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Autore: The Loveless Jester    13/09/2020    2 recensioni
In questa storia il Capitano Kirk è una donna, la coppia principale quindi è etero. L'intento di questa storia è di affrontare varie tematiche tra le quali lo stress post traumatico, violenze psicologiche e fisiche, e l'esperienza di una donna al comando . La storia parte da Star Trek Into Darkness e ne ripercorre la trama molto alla lontana con qualche cambiamento.
Dalla storia:
- Lo so.. infondo lo so.. So solo che sono stata una spina nel fianco per quell’uomo e che quando ha avuto bisogno di me io non c’ero. Come non c’ero per mio padre.-
Aveva intrapreso un discorso pericoloso e questo Jane lo sapeva,si stava colpevolizzando di tutte le disgrazie che non erano direttamente dipese da lei e lo stava facendo davanti a un vulcaniano che aveva scelto la via della logica su quella delle emozioni.
Si sentiva in trappola nelle emozioni negative che lei stessa aveva evocato , e in qual momento volevo solo urlare e piangere,cadere in mille pezzi e lasciare che Spock o Bones si prendessero cura di lei.
“sei il Capitano,Jane”
La voce di Pike le risuonò nella mente, ricordandole ciò che era e quello che faticosamente aveva conquistato.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James T. Kirk, Khan Noonien Singh, Leonard H. Bones McCoy, Nyota Uhura, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Salve a tutti, ho cominciato questa storia prima della quarantena, purtroppo non ho avuto più tempo ne possibilità di scrivere. Ora che la vita sembra stia tornando alla normalità vorrei provare a proseguire questo progetto . Vi sarei grata se recensiste , basta anche un semplice commento per capire se proseguire o meno ^^
Buona lettura!


Nota : Anche se la storia segue gli eventi di Into Darknes, mi discosterò parecchio dalla trama, farò dei salti temporali per proseguire la storia a cavallo tra la fine di Into Darkness e l'inizio di Beyond.






Capitolo 2 : La fusione mentale 





Appena sbarcati sull’Enterprise McCoy  si diresse subito in Infermeria, mentre Jane e Spock si erano diretti nella sala macchina trovando un Capo Ingegnere decisamente alterato e bellicoso.Jane si spalmò una mano sul viso, già si sentiva prossima all’esasperazione.
 
Dopo vari tentativi di convincere il suo Ufficiale a darle retta e ad accettare i siluri fotonici di Marcus a Bordo, Jane stava quasi per dare in escandescenza .
-Scotty deve firmare è un ordine!-
Montgomery Scott era famoso per essere l’ingegnere più testardo e geniale dell’intera flotta ed era anche l’unico che aveva  un carattere così testardo da scontrarsi con quello di Jane.
-Andiamo Scotty! Se non li firma dovrà abbandonare la nave.-
Jane fece esasperata , certa che Scotty non l’avrebbe mai mollata nel bel mezzo della crisi, invece con sua sorpresa Scotty la guardò quasi ferito e le consegnò il PADD che teneva in mano.
-Bene mi dimetto.-
-Scott!-
-Buona fortuna Capitano.-
Scotty le sorrise in maniera amara e si volto lasciando Jane nel bel mezzo della sezione motori con l’espressione incredula.
-E Jane.. la prego non usi quei siluri.-
E anche Scott sparì cosi come cominciavano a sparire le speranze di Jane che quella sarebbe stata una missione facile e lineare.
 
