del mondo».

È la paura dietro all’arroganza
È tutto l’universo chiuso in una stanza
È l’abbondanza dentro alla mancanza

3 maggio 1977
Lily si morde il labbro mentre osserva James dall’altro lato della stanza e l’eco del loro ultimo litigio rimbomba ancora nella sua mente. 
Lo ha capito da poco che dietro quegli strati di arroganza c’è il vero James con il suo mondo di stranezze, contraddizioni, sogni ed ideali che scopre giorno dopo giorno.
Certo, l’arroganza resta sempre lì e in giornate come quelle esce fuori e le ricorda perché non sono andati d’accordo per anni, come James riesca sempre a superare i confini del divertimento e lei non riesca a non fargli notare gli errori.
Le loro discussioni, però, sono diverse da quelle che hanno avuto negli anni passati - Lily lo ha capito, lo ha ammesso a sé stessa dopo il bacio che si sono scambiati qualche settimana prima.
C’è un sostrato infinito di non - detto, ogni volta che si lasciano andare alla rabbia.
Di solito, è lui che si riavvicina a testa bassa; più raramente, lei si avvicina e abbassano le armi.
Tre lunghissime giornate ad ignorarsi, però, sono decisamente troppe e poi si è stancata di dover distogliere lo sguardo prima che James si giri o di dover vedere che lui fa esattamente la stessa cosa non appena lei si accorge che la sta guardando.
Come in questo preciso momento, ad esempio, in cui lo ha appena beccato a guardarla e poi a fingersi interessato alla partita di scacchi in cui Remus lo sta platealmente battendo.
Niente da fare, questa volta tocca lei.
Si alza cercando di mantenere un’espressione spavalda, che non le faccia leggere un «mi manchi» sul volto, e si avvicina ai due giocatori.
«Fossi in te» dice a James, «sposterei quella torre in H6».
Remus sorride con l’aria di chi la sa lunga mentre James continua a fissare la scacchiera, nascondendo un ghigno compiaciuto.
«Torre in H6» esclama dopo un po’, incrociando le braccia e guardandola con aria di sfida.
«Hai bisogno di aiuto, Potter» replica Lily mentre Remus attende la prossima mossa.
«So vincerla una partita di scacchi, Evans» dice lui con il solito tono da sbruffone.
«Sei una schiappa, Prongs. Dovresti accettare l’aiuto della Evans, se non vuoi che Moony ti stracci miseramente» esclama Sirius dal tavolo poco lontano, dopo aver gettato uno sguardo alla scacchiera.
James la guarda - finalmente senza nascondersi - e le fa posto accanto a sé. 
«Mi aiuti, Lily?».
Lei annuisce mentre si siede accanto a lui e appoggia la mano sulla sua gamba.
«Dovresti sbrigarti, Moony, qualsiasi cosa significhi questo assurdo soprannome» incalza lei.
James inclina di poco la testa e le sorride nel modo in cui, ha scoperto, sorride soltanto a lei e Lily si trova a desiderare che quella partita di scacchi finisca subito, che abbiano un - raro - momento solo loro due, uno di quelli in cui le sembra che tutto sia sospeso e che l’universo si limiti a loro due.
Sente le dita di James cercare le sue, nascoste sotto la scacchiera dagli occhi indiscreti degli amici. 
Non è ancora ben sicura di quel che c’è tra loro ma ora, con la sua mano stretta alla sua, sa unicamente che negli ultimi tre giorni le è mancato troppo.  

È l’abitudine nella sorpresa
È una vittoria poco prima dell’arresa

1 gennaio 1978
«Questo sarà un grande anno» dice James con la voce ancora assonnata mentre stringe a sé Lily appena sveglia.
«Non fai che ripeterlo da ieri sera» obietta lei posandogli un bacio all’angolo della bocca.
«Scherzi? Il millenovecentosettantotto non lo dimenticherò mai» esclama con una voce innaturalmente squillante per essersi appena svegliato.
«Ti rendi conto che non è iniziato nemmeno da dieci ore? Sentiamo, perché dovrebbe essere così memorabile?».
Lily si siede appoggiandosi alla spalliera del letto mentre James la osserva, spettinata e con il solo lenzuolo a coprirla.
«Un anno che inizia con Lily Evans nuda nel mio letto non può che essere un anno memorabile» sghignazza lui prima che gli arrivi una cuscinata sul viso.
«Sei proprio un idiota» commenta Lily ma James non può fare a meno di notare che sorride radiosa.
«Sarò anche un idiota ma tu sei comunque nel mio letto».
Lily si china a baciarlo appassionatamente e poi aggiunge, mentre appoggia la testa sul suo petto, «Dovresti esserci abituato, ormai. Non è mica la prima volta».
«Che c’entra? Non mi abituo mai» le dice giocando con i suoi capelli, «Ti diro di più, mia cara Caposcuola Evans. Non mi abituerò mai».
«Addirittura? Mai non ti sembra tantissimo tempo?» chiede divertita.
«È quello il programma» ammette candidamente.
«Potter, non mi starai diventando romantico?».
James la intrappola in un abbraccio e le poggia un bacio sulla nuca.
«Non è questione di romanticismo. Ti sto solo mettendo a conoscenza dei miei futuri progetti».
«Mi piacciono questi progetti» commenta con tono squillante.
James si alza improvvisamente mentre Lily lo guarda contrariata per aver sciolto quell’incastro di braccia e gambe in cui erano fermi fino a poco prima.
Non può più aspettare, non vuole
Non vuole sprecare nemmeno un secondo di più.
«Lil» le dice con aria seria, «Andiamo a vivere insieme».
Lily sbarra gli occhi ma James nota subito che non ha trattenuto un sorriso emozionato.
«Ora?».
«Quando la scuola sarà finita. Troviamo un posto nostro».
«E lascerai andare Sirius?» domanda poi con il tono tra il divertito e lo scettico.
«Ha già visto un appartamento per sé. Io ne voglio uno per noi due, solo tu ed io» incalza.
«Dovrei prima trovare un lavoro…» ragiona lei ad alta voce.
«Io ho un sacco di soldi. Puoi trovarlo dopo, un lavoro» incalza James, visibilmente in ansia perché lei non ha ancora dato una risposta.
«E dove vorresti vivere?» chiede Lily.
«Ti sorprenderà, Evans, ma voglio un appartamento piccolo, uno di quelli in città, in cui non ci sono tantissime stanze».
«Niente campo da Quidditch?».
«Per adesso, no. Deve essere un posto nostro».
James comprende che, anche se Lily non ha ancora detto di sì, ha la vittoria in tasca. 
Gli basta guardarla mentre fantastica nel futuro che lui le sta indicando per capire che è pronta a fare quel salto insieme a lui. 
«Hai ragione: il millenovecentosettantotto sarà un grande anno. Me lo ricorderò per sempre» gli dice dopo un po’, spettinandogli i capelli.
«E cosa ti ha convinta?».
«Sarà il primo di tanti, tantissimi anni, in cui ci sveglieremo insieme».

