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Autore: MiaBlack    12/09/2020    0 recensioni
La storia si colloca anni dopo a "What? realy? My..." Si lo so vi ho rotto le scatole con sta storia ma vi prendete pure lo spin off! xD
Sono passati anni da quando Oliver ha salvato la città da Slade. La città è più o meno tranquilla. Oliver ha abbandonato definitivamente il suo ruolo di di Green Arrow e anche Felicity ormai non scende più al covo da molto tempo. La città ha comunque bisogno di eroi che combattano per lei... Qualcuno di molto vicino a loro prende in cosegna i costumi: Arrow, BlackCanary e Arsenal tornano con nuovi volti e nuovi nemici da affrontare.
Nel loro pattugliare un ladro attirerà la loro attenzione e più di tutti quella della nuova BlackCanary.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9

 

Robert osservò la sorella andare via, le parole che gli aveva detto erano dure, ma vere, non poteva continuare a riversare la sua frustrazione per quel ladro su Sara, lei lo capiva e lo sosteneva, ma i sostegni più forti dopo un po' crollano. Chiuse la porta e si avviò verso la cucina, Sara stava facendo qualcosa all'acquaio, sentiva l'acqua scorrere e il rumore di qualcosa che veniva riposto.

-Allora Hope? Chi era? Non dirmi che il fattorino della pizza era veramente uno gnocco?- chiese ridacchiando appena, Robert si fermò infastidito da quell'idea.

-Non sono Hope. - Sara gli stava dando la schiena, Robert vide chiaramente il corpo della ragazza tendersi e irrigidirsi, prima di voltarsi cercando un appoggio stabile contro il mobile.

-E' andata via, così che noi potessimo parlare. - la mora si limitò ad annuire, senza comunque muoversi dalla sua posizione, le mani stringevano il piano della cucina con una forza tale che le dita avevano assunto una innaturale colorazione bianca, Robert cercò di non farci caso più di tanto, sapeva che era arrabbiata con lui e se lo meritava.

-Parla. -

-Io, volevo chiederti scusa. Non dovevo arrabbiarmi con te per la storia del ladro, lo so che è colpa mia. So di essere insopportabile, iperprotettivo e con un eccesso di sicurezza in me stesso. Non è facile starmi vicino.-

-No Robert, ti sbagli, starti vicino è una delle cose più facili del mondo, tu dai tutto te stesso, solo che quando diventi geloso o ti fissi su qualcosa che ti fa arrabbiare diventi irrazionale te la prendi con tutti tranne che con te stesso! Perché non puoi prenderti le tue responsabilità? Tra qualche anno tu insieme a Hope diventerete gli amministratori delegati della vostra compagnia, tu insieme a Hope dovrai prendere importanti decisioni che faranno il bello e il brutto tempo della compagnia, una scelta sbagliata e potresti dover mandare a casa molti dipendenti. O potresti perdere tutto. Ma arrabbiarti con me! O con tua sorella, non ti servirà a far cambiare le cose.-

-Spero che quel giorno non arrivi molto presto. - borbottò lui, l'idea di prendere in mano la compagnia di famiglia lo terrorizzava molto, sapeva che non era una cosa facile, suo padre e sua madre discutevano spesso di strategie, vendite e acquisizioni, cose che lui non riusciva proprio a capire.

-Già, perché sei immaturo e incapace di prendere delle decisioni importanti. - Sara continuò a stare sulla difensiva e non c'era difesa migliore dell'attacco.

-Sara mi dispiace essermi arrabbiato con te. -

-Lo hai già letto. - la presa sul mobile finalmente si allentò e Robert se ne accorse subito, non era più rigida compre prima, incoraggiato da questa scoperta fece qualche passo per avvicinarsi accorciando la distanza tra loro due.

-So che ti faccio soffrire e mi dispiace, odio farti soffrire.- ormai le era arrivato davanti ancora qualche centimetro e i loro corpi si sarebbero sfiorati.

-Ma lo fai... -

-Questa volta ti giuro che cambierò per davvero.- Si avvicinò pronto a baciarla, ma Sara si scostò.

