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Autore: JennyPotter99    14/09/2020    0 recensioni
CONTINUO STORIA "CREATURES OF THE NIGHT"
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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3 mesi dopo.
 
Le foglie secche avevano ormai circondato il buco nella terra che Stiles aveva fatto a forza di sedersi davanti alla lapide di Derek Hale.
Gli erano cresciuti i capelli e non si faceva la barba di settimane.
Nonostante Wendy e Derek avessero un legame fin dagli inizi, Stiles era quello che ne stava soffrendo di più.
A malapena aveva tenuto Hope in braccio da quando era nata.
Ormai cresciuta con la stessa fretta con la quale era cresciuta anche Angelica, Hope era diventata una ragazza snella, dai lunghi capelli marroni, dello stesso colore del padre, come gli occhi.
Era suo padre in tutto e per tutto.
Mentre sua sorella coltivava la passione per l’arte, Hope si era iscritta a karate a 12 anni.
Spesso si chiedeva perché suo padre non la considerasse: non perché non le voleva bene, ma perché la sua nascita continuava a ricordarle il giorno in cui Derek era morto.
Né i dottori del terrore né Theo si erano più fatti vedere, ma il branco sapeva che, dopo aver preso il sangue di Angelica, avevano dovuto per forza aver fatto altri esperimenti per creare la Chimera perfetta.
-Non lo vedi per la maggior parte della giornata…Ha chiesto delle ferie al lavoro ed era l’unico che lavorava in famiglia, quindi adesso siamo quasi sull’astrico.- raccontò Wendy, davanti al letto d’ospedale di Lydia: Theo non gli aveva solamente provocato un trauma celebrale, ma le era anche entrato nella testa.
Da quel giorno, Lydia era entrata in coma, pronunciando qualche parola ogni tanto e con gli occhi fissi nel vuoto.
-Angelica e Liam non si parlano, dato che lui ha tentato di ucciderla. A Hope non abbiamo raccontato né di Theo né di Derek per non sconvolgerla troppo.- continuò, prendendole la mano e accarezzandole la fronte.- Tu devi farcela, Lydia, non posso perdere anche te.-
D’un tratto, Natalie entrò nella stanza.- Tu che ci fai qui?!- esclamò, con rabbia.
-Sono la sua migliore amica!- affermò Wendy.
-Sì e questo l’ha uccisa! Tutti voi l’avete uccisa!- commentò la donna, con gli occhi lucidi.- Verrà portata d Eichen House, dove nessuno potrà farle visita e sarà al sicuro.-
Wendy sgranò gli occhi.- La prego no, non la rinchiuda lì dentro!-
-Vattene via!-
Gli addetti alla sicurezza sentirono le urla ed intervennero per prendere Wendy per le braccia e portarla via.
-La prego, mi ascolti! Non la rinchiuda lì dentro!-
***
Con l’inizio del nuovo anno scolastico, anche Hope iniziò ad andare a scuola.
-Allora, ripetimi cosa devi dire alla gente.- le disse Angelica.
Hope sospirò per la decima volta.- Mi chiamo Hope Watson, sono la tua sorella minore, i nostri genitori sono morti e viviamo con nostro zio.-
-Perfetto, questa è l’aula di biologia, ce l’hai alla prima ora.- continuò la sorella, indicandole l’aula.- Se ti serve qualcosa, chiamami.- le disse infine, proseguendo in un’altra aula.
Hope si grattò la guancia.- E come dovrei fare? Non ho un telefono. Ululo?-
Hope sapeva tutto della sua famiglia: che sua madre era un licantropo Alfa e che suo padre era un druido, ma non sapeva niente di Derek o che Theo avesse cercato di ucciderlo per ottenere il potere di Stiles.
Nessuno si sarebbe mai aspettato quello che sarebbe successo dopo.
Entrando in classe, Hope andò a sbattere contro un altro ragazzo e le caddero tutti i libri.
