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Autore: hello angel    12/09/2020    2 recensioni
Le sue dita si mossero delicatamente sui tasti del grande pianoforte. Le note di quella melodia che non aveva mai sentito rimbalzavano nel silenzio del salotto. L'unica luce proveniva dalla lampada alta posta vicino al pianoforte e dalla luna piena che illuminava quella notte di inizio luglio. Il suo chiarore pallido si era posato sulle sue dita snelle e delicate mentre erano impegnate a suonare. Mentre teneva la testa appoggiata alla mano, poco inclinata verso il basso, Chanyeol ammirava quel suo viso assorto nella musica. I suoi occhi brillavano leggermente mentre suonava quelle note ma non era merito della lampada, e nemmeno della luna. Brillavano di luce propria. "Manterresti una promessa se fossi io a chiedertelo?" chiese, all'improvviso.
"Certo." rispose Baekhyun, distogliendo per un attimo lo sguardo dai tasti senza smettere di suonare.
"Non fuggire mai da me." Glielo disse con una voce decisa e calma, gli occhi fissi su i suoi. Baekhyun lo guardò per qualche istante, con un velo di confusione nella sua espressione per poi sorridere in quel modo così unico e dolce a cui ormai si era abituato da tempo. "Te lo prometto." disse, a bassa voce.
[IN REVISIONE]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, D.O., D.O., Kai, Kai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Vedrai, andrete molto d'accordo!" esclamò, con entusiasmo, quasi saltellando sul posto.

Baekhyun non aveva smesso di parlare della nonna da quando le aveva telefonato per avvertirla che Chanyeol sarebbe venuto a cena. Non aveva fatto altro che tessere le sue lodi per tutto il tragitto e ora che erano finalmente arrivati non stava più nella pelle. Non vedeva l'ora di presentarle il suo nuovo caro amico. Lungo il tragitto, Chanyeol decise di passare da una pasticceria di Gangnam per comprare dei dessert da portare come ringraziamento per l'ospitalità. Che fosse uno spendaccione Baekhyun lo aveva ben capito quel giorno ma forse quattro confezioni di dolci erano un po' troppe. Non conoscendo i gusti della nonna, aveva preso qualunque cosa ci fosse dentro quella pasticceria e se l'era fatto incartare, comprese due fette di torta con le fragole che Baekhyun voleva tanto.

Chanyeol aveva iniziato a mostrare quello che sembrava qualche segno di imbarazzo man mano che si avvicinavano alla porta di casa. Prima di scendere dall'auto, aveva perso una manciata di minuti per darsi una sistemata ai capelli davanti allo specchio mentre Baekhyun lo aspettava fuori. Avviandosi verso l'abitazione, non faceva altro che darsi una controllata al completo di tanto in tanto con la speranza di non farsi notare da lui, ma invano. Chissà perché si stava agitando così tanto. Magari, in fondo, anche lui era un tipo timido.

Dopo aver infilato le mani dentro allo zaino che si trascinava dietro dalla mattina, riuscì finalmente a trovare le chiavi di casa e le tirò fuori per aprire la porta. "Sono a casa!" annunciò, mentre si levava le scarpe, lasciandole cadere in maniera distratta vicino a quella che sembrava una scarpiera. Non appena entrati, un mix di aromi invase le loro narici, uno più invitante dell'altro. La nonna sbucò nell'atrio pochi secondi dopo. "Bentornato." disse, con un sorriso, prima di rivolgere la sua attenzione a Chanyeol. "Quindi tu sei Chanyeol, giusto?" La donna gli rivolse un sorriso dolce e caloroso, mentre si asciugava le mani bagnate col grembiule azzurro chiaro che indossava prima di stringergli la mano.

Chanyeol abbassò leggermente la testa e Baekhyun poté giurare di aver visto un leggero rossore sulle orecchie. "Piacere di conoscerla, signora. Mi chiamo Park Chanyeol." disse, inchinandosi e stringendole la mano. "Questi sono per lei." aggiunse, porgendole i sacchetti di carta che contenevano i dolci comprati poco prima.

"Sono dei dessert che ha preso per te." le spiegò Baekhyun.

"Oh, beh, qui ce n'è abbastanza per dieci persone." scherzò, scrutando le buste. "Non dovevi, sei stato molto gentile."

"Gliel'ho detto che sono troppi ma non ha voluto ascoltarmi."

"Vorrà dire che faremo tutti un bis. Ma non stare lì davanti alla porta. Vieni, accomodati." disse. Poi si voltò nuovamente, rivolgendosi a Baekhyun stavolta. "Cos'hai addosso?" chiese, indicando ciò che indossava con lo sguardo. Si era quasi dimenticato che aveva addosso alcuni dei vestiti che Chanyeol gli aveva comprato, quel giorno.

"E' una lunga storia. Ti spiego dopo." le disse, con le buste dei vestiti che teneva in mano in bella vista.

Dopo aver lasciato le scarpe all'ingresso, Chanyeol si fece strada dentro l'appartamento, superando l'atrio fino ad arrivare alla piccola stanza che utilizzavano come sala da pranzo e cucina. La donna ripose le scatole di dolci dentro il frigorifero e ritornò ai fornelli. "Sai, Baekhyun mi ha parlato molto di te. È come se ti conoscessi già, in un certo senso." spiegò. "Non fa altro che dire 'Chanyeol è proprio bravo', 'Chanyeol è molto intelligente', oppure 'Dovresti vederlo, è molto bello'. Non smette mai di parlare di te quando ne ha l'occasione."

"Nonna!" urlò Baekhyun. "Al telefono hai promesso di non mettermi in imbarazzo!"

"Oh, che male c'è a fare qualche complimento ad un amico." si lamentò. "Specialmente quando sono meritati. Guarda che bel faccino che ha questo ragazzo. Ed è molto alto e ben piazzato." disse, avvicinandosi a Chanyeol, rimasto in piedi. I suoi occhi iniziarono ad analizzare ogni centimetro del suo viso. "Eh sì, se avessi qualche decennio in meno, sicuramente ci avrei fatto un pensierino."

Baekhyun quasi sputò l'acqua che stava bevendo, soffocando. "Nonna!" urlò di nuovo, tra i colpi di tosse.

"Ok, ho afferrato." disse, ritornando al fornello. "Perché non fai accomodare Chanyeol nella tua stanza? Qui non è ancora pronto, ci vorrà ancora un altro po'."

"Va bene." disse. Alla nonna piaceva metterlo in imbarazzo di fronte ai suoi amici. Lo aveva fatto anche quando gli aveva presentato Kyungsoo e gli altri. Ma con Chanyeol sembrava averci preso molto gusto. Quella era la prima volta che faceva apprezzamenti del genere ad uno dei suoi amici. Era talmente imbarazzato che voleva nascondere la testa sottoterra.

La camera di Baekhyun era piccola e piuttosto semplice. C'era un letto sulla destra disposto contro il muro e una piccola finestra appena sopra. Sulla sinistra vi era una scrivania con sopra qualche foglio sparso qua e là e un portatile spento con accanto una piccola libreria piena di libri e fumetti. In alto, nella parte più alta della libreria, c'era anche qualche peluche e giocattolo che apparteneva alla sua infanzia. Di fronte al letto, s'imponeva l'armadio e un lungo specchio. Di solito c'era sempre un po' di disordine e quella mattina aveva lasciato qualche vestito qua e là ma per fortuna la nonna aveva pensato a dare una rapida ripulita per lui prima che tornasse. "Scusa, mia nonna è un po'…"

"È simpatica come mi hai detto." disse. "Ed è anche molto giovane."

"È molto bella, vero? Lo dicono tutti."

"Già. Così bella che quasi mi dispiace di tutti questi anni di differenza che ci dividono."

Baekhyun sussultò. "Non ti ci mettere anche tu, adesso!" si lamentò, mentre lasciava cadere lo zaino vicino al letto, e Chanyeol iniziò a ridacchiare. Almeno adesso sembrava aver messo da parte l'imbarazzo iniziale e pareva finalmente a suo agio. Aveva i muscoli delle spalle e il viso molto più rilassati. "Devo andare in bagno. Nel frattempo, fai come se fossi a casa tua."

"Va bene."

Da un lato, era al settimo cielo ad avere Chanyeol finalmente ospite a casa sua. Fino a qualche settimana prima, non sarebbe riuscito nemmeno ad immaginare una cosa del genere. Il Chanyeol di qualche tempo fa neanche provava a nascondere il suo fastidio ad averlo intorno e adesso era lì, dentro le mura di casa sua. Ma dall'altro lato, era anche molto in imbarazzo ed amareggiato. Per uno come Chanyeol, abituato a passare le giornate nel lusso, casa sua era tutto fuorché un luogo che potesse essere definito lussuoso. Era piccola e l'arredamento era un po' malandato. Probabilmente si sentiva anche un po' fuori posto a stare in un posto così squallido ma era troppo cortese ed educato per ammetterlo.

Ritornato in camera, Chanyeol si era accomodato sul letto, mentre sfogliava qualcosa che aveva l'aria di essere un libro. Lo stava guardando con attenzione e non si accorse nemmeno che era rientrato. "Cosa stai leggendo?" Nessuna risposta. Si avvicinò verso di lui e i suoi occhi caddero verso una delle foto che la nonna gli aveva scattato al mare quando aveva circa 8 anni. Indossava un piccolo costume blu e teneva tra le mani una palla colorata. Sul viso aveva un sorriso felice ma timido. Era uno dei suoi album fotografici. Nel momento in cui realizzò, saltò sul letto col solo scopo di strapparglielo dalle mani. "Chi ti ha detto che potevi prendere quello?"

"Hai detto che potevo fare come se fossi a casa mia."

"Ma non comprendeva guardare le foto degli altri!"

"Quindi sei sempre stato così magrolino." lo ignorò, alzandosi dal letto e liberandosi della sua presa. "Torneo nazionale di Seoul, cintura nera di Hapkido. 2001." Lesse la descrizione sotto una delle foto della pagina successiva. "Non mi sembravi proprio un tipo da sport. Quindi è per questo che hai tutti quei trofei e medaglie sopra la libreria e in giro per la stanza."

I vari trofei e le medaglie erano forse le prime cose che si potevano notare non appena si entrava nella sua stanza. La luce artificiale del lampadario appeso al soffitto si rifletteva su l'oro e l'argento di quei cimeli, facendoli luccicare quasi come pietre preziose. Quando erano stati costretti a trasferirsi in quel minuscolo appartamento, la nonna li aveva riposti dentro degli scatoloni con estrema cura. Inizialmente, Baekhyun aveva deciso di buttarli perché sapeva che non ci sarebbe stato abbastanza spazio per esporli tutti ma la nonna aveva insistito dicendo che erano oggetti troppo preziosi per essere buttati via. Ognuno di loro, erano la dimostrazione di tutta la fatica e l'impegno che ci aveva dedicato. Erano più preziosi per lei che per Baekhyun stesso.

