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Autore: Marie_    13/09/2020    2 recensioni
Long AU su Bellamy e Clarke (una delle mie OTP in assoluto).
La storia è ambientata in epoca moderna, ci saranno alcuni riferimenti alla serie tv e i personaggi principali.
Clarke Griffin, giovane pittrice, si ritrova a insegnare arte, senza troppa convinzione, in un liceo in città cercando di prendere in mano la propria vita.
Bellamy Blake si muove a fatica tra il suo lavoro e il suo ruolo di tutore legale di Charlotte, studentessa di Clarke.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Charlotte, Clarke Griffin, Octavia Blake
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ma tu lo sai che a volte ti penso sempre?
E perdo di vista il mondo, ma non te
Lo aspettavi un amore inaspettato?
Andiamo a farci un giro in cielo in pedalò
Ma tu ci credi all'impossibile?
Perché con te io mi sa proprio lo farò
Che se ci credi una cosa poi si avvera
Prendi il mio cuore per esempio
Prima che tu arrivassi forse manco c'era
Adesso dà ripetizioni alla bufera
Gio Evan, A piedi il mondo
 

Clarke lo guardò allontanarsi e confondersi con il buio della notte, immobile e incredula. Lentamente si girò e salì le scale fino all’appartamento. Quando chiuse la porta vi si appoggiò con la schiena e rimase lì per qualche istante, con la mano sul cuore che sembrava voler uscire dal petto. “Clarke come è…” Raven, comparsa all’ingresso, si fermò vedendo l’amica così “Clarke! È successo qualcosa? Ti hanno fatto del male?”, la bionda riuscì solamente a scuotere la testa e a balbettare poche parole “No, assolutamente, è stato così strano”. Si spostarono in sala e si sedettero sul divano “Forza dimmi tutto!” la incoraggiò Raven con un sorriso, Clarke iniziò a raccontarle dell’accoglienza calorosa, di come si era sentita a casa e parte di quella famiglia, di come era stato commovente vedere gli sguardi tra Murphy ed Emori, anche se con una punta di invidia, di come ogni tanto si soffermasse a guardare Bellamy e si stupisse della luce che emanava e dell’amore che traspariva in ogni cosa. Andando avanti nel racconto, Clarke diventava sempre più entusiasta e salda, i suoi occhi si illuminavano e Raven la guardava felice, contenta che l’amica avesse trovato della serenità e la possibilità di avere degli amici così. Quando arrivò alla frecciatina di Murphy su Finn, Raven saltò su dal divano e disse, infervorandosi: “ma come si permette questo John Murphy? Chi si crede di essere? Quando lo vedrò gliene dirò quattro”. Clarke rise alla reazione dell’amica e cercò di calmarla “Raven tranquilla, in verità è una bellissima persona, solo molto sarcastico. Andreste davvero d’accordo voi due, mi farebbe ridere assistere ai vostri battibecchi”. La mora la guardò di traverso “lasciamo stare quest’idiota, vai avanti”. Quando Clarke arrivò a raccontare di come Bellamy l’avesse consolata e compreso e rispettato il suo dolore, la sua voce si incrinò leggermente, sopraffatta da una dimostrazione di affetto così sincera. Raven la guardava davvero commossa, ringraziando mentalmente per l’incontro tra Bellamy e Clarke. “Bhe sono proprio contenta che tu l’abbia conosciuto, spero davvero che tu riesca a condividere la storia di Finn con lui, ti farebbe bene. In ogni caso sembra proprio affascinante, quando lo porti a casa?” le chiese ammiccando. Clarke arrossì di colpo e la colpì con un cuscino “sì, lo è. Davvero affascinante”.
 
 
Quella settimana non si erano mai visti veramente, Bellamy la guardava arrivare in bicicletta o seduta sui gradoni al parco mentre disegnava. Si era dovuto trattenere dall’avvicinarsi a lei perché voleva rispettare i suoi tempi ma dall’altra parte ne era totalmente attratto, voleva conoscerla e imparare a capirla. Quando disegnava era come se entrasse in un mondo tutto suo e con gli occhi grandi e attenti assorbiva ogni luce, ogni rumore, ogni movimento e lo trasportava sul foglio la maggior parte delle volte con tratti frenetici e veloci. La guardava quando, ferma alla porta della scuola, osservava con tenerezza i suoi studenti, salutandoli con sorrisi e qualche parola.