-No Robert, no. Non ho intenzione di tornare con te. -

-Cosa? Io...-

-Lo dici tutte le volte e poi non cambi mai, sono stufa di questa cosa, mi sembra di vivere in una ruota, mi fai arrabbiare, tu ti scusi, io ti perdono e poi mi ferisci di nuovo e ti scusi ancora e poi di nuovo tutto è diventato una routine, che non fa bene ne a te ne a me. Basta, forse non siamo fatti per stare insieme. -

-Non puoi dirlo veramente! -

-Ci vediamo al covo e spero che saprai comportarti in modo maturo. - con una piccola spinta lo allontanò da se, il giovane era rimasto talmente sconvolto che non fece nemmeno resistenza, si lasciò spostare e la osservò salire le scale.

-Quando vai via chiudi la porta. - quelle furono le ultime parole che gli disse prima di sparire al piano superiore.

 

Robert uscì dalla casa sconvolto, la sua mente si rifiutava di credere che Sara l'avesse lasciato era, semplicemente impossibile, loro erano fatti per stare insieme lo sapevano tutti. Camminò per la città cercando di schiarirsi la mente, ma non ci riusciva ogni angolo, ogni via, qualunque cosa vedeva gli ricordava qualcosa che aveva vissuto con Sara e questo lo feriva.


***

 

Villa Queen era insolitamente avvolta da una calma quasi surreale, quando Felicity entrò in casa e pensò che nessuno dei suoi figli ci fosse, erano lontani i tempi nei quali la casa era un capo di battagli con grida di guerre e oggetti lasciati a giro come corpi senza vita di qualche nemico, un po' le mancava quel caos era un modo per sentire la casa viva, quando era nato Tommy non era stata la stessa cosa, forse dipendeva dal fatto che quando era nato lui loro già avevano cambiato casa, i metri quadrati erano quasi quintuplicati dal loro vecchio appartamento mentre i bambini si erano dimezzati, uno invece di due, Tommy era stato un bambino più tranquillo e pacato niente a che vedere con i due terremoti.

-OH PORCA PALETTA! - la bionda strillo portandosi una mano al petto e all'altra alla bocca.

-Che strilli? - mezza sdraiata sul divano c'era Hope che fissava la madre spaventata dall'urlo della donna.

-Che accidenti ci fai qui? E poi al buio? - la donna percorse la distanza che la separava dal divano e raggiunse la figlia.

-Primo non sono al buio, luce! - disse indicando la lampada dietro di lei che illuminava lievemente la stanza, lasciandola per la maggior parte in penombra.

-E quella la chiami luce? -

-Si!? Fino a prova contraria illumina, non deve mica essere un faro da stadio. -

-Va bene, non sei al buio. -

-Secondo, dove dovrei essere? - chiese tirandosi su facendo spazio alla madre così che si potesse sedere sul divano con lei. Felicity si sedette sul divano osservando la figlia divertita, era passato tanto tempo dall'ultima volta che l'aveva trovata sul divano quasi al buio.

-Al covo? In palestra? In strada a combattere i cattivi? In strada a cercare qualcuno da pestare? In biblioteca a studiare? In camera tua? No aspetta: a pestare tuo fratello! - la lista che aveva fatto Felicity fece ridere la ragazza.

-Non ho voglia di andare in strada, per una sera ci può pensare la polizia. -

-Aspetta... aspetta... aspetta! Hai la febbre? - chiese preoccupata posandole una mano sulla fronte per accertarsi che non le fosse salita la temperatura.

-Mamma?! Non ho la febbre. Sono già stata in palestra e mi sono allenata a sufficienza. Robert invece anche se se le meriterebbe penso che sia compito di Sara pestarlo. - la nota di biasimo nella voce di Hope non passò inosservata alla donna che si posizionò più comodamente sul divano in attesa di dettagli.

-Cosa ha combinato? -

-Sappi che il tuo primogenito è un idiota! - iniziò, le dispiaceva fare la spia sul fratello, ma quella era la loro grande famiglia ed era inevitabile che tutti sapessero tutto di tutti.

-Lo so, ricordi: assomiglia a vostro padre. -

-Comunque Robert si è comportato da Robert: iperprotettivo, ossessivo eccetera, insomma lo sai come si comporta, come papà quando tu perdi le staffe, questa volta è stata Sara a perderle e ha deciso di lasciarlo. - ora che era arrivata a fine del breve riassunto si sentiva un po' in colpa per averlo detto in quel modo sbrigativo e leggero, Robert ci stava male l'aveva visto lei stessa eppure in un certo senso quel dolore non riusciva a raggiungerla veramente.