-Ehi, stai attento a dove vai.- borbottò un altro studente, aiutandola.
-No, non fa niente, sono io che sono maldestra, è una cosa di famiglia.- commentò Hope, alzando lo sguardo su di lui: era un affasciante ragazzo dagli occhi verdi e il ciuffo ingelatinato.
Theo Raeken.
-Mani di ricotta, allora.- aggiunse lui sorridendole.
-S-Sì.- balbettò Hope, arrossendo e mettendosi a sedere prima di fare un’altra brutta figura.
Theo si sedette in fondo, un po' confuso: non appena aveva incrociato i suoi occhi, si era sentito diverso dal solito.
Natalie Martin entrò in fretta in aula, con le occhiaie agli occhi di chi non dormiva da giorni.- Prego, aprite il libro a pagina 66.-
Hope cercò il libro fra gli altri, ma capì di non averlo e alzò la mano.- M-mi scusi…Credo di essermi dimenticata di comprarlo.-
-Tu devi essere quella nuova, sta tranquilla.- le disse l’insegnante, dandole un bigliettino.- Acquistalo qui e digli che ti mando io.-
Hope prese tutto il necessario dall’astuccio e, durante la lezione, continuava a percepire qualcuno che la fissava.
Ogni tanto voltava lo sguardo verso gli ultimi posti e, quando incrociava gli occhi di Theo, lui guardava sempre da un’altra parte.
Lo trovò un ragazzo parecchio strano.
Oltre a notare questo, quando lei ed Angelica andarono in biblioteca per ripassare, osservò che lei e Liam neanche si guardavano.
Angelica passò tra gli scaffali per prendere un libro, lasciando così un buco e dall’altra parte incrociò Liam, così rimise a posto il libro velocemente.
Hope si morse una guancia.- Quindi ancora niente, eh?-
-Sssh!-
La sorella assottigliò gli occhi.- Scusa…Dopotutto ha solo cercato di ucciderti, non ti ha tradito.-
Angelica sospirò.- Non è solo questo, io…- le disse, avvicinandosi al suo orecchio.
Hope li spalancò stavolta.- Hai baciato un altro!- urlò.
Angelica le tappò subito la bocca.- Sssh! Vuoi urlarlo per tutta la scuola?!-
Hope si strinse nelle spalle.- Beh, Liam è un bel ragazzo, l’altro deve essere proprio un gran figo.-
-E tu che ne sai? Da quanto tempo te ne intendi di ragazzi?- ridacchiò Angelica.
-Diciamo che…Oggi c’era un tipo in classe, un po' strano, ma che continuava a fissarmi.-
-E’ carino?-
Hope annuì più volte.- E’ uno schianto: tipo 5 centimetri di vita e 50 di spalle.-
Prima che continuassero a parlare, improvvisamente la terra prese a tremare.
Alcuni studenti si ripararono sotto i tavoli, credendo si trattasse di un terremoto.
Infine, ci fu un boato per il corridoio e lei due corsero a controllare.
La targa della Beacon Hills High School era stata lanciata all’interno della scuola e aveva distrutto metà del corridoio.
Entrambe si fulminarono con lo sguardo: solo qualcosa di estremamente forte avrebbe potuto farlo.
***
La polizia si precipitò a scuola, ma Stiles non ricevette la chiamata perché non andava al lavoro da 3 mesi.
Quel pomeriggio, tornò a casa, si tolse la giacca e vide che Wendy l’aspettava seduta al tavolo, fissandolo.
-Ti avevo detto che non c’era bisogno mi aspettassi.- le disse lui.
-E invece sì.- affermò Wendy.
-Non ho fame.- borbottò Stiles, aprendo il frigo per prendersi una birra.
