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Autore: chemist    14/09/2020    1 recensioni
Tyrion Lannister è membro di una delle più potenti famiglie di Westeros, ma deve guardarsi le spalle persino da suo padre e da sua sorella.
Sansa Stark è una figlia del Nord finita nella fossa dei leoni proprio mentre la sua casata viene abbattuta.
La figlia disgraziata e la scimmia demoniaca, uniti per caso contro un mondo che li disprezza e li vuole morti.
Ma con un’anima complementare al proprio fianco.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sansa Stark, Tyrion Lannister
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15: Al buio
 
Sansa aveva la vista ancora fastidiosamente offuscata quando venne liberata dalla stretta delle guardie che l’avevano ricondotta con forza alla Fortezza Rossa.
Ricordava ben poco degli istanti successivi all’omicidio di ser Dontos perché il caldo, la stanchezza e l’incredibile concatenazione degli eventi le avevano indebolito i sensi e forse l’avevano fatta svenire. Le sembrava che il mondo ruotasse vorticosamente intorno a lei, ma riuscì comunque a rimettere alcuni pezzi al proprio posto: Joffrey era morto, lei era stata catturata e adesso si trovava al cospetto di Cersei Lannister, che la guardava con ripugnanza.
“Sansa! Mia dolce, piccola Sansa!” esordì la regina, afferrandole il mento in quella che divenne a poco a poco una stretta violenta. “Che strana coincidenza! Scomparire senza motivo proprio mentre mio figlio sta morendo. Dimmi, dove credevi di andare?”.
“Maestà, io non c’entro nulla con la morte del re, lo giuro” si difese la Stark, con la voce soffocata per la morsa in cui la leonessa l’aveva costretta.
“Questo lascialo decidere a noi” minacciò Cersei, a un palmo dal suo viso, prima di ordinare alle guardie con un cenno del capo di portarla in prigione.
 
Era buio, lì sotto, e stava facendo uno sforzo immane nel cercare di non piangere al pensiero della cella in cui l’avrebbero rinchiusa, che sarebbe sicuramente stata stretta, sporca e fatiscente.
Le sorprese, però, non erano ancora finite, perché il secondo volto che vide in quella sciagurata serata fu quello di Tyrion.
Inizialmente aveva tenuto la testa bassa, evidentemente provato dall’aria pesante che si respirava in quelle segrete, ma quando si accorse del loro arrivo rilasciò un profondo sospiro.
“Sansa…”.
“Ti abbiamo portato la tua mogliettina, Folletto. D’altronde all’altare vi eravate promessi di stare vicini nella buona e nella cattiva sorte, no?” sbeffeggiò una delle guardie prima di aprire la cella adiacente a quella di Tyrion e spingervi dentro la ragazza senza troppi complimenti.
“È così che tratti una lady indifesa?” inveì il Lannister contro di lui mentre si allontanava assieme ai colleghi. “La pagherete per tutto ciò, maledetti!”.
Il fracasso dei cancelli che si chiudevano gli fece capire che continuare a imprecare era inutile, dunque iniziò a tastare il muro che lo separava dall’altra cella, sperando di trovare fra le sue pietre una crepa che gli permettesse di vedere sua moglie.
“Sansa…Sansa, mi senti?” la chiamò ripetutamente, prima che lei riuscisse a pronunciare un flebile e strozzato “Tyrion…”.
“Sansa! Grazie al cielo, stai bene?”.
“S-si, ero solo…ho un forte mal di testa…”.
Poggiò la fronte al muro, chiuse gli occhi e si abbandonò a quel suono limpido, simile al pigolare di un uccellino ferito, sentendosi sollevato, malgrado la tremenda situazione in cui si trovavano, che non le fosse accaduto niente di male, o niente di insanabile, perlomeno.
“Per tutti gli Dei, Sansa…dov’eri andata?”.
Dall’altra parte lei si rannicchiò, affondando la faccia nelle ginocchia in previsione dell’ennesimo smacco che stava per dare all’uomo che aveva sposato, ma che avrebbe abbandonato senza troppi scrupoli qualora il piano di ser Dontos fosse andato a buon fine.
“Io non…non so dove stavo andando, è successo tutto in fretta, troppo in fretta…stavano tutti accerchiando Joffrey quando un giullare è venuto da me, mi ha trascinata via e mi ha fatta correre fino al porto e…ed è lì che mi hanno trovata…”.
“Un giullare?” ripeté Tyrion, confuso. “Non ti ha detto dove voleva portarti?”.
“Non ne ha avuto il tempo. Lo hanno ucciso senza pietà”.
“Naturalmente”, sbuffò il Folletto, scivolando con la schiena verso il basso e mettendosi anch’esso a sedere.
Chissà, forse presto potrò chiederglielo di persona, dato che probabilmente farò la stessa fine.
 