"Non li ho vinti tutti ai tornei di Hapkido." spiegò. Tirò fuori uno degli altri album dallo scaffale e dopo aver sfogliato qualche pagina, lo avvicinò a Chanyeol. "Alcuni li ho vinti alle gare di pianoforte." disse, indicando una delle foto che lo ritraevano durante una delle manifestazioni a cui aveva partecipato. Aveva circa 9 anni e nella foto indossava un completo nero, con una camicia bianca e un piccolo papillon rosso scuro. Era seduto di fronte a un imponente pianoforte nero che lo facevano sembrare ancora più piccolo di quanto fosse. Nella foto sotto, aveva al collo una grossa medaglia d'oro e tra un braccio teneva un mazzo di girasoli. Le sue labbra erano curvate in un dolce sorriso mentre con l'altra mano teneva stretta quella della nonna che era accanto a lui, anche lei con un competo scuro addosso e un sorriso sul viso.

"Quindi sei un musicista."

"Ho studiato pianoforte per circa 9 anni ma ho smesso non appena ho iniziato il liceo. L'Hapkido l'ho mollato 3 anni prima. Ero più bravo nella musica che nell'attività fisica." scherzò. "Però era divertente e ho vinto parecchi premi. Ne ho altri in due scatoloni sotto il letto. Non ho abbastanza spazio per esporli tutti."

Chanyeol continuò a sfogliare il secondo album, soffermandosi sulle foto dell'esibizione al pianoforte. "Mi è famigliare questo palco. Magari abbiamo partecipato agli stessi tornei."

"Anche tu hai studiato pianoforte?"

"Sì. E anche chitarra." rispose. "Inoltre, ho praticato tennis, golf, equitazione e scii. Ah, e per un periodo ho studiato anche pittura."

"Mia nonna è bravissima a dipingere. Quando stavo finendo le elementari ha provato a iscrivermi a un corso di disegno ma facevo così schifo che mi sono ritirato dopo appena due mesi." rise. "L'unica cosa in cui sono veramente bravo è la musica. E i videogiochi. In quelli sono un campione."

"Non esserne così sicuro. Non hai mai provato a sfidare me."

"Vorrà dire che la prossima volta passeremo da una sala giochi e decreteremo chi è il migliore." disse, con aria di sfida.

"L'importante è che poi non ne uscirai piangendo."

"Sta attento a te, piuttosto! Non avrò pietà!" esclamò, colpendolo al braccio col gomito.

Due colpi contro la porta interruppero le loro risate. "La cena è pronta." annunciò la nonna, entrando in camera. "Cosa state facendo?"

"Baekhyun mi mostrava alcune delle sue foto da bambino." rispose Chanyeol.

"Era molto carino, vero? Baekhyun era un bambino adorabile." disse, con un tono di nostalgia, lanciando qualche occhiata all'album aperto. "Ma possiamo parlarne più tardi. Adesso andiamo a mangiare prima che si raffreddi."







La nonna era sempre stata una maestra ai fornelli ma quella sera tutto sembrava ancora più buono del solito. Forse perché aveva cucinato più di quanto faceva in serate normali e con molta più varietà di piatti. C'era di tutto su quel tavolo: carne alla griglia, pollo, filetti di pesce, verdure di ogni tipo e patate cotte al forno. O magari era a causa della buona compagnia di quella sera. Chanyeol era stato di poche parole da quando si era seduto a tavola, aprendo bocca solo quando gli veniva fatta qualche domanda o per mangiare tutto quello che la nonna e Baekhyun gli avevano messo sul piatto. O era una buona forchetta e o era troppo in imbarazzo per rifiutare qualcosa.

"Non fare complimenti. Mangia tutto quello che vuoi. Non voglio vedere avanzi." esordì la donna.

"Non preoccuparti, nonna. Ci penserò io a lasciare i piatti vuoti! Oggi ho una fame!"

"Non fare l'ingordo come al tuo solito!" lo rimproverò. Poi rivolse la sua attenzione a Chanyeol, cambiando totalmente espressione. "Allora, Baekhyun mi ha detto che lavori alla compagnia vicino alla sua università, giusto?" chiese.

"Sì. Ci lavoro da poco più di un paio di anni." rispose Chanyeol.

Baekhyun gli diede qualche colpetto sul gomito, sporgendosi leggermente verso di lui. "Posso dirlo a lei?" chiese, sussurrando. Chanyeol annuì con un piccolo sorriso che Baekhyun ricambiò. "Ho scoperto da poco che non ci lavora e basta."

"Che vuoi dire?" chiese, incuriosita.

"Lui è il CEO della compagnia."

La nonna quasi si soffocò con il vino che stava sorseggiando. "Il CEO?" chiese, tra i colpi di tosse. "Quindi sei il figlio di Park Yongho?"

"Sì, signora."

"Oh, santo cielo. Non mi sarei mai aspettata di avere una persona così importante a cena. Se lo avessi saputo, avrei preparato qualcosa di più sofisticato."

Chanyeol la rassicurò con un sorriso. "E' tutto perfetto. La cucina casalinga è la mia preferita."

"Sei proprio gentile." esclamò, con un lieve rossore sulle guance. Chanyeol aveva proprio fatto colpo. "Ti va un po' di vino?"

"No, grazie. Devo guidare per tornare a casa."

"Risposta esatta." disse la donna, con tono compiaciuto. "Però ora che ti guardo bene, non gli somigli così tanto." disse. "Ho saputo della sua morte qualche anno fa. Mi dispiace molto."

"I-Io non ne sapevo nulla." s'intromise Baekhyun, balbettando.

"Ne parlarono anche al telegiornale. Per settimane non si è parlato d'altro, in realtà. Ricordo anche che i giornalisti rimasero appostati sotto la vostra residenza per giorni. Immagino volessero ottenere una tua foto o dichiarazione."

"Per loro sfortuna, non ci sono riusciti. Io non abitavo lì da anni ma i giornalisti non ne erano informati."

"Se non ricordo male, credo di averti anche visto una volta, quando eri piccolo. Stavo sbrigando delle commissioni e tuo padre stava presenziando all'inaugurazione di un hotel e c'era un bambino con lui. Immagino fossi tu."

"Sì. Spesso capitava che mio padre mi portasse con sé ad eventi importanti."

"Mi sei rimasto impresso nella mente, anche se ti ho visto per pochi minuti." commentò. "Ti ricordo come un bambino composto e distinto, avevi un'espressione molto matura per la tua età. Caratteristiche che vedo che hai mantenuto anche da adulto."

"La ringrazio." Inchinò leggermente la testa.

La donna ricambiò con un sorriso. "Quindi hai dovuto sostituire tuo padre non appena se n'è andato. Dev'essere stata dura."

"Se n'è andato mentre frequentavo ancora l'università e in un periodo in cui le cose non andavano molto bene per la compagnia. Ma in qualche modo, me la sono cavata." disse, con un piccolo sorriso amaro.

"Sei ancora così giovane e già pieno di responsabilità." disse. "Inoltre, sei anche molto educato, giudizioso e gentile. Tua madre deve essere molto fiera di te."

Chanyeol rimase in silenzio per qualche istante prima di rispondere. "Non saprei, signora. Mia madre è morta quando avevo 6 anni." disse. Poi, riprese con lo stesso tono serio e composto di prima, un piccolo sorriso appena accennato sulle labbra. "Si è tolta la vita e io ero nella stessa stanza quando è successo."

Un gelido silenzio calò in quella tavola non appena si lasciò sfuggire quella rivelazione. I muscoli di Baekhyun si irrigidirono e il riso che aveva afferrato con le bacchette qualche istante prima scivolò, ritornando nella ciotola da cui lo aveva preso. Anche la nonna abbassò le bacchette e sul suo viso apparve un'espressione addolorata. A Baekhyun tremarono le labbra e pregò con tutto se stesso che la nonna riuscisse a rompere quel silenzio assordante che quasi li stava inghiottendo.

"E' una cosa di cui non ho mai parlato con nessuno." Chanyeol ruppe il silenzio, infine. Ma era più come se lo stesse dicendo a se stesso che alle persone che lo stavano ascoltando.

Baekhyun era all'oscuro di tutto. In effetti, non aveva mai pensato di chiedergli della sua famiglia durante le volte in cui si erano visti, neanche durante quell'intera giornata che avevano passato insieme. Gran parte delle volte era Baekhyun a parlare, Chanyeol spesso restava ad ascoltare ed interveniva solo se necessario. In quell'istante, tutto ciò di cui avevano parlato fino a quel momento gli parve come una serie di insulse sciocchezze senza alcuna utilità. Come poteva definirsi suo amico senza essere a conoscenza di fatti così importanti e soprattutto del dolore che si teneva dentro da così tanti anni. Quante occasioni aveva sprecato per conoscerlo meglio. In quanti momenti avrebbe potuto accantonare le stupidaggini che quasi sempre gli occupavano la bocca per parlare delle cose che veramente contavano. Chissà poi se Chanyeol gliene avrebbe parlato. Forse non lo reputava abbastanza intimo da parlare di questioni così private. Ne aveva di strada da fare prima di arrivare a quel livello e quella sera ne ebbe un'ulteriore e dura conferma.

Chanyeol si schiarì la voce. "Scusate, ho rovinato l'umore della serata con le mie parole."

"Non è così!" esclamò Baekhyun, alzando la voce. Quelle parole gli uscirono senza controllo. La sua voce alta riecheggiò in tutta la stanza. Gli occhi di Chanyeol si puntarono su di lui ma non ebbe il coraggio di affrontarli. "I-Io…"

"Quello che Baekhyun vuole dire è che non c'è alcun problema." intervenne la nonna, avvertendo la sua implicita richiesta di aiuto. Aveva la voce troppo tremolante per continuare a parlare. "La vecchia zia di una mia amica diceva sempre che se stai mangiando con una persona e a quest'ultima manca qualcuno di caro, prendi due pezzi di ciò che state mangiando e mettili nel suo piatto, come se a poggiare quel secondo pezzo fosse la persona assente." Poggiò due grossi pezzi di carne sulla ciotola di riso di Chanyeol. "La carne fa crescere sani e forti. Ciò che sicuramente tua madre vorrebbe."