È solamente tutto quello che ci manca
E che cerchiamo
Per poterti dire che «ti amo»

20 dicembre 1977
«Quindi, quanti giorni devi rimanere a casa?» le chiede James con aria supplichevole mentre le bacia il collo.
«James!» lo rimprovera divertita.
«Non sono più abituato a stare tutto questo tempo senza di te».
«Per il 30 sarò da te ma prometto che cercherò di venire prima» lo rassicura.
«Saranno dei giorni interminabili».
«Non farti sentire da Sirius che già mi odia perché pensa che ti lasci poco tempo per stare con lui, Remus e Peter».
James, finalmente, ride ripensando ai mille battibecchi tra Lily e Sirius.
«Non ti odia, anzi, ma non è abituato a dovermi dividere con qualcun altro».
«Potresti baciare lui a mezzanotte» lo punzecchia lei, «Io troverò qualcun altro».
Lily non riesce a finire la frase ché le labbra di James stanno già cercando le sue.
«Non esiste» sentenzia James con durezza mentre lei, notando che si è improvvisamente incupito, continua a baciargli la guancia.
«Che hai?» chiede, poi, quando è chiaro che il suo ragazzo si è bloccato in un pensiero.
«Ho paura che tu possa stancarti di me» confessa fissando il pavimento.
Lily lo guarda intenerita da uno dei suoi - rari - momenti di insicurezza, quando prevale ancora l’incredulità di essere con lei dopo tanti conflitti.
Non ci ragiona poi molto - non più. Ha passato gran parte dell’anno precedente a cercare di capire cosa fosse per lei James Potter ma da quando se lo è visto sulla porta di casa sua a Cokeworth non ha più avuto alcun dubbio.
In fin dei conti, sa già da tempo che tutto quello che prova per lui, ma proprio tutto, è racchiuso nelle due parole più spaventose del mondo.
Gli solleva il mento con delicatezza per costringerlo a guardarla ancora.
«James, ma tu lo hai capito che io ti amo?».

Ma se dovessimo spiegare
In pochissime parole
Il complesso meccanismo
Che governa l’armonia del nostro amore
Basterebbe solamente dire
Senza starci troppo a ragionare
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
 
«Dannazione, Moony. Avevi ragione».
«Ciao anche a te, Lily. Da quand’è che mi chiami Moony anche tu?»
«Da quando James non fa che ripeterlo».
«E, non che ne sia stupito, ma a proposito di cosa avevo ragione?».
«Di me e di James».
«Ah, ora capisco».
«Mi sono innamorata di quell'idiota».
 
1 Secondo Potterpedia, Pierre Bonaccord è il Supremo Pezzo Grosso della Confederazione dei Maghi del 1289.
2 La casetta in mezzo al mare è quella dove Harry riceve, finalmente, la lettera per Hogwarts. Dal primo libro si capisce che è nei pressi di Cokeworth, la cittadina dove sono cresciute Petunia e Lily, ed ho immaginato che non l'avessero trovata casualmente ma che la conoscessero.

Note dell'autrice: anche questa storia nasce dal prompt dato da SeveraBartySha nell'iniziativa Scrivimi del Gruppo Facebook Caffé e calderotti.
James/Lily (obbligatorio)
Prompt: Viceversa (Francesco Gabbani) 
Genere: Romantico, Fluff
Mi rendo conto di aver scritto una OS lunghissima (scusatemi se vi ho torturati così!) ma con James e Lily mi capita spesso che mi scappi la penna e con loro è sempre un po' tornare a casa. Inizio a scrivere e poi è difficile mettere un punto.
La storia è ambientata a cavallo tra la fine del sesto e l'inizio del settimo anno, ossia tra il momento in cui tra Lily e James già c'è qualcosa di non ancora pienamente razionalizzato e l'inizio della loro storia (che per me comincia ufficialmente con la loro ultima estate da studenti). Ho alternato i punti di vista, James quando sono già fidanzati e Lily prima.
È una OS che può essere considerata specchio e completamento di 
Twenty cygarettes to fall in love ma non è necessario averla letta per capire questa storia. 
Grazie ancora per tutto,
Fede

 
 
   
 
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