Mentre raggiungeva la plancia si sentì inevitabilmente sola, sola contro un mostro più grande di lei, sapeva che stavolta la spavalderia e il coraggio non l’avrebbero salvata, forse era saggio dare ascolto ai suoi ufficiali e ai suoi amici. Nel mentre pensava queste cose prese l’ascensore per la plancia e poco prima che si chiudesse fu raggiunta da Uhura.
-Capitano aspetti!.-
Jane bloccò l’ascensore affinchè il suo Tenente potesse raggiungerla con tutta calma.
-Allora Tenente , come andiamo?-Fece Jane tutta sorridente e baldanzosa.
-Non lo ha saputo vero?-
Jane sollevò un sopracciglio dubbiosa.
-Nyota cosa dovrei sapere?-
- Ho lasciato Spock.-
-Cosa?? Sei impazzita?.-
-No Jane.. Non fa per me,io non ci riesco..-
Jane le poggiò una mano sulla spalla e strinse appena per rassicurarla.
-Nyota ora concentrati sulla missione, ti prometto che appena ci liberiamo di Harrison organizziamo un uscita solo donne e invitiamo anche la Chapel, e ci liberiamo dallo stress di tutti questi uomini.-
L’ultima parte Jane la disse che ormai le porte dell’ascensore si erano aperte sulla plancia, ove Spock era poco distante dal turbo ascensore  e aveva sentito quelle parole dimostrandolo con un sopracciglio alzato in maniera interrogativa.
-Fischiano le orecchie?-
Jane diede una pacca sulla spalla del vulcaniano, sorridendogli sorniona lasciando il suo Primo Ufficiale sempre più confuso e basito.
-Capitano in Plancia!- si limitò a dire Spock prima di tornare alla sua postazione scientifica.
Nella plancia si levarono diversi saluti in direzione di Jane che ricambio con dei sorrisi sinceri ed affettuosi.
-Signor Chekov, lei era l’ombra di Scotty mentre ricostruivano la nave, ne deduco che conosca i progetti e sappia gestire  la parte ingegneristica.-
Uno dei due piloti dell’Enterprise si voltò verso Jane, annuendo velocemente più volte.
-Si Kapitano!-
Pavel Chekov era un ragazzo appena ventenne, il più giovane di tutti, ma letteralmente un piccolo genio come pilota ma che aveva imparato in fretta anche le nozioni ingegneristiche che Scotty gli aveva sapientemente insegnato, e poi Jane adorava il suo accento spiccatamente russo.
-Bene lei è il nuovo Capo Ingegnere , non mi deluda e tratti bene la mia signora. Metta la maglia rossa e vada nella sala macchine.-
A Chekov venne quasi un infarto , dall’espressione che fece agli ordini di Jane, tutti nella plancia lo guardarono con evidente preoccupazione, la stessa Jane era timorosa che al povero ragazzo prendesse una sincope, sperava però sinceramente che Chekov si riprendesse perché lei aveva dannatamente bisogno di un bravo ingegnere.
-Vado Kapitano,vado.!-
Fu allora che Jane pregò nella sua mente  qualsiasi dio esistente che tutto andasse bene.
Sistemata anche la questione di Chekov, Jane si sedette sulla poltrona del capitano, “ Dio quanto mi è mancata” pensò mentre stringeva tra le mani i due braccioli  di plastica e pelle.
Guardò il suo equipaggio in plancia, ognuno faceva il suo dovere, ognuno era al suo posto e tutti pendevano dalle sue labbra ciechi di fiducia, tutti credevano in lei e l’amavano.
La decisione finale , pensò Jane, era stata fin troppo facile a quel punto.
-Tenente Uhura apra un canale generale.-
Nyota annuì e schiacciò in successione un paio di bottoni dalla sua postazione.
-Aperto e pronto Capitano.-
-All’equipaggio dell’Enterprise , è il Capitano Kirk che vi parla.
La nostra è di localizzare il criminale John Harrison e di catturarlo per riportarlo sulla terra dove verrà sottoposto a un giusto  processo.-
Tutti in plancia erano muti,Bones e Spock la guardavano sorridendo furbamente il primo ed imperscrutabile il secondo.
-Questa nave ha qualcosa che le altre non hanno… Voi. Andiamo a prendere quel bastardo,Kirk chiudo.-
 Uhura chiuse il canale  di comunicazione e la plancia sembrò tornare alla vita.
Il posto di Chekov accanto al pilota Sulu ,era stato occupato dal Tenente Mills e tutti erano ai loro posti ,in attesa solo che Jane desse il comando di partire.
-Dottor McCoy,resti in plancia per la partenza.
Signor Sulu?-
L’uomo dai tratti asiatici dalla divisa color oro del comando guardava il suo Capitano in attesa dell’ordine  che già  sapeva avrebbe seguito, era pronto come lo erano tutti su quella nave.
-Ci porti fuori, curvatura massima.-
Sulu si voltò subito verso la sua postazione di pilotaggio,spinse la leva  della curvatura annunciando grado per grado la velocità che andava crescendo, poi in un lampo l’Enterprise sparí lanciandosi nello spazio infinito in direzione di Kronos.
 