La nonna mostrò un sorriso caldo e amorevole, quel sorriso che era solita utilizzare con Baekhyun per consolarlo quando da piccolo si svegliava durante la notte a causa degli incubi o dei tuoni durante le notti di tempesta. Quel sorriso che, anche una volta cresciuto, gli riservava nei momenti più brutti ancora oggi. Era quel tipo di sorriso che lo faceva sentire al sicuro e anche con Chanyeol parve funzionare. Il ragazzo dedicò la sua attenzione alla carne e ne afferrò un pezzo che addentò con forza.

Dopo un breve periodo di silenzio, qualche piccola e leggera conversazione si fece spazio, piano piano, mentre continuavano a mangiare. A parlare furono solo la nonna e Chanyeol che si intrattennero conversando del più e del meno, anche delle cose più stupide, come se stessero cercando di non far calare nuovamente il silenzio a tutti i costi. Baekhyun rimase ad ascoltare per gran parte tempo, intervenendo solo con piccole frasi ma solo per educazione. Anche se avevano parlato di argomenti a cui lui era di solito interessato, non riuscì a trovare la voglia di unirsi attivamente alla conversazione e preferì rimanere in silenzio e ad ascoltare tutto quello che Chanyeol aveva da dire, qualcosa che fino a quel momento non era riuscito a fare a causa del suo egoismo.







"Ogni volta che gli chiedevo di sorridere nelle foto diventava sempre tutto rosso e rigido come una statua. C'è voluto tempo prima che si abituasse a cambiare espressione."

"E' vero, ha lo stesso sorriso in parecchie foto."

"Te l'ho detto, era un bambino molto timido. Bisognava supplicarlo per parlare. Ora il difficile è farlo stare zitto."

"Ne so qualcosa."

Dopo cena, Chanyeol e la nonna iniziarono a sfogliare gli album fotografici che avevano lasciato in camera di Baekhyun prima di iniziare a mangiare. La nonna aveva tirato fuori dal frigo la montagna di dolci che Chanyeol aveva comprato e li stavano consumando insieme mentre davano un'occhiata a quelle vecchie foto che ritraevano Baekhyun durante svariati momenti risalenti ai primi anni della sua vita. Era qualcosa che la nonna aveva fatto anche quando aveva portato i suoi amici a cena per la prima volta. In realtà, lo faceva con chiunque. Ogni occasione era buona per tirare fuori quegli album e sfogliarli. E lo faceva sempre con lo stesso entusiasmo, come se stesse vedendo quelle foto per la prima volta.

Baekhyun non aveva mai capito perché le piacesse così tanto guardare le sue foto. Forse per ricordare il passato e i ricordi legati ad esse, ma erano sempre le stesse. Sapeva persino l'esatta collocazione di ogni singola foto nei vari album, l'anno in cui erano state scattate e il luogo, anche senza dover leggere le note in basso. Alla nonna piaceva molto usare la macchina fotografica. Scattava foto a qualsiasi cosa le capitasse perché secondo lei ogni cosa era legata a un ricordo. Anche un semplice paesaggio, guardandolo attraverso una foto, poteva rievocare il ricordo di un momento importante.

Ma potevano anche guardarle senza prenderlo in giro. Da quando avevano iniziato a sfogliarli, non avevano fatto altro che ridere e scherzare di fronte ad ogni foto, rimarcando sulla questione della sua timidezza. L'obiettivo della fotocamera lo intimidiva da piccolo, non poteva farci nulla. Non era abituato ad essere fotografato così tanto. Ma quello non doveva essere un motivo per prenderlo in giro. Se ne stavano seduti vicini, dalla parte opposta del tavolo, a sfogliare quegli album e ogni tanto davano qualche morso ai pasticcini che avevano di fronte, dimenticandosi completamente della sua presenza.

"Potreste guardare quelle foto senza ridere della mia faccia?" farfugliò, con il viso imbronciato e la bocca piena del dolce che stava mangiando. Stava divorando le fette di torta alla fragola che Chanyeol aveva preso appositamente per lui.

"Ogni volta sempre la stessa storia. Non ti stiamo prendendo in giro." disse lei. "Stavo solo dicendo a Chanyeol quanti fossi carino da piccolo. Non è vero che stavamo parlando di questo?"

"Sì. Eri proprio carino."

Baekhyun arrossì. "Carino…" rimarcò, sempre con lo stesso tono imbronciato di prima.

"Baekhyun mi ha detto che ha partecipato a molte gare di pianoforte. Ho visto i trofei e le medaglie in camera sua." intervenne Chanyeol.

"Già. Era davvero un talento nato." Lo disse con un velo di nostalgia sulla sua espressione. "Ha ricevuto persino proposte da grandi scuole di musica ma le ha rifiutate tutte. All'inizio del liceo ha pure deciso di smettere e non c'è stato modo di convincerlo a ripensarci."

"Non voglio fare il pianista. Voglio essere un medico." disse.

"Avresti potuto comunque lasciarlo come hobby. Invece, lo hai abbandonato completamente."

"Mi rubava troppo tempo per lo studio."

"Non hai mai avuto problemi a conciliare studio e altre attività." disse.

Baekhyun mise il broncio. "Non mi interessava più."

"E io non crederò mai a questa scusa."

"Potresti insegnare ai bambini a suonarlo. Sarebbe un modo per continuare a suonare e guadagnarci qualcosa." intervenne Chanyeol.

"Oh, che splendida idea!"

"Ho detto che non sono interessato!" tagliò Baekhyun. "E poi, non ho abbastanza referenze per insegnare."

"Come sarebbe a dire 'Non ho abbastanza referenze'? Vuoi che tiri fuori lo scatolone con i tuoi attestati che hai sotto il letto?"

"No, per favore!" esclamò Baekhyun, in preda all'agitazione.

La risata del suo amico riecheggiò in tutta la stanza e il cuore di Baekhyun si liberò, almeno per un po', di quel grosso peso che sentiva da quando Chanyeol aveva parlato di sua madre e che non lo aveva abbandonato. Per quasi tutta la serata, il sorriso di Chanyeol era stato chiaro e luminoso di fronte a lui, come non lo era mai stato. Quel sorriso era candido e delicato, infondeva un calore tale da riscaldare il suo cuore irrigidito da quella sgradevole sensazione che lo divorava dal profondo. Voleva che quel sorriso non sparisse mai più da quel suo splendido viso da cui non riusciva a staccare gli occhi.

"Sarà meglio che vada, adesso. Domani ho un incontro importante e devo svegliarmi presto." dichiarò Chanyeol, all'improvviso.

"Oh, certo."

"Devi andare per forza?" chiese Baekhyun, con aria triste, mentre lo guardava alzarsi dalla sedia.

Chanyeol annuì, sorridendo. "Non posso rimandare."

"Tornerai a trovarci un'altra volta, non è vero?" s'intromise la donna. "Non ti lascio andare se non lo prometti."

"Lo prometto. Ma solo se mi permetterà di cucinare per voi."

"Su questo devo pensarci per bene." ridacchiò, mentre lo accompagnava alla porta.

"E' stata una bellissima serata ed era tutto squisito. Vi ringrazio." disse, inchinandosi leggermente.

Baekhyun arrossì nuovamente. "N-Non c'è bisogno di inchinarsi." balbettò.

"Baekhyun, accompagnalo fino alla sua auto."

"Sì!"

"Non ce n'è bisogno."

"Suvvia, non è un problema." replicò la nonna.

Chanyeol sorrise di nuovo. "Allora, buonanotte. E grazie ancora." si inchinò di nuovo.

"Grazie a te per i dolci e ricordati della promessa."

"Certamente." replicò, mentre usciva dalla porta seguito da Baekhyun. Aveva parcheggiato l'auto non troppo distante, lungo il vialetto in cui si trovava la casa. Ad ogni passo che li avvicinava sempre di più al veicolo, il cuore di Baekhyun si riempiva man mano di tristezza. Era stata davvero una bella serata, nonostante qualche piccolo alto e basso, e il fatto che si fosse conclusa così in fretta non fece altro che riempirlo di malinconia. Inoltre, non aveva idea di quando sarebbe riuscito a rivederlo dopo quella serata. Non aveva altri motivi o scuse per farlo, dopotutto, e quel pensiero, inspiegabilmente, lo agitò.

Arrivati di fronte alla macchina, Chanyeol aprì lo sportello del guidatore e lasciò scivolare la giacca del suo completo sul sedile del passeggero. "Tua nonna è proprio come me l'avevi descritta."

"Già. Anche stavolta non ha perso l'occasione per mettermi in imbarazzo. Lo fa sempre davanti ai miei amici. Credo sia diventato il suo hobby preferito."

Chanyeol ridacchiò. "Dopo averla conosciuta, capisco perché sei venuto su così."

Il suo viso si accaldò per l'ennesima volta, quel giorno. Gli stava forse facendo un complimento? Suonava come tale. "E' stata una brava nonna con me."

"Lo so." Di nuovo quel sorriso di prima. Perché ogni volta che sorrideva in quel modo di fronte a lui il suo cuore iniziava a martellare dentro, impazzito, senza riuscire a controllarlo? "Rientra in casa. Si è fatto tardi."

"Chanyeol!" Lo chiamò poco prima che entrasse in macchina. Prese un grosso respiro. "Mi dispiace per prima." disse, a bassa voce e con la testa un po' bassa.

"Per cosa?"

"Insomma… per tua madre e tutto il resto. Non ne sapevo nulla. Se ne fossi stato a conoscenza, lo avrei detto alla nonna e tu non saresti stato costretto a parlarne." Sperava fossero le parole giuste da dire e quelle che non era riuscito a dire prima. Se le stava tenendo dentro da ore. "Mi dispiace di sapere così poco di te."

Chanyeol lo colpì con le dita sulla fronte, come ormai si era abituato a fare dopo quella giornata. Se prima quei colpetti erano lievemente dolorosi, adesso li trovava anche dolci. Il contatto della sua pelle con le dita di Chanyeol non era per niente male. "Perché dovresti dispiacerti di questo? Che colpe hai, tu?" chiese. "E poi non sono stato costretto. In quel momento, mi sono sentito di dirlo. Non lo avevo mai fatto di fronte a nessuno. E' stato quasi liberatorio."

"Sì, ma…"

"Shhh. Non voglio più sentire queste sciocchezze." Lo disse quasi facendolo suonare come un rimprovero ma con quel sorriso sulle labbra era poco convincente. "Adesso torna dentro."

Baekhyun annuì e ricambiò il sorriso, mentre lo guardava entrare in macchina e avviare il motore della sua grossa auto scura. Si stava già muovendo quando si sporse leggermente verso l'auto. "Scrivimi un messaggio non appena sei a casa."