Si sorridevano e facevano un cenno del capo quando i loro sguardi si incrociavano mentre seguivano Charlotte nei suoi spostamenti. “Terra chiama Bellamy, su che pianeta sei?” disse Charlotte tirando una gomitata a Bellamy, “ti sei incantato guardando la mia prof di arte?” “Lei è la tua prof di arte?” disse Bellamy fingendo di non saperlo “è giovane, ti piace?” “Sì, è brava. Parla moltissimo di mitologia. È fissata almeno quanto te” si fermò come colpita da un’illuminazione “te la devo presentare, potreste andare proprio d’accordo” e, come un vulcano lo trascinò verso Clarke.
Quando li vide venire verso di lei, Clarke rimase spiazzata per un momento. “Prof! Lui è il mio tutore” la investì in modo entusiastico Charlotte “Bellamy Blake” disse stringendole la mano “Clarke Griffin, è un piacere conoscerla”. I due si guardavano imbarazzati mentre Charlotte sembrava al settimo cielo “Bellamy è un grande appassionato di miti, me ne racconta fino alla nausea. Comunque adesso devo entrare a scuola, non vorrei mai tardare con la mia prof preferita” disse la ragazza con ironia, si girò e li lasciò da soli. Clarke evitava lo sguardo del moro “bhe, anche io dovrei…” “Clarke, aspetta. Io… Come stai?” finalmente la ragazza lo guardò negli occhi, catturata dalla profondità del suo sguardo “sto meglio, grazie. L’altra sera è stata utile perché mi avete costretto a riguardare il passato e fronteggiare il mio dolore. È una parte di me che cerco di tenere nascosta ma facendo così mi consumo; vedere come state tra di voi e come mi hai fatto compagnia nel tornare a casa mi aiutato a starci davanti con un pochino più di serenità. Non sono da sola, oltre a Raven ho anche voi ora, ho anche te”. Bellamy le sorrise ammirato, allungò la mano per spostarle una ciocca di capelli che le era caduta sul viso ma la riabbassò imbarazzato, ricordandosi del luogo in cui si trovavano. “Bene, sono davvero contento. Spero di poterti vedere presto e parlarci con calma” Clarke annuì veementemente “Mi piacerebbe, magari la prossima settimana possiamo organizzarci” “Perfetto, ti lascio andare in classe allora”. Si scambiarono un saluto veloce e si allontanarono, ognuno con il pensiero ancora rivolto all’altro, come incapaci di lasciarsi.

Clarke in classe si sentiva diversa, nel corso del tempo aveva iniziato ad apprezzare l’insegnamento e il rapporto con i ragazzi ma c’era sempre qualcosa che la faceva stare in allerta e la tratteneva dall’essere sempre se stessa e che la accompagnava come un’ombra scura. Quel giorno invece era solare e piena di entusiasmo, spiegava con passione e chiacchierava con i colleghi, per la prima volta disposta a dare un’opportunità anche a loro.
 
Bellamy entrò in ufficio con un sorriso e non passò inosservato a Murphy che subito commentò “hai visto Clarke eh?” “Sì, per poco. E no, Murphy, non è successo niente di quello che pensi. Ci stiamo iniziando a conoscere” “Vedrai, vedrai”. Bellamy lo ignorò ed entrò nel suo studio con un’energia che non aveva da tempo, si sentiva anche più leggero e non schiacciato dalle preoccupazioni. Lavorò tutta la mattina con grande serenità fino a che, verso l’ora di pranzo, non ricevette una chiamata. A leggere sul display il nome di Clarke, sorrise inconsapevolmente ma non appena sentì la sua voce saltò su “Clarke? Cosa succede?” “Bellamy…Devi venire a scuola. Ora. Charlotte sta parlando con Dax” “Clarke, respira. Chi è Dax?” “Non lo sai? Lavora…per Pike…” subito Bellamy prese la giacca e uscì correndo verso la macchina “Dove siete? Cosa le sta facendo?” “Sono al parco, non sta facendo nulla, sono solo seduti sui gradoni” “Avviso Octavia che è più vicina. Tu potresti intervenire e allontanarla da lui?” “Io… non posso Bellamy. Se dovesse riconoscermi non so cosa potrebbe farmi. Lui c’era quando Finn…” “Non farti vedere assolutamente, se vedi però che le cose si mettono male chiama la polizia per favore. Noi arriviamo il prima possibile”. Con foga entrò in macchina, mentre componeva il numero di Octavia. Con un peso nel cuore guidò velocemente verso il parco continuando a ripetere ti prego, non far loro del male. Non toccarle.
 