——
-Tempo di arrivo signor Sulu?-
-Circa 24 ore Capitano.-
-Perfetto. Signor Spock continui a mantenere la localizzazione di Harrison,poi mi raggiunga nella  sala riunioni insieme al tenente Uhura. McCoy con me.Sulu a lei la plancia.-
 -Sissignora!-
Risposero in coro tutti quanti, McCoy era la voce meno convinta di tutti.
 
 
Jane e Leonard entrarono nel turbo ascensore diretti al ponte 5 dove c’erano gli alloggi degli ufficiali di alto grado e la sala riunioni.
-Mi spieghi perché hai chiamato  quei due a rapporto? Dobbiamo fare terapia di coppia?-
-No Bones, ma devo capire se possono lavorare insieme.
E poi perché non mi hai detto niente?-
-Perché non ne ero sicuro, e perché avevi già altri problemi per la testa. Ora di grazia concentrati sulla dannata missione e non sul tuo maledetto goblin!-
- Andiamo Bones ,non ho 15 anni,so temere a bada gli ormoni.-
Tagliò corto Jane mentre uscivano dal turbo ascensore diretti alla sala riunioni.
Nel corridoio un paio di ufficiali addetti all sicurezza salutarono Jane con il saluto militare ma lei si limitò a rispondere semplicemente “a riposo” a chiunque incontrasse,prima di volatilizzarsi con Leonard nella sala riunioni.
Una volta nella sala riunioni il Capitano si accasciò su una poltrona che era stata abbandonata in un angolo.
-Ascolta Leonard,io  non so se ce la faccio. Sono a pezzi.-
McCoy a quelle parole fu al suo fianco in un attimo.
-Dannazione Jane! Per quale motivo ti sei tuffata in questa missione  sconsiderata se il tuo stato mentale ti sta pregiudicando?!-
-Per Pike ,Bones, e perché siamo gli unici che possono andare a prendere quel figlio di puttana.-
-Non mi interessa di Harrison ,non mi interessa della vendetta,dovrei toglierti il comando!-
Jane al solo pensiero tremò visibilmente scattando in piedi.
-Leonard ti prego ,posso farcela. Ho solo bisogno di.. andare avanti.-
- mancano 23 ore all’arrivo, parla con quei due e con Spock che si occupi di tutto , ti prendi un bel calmante e ti fai almeno un paio d’ore in  cabina a rilassarti.-
Jane annuì visibilmente provata.
-Non sono le mie facoltà mentali a preoccuparmi Bones, è che non ho pianto nemmeno una lacrima e ho paura che quando e se succederà sarà una bomba .-
- E ti sei offerta volontaria per una missione con un alto tasso di pericolo ed emotività. Bravissima!.-
-Leonard..- il richiamo della donna uscì quasi come una preghiera , quel tono ferito colpì il dottore che in istante annullò la distanza tra di loro e strinse il suo Capitano in un abbraccio stretto, comprensivo, fraterno. Entrambi si sarebbero gettati nel fuoco l’uno per l’altra, ed entrambi lo sapevano.
Non fecero in tempo a staccarsi che la porta della stanza si aprì ed entrarono Spock ed Uhura, il primo a vedere il suo Capitano nelle braccia dell’Ufficiale Capo Medico trasalì come se si trovasse davanti a un serpente e non davanti ai suoi due migliori amici.
Leonard si staccò da Jane  evidentemente rosso in viso , Jane sospettava che l’imbarazzo fosse dovuto proprio alla presenza di Spock.
-Capitano.- fecero i suoi ufficiali mentre Jane si alzava in piedi per fronteggiarli con la massima calma possibile.
-Scusate il Dottor McCoy aveva bisogno di un abbraccio..-
-Ehy!- Leonard le lanciò un’occhiataccia che minacciava siringhe che l’avrebbero punta  all’improvviso. Jane Rabbrividì.
Finito il simpatico siparietto  il Capitano si mise davanti ad entrambi i suoi ufficiali, guardandoli seriamente e con uno sguardo che non ammetteva  scherzi.