"Lo farò." disse, dopo qualche istante di esitazione. Dopo un paio di manovre, l'auto percosse il vialetto velocemente e pian piano sparì, imboccando la strada principale da cui era venuti insieme qualche ora prima. Malinconico, Baekhyun ritornò in casa con lo sguardo un po' perso nel vuoto. 'Scrivimi un messaggio non appena sei a casa'. Quella frase suonava così stupida adesso che la ripeteva nella sua testa. Non perdeva mai occasione di mettersi in ridicolo di fronte a lui. Accidenti alla sua lingua.

"Se n'è già andato?" La nonna sbucò, all'improvviso dalla cucina.

"Sì. Proprio qualche istante fa." Perché il suo tono di voce era così avvilito?

"Volevo dargli qualche dolce che ha comprato per portarselo a casa e consumarlo come colazione. Ci ho pensato troppo tardi."

Un campanellino suonò nella sua testa. "P-Posso portargliene alcuni domani, nel suo ufficio. Potrebbe mangiarli dopo il pranzo."

"Puoi farlo? Non fanno entrare solo i dipendenti?"

"Tranquilla, l'ho già fatto altre volte." Anche se la prima volta aveva quasi scatenato un putiferio, il secondo tentativo era andato meglio del previsto. "Rimettili in frigo. Ci penserò io domani."

"Va bene."

Baekhyun si andò a sedere, appoggiando la testa sulle braccia. Sentiva un po' di stanchezza sulle spalle e piedi e gambe erano doloranti. Aveva camminato molto, quel giorno. Aveva girato per così tanti negozi, come non faceva da tanto tempo, ormai. Quanti regali aveva ricevuto. Le buste con i vestiti e le scarpe che Chanyeol gli aveva comprato le aveva lasciate in camera. Non c'era modo per ringraziarlo a sufficienza per tutta quella gentilezza che gli aveva dimostrato, per i tutti regali che gli aveva fatto e soprattutto per averlo salvato da quello spiacevole episodio di quella mattina con Jongin. Lo aveva quasi dimenticato, in effetti. Gli sembrava fossero passati giorni. Stare con lui gli faceva dimenticare lo scorrere del tempo.

"Nonna…" la chiamò, tutto ad un tratto, mentre era impegnata a riporre i vari piatti e il resto delle stoviglie dentro il lavello. "Cosa ne pensi di Chanyeol?"

"E' molto meglio di come me lo hai descritto." disse. "E' gentile ed educato. Nonostante sia cresciuto in un ambiente molto rigido, è molto socievole e alla mano. Mi sono sempre piaciuti gli amici che portavi a casa ma lui ha qualcosa di particolare che non ho mai visto negli altri. E' quel tipo di persona che si incontra raramente nella vita." spiegò. "E poi, è anche molto affascinante." Lanciò un'occhiolino.

"Nonna…" si lamentò, ridendo.

"Che c'è? E' la verità! Sei tu quello che ha sempre detto 'Quanto è bello Chanyeol'. Cosa c'è, adesso che piace a me ti rimangi le parole?"

"Non è per questo…" E allora per cos'era?

"Comunque ho passato davvero una bella serata. Non ci capitava da molto tempo, non è vero? Non farti problemi ad invitarlo di nuovo." disse. "La prossima volta cercherò di cucinare qualcosa di più raffinato. Speravo di offrirgli qualcosa di più."

"Quello che hai cucinato andava benissimo. Ed era tutto buono. Lo hai sentito Chanyeol? Ha detto che era tutto squisito."

"E' anche un adulatore oltre che di buone maniere."

Era felice di sapere che Chanyeol avesse conquistato la simpatia della nonna, esattamente come avevano fatto gli altri suoi amici. Non che avesse dubbi al riguardo, ma l'opinione della nonna era molto importante per lui. L'idea che da quel giorno Chanyeol avesse accesso libero a casa sua ogni volta che voleva lo elettrizzava, in qualche modo. Certo, prima doveva trovare l'occasione giusta per invitarlo di nuovo ma sapere che, nel migliore dei casi, ci sarebbero state delle prossime volte, lo rendeva immensamente felice.

"Vado a farmi una doccia e poi vengo a darti una mano in cucina."

"Va bene."

Tirò fuori un paio di pantaloncini di una tuta e una canottiera dal cassetto quando i suoi occhi caddero sulle buste dei vestiti che aveva appoggiato ai piedi della scrivania. Le sollevò e le appoggiò sul letto, tirando fuori alcuni dei capi che Chanyeol aveva acquistato per lui, stendendoli sul letto per ammirarli per bene. Erano uno più bello dell'altro e quasi gli veniva da piangere dalla gioia al pensiero di possedere adesso così tanti vestiti così alla moda e costosi. Anche se si sentiva in colpa all'idea che avesse speso così tanto per lui, non poteva negare che fosse anche al settimo cielo, da un lato. Non vedeva l'ora di avere qualche occasione per indossarli tutti.

Lasciò il resto dei vestiti dentro le buste per tirarli fuori dopo la doccia ma la sua attenzione si concentrò su un tessuto rosso dentro una delle buste sulla sinistra. Non ricordava di aver provato nulla di quel colore. Afferrando quel tessuto, si ritrovò in mano quella camicia a tartan rossa che aveva visto nel primo negozio in cui erano stati. Quella che somigliava alla camicia che aveva da piccolo, una delle sue preferite. Chanyeol doveva averlo visto mentre l'ammirava con devozione. In effetti, tra tutto quello che c'era in quel negozio quella era la cosa che più gli era piaciuta di più ma l'aveva messa da parte immediatamente non appena aveva dato una veloce occhiata al cartellino del prezzo. Forse Chanyeol l'aveva presa mentre lui si stava cambiando in camerino? Pareva anche aver preso la misura adatta a lui.

Strinse contro il petto quella camicia che tanto desiderava come un tesoro prezioso, mentre nel cuore si riversava una strana sensazione, calda e dolce allo stesso tempo. Improvvisamente, quella era diventata la sua cosa preferita in assoluto. Aveva voglia di provarsela ma era troppo sporco e sudato dopo un'intera giornata fuori per rovinarla. Il suo telefono sul comodino vibrò all'improvviso e Baekhyun scattò per afferrarlo. Sapeva già chi aveva mandato quel messaggio ancora prima di leggerlo. Poche parole, come sempre tra l'altro, ma abbastanza per illuminargli il viso.

Chanyeol: Sono a casa. Sano e salvo.

Baekhyun ridacchiò di fronte a quelle semplici parole e quasi riusciva a percepire quel suo pizzico di sarcasmo che spesso utilizzava per prenderlo in giro o metterlo in difficoltà. Non aveva idea di come rispondere. Con un'emoticon? Forse poco carino per ricambiare un messaggio. Specialmente se poi era stato Chanyeol a scrivere per primo e ciò era successo appena un paio di volte. Rispondere con un semplice 'Buonanotte' gli sembrava banale. Lo faceva quasi ogni giorno, anche se non sempre riceveva una risposta.

Dopo un po', finalmente, gli venne in mente un modo carino di rispondere. Sollevò la camicia fino a coprire metà del viso, gli occhi che sbucavano appena sopra il colletto. Poi, aprì la fotocamera del cellulare e scattò una foto in fretta. Non si curò nemmeno di verificare se fosse venuta bene. La inviò senza pensarci troppo e come messaggio scrisse: 'Geloso della mia bella camicia nuova?'

Non si aspettava una risposta e andava bene così. Nella sua testa, cercava di immaginare la sua reazione non appena avesse ricevuto la foto. Chissà se stava sorridendo come aveva fatto per tutta la sera. L'idea che una sua foto potesse farlo sorridere in quel modo lo faceva arrossire ma allo stesso tempo lo riempiva di un'allegria a cui non riusciva a dare una ragione.

Lasciò cadere il telefono sul letto e si diresse verso il bagno per dedicarsi alla sua tanto meritata e desiderata doccia. Ci andò fischiettando e canticchiando come faceva quando era in buonumore. Nell'ultimo periodo, non lo era stato molto ma per quella sera voleva mettere da parte ogni tipo di malumore e godersi quella sensazione piacevole che percepiva dagli angoli più profondi del suo cuore.





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Inizialmente si era prefissato di scrivergli una volta messo a letto ma non appena varcò la porta di casa, tirò fuori il cellulare dalla tasca senza rendersene conto e, ancora prima di buttarsi sul divano, stava già digitando sulla tastiera. Trovava molto buffa quella situazione. Era convinto che la regola 'Scrivimi quando sei a casa' fosse solo una cosa da film o da fumetti. Non aveva idea che la gente facesse davvero richieste simili nella vita reale. Baekhyun lo aveva fatto con molta naturalezza e con un'espressione che lasciava trasparire tanta attesa. Proprio non poteva ignorare quella richiesta. E, pensandoci bene, non voleva farlo.

In quelle settimane, si era abituato a ricevere spesso suoi messaggi, a qualunque ora della giornata. Erano messaggi brevi, il più delle volte, non connessi tra loro. Si divertiva ad informarlo se gli accadeva qualcosa di divertente durante la giornata o se gli capitava di vedere qualcosa di carino in giro per strada. Gli mandava foto dei dolci e delle bevande che preparava al lavoro alla caffetteria e persino come organizzava i suoi appunti dell'università. Spesso e volentieri c'era anche la sua faccia nelle foto. Aveva la galleria del cellulare piena zeppa della sua faccia.

All'inizio, lo aveva trovato un po' fastidioso, doveva ammetterlo. Sentire quel cellulare vibrare più volte durante la giornata a causa sua spesso finiva per distrarlo mentre lavorava o, nel peggiore dei casi, interrompeva qualche riunione. Ma nell'ultimo periodo, non li stava trovando fastidiosi. Anzi, nei momenti di noia o quando la giornata in ufficio si faceva troppo stressante, erano un ottimo modo per distrarlo per qualche minuto e riprendere un po' di fiato. Non sempre decideva di rispondere e in quelle rare volte in cui lo faceva, mandava solo qualche emoticon semplice o rispondeva con frasi brevi. Ma questo portava Baekhyun a scrivere con ancora più entusiasmo.

Quello che era certo è che non era mai lui a scrivere per primo. Quella era la seconda volta che lo faceva. Non era un tipo da inviare messaggi. Preferiva telefonare piuttosto che perdere tempo a scrivere. Mandare quel messaggio aveva aggiunto l'ennesima foto alla sua galleria. Quella volta mostrava solo gli occhi, il resto del viso era coperto da una delle camice che gli aveva comprato. Era probabilmente la più semplice e anche una delle cose meno care che aveva comprato ma sembrava che Baekhyun preferisse quella a tutto il resto. Prenderla era stata una decisione dell'ultimo minuto. L'aveva intravista nuovamente mentre andava verso la cassa e quando gli ritornarono in mente quegli occhi sognanti con cui Baekhyun l'aveva ammirata per diversi minuti, la afferrò senza pensarci troppo e la mise in mezzo a tutte le altre cose senza dirgli niente. Sperava almeno che la taglia fosse corretta.