-Loro cosa? -

-Tranquilla, quando sono andata via da casa di Sara, Robert era appena arrivato e sembrava un cagnolino bastonato. -

-Avranno sistemato? - chiese preoccupata Felicity.

-Mamma, sono Robert e Sara. -

-Vero. - Hope sorrise anche se una parte di se non riusciva ad essere completamente tranquilla, le parole dell'amica le continuavano a tornare alla mente, Sara era stanca, anche lei conosceva quella sensazione, non era una stanchezza fisica era una stanchezza emotiva che ti impediva di continuare a combattere per qualcosa o per qualcuno, alcune volte la cosa migliore da fare era arrendersi e continuare cambiando strada.

-Tommy?-

-L'ho accompagnato da un amico ha detto che dormiva da lui e che tu ne eri a conoscenza. - spiegò la ragazza.

-AH già me lo aveva detto è vero. –

-Una serata tutta per noi due… - Hope sorrise mentre scivolava vicino alla madre.

-E’ tanto che non lo facevamo vero? – Hope si limitò ad annuire

-Cosa facciamo, un film? Magari una maschera di bellezza? –

-Partita a scacchi? –

-Due menti come le nostre che si scontrano: mi piace! – Felicity sbatté le mani divertita, aveva ancora qualche comportamento da bambina che sfoggiava solitamente con Oliver per convincerlo a fare quello che voleva lei, Hope la trovava adorabile.

-Prendo la scacchiera! –

 

Le due bionde passarono la serata sorseggiando del buon vino e giocando a scacchi, per una sera non c’erano uomini, problemi di lavoro o di salute a infastidire il loro divertimento, quando Hope spostò la regina la partita finì.

-Scacco matto…- esclamò sorridendo spostandosi la ciocca di capelli indietro.

La piccola luce del cellulare attirò la ragazza che lesse velocemente il messaggio:

Unknown:

Spero di vederti domani in palestra...

 

sorrise sotto lo sguardo della madre.

-Chi ti scrive? - chiese Felicity cercando di sbirciare sul cellulare della figlia, Hope lo portò al petto cercando di nasconderlo alla vista della madre.

-Mamma non essere impicciona! Buonanotte! Ah domani volevo prendere io Tommy a scuola -

-Certo... -

-Perfetto! Buonanotte! - esclamò alzandosi dal divano e correndo su per le scale con un piccolo sorriso divertito sul viso. Felicity si prese un momento per osservare la figlia scappare da lei, era tanto che non la vedeva sorridere in quel modo era spontaneo e vero.

 

Hope entro in camera ancora sorridendo, Alexandre voleva rivederla, dopo tutto il tempo che avevano passato insieme e dopo tutto quello che lei gli aveva raccontato lui voleva ancora passare del tempo con lei, certo non gli aveva rivelato il suo piccolo problema di gestione della rabbia, ma ci sarebbe stato il momento e soprattutto era sicura che lui l'avrebbe capita.

Guardò ancora il cellulare prendendosi un altro minuto per ponderare la risposta.

 

“Lo sai cosa si dice sulla speranza? Che è l'ultima a morire...”

 

Unknown:

lo vedremo in palestra.

 

 

Sara Lance era nel suo ufficio in palestra, stava sistemando alcuni documenti prima di mandare tutto al commercialista, era incasinata a sistemare alcuni conti che ovviamente non le tornavano in quel momento si sentiva molto Oliver Queen, avrebbe voluto avere anche lei una persona come Felicity che l'aiutasse, sospirò frustrata e lasciò che le carte che aveva in mano cadessero sul tavolo, accolse con gioia il leggero bussare alla porta, chiunque fosse era il benvenuto, le andava bene anche un pluriomicida l'importante era che la tenesse lontano da quei fogli.

-Avanti. - esclamò sorridendo.

-Ciao tesoro, disturbo? - ad entrare era stato il Capitano Lance, nonché padre della ragazza.

-Non disturbi affatto! - Sara si era alzata ed era andata in contro al padre abbracciandolo.

-Come mai tanta felicità nel vedermi? - chiese sospettoso.

-Io sono sempre felice di vederti papà! - l'uomo non si lasciò ingannare dallo sguardo della figlia e lanciò un occhiata alla scrivania, vedendo i fogli non poté fare a meno di sorridere.