-Sentite  non voglio farmi gli affari vostri, e vorrei essere ovunque tranne che a farvi questa domanda ma, devo. Pensate di riuscire a lavorare insieme? Posso mettervi in turni diversi, qualsiasi cosa , ma parlate ora.-
Jane concluse passando lo sguardo azzurro da uno all’altro, cercava di cogliere la minima reazione, voleva davvero che quei due non avessero problemi, insieme tutti loro erano una squadra efficiente, e quel giorno già aveva perso Scotty, non voleva perdere anche loro.
Nyota fu la prima ad interrompere il silenzio, parlando con un tono calmo e sereno sorrise a Jane quasi grata.
-Grazie Capitano per la sua  preoccupazione,io e Spock abbiamo interrotto la nostra relazione da un po' di tempo. Abbiamo avuto modo di metabolizzare e abbiamo deciso che restare amici e fare parte di questa squadra fosse più importante di tutto il resto.-
-Concordo pienamente con tutto quello che ha detto il Tenente.-
Aggiunse Spock anche  se sembrava tuttavia ancora turbato, da cosa Jane non sapeva dirlo.
-Ottimo , lieta di sentirlo. Tenente , può tornare in plancia, riferisca al Signor Sulu, che sono costretta a passare un  paio di ore nella mia cabina e che sarà il signor Spock a sostituirmi,-
-Certo Capitano.-Uhura fece il saluto militare e si congedò dalla sala riunioni diretta in plancia.
Il Primo Ufficiale, si ritrovò a fissare con uno sguardo estremamente interrogativo sia il Capitano che il Medico dell’Enterprise.
-Capitano.. può fornirmi una spiegazione logica?La prego .-
-Spock, non mi sento bene, avrà notato che gli ultimi giorni non sono stati esattamente facili per me . Il dottor McCoy mi somministrerà un calmante e cercherò di riposarmi. Come sa devo assolutamente portare a termine la missione e devo farlo al massimo delle mie forze.-
McCoy era in silenzio in un angolo, li studiava mentre una di fronte all’altro parlavano con tanta freddezza eppure i loro corpi, agli occhi di Leonard sembravano suggerire e desiderare un contatto e un approccio diverso.
-Dottore potrei suggerire un metodo alternativo?-
Spock ignorò totalmente Jane rivolgendosi direttamente al dottore.
-Prego,Spock.-
-Come Vulcaniano ho la possibilità di effettuare una fusione mentale, potrei farlo con il Capitano e cercare di portare sollievo alla sua mente, decisamente più efficace di un calmante, ne converrà con me dottore.-
McCoy sembrò pensarci su per un secondo, l’idea non gli sembrava affatto malvagia, ma non sapeva se e come Jane avrebbe mai permesso al vulcaniano di entrarle nella mente, eppure per Leonard era l’ipotesi migliore, con una connessione mentale Spock avrebbe potuto individuare il problema che affliggeva Jane e cercare di guidarla verso la calma e la catarsi.
-Assolutamente no! Fuori dalla mia mente Spock!-
-Capitano..- inziò Spock ma fu fermato da Leonard quasi subito.
-Jane, un tranquillante e due ore di riposo sono acqua fresca in confronto, la soluzione di Spock ,  quasi mi sento male a dirlo, è la migliore opzione che hai e che abbiamo. Se non ti riprendi , dovrò toglierti il comando e passarlo a Spock.-
Leonard sapeva benissimo dove colpire, infatti Jane assottigliò immediatamente lo sguardo, colpita e affondata alzò sbuffando gli occhi e le braccia al cielo esasperata e purtroppo vinta.
-E va bene., ma non si azzardi a frugarmi in testa!-
Rimbrottò il vulcaniano che in risposta rimase del tutto impassibile.
Leonard invece decise che era diventato di troppo e lanciando un ultimo sguardo di ammonimento a Jane la lasciò nelle abili mani del Vulcaniano.
 