Anche nella foto gli occhi di Baekhyun brillavano. Avrebbe tanto voluto vedere la sua reazione. Chissà cosa aveva detto o pensato, chissà se l'aveva fatta vedere a sua nonna, sprizzando entusiasmo da tutti i pori. Il solo pensiero gli faceva venire voglia di scoprire se ci fosse altro che desiderava e comprarlo subito, solo per vedere nuovamente quegli occhi brillare come due stelle. Non riusciva a spiegarsi perché quell'idea lo entusiasmasse così tanto ma più ci pensava e più desiderava fare di più.

Quanto era passato dall'ultima volta che era ritornato a casa così di buonumore? Mesi? Forse anni. Anche sforzandosi, non riusciva a ricordare una giornata così serena e spensierata, lontana da tutti i brutti pensieri e le responsabilità di tutti i giorni. E pensare che la giornata era iniziata esattamente come tutte le altre ma si era totalmente stravolta nel giro di poche ore. Quel ragazzo aveva la strana capacità di caricarlo di energie. Aveva camminato e camminato, senza fermarsi per un attimo e per ore, eppure non si era sentito stanco nemmeno per un attimo. Aveva anche mangiato tanto quando di solito preferiva piccole porzioni perché spesso gli mancava l'appetito.

Ma soprattutto, era da tanto tempo che non si trovava a suo agio in un luogo diverso dal suo appartamento. La casa di Baekhyun poteva essere piccola e molto diversa dai luoghi che era abituato a frequentare ma era accogliente e gli diede un tale senso di sicurezza e protezione che non provava da quando era bambino, quando stava tra le braccia di sua madre. Per certi versi, la nonna di Baekhyun gliela ricordava. Stesso sorriso dolce, gli stessi modi di fare premurosi e gentili. Adesso che l'aveva conosciuta, non gli era più difficile capire perché Baekhyun fosse così allegro e pieno di vita. Probabilmente, lo sarebbe stato pure lui, se sua madre non lo avesse lasciato così presto.

Non appena aveva messo piede fuori da quella casa era diventato ansioso, quasi come se avesse paura di ritornare nel mondo esterno. Quelle poche ore passate in quella casa lo avevano avvolto come in un caldo abbraccio da cui non voleva liberarsi e uscire era stato come essere buttato in pasto a quella bestia feroce che era la sua vita nel mondo là fuori. Voleva aggrapparsi a quel calore con tutte le sue forze ma allo stesso tempo era come se sentisse di non farne parte, come se non ne avesse alcun diritto.

Adesso che era tornato nel suo appartamento, tutto quel silenzio era diventato soffocante. Prima non faceva altro che cercare la calma e il silenzio ma ora che aveva assaggiato quel senso di calore e di famiglia durante quelle brevi ore, quella quiete la sentiva quasi come estranea. Come se non gli appartenesse più. Eppure, quella era la sua vita e qualche ora passata lontana dalla sua quotidianità non l'avrebbe di certo cambiata.

Per certi versi, si era ormai rassegnato di fronte a quella dura realtà ma da quando aveva conosciuto Baekhyun qualcosa nel suo cuore aveva iniziato a sperare che, forse, esisteva un modo per portare un cambiamento. Per farla tornare a com'era quando era piccolo, quando sua madre era ancora in vita. Dio, aveva anche trovato il coraggio di parlare della sua morte. Nemmeno i vari medici che erano stati assunti da suo padre nel corso della sua infanzia erano riusciti a farlo parlare di quel giorno durante le terapie.

Non mandò una risposta a quell'ultimo messaggio. Appoggiò il cellulare sul tavolino in vetro di fronte al divano e rimase lì disteso per qualche minuto a osservare il soffitto. In altre giornate, sarebbe andato a farsi subito una doccia per mettersi a letto e chiudere occhio il prima possibile, per lasciarsi alle spalle la solita faticosa giornata, ma quel giorno non era affatto stanco. Al contrario, si sentiva pieno di energie e per niente assonnato. E non la smetteva di sorridere come un idiota e non a causa di tutte le cose che aveva fatto, i bei posti che aveva visto e tutte le cose buone che aveva mangiato. Sorrideva con in testa il viso di Baekhyun e quella sì che poteva considerarla una cosa molto strana.





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Erano molto indaffarati i dipendenti del 26° piano del KEG, quella mattina. Andavano qua e là, entrando ed uscendo da un ufficio all'altro, tenendo stretti in mano pile di fogli e cartelle. Nell'aria si riusciva a sentire solo il continuo squillare dei telefoni e il continuo parlare dei dipendenti. Baekhyun non lo trovava più strano, in un certo senso. Anche se era solo la terza volta che veniva lì, era come se si fosse già abituato a quella visione e a quei rumori di sottofondo.

Poco prima di uscire dall'ascensore che tenne aperto col piede, si diede una rapida occhiata di fronte a uno dei grandi specchi al suo interno e imboccò il lungo corridoio. Strano il fatto che avesse così tanta cura del suo aspetto, quel giorno. Quando era solito organizzarsi con Kyungsoo per studiare insieme usciva di casa con le prime cose che tirava fuori dall'armadio. Quella volta aveva fatto addirittura attenzione ad abbinare i colori anche se il senso dello stile non era di certo qualcosa che gli apparteneva. Un pizzico di profumo e via. Sperando non si sentisse troppo.

Era uscito di casa in fretta e furia, dopo non aver sentito la sveglia per l'ennesima volta quella settimana. Se non fosse stato per l'improvvisa telefonata della nonna dal lavoro, probabilmente sarebbe rimasto ancora a letto fino al pomeriggio. Aveva beccato l'autobus in tempo ma il traffico per strada lo aveva rallentato. Poco prima di uscire, stava quasi per dimenticare il vero motivo per cui si stava dirigendo lì: i dolci dentro il frigorifero che la nonna voleva dare a Chanyeol la sera prima ma che aveva dimenticato.

L'ennesima scusa per aggirarsi, indisturbato, come un intruso lì dentro. Aveva dato un veloce saluto con la mano ai quattro uomini della sicurezza che stavano sempre non troppo distanti dagli ascensori e due di loro ricambiarono con un breve inchino. Gli altri due erano facce nuove ma anche quest'ultimi ricambiarono il saluto. Non si erano neanche disturbati di fermarlo e chiedergli il motivo della sua visita. Probabilmente anche loro ci stavano facendo l'abitudine.

Avanzò lungo il corridoio per raggiungere l'ufficio di Chanyeol e una volta trovatosi di fronte all'imponente porta scura, bussò un paio di volte. Nessuna risposta. Magari non lo aveva sentito. Bussò di nuovo ma ancora nessuna risposta. Forse non era in ufficio? Erano le 12:00, con molta probabilità era impegnato col lavoro. Sfilò il cellulare dalla tasca e iniziò a digitare un messaggio da mandargli quando fu interrotto dalla voce di una donna. "Il Presidente non è in ufficio in questo momento."

Alla sua destra, la donna che Chanyeol gli aveva presentato il giorno prima, la sua segretaria, se ne stava in piedi con un dolce sorriso. La donna indossava anche quel giorno un completo composto da camicia bianca e gonna, ma stavolta di un blu scuro, capelli raccolti e un trucco leggero, con una lieve sfumatura rossa sulle labbra. Tra le braccia teneva una cartellina di un giallo pallido con il logo della compagnia.

"B-Buongiorno." la salutò con un inchino. "Sa quando tornerà?"

"E' difficile da dire. E' andato a prendere in aeroporto un cliente e immagino si tratterà con lui ancora per un po'."

"Oh…" Una punta di delusione si fece sentire nel suo tono di voce. Si pentì di non avergli inviato un messaggio come aveva pensato mentre si stava vestendo. Forse la paura di ricevere un 'No, oggi non si può' come risposta lo aveva frenato. O magari voleva fargli una sorpresa, anche se non sapeva fino a che punto una sua improvvisata sul suo posto di lavoro potesse essere definita una sorpresa. E aveva i dolci da dargli, non poteva riportarli di nuovo a casa.

"Comunque il presidente mi ha comunicato di aver annullato il pranzo col cliente quindi non credo ci metterà molto. Vuole accomodarsi nel mio ufficio per aspettarlo?" chiese.

Sul viso di Baekhyun si accese un sorriso. "Sì!"

"Mi segua, signore."

Oltre che di una bellezza disarmante, quella donna era anche una persona estremamente gentile. Il suo ufficio era proprio accanto a quello di Chanyeol e, non era grande quanto il suo, ma comunque sempre ben arredato, elegante e perfettamente in ordine. Nell'aria poteva respirare una fragranza di rose e fiori di pesco, molto diversa dall'odore di colonia e menta dell'ufficio di Chanyeol.

"Prego, si accomodi qui." gli suggerì la donna, dopo averlo fatto entrare.

"Perché mi parla in maniera così formale? Con me può liberarsi di ogni formalità." disse, ancora in piedi. "E mi chiami Baekhyun."

La donna sorrise. "Allora, io ti chiamerò Baekhyun se tu mi chiamerai Jieun."

"Affare fatto!" esclamò, con un grosso sorriso.

La donna si andò a sedere dietro la sua scrivania e diede una sistemata ad alcuni documenti, riponendoli dentro una cartella. "Che fai ancora lì in piedi?" gli chiese.

Baekhyun si morse leggermente il labbro. "Posso sedermi vicino a te?" chiese, indicando la poltrona non troppo distante alla scrivania.

Lei sorrise. "Ma certo che puoi."

Trascinò la pesante poltrona con sé, mettendola di fronte alla scrivania, e ci si buttò di tutto peso. "Hai del lavoro da fare, Jieun?"

"Non molto. E' stata una mattinata tranquilla." rispose. "Hai scelto un'ottima giornata per venire. Oggi il Presidente si è svegliato di buonumore. Stamattina è uscito dall'ascensore fischiettando e tutto sorridente. E ha offerto il caffè a tutto il piano."

"Stava solo ostentando la sua ricchezza." disse, con tono scherzoso.

La donna ridacchiò. "E' una cosa che succede ogni tanto. Ciò che accade di rado è che sorrida. Qualunque cosa gli sia successa, deve essere una cosa molto bella."