Clarke aveva paura sì. Vederlo era stato sconvolgente e si era sentita debole e spaventata come quel giorno. Quando il timore l’aveva gelata sul posto e impedito di intervenire, di fare qualcosa e da allora si portava dietro un senso di colpa enorme, se avessi fatto qualcosa forse ora Finn sarebbe vivo. Non poteva permettere alla paura di vincere anche questa volta e si avvicinò ai due.
“Ciao Dax” il ragazzo la guardò sorpreso e le sorrise viscido “Ma guarda un po’ chi si rivede. Quanto tempo eh Griffin? Direi da quando” Clarke non lo fece finire di parlare “Cosa ci fai qui?” “Sto solo passando del tempo con la mia amica, è un reato adesso?” “Prof, come fate a conoscervi?” “Eravamo ottimi amici noi due e il suo fidanzato Finn” “Non permetterti neanche di nominarlo” disse avvicinandosi minacciosamente a lui “un giorno verrai punito per quello che avete fatto voi bastardi” con la coda dell’occhio vide avvicinarsi Octavia e le fece un cenno di fermarsi “Charlotte vai immediatamente da Octavia” “Non voglio, perché dovrei?” “Devi ascoltarmi! Vai, prometto che ti spiegheremo tutto”. La guardò raggiungere la giovane Blake e mimò con la bocca un andate via immediatamente. Io me la caverò. Octavia rimase ferma un attimo esitante poi si allontanò trascinandosi dietro Charlotte e chiamando il numero di Bellamy.

“A noi due bellezza, avresti dovuto dirmelo subito che volevi rimanere da sola con me” sghignazzò Dax avvicinandosi a lei e prendendole il braccio. Clarke si allontanò disgustata “Non devi provare ad avvicinarti a me o ai miei cari mai più. Se dovessi fare del male anche solo a uno di loro, ti giuro che vi denuncerò tutti, anche a costo della mia vita” “Non mi fai paura Griffin. Sappiamo benissimo che non lo farai perché sei una codarda. Ti sei anche dovuta portare i rinforzi” disse accennando a qualcuno dietro di lei. Clarke si girò e vide Bellamy avanzare deciso e regale, lo guardò ammirata per un attimo ma si riscosse immediatamente. “Ci sono problemi?” Disse Bellamy affiancandosi alla ragazza e mettendole una mano sulla schiena. “Assolutamente no, stavamo solo chiacchierando. Non è vero Griffin? Cosa direbbe Finn? L’hai rimpiazzato velocemente” non riuscì quasi a terminare la frase che gli arrivò un pugno in faccia “Sei finito. Non puoi proprio nominarlo. Vattene immediatamente e spera di non incontrarmi di nuovo”. Dax guardò la ragazza spaventato da quell’attacco di ira inaspettato e indietreggiò fino a scappare dal parco.
Clarke tremava per l’adrenalina e la rabbia che aveva in corpo. Bellamy le avvolse le spalle e l’abbracciò con dolcezza fino a che non la sentì rilassarsi contro di lui. “Che principessa coraggiosa”. Lei ridacchiò sul suo petto “Tirargli quel pugno è stato piuttosto soddisfacente, lo ammetto”. Bellamy la allontanò leggermente da sé tenendo le mani sulle spalle e guardandola negli occhi “Grazie per quello che hai fatto” “Come sta Charlotte?” “Bene, ora è con Octavia. Grazie!” “Vuoi andare da lei?” “No, vorrei stare un po’ con te. Se ti va” “Mi farebbe davvero piacere” 