Jane era rimasta da sola con Spock, si sentiva estremamente a disagio all’idea che di li a breve il vulcaniano sarebbe entrato nella sua mente  e che avrebbe avuto a disposizione tutti i segreti di Jane, ma aveva bisogno di sentirsi bene  e di farlo in fretta, il suo equipaggio si meritava la versione migliore di lei.
-Spock forse è meglio spostarci nel mio alloggio.-
-Concordo Capitano, la seguo.-
Il tragitto verso l’alloggio di Kirk fu breve e silenzioso, entrambi entrarono nei quartieri del capitano che erano composti da una stanza da letto, un bagno e un’anticamera con un divano , un tavolino e un replicatore  per il cibo.
Jane optò per il divano presupponendo che forse stare seduta durante il processo era una buona idea, purtroppo però Spock era rimasto imbambolato sulla porta, lo sguardo perso nel vuoto . Fu allora che Jane cominciò a dubitare dell’intero piano.
-Spock..?-
Dal vulcaniano non giunse nessuna risposta se un uno sguardo e un paio di passi in avanti.
-Che succede Spock?
-Ho il permesso di parlare liberamente?-
-Spock sta per entrare nella mia mente, può dire quello che vuole, direi che ormai i convenevoli li abbiamo mandati a farsi fottere.-
-Bene. Ha una relazione erotica con il dottor McCoy?-
Jane dapprima pensò di aver capito molto, molto male, dopo con la consapevolezza di quello che aveva sentito passò diverse tonalità di rosso.
-Spock ma come le viene in mente! Certo che no!-
-Dal rossore sulle sue gote capitano sembra essere imbarazzata e colta sul fatto.-
-Le ho detto di no invece! Il dottor McCoy è il mio migliore amico, e in caso fosse il mio compagno non avrei di certo problemi a dirlo, ma così non è.-
Il tono di Jane tendeva quasi all’isterico, come poteva Spock anche solo pensare una cosa del genere? Soprattutto, perché all’improvviso sembrava cosi interessato alla vita sentimentale di Jane?
-Cosa diamine le interessa Spock?-
La voce della donna era visibilmente irritata, sulla difensiva, Spock non era abituato a vederla così nei suoi confronti, pensava che le cose tra loro fossero migliorate, eppure era bastata una semplice domanda  per creare di nuovo una spaccatura tra loro.
Jane d’altro canto non capiva cosa la avesse  irritata cosi, tanto, forse era solo spaventata da tutto, dalla missione, da Spock che voleva informazioni personali e che poi le sarebbe entrato in testa, da McCoy che l’aveva messa sotto pressione con quella storia del  comando. A un tratto Jane Kirk si stava sentendo come si era sentita all’accademia, una donna in un mondo di uomini sempre costretta a dover dimostrare il suo valore per essere presa sul serio.