"Uhm, chissà." Quanto li invidiava. Poteva solo immaginare quanto potesse essere bello il sorriso di Chanyeol, quel giorno. Magari era anche più bello di quello che aveva visto il giorno precedente con lui. Era ingiusto che proprio lui non fosse riuscito a vederlo. Jieun ne aveva parlato col viso illuminato, doveva per forza essere un sorriso bellissimo. L'invidia gli ribolliva dentro ed era meglio non pensarci. "Lavori da tanto tempo qui?"

"Da cinque anni e mezzo."

"Sono tanti!" disse, con stupore ma anche ammirazione. "Quindi sei la segretaria di Chanyeol da tanto tempo."

"Non proprio. Prima ho lavorato per conto del vecchio presidente, il padre. Quando se n'è andato, ho iniziato a lavorare per il figlio." spiegò.

"E dimmi, il padre di Chanyeol era come lui?"

"Uhm…" esitò. "Parlarne equivarrebbe a spettegolare dei miei superiori."

"Ci sono telecamere qui?"

"No."

"E microspie?"

"Nulla del genere."

"Beh, allora resterà tra noi." disse, sussurrando e sporgendosi verso di lei, nascondendo leggermente la bocca.

Jieun ridacchiò. "Beh, non posso dire di averlo conosciuto molto. Ho lavorato per lui solo per un anno e mezzo. Dopo essermi laureata, ho mandato il mio curriculum a questa compagnia e sono stata selezionata per un tirocinio di quattro mesi, prima di essere assunta come dipendente vera e propria. Lavoravo nel dipartimento di risorse umane. Livello 6." spiegò.

"E come sei finita per diventare la segretaria del capo?"

"L'ex segretaria aveva dato le dimissioni dopo la gravidanza e c'era quel posto vacante. Cercavano una donna giovane, precisa, ben organizzata e di buona memoria. E ovviamente anche con una buona presenza. Lo stipendio era anche molto buono e poi, diciamo la verità, chi non vorrebbe essere la segretaria del presidente della compagnia per cui lavori." disse, scherzosamente. "Non era richiesta alcun tipo di esperienza così ho inoltrato la mia domanda. Più di 200 ragazze si erano fatte avanti."

"200 ragazze? Sono tantissime!"

"Sì ma per chissà quale miracolo, io sono stata scelta." disse. "All'inizio pensavo si trattasse di un errore. Ci ho creduto davvero solo dopo aver firmato il nuovo contratto."

Baekhyun rise. "Sono sicuro che eri la migliore tra tutte le candidate. Ecco perché ti hanno scelta."

"In realtà, chiesi al presidente Chanyeol se ne sapesse qualcosa, quando iniziai a lavorare per lui. Ero sempre stata curiosa di sapere il perché ma non avevo mai trovato il coraggio di chiederlo, specialmente al vecchio presidente. Sai cosa mi ha detto? Che era stato suo padre a chiedergli di scegliere una segretaria per lui. Lo aveva messo di fronte alla cartella con i nostri dati e le nostre foto e ne scelse una. Quando gli chiesi perché aveva scelto proprio me, lui rispose 'Mi piacevano gli orecchini che portavi nella foto'.

Baekhyun iniziò a ridere e la sua fragorosa risata risuonò nella grande stanza. "E' la cosa più stupida che abbia mai sentito!"

"Mi aspettavo mi dicesse che mi aveva scelta perché magari le mie competenze lo avevano incuriosito invece mi ha confessato di non averle neanche lette. Un paio di orecchini hanno iniziato la mia ascesa in questa compagnia."

"Mi fa male il fianco…" si lamentò, senza smettere di ridere. "Non me lo immaginavo così uno come lui."

"E' un lato carino dei suo carattere."

"E anche stupido." farfugliò, asciugandosi le lacrime.

"Con suo padre il clima era diverso. Ricordo che per quell'anno e mezzo che ho lavorato per lui è stata davvero dura. Il vecchio presidente Park era piuttosto meticoloso e non ammetteva errori. Quando entrava in ufficio di cattivo umore, era capace di licenziare in tronco chiunque, anche per un minimo sbaglio. Sai quante persone ha mandato via per questo motivo, specialmente nell'ultimo anno? Per fortuna ci ha pensato il presidente Chanyeol a riassumerle."

"Era davvero così tremendo?"

"Fin da quando sono arrivata qui, nessuno ne aveva mai parlato bene. E' vero che la compagnia sotto la sua gestione aveva raggiunto risultati straordinari ma spesso erano a spese dei dipendenti. Gli orari erano ingestibili, gli stipendi non adeguati e spesso si creavano antipatie tra i vari dipartimenti perché guadagnarsi qualche suo favore." continuò. "Nemmeno quando si ammalò, allentò un po' la presa. Rigido e severo fino alla fine." disse. "Ma se ne andò in poco meno di cinque mesi, lasciando la compagnia nello scompiglio. Eravamo rimasti senza nessuno a dirigerci all'improvviso e la compagnia rischiava grosso, considerando anche il fatto che negli ultimi due anni le cose non andavano molto bene. Fin quando il posto passò al figlio." disse. "Pensavamo che avremmo ripreso la stessa routine di prima ma ci sbagliavamo di grosso."

Baekhyun rimase in ascolto con molta attenzione, cercando di non perdere nessuna parola di quel racconto che aveva attivato tutta la sua curiosità. "Il presidente Chanyeol riformò tutti i dipartimenti, sistemò i calendari dei turni, ricalcolò tutti i nostri stipendi. Si liberò di molti clienti dannosi per gli affari della compagnia e ne acquisì molti da cui, invece, potevamo beneficiare, riuscendo a riportare la compagnia allo splendore di prima in poco tempo."

La donna parlava di Chanyeol con un'estrema ammirazione nel tono di voce. A sentire il suo racconto, era come se stesse descrivendo una sorta di eroe dai grandi poteri e dal grande coraggio. Provava già molto rispetto e adorazione nei suoi confronti ma dopo aver ascoltato quelle parole, la stima verso di lui si fece molto più grande. "Quindi ti piace lavorare per lui."

"Decisamente." disse. "Ce ne sono pochi al mondo che possono vantare di avere un lavoro in cui si viene rispettati e valorizzati dai propri superiori. Io mi ritengo molto fortunata, così come tutti i dipendenti di questo piano che spesso si ritrovano a lavorare vicino a lui. Sai in quanti aspirano a lavorare in questo dipartimento? E' il posto più ambito."

"Posso immaginarlo." ridacchiò. "E immagino che la maggior parte siano tutte donne, se capisci cosa intendo."

Jieun ridacchiò a sua volta. "Beh, di certo la sua bellezza non è passata inosservata. Il vecchio presidente aveva carisma, certo, ma avere suo figlio qui è stata una vera e propria boccata di aria fresca." disse.

"Quindi piace anche a te, eh?" chiese, con un pizzico di malizia. "A me puoi dirlo. Giuro che rimarrà un segreto."

"E' di certo un uomo molto affascinante ma non sono mai stata interessata a lui."

"Ti piace già qualcun altro?" Dopo la domanda, sul viso di Jieun apparve un lieve rossore che si sparse lungo tutte le guance. "Ahhh… allora c'è già qualcuno."

"Beh… direi di sì."

"Che carina, sei diventata tutta rossa." rise. "Vi conoscete da molto tempo?"

"Dai tempi dell'università. Otto anni, per essere esatti."

"E' tantissimo tempo!" esclamò. "Avete già pensato al matrimonio?"

"In realtà…" esitò. "Ci sposiamo alla fine di questo mese." ammise, sollevando leggermente la mano destra. Il brillante di media dimensione dell'anello sul suo anulare luccicava, colpito dalla luce artificiale della grossa lampada al neon dell'ufficio.

"WOW!" Baekhyun le afferrò la mano con euforia, concentrandosi sull'anello luccicante. "E' un diamante vero?" chiese e la donna annuì. "Che bello! Non ne avevo mai visto uno di persona!" disse. "Quindi hai trovato la tua anima gemella!"

"Direi proprio di sì."

Doveva ammettere che, dentro di sé, un po' la invidiava. Nei suoi 24 anni di vita non aveva ancora avuto la fortuna di sperimentare l'amore. Aveva solo avuto una cotta - era più un'infatuazione - per una sua vecchia compagna di scuola ma non era stata abbastanza forte per poter parlare di amore. Chissà cosa si provava quando si era innamorati. Chissà come doveva essere avere una persona accanto da stringere a sé tutti i giorni. Forse lui era un tipo all'antica ma era affascinato dall'idea dell'anima gemella. L'idea che al mondo esistesse una sola persona, quella persona, a cui il destino ti lega fin dalla nascita, gli faceva battere forte il cuore come un ragazzino.

Il problema era riuscire a trovarla. Il mondo era abitato da miliardi e miliardi di persone, le possibilità di riuscire a incontrarla proprio nella tua città erano davvero basse. Magari non l'aveva ancora trovava perché non si trovava a Seoul. O magari, perché non l'aveva ancora cercata abbastanza. Non che fosse il suo problema principale, al momento. Prima voleva laurearsi e iniziare a lavorare, poi avrebbe pensato agli affari di cuore. Ovunque fosse, la sua anima gemella doveva attendere ancora qualche annetto.

"Hai già pranzato, Jieun?"

"Non ancora, in realtà." rispose.

Baekhyun tirò fuori due dei dolci dalla busta che aveva poggiato ai lati della poltrona. "Prendi questi. Li avevo portati per Chanyeol ma se ne mangerà qualcuno in meno, non sarà un problema."

"Oh no, non posso accettarli."

"Perché no? Chanyeol non se la prenderà di certo."

La donna si schiarì la gola. "Sto cercando di evitare i dolci per arrivare in linea al giorno del matrimonio."

Baekhyun rise. "Un dolce non ti farà di certo ingrassare!" disse.

"Allora, grazie." replicò, con un sorriso.

"Senti, poi mi farai vedere una foto del tuo abito da sposa?"

"Ne ho già una nel mio cellulare. Vuoi vederla?"

"No, voglio vedertelo addosso. Aspetterò dopo le nozze."

Lei sorrise di nuovo. "Va bene, affare fatto!"





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Un paio di occhioni di un marrone intenso si voltarono verso di lui mentre apriva la porta dell'ufficio della sua segretaria. Aveva i capelli un po' spettinati, probabilmente asciugati male col phon, una maglietta a maniche corte bianca e un paio di jeans chiari. Il suo immancabile zaino nero era con lui. Il suo tipico abbigliamento, nulla di strano. Ma perché si trovasse lì non gli era chiaro. "Che ci fai tu qui?"