-La matematica proprio non ti piace! -

-Papà! Dai ti offro un caffè, una pausa potrà solo farmi bene. - ridacchiando l'uomo seguì la figlia fuori dall'ufficio fino ad arrivare nel piccolo bar della palestra.

La ragazza dietro al bancone preparò due caffè e i due si sedettero ad un tavolino appartato per poter parlare tranquillamente.

-Come mai da queste parti? Non che mi dispiaccia una tua visita, ma non passi spesso.- chiese Sara.

-Deve esserci una scusa per venire a trovare mia figlia? -

-No, Laurel come sta? La sento poco è sempre impegnata.- Laurel aveva ricevuto un offerta di lavoro un uno studio legale a Central city e non si era lasciata scappare l'opportunità.

-Sta bene, ci siamo sentiti ieri sera. Sono qui anche per darti questi. - Lance posò sul tavolo una busta dall'aria anonima, che però fece insospettire la ragazza.

-La nuova te, che tra l'altro è molto più spericolata di voi, mi ha chiesto di controllare una cosa, qui c'è quello che cercava. - Sara prese la busta, non c'era niente era solo una comune busta, se qualcuno avesse saputo che Lance passava fascicoli ai vigilanti ci avrebbe rimesso il posto di lavoro.

-La nuova me ne sarà contenta, strano non mi aveva accennato al fatto che ti avesse chiesto qualcosa. - Sara prese la busta e la posò sul tavolo osservandola, si stava chiedendo cosa contenesse, quale informazioni stesse cercando Hope e per quale motivo non le avesse chieste a lei.

-L'ho beccata fuori da una gioielleria, aveva appena sventato una rapina e ne ha approfittato. -

-Oh si questo è molto da lei, non si lascia scappare nemmeno un occasione! -

-C'è una cosa però, il ladro ha rubato i verbali di vecchi casi risolti da Arrow... - spiegò il capitano abbassando la voce e guardandosi attorno cercando di capire se qualcuno li stesse ascoltando.

-Cosa? Ma se è appena arrivato? Perché prendersela con loro? Parlerò con Canary e vedrò se hanno pestato i piedi a qualcuno di troppo grande.... -

-No tesoro, sono casi vecchi, alcuni risalgono all'arrivo di Arrow quando ti pensavo ancora morta. Sono casi vostri. - Sara guardò il padre pensierosa, avevano aiutato a mettere dentro un sacco di persone e prima del suo arrivo Oliver aveva ammazzato diverse persone, corrotte non c'erano dubbi, ma pur sempre persone con una famiglia, ma anche le sue mani non erano pulite, era stato Oliver a farle capire che c'era un altra strada, che uccidere non era l'unica opzione.

-Tesoro, non so cosa voglia, ma... -

-Non è mia la colpa? Papà, sai quante persone ho ammazzato? Se lui vuole me, non metterò in pericolo la nuova Canary. - l'idea che Hope potesse essere nei guai per colpa sua le metteva ansia, non si era preoccupata di questo misterioso ladro, l'aveva classificato come un semplice ladruncolo ora però aveva tutta la sua attenzione, doveva chiedere a Hope tutti i dettagli, magari dai vestiti che indossava avrebbe potuto capire da dove arrivava.

-Sara ascoltami, forse non è niente, magari una delle vittime dei criminali che avete arrestato era imparentata con lui e ora vuole scoprire cosa è successo.- Sara guardava il padre voleva disperatamente credergli, ma una parte di se sapeva che non era possibile, erano troppi i nomi di innocenti che erano morti per colpa sua.

-Parlerò con Canary e ti farò sapere, parlerò anche con la vecchia guardia se è qualcosa che abbiamo fatto noi dovremmo poter riuscire a ristringere la ricerca. - Lance le fece una carezza sorridendole, amava sua figlia e non voleva che il passato la turbasse, lei non era più un'assassina per lui non lo era mai stata, si era dovuta adattare per non morire.

-Non ci pensare troppo. Ora vado ho alcune cose da fare, se avrò altre notizie vi informerò. -

Sara guardò ancora la busta chiusa preoccupata, era certa che il suo passato fosse ormai solo un incubo che accompagnava le sue notti, non credeva che le sue azioni si sarebbero potute ripercuotere su altre persone.