-Sa una cosa Spock non mi risponda, la verità è che sono veramente stanca dell’atteggiamento dei miei ufficiali, IO sono il dannato capitano di questa nave, e mi sembrava che la cosa non vi creasse tutti questi problemi prima di oggi, ma è da quando siamo partiti dalla terra che lei e il dottore state cercando di mettere in dubbio le mie capacità e le mie decisioni. Mi lasci dire una cosa Spock, Mi sono laureata con il massimo dei voti, prima del mio corso, e sono ho già salvato la terra una volta a soli poco più di vent’anni, ho un curriculum che parla e se ha un problema con me chieda un maledetto trasferimento!- verso la fine il tono di Jane era diventato così alto che un paio di guardie di passaggio nel corridoio si erano fermati davanti alla porta chiusa dei suoi alloggi in attesa di un grido d’aiuto che non sarebbe però arrivato, perché dopo quella sfuriata seguirono lunghi minuti di silenzio e le guardie continuarono il loro cammino.
Spock d’altra parte, aveva fatto un passo indietro, destabilizzato dalla reazione dell’umana, aveva scelto il silenzio e l’osservazione come risposta, il petto di Jane si abbassava in fretta e con un certo affanno  il Capitano respirava molto velocemente. Al vulcaniano quella donna sembrava ferita, in difficoltà ma altrettanto forte e lucida , capace di prendere a calci un nemico persino in quelle condizioni. Spock decise dunque per la cautela.
-Capitano..Lei continua a fraintendermi, temo sia colpa delle nostre diverse culture, ma come le ho già detto quando morì l’Ammiraglio, io ho piena fiducia in lei e con me il nostro equipaggio.-
Jane si era portata una mano a stringersi la giuntura tra fronte e naso cercando di scacciare il principio di emicrania che quella conversazione le aveva provocato. Rimase in silenzio , lasciando che fosse il vulcaniano a colmare quella distanza che si era nuovamente creata tra loro.
-Lei scambia la nostra preoccupazione per sfiducia.- proseguì il vulcaniano ritrovandosi subito addosso i fari azzurri di Jamie.
-Ha la mia fiducia Jane, e voglio restare al suo servizio, è il miglior Capitano della flotta, andarmene dal suo sevizio sarebbe illogico.- il tono di Spock era più umano del solito, più dolce persino, si era adattato all’esigenza di Jane , rispondendo alla sua aggressività con calma e gentilezza. Una cosa che aveva imparato anche durante la sua relazione con Uhura.
Il Capitano si era visibilmente calmata, soddisfatta dalla spiegazione di Spock, si era alzata dal divano per andare incontro al vulcaniano, la mano destra perfettamente curata tesa in avanti.
-Siamo una grande famiglia vero signor  Spock?-
Il vulcaniano afferrò la mano della donna senza esitare.
-Si Capitano.-
Entrambi sorrisero, o almeno anche la perenne espressione pragmatica di Spock, sembrava sorridere.
-Bene, dunque quella fusione?-
-Forse dovrebbe tornare a mettersi seduta, ci vorrà poco.-
Jane lasciò la mano callosa del vulcaniano a malincuore e si diresse verso il divano.
Dopo poco Spock la raggiunse sedendosi a sua volta sul divano.
La mano destra del vulcaniano si posizionò sul viso di Jane, pollice ,indice e medio andarono a toccare i punti di fusione sul volto della donna e Jane trasalì.
-Pronta?-
-Strappo secco come un cerotto Spock-
Disse la donna con una sicurezza che in realtà non possedeva.
Ma Jane non poteva tirarsi indietro e Spock le entrò nella mente vellutato come un guanto.
-La mia mente alla tua mente,i miei pensieri ai tuoi pensieri.-
 