Wendy sbuffò e si alzò, facendo strusciare la sedia a terra: lo prese per la felpa e lo fece specchiare. -Guardati! Guarda come sei ridotto!- esclamò, mettendosi una mano nei capelli.- Ad occhio nudo avrai perso 9 chili!-
-Che cosa vuoi che ti dica?! Che sto di merda?! Si, è vero!- replicò Stiles, aprendo le braccia.
-Questo già lo so! Devi dirmi che tornerai ad essere quello di prima, che ti prenderai cura delle tue figlie! Era quello che volevi, no?! Angelica: forte e coraggiosa come sua madre e la seconda, Hope, sa-
-Saggia e intrepida come suo padre.- si ricordò Stiles, con gli occhi lucidi.- Mi dispiace, non so come posso superare questa cosa.- singhiozzò, coprendosi gli occhi.
Wendy gli accarezzò il petto.- Lo faremo insieme tesoro, devi lasciare che ti aiuti.-
Stiles annuì, asciugandosi il viso.
-Iniziamo da una doccia.-
Quella frase fece ridere entrambi da un bel po' di tempo.
Così, con il sottofondo di una dolce musica lenta, Wendy gli fece il bagno, gli tagliò i capelli e gli fece la barba.
Stiles la guardò negli occhi mentre gli spalmava la schiuma.
-Che c’è?-gli chiese lei, arrossendo.
-Mi sembra passata un’eternità dall’ultima volta che ti ho guardata.- mormorò Stiles, accarezzandole la guancia. -Mi ero scordato quanto fossi bella.-
-Tornerai bello anche tu.- commentò Wendy, baciandolo dolcemente. -Ti amo.-
-Ti amo.-
 
Per dare la propria testimonianza alla polizia, Hope aveva fatto tardi per andare in libreria e comprare il libro di biologia.
Quando calò il sole, prese l’autobus per andarci e notò con un uomo sulla mezza età le fissava il sedere: fece uno sguardo disgustato e scese alla sua fermata, ma il tipo la seguì.
Girato l’angolo, ne apparve un altro che le sorrise maliziosamente: questo era più grosso e muscoloso.
-Ehi tesoro, perché non ci facciamo un giro?- le mormorò, avvicinandosi.
-Lasciatemi stare! V-Vi avverto, faccio karate!- affermò lei, mettendo le mani in avanti.
I due scoppiarono a ridere.- Certo, come no!-
-Ha detto: lasciala stare.- ringhiò un ragazzo dietro di loro. -Perché non te la prendi con qualcuno della tua stazza?- esclamò Theo, tirando fuori le zanne e prendendoli a pugni entrambi, fino a stenderli.
Hope sgranò gli occhi, tremando.- S-Sei…Un lupo mannaro.-
Theo le fece un sorriso amichevole.- Già, scusa.-
D’un tratto, uno di loro si rialzò e sfoderò un coltello.
-Attento!-
Hope gli afferrò il polso, gli tolse il coltello e gli rigirò il braccio dietro la schiena, fino a romperglielo: il tutto in pochi secondi.
Theo la guardò sbalordito, mentre i due scappavano.
-Faccio davvero karate.-
-Beh, se me lo avessi detto due minuti prima non sarei intervenuto.- commentò Theo, ridacchiando.
Hope si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio, arrossendo.- Grazie lo stesso.-
Per Theo era una sensazione nuova, trovarsi davanti ad una ragazza che sembrava piacergli.- Ti accompagno a casa?-
-Oh no, grazie, è qui vicino, basta qualche fermata di autobus.-
-Che scemo, non mi sono neanche presentato…Mi chiamo Theo.- le disse, porgendole la mano.
Hope la strinse.- Io sono Hope.- rispose, guardando poi l’orologio.- E sono in ritardo! Santo cielo, i miei si arrabbieranno!- esclamò, salutandolo con la mano mentre fuggiva via.- Scusami, ci vediamo a scuola!-
Theo rise tra se e se, guardandola correre con aria buffa.
Anche se la conosceva da appena un giorno, qualcosa in lui era cambiato.