 

Hope aveva appena finito di dare l'esame e si stava dirigendo verso la palestra. Quando era uscita da casa era intenzionata a passare l'esame con un voto qualunque non le interessava, aveva la mente impegnata tra suo fratello, il ladro e Alexandre, ma poi poco prima di entrare in aula per dare l'esame li aveva sentiti: la porta dell'ufficio del professore era leggermente aperta e riusciva perfettamente a sentire le voci parlare.

-Se mi fa questo piacere saprò come ricompensarla... - la voce era lasciva e non le serviva vedere cosa stava accadendo all'interno della stanza per capire a che genere di ricompensa stesse alludendo la persona.

-Far bocciare all'esame la signorina Queen, non si preoccupi. - Hope si era bloccata sul posto.

-Perfetto... - la porta iniziò ad aprirsi e Hope fece appena in tempo a nascondersi dietro l'angolo del corridoio per non essere vista.

Shelly uscì dalla stanza con un sorrisetto divertito prima di avviarsi lungo il corridoio in direzione opposta di dove stava lei, sicuramente stava andando verso l'aula così da poter assistere alla sua umiliazione.

Seduta davanti ai tre professori Hope aveva lo sguardo il più tranquillo possibile mentre dentro di lei un vulcano stava eruttando, il professore si sarebbe pentito di aver stretto un patto con Shelly. Al momento in cui si alzò finito l'esame il professore era in un lago di sudore, Hope era riuscita a metterlo all'angolo, aveva sfoderato tutta la sua intelligenza salvandosi da una bocciatura ingiusta mettendo anche in imbarazzo il professore, prima di lasciare la stanza scoccò un occhiata a Shelly quella era la fine che faceva chi cercava di ostacolarla.

 

-Ciao Hope! - Cin come sempre seduta al desk all'ingresso della palestra salutò la ragazza con un sorriso.

-Ciao Cin! Sara? - chiese.

-Ti aspetta in ufficio, mi ha detto di dirti di andare subito da lei.- la bionda si accigliò, ma andò dalla zia, girò l'angolo e salì le scale per raggiungere l'ufficio

-Sara! Non immagini neanche che soddisfazione oggi all'esame! - Hope entrò nell'ufficio spalancando la porta e iniziando a parlare a raffica.

-Shelly ha provato a farmi bocciare dal prof, ma le è andata male. - l'enorme sorriso si spense vedendo l'espressione seria con cui la donna la stava guardando.

-Che succede? - anche se nessuno di loro era più attivo come vigilante e anche se tutte le varie proteste contro la sua famiglia erano finite Hope aveva ancora paura che potesse succedere qualcosa a uno di loro.

-Niente, mi dicevi dell'esame? -

-Non dirmi niente, la tua faccia non è da niente. -

-Te lo dico dopo, ora finisci di raccontarmi, che hai fatto? - ancora sospettosa Hope si sedette e tornò a raccontare come era riuscita a mettere il professore all'angolo e a farlo sudare per l'imbarazzo.

-Mi poneva le domande e io gli rispondevo fino a quando non è arrivato all'argomento interessante, era diritto societario, mi sono agganciata ad una sua domanda e ho iniziato a fare ipotesi di corruzione e su ciò che sarebbe successo se scoperto. Sudava per l'imbarazzo. Mi ha dovuto dare trenta e lode, Shelly si mangiava le mani! -

-Sei tremenda! Ma devo ammettere che Shelly sta iniziando ad alzare il tiro.- Sara la guardò pensierosa, l'odio di Shelly per Hope stava crescendo invece di diminuire e questo in un certo senso non aveva senso, dopo tutti quegli anni avrebbe dovuto passarci sopra, invece la ragazza preferiva passare sopra al cadavere di Hope.

-Ora dimmi cosa ti preoccupa!- la bionda indicò la busta sul tavolo, da quando l'aveva avuta continua a guardarla senza però avere il coraggio di aprirla.

-Che cos'è? - la giovane si allungò e afferrò la busta, a tatto Hope avrebbe detto che all'interno ci fossero dei fogli, molti fogli.

-Me l'ha portata mio padre per te. - spiegò continuando a fissare la figlioccia.

-...Mi ha detto che glieli hai chiesti te. - aggiunse, Hope aprì la busta ed estrasse un plico di fogli, sembravano vecchie fotocopie ci mise alcuni secondi per capire che si trattavano di rapporti della polizia.

-Sono quasi tutti del nonno. - costatò osservando le firme in fondo.