Baekhyun si sollevò dalla poltrona su cui era accovacciato in una maniera che gli faceva dolere la schiena solo a guardarlo. Sorrise in un modo che gli illuminò totalmente il volto. Anche la segretaria si alzò dalla sua poltrona dietro la scrivania. "Chanyeol!" esclamò Baekhyun, entusiasta. "Stavo aspettando te. Jieun è stata così gentile da permettermi di stare nel suo ufficio."

"Jieun?" Adesso era entrato in confidenza con la segretaria?

"E' andato bene l'incontro con Mr Wilson, signore?" chiese la donna.

"Sì. Ma abbiamo deciso di mangiare insieme a cena. Mr Wilson ha preferito andare in hotel a riposare, per ora. L'avevo avvertita, vero?"

"Sì, signore." rispose. "Vuole che prenoti per stasera?"

"Ci ho già pensato io. Ho spostato la prenotazione." rispose. Poi, concentrò la sua attenzione su Baekhyun che rimase ammutolito di fronte alla scrivania. "E tu?"

Baekhyun afferrò la busta appoggiata alla poltrona e gliela porse. "Tieni. La nonna ieri ha dimenticato di darti alcuni dei dolci che hai comprato."

"Oh… quindi sei venuto solo per questo." Perché aveva quel tono deluso? "Non ce n'era bisogno. Li ho presi per voi."

"Erano troppi per due persone." ridacchiò. "Ne ho dati due anche a Jieun." Rivolse un grosso sorriso alla donna che fu ricambiato all'istante. Era un po' difficile riuscire a decifrare quella strana sensazione che sentiva dentro. Un po' sgradevole, come se fosse infastidito dalla cosa. Perché mai doveva sorridere così ad un'altra persona? E perché mai doveva essere infastidito dalla cosa?

"Vieni. Lasciamola alla sua pausa pranzo." gli disse.

"Ciao, Jieun! Ricordati della promessa!" la salutò Baekhyun.

"Ma certo." disse, con uno splendido sorriso sulle labbra. "Arrivederci." Riservò un inchino a entrambi mentre uscivano dalla porta.

Promessa? Di che promessa parlavano? Era stato via per poche ore e tra loro si era già instaurato un rapporto così confidenziale? Era curioso di sapere di cosa stessero parlando ma chissà se aveva il diritto di chiederlo. "Stavi flirtando con la mia segretaria?" Quello non era proprio il modo che voleva usare.

"Io non flirto con nessuno!" rispose, pieno di frustrazione e col viso rosso. "E' stata molto gentile con me e siamo diventati amici mentre ti aspettavamo."

"E la promessa di cui parlavate?" Non riusciva proprio a tenersi dentro le cose. Sperava solo di non essere sembrato troppo impiccione.

"Le ho chiesto di farmi vedere una foto di lei vestita da sposa dopo il matrimonio. Lo sai che si sposa alla fine del mese?"

"Certo che lo so." rispose. "Sono invitato al suo matrimonio."

"Davvero? E ci andrai?"

"Non lo so. Se non avrò troppi impegni."

"Che fortunato. Sono sicuro che sarà bellissima, quel giorno."

Di certo Baekhyun non era un tipo che teneva per sé i complimenti per gli altri. Se non fosse che era davvero pessimo a mentire, avrebbe quasi potuto pensare che ci stava davvero provando con lei, anche se lo aveva negato. E ancora quella sensazione sgradevole dentro. "Sei venuto solo per portarmi i dolci?"

"Sì." rispose. "Anzi, dovrei andare al campus subito. Kyungsoo mi sta aspettando per studiare. Martedì…"

"Martedì hai l'ultimo esame di fine semestre." Finì la frase per lui. "Lo so." Gli sorrise, cercando di mascherare la delusione che sentiva crescere dentro di sé. Non poteva negare di essere stato felice quando lo aveva visto non appena aprì la porta dell'ufficio della sua segretaria. Una visita inaspettata, certo, ma decisamente apprezzata. Ma purtroppo, anche breve. "Ti accompagno all'ascensore." Lo disse con un tono amaro.

Si avviarono verso i due grossi ascensori all'inizio del corridoio in silenzio e, una volta arrivati, Chanyeol premette il tasto in basso. Baekhyun teneva la testa bassa ed era insolitamente silenzioso mentre aspettava che l'ascensore arrivasse al piano. Le orecchie erano leggermente rosse. Il suono che indicava l'arrivo dell'ascensore attirò la loro attenzione e, non appena le porte automatiche si aprirono, Baekhyun entrò in silenzio.

Stava per salutarlo agitando la mano, prima che l'ascensore si chiudesse, quando Chanyeol bloccò le porte con una mano e avvicinò l'altra ai capelli del ragazzo. Con dei gesti lenti e delicati, diede una sistemata ad alcune delle ciocche sulla fronte, quelle più fuori posto. I capelli di Baekhyun erano morbidi e setosi al tatto, come se li ricordava. Non emanavano il solito profumo di cocco che era abituato a sentire, ma stavolta sentiva l'odore di fragola e forse miele. Forse aveva cambiato shampoo. Le sue narici avvertirono anche un altro tipo di fragranza, simile al muschio bianco e menta, che proveniva dal suo collo.

"Adesso sono a posto." disse, a bassa voce. Si allontanò dall'ascensore e le porte si chiusero lentamente, lasciando Baekhyun al suo interno. Forse aveva visto male o magari se l'era solo immaginato, ma poté giurare di aver visto un evidente rossore sulle sue guance, già naturalmente rosee. E quella visione aveva riportato il suo umore esattamente a com'era prima.





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"Finalmente! Ti aspetto da 20 minuti." si lamentò Kyungsoo, seduto a uno dei tavoli del campus con dei libri aperti davanti. "Ma dov'eri finito?"

"Scusami. Ho avuto una commissione da sbrigare." disse, sedendosi sulla panca di fronte. Aveva corso fin lì per arrivare il prima possibile e aveva il respiro affannoso e la fronte un po' sudaticcia.

"Commissione? Che genere di commissione?"

"Qualcosa per la nonna, nulla di importante." Non voleva dirgli che era appena stato alla compagnia di Chanyeol. Kyungsoo non era ancora a perfettamente a conoscenza della loro amicizia. Nemmeno gli altri suoi amici lo erano, ad essere onesti. Sapevano che erano solo semplici conoscenti, non avevano idea dei progressi che avevano fatto. Se gli avesse spiegato il motivo del suo ritardo, avrebbe dovuto raccontargli della cena a casa sua e di tutto quello che era successo il giorno prima e quello non era il momento. Doveva delle spiegazioni a tutti, a dire il vero, ma lo avrebbe fatto solo quando sarebbero stati tutti insieme e soprattutto dopo l'esame.

Forse non era stata una buona idea recarsi lì. Eppure era stato lui stesso a offrirsi di andare, la sera prima. Voleva una scusa per rivedere Chanyeol ma ora che ci era riuscito, aveva il cuore traballante e non riusciva a spiegarsi il perché. Riusciva ancora a sentire le dita di Chanyeol intrecciate tra i suoi capelli mentre glieli sistemava, con dolcezza. Da quella distanza, riuscì a sentire l'aroma della sua colonia inondargli le narici. Gli era arrivato fino alla testa, confondendolo.

"Dai, cominciamo. Abbiamo già perso fin troppo tempo, visto che ieri sei sparito per l'intera giornata." gli rinfacciò.

"Vi ho scritto che vi avrei spiegato tutto per bene dopo l'esame."

"Certo, certo." disse. "Su, sbrighiamoci."

Tirò fuori un libro e il quaderno con gli appunti dallo zaino e aprì a uno dei capitoli che avevano programmato di ripassare insieme prima dell'esame finale della settimana successiva. Aveva ancora il cuore che batteva forte e sentiva le guance calde. C'era molto caldo fuori ma quel calore che sentiva non era di certo dovuto alla temperatura esterna.

"Allora, avevano detto di iniziare da qua." disse Kyungsoo, sfogliando delle pagine. Vai a pagina vent-" si bloccò.

"Che c'è?"

Il ragazzo si sporse leggermente verso di lui, annusando l'aria attorno. "Ti sei messo il profumo?"

"N-No." rispose, balbettando e sperando di essere abbastanza convincente.

"Guarda che si sente benissimo."

Si arrese. "Solo un pochino."

"E da quanto in qua ti metti il profumo per studiare?"

"L'ho messo perché mi andava. Non c'è un motivo particolare."

Solitamente usava solo il deodorante. Il profumo era solo per occasioni speciali o quando gli capitava di uscire la sera con i suoi amici, cosa che ormai accadeva di rado a causa degli impegni universitari. Quel giorno, non sapeva esattamente cosa lo avesse spinto a usarlo. Lo aveva notato sul ripiano del bagno mentre si asciugava i capelli in fretta e, ancora prima che se ne accorgesse, se ne stava spruzzando un po'. Due spruzzate al massimo, nulla di che.

"Tu non me la racconti giusta." disse, infine, il suo amico. E la verità era che, forse, non la stava raccontando giusta neanche a se stesso.





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Una tremenda emicrania lo stava tormentando da un paio di giorni, probabilmente a causa della carenza di sonno. Non aveva dormito molto e per niente bene, nell'ultimo periodo. Inoltre, il continuo stress psicologico a cui era sottoposto ogni giorno di certo non lo aiutava a migliorare le sue condizioni. Aveva usato una piccola pausa caffè come scusa per allontanarsi dal padre e riprendere un po' di fiato.

Se anche solo la presenza del padre per un paio di minuti lo irritava, passare intere giornate con lui lo disgustava a tal punto da dover fare conti con una tremenda nausea ogni singolo giorno. Ma il problema era che ci si era buttato lui stesso in quella situazione. Le opzioni erano due: o affrontare Chanyeol o stare attaccato a suo padre. Per la prima volta nella sua vita, la seconda opzione gli sembrava quella più facile da affrontare.

Ma era ai limiti della sopportazione. Tra emicranie, insonnia e continue nausee, il suo equilibrio psico-fisico lo stava lentamente abbandonando. Oltre al fatto che non solo era obbligato alla presenza di suo padre, ma doveva sopportare anche quella dei suoi collaboratori che erano uno più viscido dell'altro. E l'idea che era stato lui stesso a buttarsi letteralmente nella gabbia dei leoni lo faceva ribollire di rabbia.

Almeno le riunioni del giorno erano finite e così, probabilmente, suo padre avrebbe un po' allentato la presa con lui. Persino il caffè che era solito prendere aveva un cattivo sapore, quel giorno, e aveva avuto poco appetito ultimamente. Saltare la pausa pranzo non era stata una buona idea. Gli girava un po' la testa e la caffeina era da evitare.