Si allontanarono dal parco senza perdere il contatto tra di loro. Bellamy la portò in un bar lì vicino, si sedettero e ordinarono qualcosa da mangiare. Bellamy la guardava, incerto se chiederle perché non voleva metterle fretta. Ma da come si erano svolti gli eventi della giornata aveva bisogno di conoscere tutti i particolari, specialmente perché c’era di mezzo Charlotte. Clarke se ne rendeva conto e, dopo essere rimasta in silenzio, disse “ti devo delle spiegazioni e ti devo mettere in guardia da Dax. Per me non sarà facile affrontare quello che ti dirò. È un dolore a volte insostenibile e condividerlo con qualcuno mi fa ripercorrere quei momenti e soffrire di nuovo…” “Clarke, non sei costretta” “no, voglio farlo. Si sta avvicinando a Charlotte e bisogna fermarlo”.
 
“Qualche anno fa conobbi Finn, stava uscendo con Raven, la mia migliore amica e ora coinquilina, ma ne ero rimasta subito attratta. Spesso uscivamo tutti insieme ed era evidente che provassimo qualcosa uno per l’altra. Un giorno eravamo in gita in montagna con un gruppo di amici; mi ero fermata ad allacciare uno scarponcino e lui si fermò ad aspettarmi. Mi fece cenno, però, di stare in silenzio, si avvicinò e mi indicò una radura lì vicino.

Clarke, guarda! Guarda che meraviglia” disse entusiasta. C’erano dei cervi che si stavano abbeverando a un ruscello, era una scena davvero magica. Noi due eravamo davvero vicini, mi guardò con grande intensità, si avvicinò lentamente a me e mi baciò. Quello è stato il primo momento in cui mi sono resa conto di essere innamorata di lui. Non è stato facile perché usciva con Raven e dovevamo dirglielo. Lei inizialmente ha sofferto molto ma poi si è resa conto che non poteva impedirci di provare quello che provavamo. Da quel momento io e Finn siamo sempre stati insieme, abbiamo condiviso momenti importanti, momenti di crescita personale per entrambi, mi ha sostenuto quando ho voluto iniziare ad esporre le mie opere spronandomi a dare sempre di più e a ricercare stimoli diversi. Credeva in me più di qualsiasi altro”. Disse con voce tremante.

“Ma un giorno”, e qui si fermò, Bellamy le prese la mano come a darle il suo appoggio. “Ma un giorno, mentre passeggiavamo abbiamo visto, in un quartiere della città periferico, uno scontro tra Dax e dei suoi amici contro altri ragazzini. Probabilmente uno scontro tra gang. Io non volevo che si intromettesse ma lui voleva farli ragionare e prendeva tempo mentre io chiamavo la polizia. Miracolosamente non ci successe niente solo che da quel momento in poi siamo stati inglobati nel circolo di Pike dal momento che li avevamo denunciati.
Da quel giorno abbiamo incominciato, in certe zone della città, a vedere dei ragazzi che ci osservavano minacciosi e ci seguivano costantemente. Abbiamo cercato spessissimo di rivolgersi alla polizia per impedire che ci succedesse qualcosa che minacciasse noi o la nostra famiglia ma tutti avevano paura di questo Pike. Indagando per conto nostro per capire come affrontare questa situazione, abbiamo scoperto che cosa faceva quel mostro”

A sentire quelle parole Bellamy si spense e abbassò la testa ma Clarke non se ne rense conto.

“Abbiamo scoperto che gestisce dei traffici illegali e che fomenta gli scontri tra le gang come a sostenere che ci sia un gruppo di persone migliori di un altro e che questi gruppi più deboli debbano essere schiacciati e vinti per sempre. Finn continuando a fare indagini però incominciò a incontrare delle persone e si espose troppo. Abbiamo incominciato a ricevere dei messaggi di minaccia: un giorno le ruote della moto bucate, un giorno la casa sottosopra e altro. Tutti i segnali che dovevano farci smettere ma lui non voleva assolutamente.
Solitamente evitavamo tutte le strade isolate o le zone in cui operava Pike e il suo gruppo ma un giorno… Per colpa mia siamo andati in una zona della città che amo, che amavo per dipingere. Per farmi fare uno stupido dipinto! Che idiota che sono stata. Probabilmente ci stavano aspettando, erano Dax e quest'uomo alto nero grosso che abbiamo capito essere Pike.