-Non è quello il problema. Sono rapporti che ci coinvolgono. - Hope finalmente capì perché Sara fosse tanto preoccupata, il ladro aveva rubato vecchi rapporti che riguardavano loro.

-Sono tutti azioni del team? - Sara annuì

-Cosa pensi che voglia? - Hope scosse la testa, non aveva idea di cosa potesse volere il giovane.

-Facciamo così io li studio e vedrò cosa può volere, ma tu non dire niente a Robert e a Sara. -

-Hope, non è sicuro che tu te ne occupi da sola. -

-Hanno appena litigato per colpa sua... - fece agitando i fogli, l'ultima cosa che voleva era tirare fuori ancora una volta il ladro davanti ai due per creare nuovamente tensioni.

-Come vuoi. Cambiando discorso, ieri ti ho vista uscire di palestra con Alex è sempre vivo? - la facilità con cui Sara cambiò argomento e umore fece sorridere Hope.

-Si è vivo...Mi chiedevo, glielo hai dato te il mio numero? - Alex le aveva detto che non era stata lei, ma non ci aveva creduto, Sara era l'unica che poteva averglielo dato.

-Il numero? No! -

-Dimmi la verità.-

-Non sono stata io. Anche se non puoi uccidermi, non vedo perché dovrei farmi odiare da te. Aspetta, lui ha il tuo numero? Come ha fatto? - chiese sorpresa.

-E quello che sto cercando di capire, pensavo fossi stata tu. -

-Ah no, io sono innocente e anche Cin ha capito che è meglio non divulgare il tuo numero. - le due bionde si guardarono pensierose, l'unico che poteva svelare il mistero era Alexandre stesso, ma entrambe sapevano che non lo avrebbe mai fatto.

-Lo scoprirò. Ora vado ad allenarmi. -

-Hai fissato con Alex? - Sara ci sperava, ma sapeva anche che con il caratteraccio della figlioccia non sarebbe stato facile.

-No, dopo voglio passare a prendere Tommy. -

-Tu a prendere Tommy? A scuola? Stai bene? -

-Oh perché? Io adoro Tommy, ho solo poco tempo per stare con lui! - quando Tommy era piccolo lei era andata via per studiare, si era persa tanti momenti e non aveva mai legato con il fratello, ma questo non voleva dire che lei non gli volesse bene.

-Ho un idea e lui potrebbe aiutarmi a realizzarla. -

-Ah quindi è perché ti serve. -

-Come sei meschina! Pensavo ad una nuova arma, qualcosa come le stelle dei ninja, da lanciare.-

-Non ti basta il tuo urlo sonico? -

-Quello è il tuo urlo sonico e comunque non ferisce, spacca solo i timpani. -

-Quindi vuoi svelargli il segreto di famiglia? - Sara osservò la figlioccia, a Felicity quell'idea non sarebbe piaciuta per nulla, per lei era ancora il piccolo Tommy che doveva rimanere ignaro di tutto quel casino.

-Sara, solo la mamma pensa che Tommy non sappia nulla. -

-Vero! Come vai a prenderlo? -

-In moto, ovviamente la mamma non ne ha idea... - le due bionde sorrisero, Felicity doveva arrendersi i suoi figli erano tutti la copia sputata del padre, pazzi incoscienti ma con un cuore enorme.

-Hope! - la bionda si fermò sulla soglia sentendosi chiamare dalla donna.

-Se passa Alex e mi chiede di te? - Hope rimase ferma a pensare, era stata bene con lui il giorno prima ed era curiosa di sapere come avesse ottenuto il suo numero.

-Digli che non mi hai visto... - rispose triste, se non era stata Sara a dargli il suo numero l'unica opzione che le veniva in mente era quella che era stata Shelly, loro erano in combutta ed era meglio smettere subito prima che lei ci rimettesse il suo cuore.

-Hope... -

-Scusa Sara. - uscì dalla stanza e se ne andò in sala a cambiarsi.

Continua...

Eccomi qua spero che la storia vi stia piacendo come prosegue.
so che non mi merito nulla per la lunga assensa e perchè vi ho fatto aspettare veramente anni e magari di Hope e RObert non vi frega più nulla, ma se lasciate un piccolo commento e mi dite se vi sta piacendo apprezzerei anche perchè ho fatto veramente fatica a finirla e l'ho finita soprattutto per voi.
un bacio buon week end!
MiaBlack

 

   
 
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