Ed ecco che la loro mente si era unita,subito Spock cerco di infondere nella donna un senso di pace e tranquillità,ripercorrendo con lei i ricordi della perdita di Pike cercò di trasmetterle il senso dell’accettazione per quella perdita e cercò di scacciare i sensi di colpa.
La fusione stava funzionando quando all’improvviso a Spock apparirono le immagini di una Jane sofferente,e sporca di sangue dalla testa ai piedi, una mano tesa verso il nulla.
Spock cercò di allentare il contatto,non voleva sapere,non voleva vedere, ma la mente di Jane lo stava imprigionando  con quella terribile immagine che sembrava gridare aiuto.
“Spock aiutami.. perché gli hai permesso di farmi del male?”
 La figura insanguinata di Jane si avvicinava sempre di più e Spock sentiva un enorme senso di angoscia crescere dentro di lui.
“Spock.. Perché non mi ami?
Non sono abbastanza bella per te?
Infondo chi potrebbe mai amare una disgrazia vivente come me.”

 
La figura ormai era vicinissima a Spock, poteva quasi toccarlo ma il vulcaniano era pietrificato dall’orrore.
La mente di Jane lo stava imprigionando in una spirale di dolore e persino un vulcaniano esperto come lui aveva difficoltà a mantenere il controllo e a far arretrare la mente del Capitano.
La verità che tanto aveva negato a se stesso aveva trovato la strada per colpirlo.
Lui l’amava più del dovuto anche se Jane non ne era a conoscenza , la fusione delle loro menti aveva sprigionato  un forte legame tale che le paure più profonde di Jane si stavano riversando senza pietà nella mente del vulcaniano tramite la  fusione mentale.
 “Jane.. “
Sussurró solo il suo nome prima che la figura finalmente sparisse.
Spock stava tentando con tutte le sue forze di sfuggire a quella fusione mentale  ma la mente di Jane sembrava aver deciso di tenerlo intrappolato a sé ancora per un po', nuove immagini cominciarono a scorrere in un flusso continuo dall’umana al vulcaniano che ormai si stava rassegnando allìorizzonte degli eventi che gli si stava mostrando davanti agli occhi.
Le nuove immagini mostravano Jane mano nella mano con un ragazzo umano dai capelli rossi e la barba folta, spesso vestito con la divisa dell’accademia della flotta. Le emozioni di Jane riguardo quel ragazzo erano un crescendo di passione e desiderio fino ad arrivare  inaspettatamente a paura, rabbia, tristezza.
Le immagini da idilliache divennero chiaramente  sinistre, le passeggiate mano nella mano si trasformarono in furiose liti, le sene di passione si erano trasformate in un corpo a corpo di un tale violenza che era difficile immaginare fosse solo un addestramento.
Infine , l’ultimo flusso di coscienza mostrò a Spock un’immagine che difficilmente avrebbe scacciato via dalla sua mente.
L’ultima cosa che vide prima di essere scacciato brutalmente via dalla mente di Jane fu l’umana che tanto amava, con le mani intrise di sangue , il corpo del cadetto dai capelli rossi a terra in una pozza di sangue con la gola aperta.
“Jane…”
 
 
-Spock! Spock! Mi senti?-
Dopo quell’orribile visione  Spock si era allontanato di scatto da Jane , la osservava dopo aver messo almeno due metri tra di loro, il volto del vulcaniano che era divenuto una maschera di freddezza e confusione.
-In nome del cielo Spock che diavolo ha fatto nella mia testa?!-
Jane lo incalzava dal canto suo  , avvicinandosi stava visibilmente riducendo la distanza fra di loro , la mano tesa pronta ad afferrare la spalla del vulcan per scuoterlo da quella specie di catalessi in cui sembrava essere piombato.
-Tu l’hai ucciso.. com’è possibile?-
Sillabò guardandola negli occhi la mano che aveva prontamente scacciato quella del suo Capitano. Era chiaro che non voleva essere toccato anche se la voce rimaneva la solita neutrale ed impregnata di logica.
Jane si sentì invece gelare il sangue nelle vene,i suoi peggiori incubi si erano materializzati, tutto ciò che aveva cercato di tenere nascosto con le unghie e con i denti era riemerso e le aveva dato un bel pugno in faccia assumendo la voce e le fattezze del suo Primo Ufficiale.
-Cosa hai visto?-  chiese ma lei già sapeva, lei che ora stava scivolando contro la parete del proprio alloggio incapace di tenersi in piedi.
-Ho visto chiaramente compiere l’omicidio del cadetto Marcus Kane, ma questo non so come sia possibile  dato che l’accademia indagò a suo tempo sull’omicidio del cadetto Kane e l’indagine si risolse con l’assegnazione della medaglia al coraggio per il cadetto per aver salvato un collega perdendo la vita durante un’aggressione. Tutto questo non ha senso…-
Persino la logica di Spock si era incrinata  in quel momento, le informazioni che aveva nella propria memoria non corrispondevano a ciò che aveva visto e toccato con mano.
-No Spock , non c’è nessun errore.. io ho ucciso Marcus Kane.-

 

 
  
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