***
A casa Stilinski regnava la tranquillità: nella stanza di Angelica, avevano aggiunto un altro letto per Hope.
E fu proprio nel pieno della notte, che Hope prese a gridare nel sonno.
Stiles e Wendy sobbalzarono, correndo subito nella loro stanza.
-Che è successo?!- esclamò Wendy, dopo aver acceso la luce.
-Non lo so, è saltata e ha iniziato a gridare.- rispose Angelica, preoccupata.
Hope aveva gli occhi fissi sul muro.- Lui…Lui prendeva fuoco…- bofonchiò, tremando.
Stiles osservò che le dita della figlia si muovevano in modo strano.- Aspetta…- Prese un taccuino dalla scrivania e le infilò la penna nelle dita.
Hope iniziò a disegnare qualcosa.- E…Denti, zanne, sangue…- singhiozzò, spaventata.
Nel mentre, le luci si offuscarono per un istante, come se fosse stata lei a farlo.
Wendy guardò il suo disegno.- Tesoro, che cos’è?-
-E’ un affresco…- rispose Hope, abbassando finalmente lo sguardo sul foglio.- Almeno credo…E’ stato orribile…-
I genitori si fulminarono con lo sguardo, decidendo però di continuare a mentirle.
-D’accordo, è stato solo un brutto sogno.- le disse Stiles.
Hope aggrottò le sopracciglia.- Ma sembrava così reale.-
-No, era solo un sogno.- affermò suo padre, con tono duro.
Wendy le accarezzò la spalla.- Tranquilla amore, torna a dormire.-
Una volta che si fu riaddormentata, i tre si riunirono in soggiorno.
-E’ ufficiale: hanno creato la Chimera perfetta col mio sangue.-
-E’ un druido.- disse Wendy.- Sapevo che poteva succedere.-
-Ma io non ho mai avuto visioni.- replicò Stiles.
-Tu ci sei diventato col passar del tempo, lei ci è nata.- puntualizzò Angelica.
Stiles batté il piede a terra nervosamente.- Dobbiamo tenerla lontano da Theo.-
-Non sa nemmeno che faccia abbia…Almeno abbiamo un vantaggio.- commentò la figlia.
D’un tratto, Wendy indossò la giacca di pelle e prese le chiavi dell’auto.
-Dove vai?-
Con sguardo deciso, aprì poi la porta.- A cercare di mettere fine a questa storia.-
Wendy si avviò nel posto in cui sospettavano che ci fosse il laboratorio dei dottori, ma, ad aspettarla, c’era Theo.
-Non troverai niente dove stai cercando.- confermò Theo, mettendosi davanti a lei.
-Io invece credo di sì, dato che ci sei anche tu: è il posto giusto, solo che non abbiamo guardato bene.- replicò Wendy, assottigliando gli occhi ed estraendo gli artigli.
In quel momento, al fianco di Theo si misero altri ragazzi che Wendy credeva morti: Hayden, Josh, Cory e Lucas ora facevano parte del suo branco.
Theo sorrise per il suo sguardo meravigliato.- Sorpresa? Credevi che in questi 3 mesi sarei stato con le mani in mano?- le chiese, alzando le sopracciglia.- Come sta il piccolo druido?-
Wendy strinse il pugno.- Tu non la toccherai.-
-Sì invece e prima o poi, sarà mia.-
L’Alfa ruggì, ma non volle attaccarli, perché i ragazzi dietro di lui non avevano fatto niente di male, non avevano scelto loro di essere Chimere genetiche.
Perciò, Wendy mise gli artigli sul muro e disegnò una spirale, il segno di vendetta.
-Credi di farmi paura, Wendy?-
La ragazza fece un ghigno divertito, mentre, a casa, Stiles caricava le pistole, i fucili, tutte le armi che aveva con proiettili d’argento.- Oh no…Non è di me che dovrai aver paura.-
   
 
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