“Bene bene bene, chi abbiamo qui? Il nostro difensore dei deboli e la sua ragazza. Siete stati degli ingenui a venire qui. Non sapete che questo è il nostro territorio?” Finn si mise subito davanti a me per difendermi e disse “Ora ce ne andiamo, non vi disturberemo” “Ma no! Che fretta c'è? State qui con noi, abbiamo dei conti da sistemare!”
Improvvisamente dai portoni delle case intorno uscirono dei ragazzi, un paio mi presero alle spalle mettendomi una mano sulla bocca per impedirmi di urlare e di fare qualsiasi movimento. Gli altri, con Dax e Pike si avventarono su Finn, picchiandolo e costringendomi a guardare. Finn cercava di difendersi, di rispondere ai pugni ma erano in troppi e poi a un certo punto… Pike tirò fuori un coltello. E io… io ero terrorizzata. Non sono riuscita a fare niente. Niente!Ormai Clarke era in lacrime Stavo ferma guardare mentre quel mostro spingeva il coltello nel petto di Finn, lasciandolo morire dissanguato in un piccolo buio perché io non sono stata in grado di difenderlo. Io lo amavo così tanto e l'ho perso. Non sono stato in grado di difenderlo… Da quel momento lì per me è stato difficilissimo, da quel momento la mia vita è stata segnata dalla paura, dalla mancanza. Con la perdita di Finn ho perso una parte di me ed è come se fossi diventata un vaso rotto tenuto insieme da dei pezzetti di scotch, pronto a rompersi definitivamente un'ultima volta. Soltanto la compagnia con Raven e con Monty e Jasper, due dei nostri carissimi amici, ha fatto in modo che io non andassi alla deriva definitivamente.
Ho cambiato il mio stile di pittura, come avete notato tu e Murphy, perché questa cosa mi ha portato dentro un cinismo e una disillusione nei confronti della vita.  Mi sembra che qualsiasi cosa bella a un certo punto debba finire e che io distrugga tutto quello che vedo e che incontro. È per questo che faccio questi disegni e prese il suo quaderno facendogli vedere alcuni suoi lavori. Per questo disegno io che uccido Finn perché è stata colpa mia e non me lo potrò mai perdonare”

“Clarke, Clarke, non è stata colpa tua. Adesso prenderemo quel bastardo lì. Devi avere il coraggio di testimoniare in tribunale contro di lui perché tu c'eri hai visto” “Non lo so Bellamy, ho paura che poi potrebbe fare qualcosa anche i miei genitori o a Raven o ai miei amici o a te o a Charlotte e non posso… non posso…” “Io lo capisco Clarke ma lo capisco Clark Però secondo me è una tua decisione io rispetterò qualsiasi cosa tu voglia fare però per onorare la memoria di Finn io penso che tu debba testimoniare. Io ti seguirei in ogni passo, in ogni momento e ti darò tutto il mio sostegno”. Abbassò gli occhi guardando il tavolino e sospirò “Non lo so Bellamy. Ci devo pensare ma già avertelo raccontato è stato importante e significativo per me” Bellamy la guardò, aveva ancora la mano della ragazza stretta tra le sue. Quando si resero conto di questa cosa subito si ritrassero come scottati e in imbarazzo finirono il pranzo.
Alla fine Bellamy le disse “Vieni, ti voglio portare in un posto che devi assolutamente conoscere”. Clarke si fece trascinare dall'entusiasmo di Bellamy e lo seguì con una serenità che le mancava da tempo.


Angolo autrice: scusatemi per il ritardo. RIleggere questo capitolo dopo la 7x13 è stato difficilissimo. Voi come state? Come avete reagito alla puntata? Giuro che risponderò alle recensioni!!  
  
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