Le sue orecchie udirono il suono dell'ascensore che si apriva. Un basso chiacchiericcio lo seguì poco dopo. Una serie di uomini superarono le porte automatiche dirigendosi a destra, verso una delle tante sale riunioni. Ma tra i tanti uomini in completo, uno spiccò più degli altri. Chanyeol fu uno degli ultimi ad uscire. Stava scambiando qualche parola con un uomo con un completo chiaro più basso di lui ma la sua presenza attirò comunque la sua attenzione. Gli occhi con cui lo scrutò erano un po' severi ma non accusatori.

Fece un cenno all'uomo e si avvicinò a uno dei due distributori automatici di caffè che stavano l'uno di fianco all'altro, mentre tutti gli altri si avviavano verso la sala riunioni. Dopo aver inserito una moneta, digitò velocemente sulla tastiera del distributore. Rimase in silenzio per qualche istante, mentre aspettava che il suo caffè. Jongin stava in piedi accanto a lui, anche lui in silenzio e con lo sguardo rivolto verso ciò che aveva davanti.

Quando il caffè fu pronto, dal distributore si sentì un lieve suono. "Stasera ho una cena con un cliente degli Stati Uniti. E' un tipo simpatico, potrebbe piacerti." disse. Non si aspettava che gli avrebbe rivolto la parola e sussultò nel sentire la sua voce. "Ti andrebbe di venire?"

Era il suo modo di sciogliere il ghiaccio con lui? Era ovvio che Chanyeol affrontasse certe situazioni in maniera più matura. Anche se era più grande di lui di soli due anni, Chanyeol si era sempre dimostrato più maturo della sua età, fin da piccolo. Doveva ammettere che era felice che avesse preso l'iniziativa con lui ma, allo stesso tempo, non aveva abbastanza coraggio accettare quella proposta perché farlo avrebbe significato doverlo affrontare una volta per tutte. "Non posso. Ho delle cose da fare." rispose, infine, con voce bassa.

Chanyeol afferrò il bicchiere di caffè e un sorriso apparve sulle sue labbra. "Certo. Ormai lavori per tuo padre. Immagino tu sia molto impegnato, adesso."

Non sperava di ricevere quella risposta anche se sapeva che Chanyeol non sarebbe rimasto in silenzio. Nonostante ne fosse consapevole, quel tono di voce che aveva utilizzato e quel sorrisetto stampato sulle sue labbra lo ferirono nel profondo. "Chanyeol…"

"Mi sono svegliato di buonumore, oggi. Non voglio sentire nulla che possa rovinarmelo." disse, secco, poco prima di allontanarsi per raggiungere la sala in cui lo stavano aspettando.

Come diavolo c'era finito in una situazione simile? Il ragazzo che gli piaceva con molta probabilità adesso lo detestava e suo cugino, la persona più importante della sua vita, non voleva nemmeno ascoltarlo. E non solo: doveva avere a che fare con suo padre tutti i giorni ed era a un passo dal non superare il semestre all'università. Aveva dedicato poco tempo ai libri e allo studio e se, per disgrazia, non avesse superato l'ultimo esame, suo padre non gliel'avrebbe fatta passare liscia. Com'è che la sua vita stava lentamente tornando ad essere un disastro?





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"Ci hai messo il sale stavolta, vero?"

"Sì che l'ho messo. Nonna, non sono uno stupido." si lamentò.

"Chi è che si è dimenticato il sale l'ultima volta e mi ha fatto mangiare uno stufato insipido?"

Baekhyun mise il broncio. Non era di certo un maestro ai fornelli ma conosceva almeno le basi. Quella volta era stato solo un incidente. "Stavolta ho fatto attenzione." disse.

Quando la nonna tornava più tardi dal lavoro, toccava a Baekhyun preparare i pasti. Era rimasta della carne dalla sera prima e aveva pensato di farci uno stufato con delle verdure. Un piatto caldo non era proprio il massimo con l'avvicinarsi dell'estate ma era facile da fare e aveva tutti gli ingredienti in frigo. Il problema era che non aveva per niente memoria quando si parlava di ricette culinarie e l'unica cosa che potette fare, fu telefonare alla nonna per farsi dare delle veloci indicazioni. "Quando pensi di tornare?"

"Credo di staccare tra circa 30 minuti. C'erano un sacco di invitati."

La nonna stava lavorando come donna delle pulizie a un hotel che aveva ospitato un ricevimento di matrimonio. Da come glielo aveva descritto, pareva un matrimonio abbastanza sfarzoso e la paga era molto buona. Un'occasione di lavoro che non poteva lasciarsi sfuggire. Solo che era fuori già da cinque ore e sicuramente doveva essere stanca e affamata. "Hanno detto che possiamo portare a casa alcuni dei dolci avanzati dal buffet."

"Ma ne abbiamo già tanti in frigo."

"Non posso mica lasciarli qui." si lamentò. "E' rimasta anche della torta nuziale."

Solo sentire la parola 'dolci' gli faceva venire sempre l'acquolina in bocca ma allo stesso tempo doveva mettere un freno al suo appetito. Nell'ultimo periodo stava mangiando troppo, forse a causa dello stress universitario. Ancora un altro po' e rischiava di mettere su parecchia pancia. Ma come poteva resistere ai dolci e a tutti i piatti buoni che esistevano al mondo. La vita era troppo breve per mettersi a dieta. "Va bene. Non ti trattengo oltre. Stai attenta in autobus."

"Agli ordini!" esclamò. "E tu stai attento a non far saltare in aria la cucina."

Non gli diede neanche il tempo di replicare che aveva già riattaccato. Quando stava in cucina aveva così poca fiducia in lui. E' vero che aveva fatto bruciare tante padelle e pentole, in passato, ma col tempo era leggermente migliorato. Anche se doveva ammettere che senza la nonna a cucinare per lui, probabilmente sarebbe finito a sfamarsi con snack o cibo confezionato a pochi won. Però, quella sera, stava andando piuttosto bene. La cucina era inondata da un profumino molto invitante, segnale che tutto stava andando per il verso giusto.

Stava dando una rapida mescolata quando il campanello suonò un paio di volte. Erano da poco passate le otto di sera e non aspettava nessuno. Che fosse qualche vicino? Spense i fornelli e si diede una rapida lavata alle mani prima di affrettarsi ad aprire alla porta ancora con le mani bagnate, senza nemmeno chiedere chi ci fosse dall'altra parte. "C-Chanyeol?"

Rispetto a quando lo aveva visto quella mattina, adesso indossava un completo scuro un po' più formale e i capelli erano pettinati in maniera leggermente diversa. Aveva la sua solita aria elegante e raffinata ma il viso era un po' sciupato, forse stanco. "Disturbo?"

"N-No." balbettò. "E' successo qualcosa? Perché sei qui?"

"Ho bisogno di un motivo per venire? La prossima volta porterò dei dolci."

"Non è quest-"

Chanyeol avanzò verso di lui, abbassando la testa e appoggiandola contro la sua spalla destra. Affondo il viso contro l'incavo tra la spalla e il collo e rimase immobile e in silenzio. L'unico suono che riuscì a sentire fu quello del respiro di Chanyeol contro la sua pelle e il suo cuore che batteva come impazzito dentro il petto. Nell'aria respirava solo la colonia di Chanyeol, quell'intenso e dolce profumo che stava pian piano imparando ad amare. Quel profumo che gli trasmetteva serenità e sicurezza.

"Ti dispiace se resto così per un po'?" chiese, quasi sussurrandolo. La sua voce lo fece tremare. "Mi sono svegliato di buonumore, oggi, ma qualcosa me lo ha rovinato. E' stata una giornata molto piena."

Era come se ci fosse una sorta di richiesta di aiuto o di conforto in quelle parole. Era la prima volta che lo vedeva in quel modo, così indifeso. Quella visione gli strinse il cuore come dentro una potente morsa. Senza realizzarlo, aveva già affondato la mano tra i suoi capelli, facendo attenzione a non rovinare la pettinatura ma abbastanza da fargli percepire il suo conforto. E intanto il suo cuore continuava a battere forte, così tanto che aveva come l'impressione che stesse per uscirgli dal petto.

Prima di quanto si aspettasse, Chanyeol sollevò la testa e si raddrizzò. Un sorriso apparve finalmente sul suo viso, anche se diverso da quelli che aveva visto il giorno prima. "Batteria ricaricata." disse, prima di voltarsi per andarsene.

Baekhyun lo trattenne appena per la giacca con le dita. "Va tutto bene?"

Doveva aver avvertito la sua preoccupazione perché il viso di Chanyeol si fece per qualche istante serio per poi mostrare nuovamente il suo sorriso. Ma quel sorriso non trasmetteva in alcun modo sincerità. "Sono solo un po' stanco. Ho una cena con un cliente ma vorrei solo tornare a casa." spiegò.

"Non c'è altro, vero?" chiese, di nuovo, preoccupato.

Quando Chanyeol sollevò la mano verso la sua testa pensò che stesse per colpirlo sulla fronte come era solito fare negli ultimi tempi ma, invece, si concentrò sulle ciocche di capelli che scivolavano sulla tempia, accarezzandole come aveva fatto quella mattina dentro l'ascensore della compagnia, e sul suo viso finalmente apparve il suo sorriso sincero, quello che Baekhyun voleva rivedere a tutti i costi prima che se ne andasse.

Non rispose a quella domanda ma quel sorriso gli fu sufficiente per tranquillizzarsi almeno un po'. Ma prima di andarsene definitivamente, Chanyeol si rivolse un'ultima volta a lui. "Hai mai mangiato a un ristorante cinese?" chiese.

"Qualche volta da piccolo con la nonna. Perché?"

"Se andrai bene all'esame, ti ci porterò come premio."

Un'intensa emozione si riversò dentro il suo petto. Forse gioia, forse frustrazione, mista ad attesa e paura. "Allora prenderò il voto più alto di tutti!" esclamò, quasi urlandolo, nella speranza di non sembrare troppo disperato. Chanyeol non rispose neanche quella volta. Si avviò verso la sua macchina e sparì poco dopo, lasciandolo nel pieno del suo cuore che stava martellando fuori controllo. Anche dopo essersi sciacquato il viso più volte con l'acqua fredda, il suo viso era come preso da delle fiamme indomabili.







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Note dell'autrice.



Un po' in ritardo ma rieccomi con un nuovo capitolo. Spero abbiate passato delle belle vacanze estive in completa sicurezza. Come sempre, ringrazio chi continua a leggere la mia storia e se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione. Al prossimo capitolo.

ps: sto pubblicando la mia storia anche su Archive of Our Own. Se vi può interessare, mi potete trovare col nick "helloangel614".

   
 
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