Ci fu un silenzio, sintomo dello stato di rassegnazione in cui vivevano. Fu Sansa ad interromperlo all’improvviso.
“E così…Joffrey è morto” sussurrò, come se temesse che il fantasma di quel sadico ragazzino potesse giungere da un momento all’altro per tormentarla ancora.
“Già” annuì Tyrion, ripercorrendo con la mente ogni attimo di quel folle pomeriggio.
“Perché sei qui? Sei stato tu?” domandò Sansa senza peli sulla lingua.
“No, certo che no. Voglio dire, Joffrey non s’è mai risparmiato nel darmi delle ragioni per volergli fare male, ma…non sono stato io”.
“Si, beh, perdonami se non verso alcuna lacrima per tuo nipote” commentò la rossa. In qualche modo, l’oscurità del carcere e la precipitazione delle sue condizioni le avevano conferito un insolito coraggio.
“Attenta a come parli…basta poco, qui, per farsi condannare per crimini di cui non si è colpevoli, soprattutto di ritorno da una fuga sospetta”.
La risatina sommessa, quasi inudibile, gli confermò che Sansa aveva preso quella frase per ciò che realmente era: del puro e semplice sarcasmo per rispondere al suo sarcasmo.
“Che ne sarà di noi?” interrogò poi, tornando seria.
“Non ne ho idea, Sansa. Se avessero voluto ucciderci lo avrebbero fatto subito, ma magari in città c’è ancora qualcuno con un minimo di buon senso. Immagino che saremo sottoposti ad un processo”.
Tale prospettiva non fece altro che accrescere l’ansia di lei: “un processo? E davanti a quale giuria?”.
Tyrion aveva imparato la lezione: era meglio non illuderla, per evitare di sentirsi un verme quando le sue rassicurazioni si sarebbero rivelate false.
“Non so dirti i nomi di chi verrebbe ipoteticamente chiamato a giudicarci, ma posso di certo dirti quelli a cui spetterebbe la sentenza finale. Temo che Cersei e mio padre ormai controllino tutto”.
A quelle parole il corpo di Sansa rammollì, come se i suoi già manchevoli muscoli si fossero arresi nel tentativo di tenerlo in tensione e la sua anima fosse già volata via alla ricerca di una scappatoia dal luogo che rischiava di diventare la sua tomba.
Lui premette le mani contro la spessa parete che lo divideva da lei come a volerla abbattere, ma l’unica cosa che ottenne fu una pungente sensazione di freddo provocata dal contatto tra i palmi e la nuda roccia.
“Sansa…” si strusse di nuovo, ma lei non lo lasciò finire.
“Non importa, Tyrion, va bene così. È da tanto che sono preparata alla morte e talvolta l’ho persino desiderata. Se non altro, sono felice di condividere i miei ultimi giorni con te”.
Il Lannister si coprì la bocca, per non farle sentire che era in procinto di piangere; serrò il pugno e colpì ripetutamente il pavimento, sicuro che le sue dita di nano non avrebbero prodotto il minimo rumore, continuando finché non cominciò a sanguinare.
Forse le convinzioni di sua moglie, che gli erano sempre apparse ingiuste, erano vere. Forse era davvero responsabile quanto il resto della sua famiglia (se non di più) delle sofferenze di quella ragazza. Forse era soltanto un ripugnante mostro che le aveva rovinato la vita.
Un fuoco enigmatico ma terribile lo stava divorando dall’interno.
“Sansa, io…ho paura che la mia autorità sia stata quasi del tutto seppellita, ma ti giuro…”, e a quel punto il suo tono era il ringhio di un leone che protegge il proprio branco, “…ti giuro che farò tutto, ogni cosa che è in mio potere e nelle mie possibilità per farti uscire sana e salva da qui”.
Un’altra atroce lotta per la sopravvivenza era iniziata.

Ciao a tutti!
Anche in un anno insolito come quello in corso, spero che abbiate trascorso una bella estate.
Torno con un capitolo notevolmente più breve del solito ma che introduce i nostri protagonisti ad un contesto inedito, una detenzione comune. Riusciranno a gestire preoccupazioni e rimorsi? Ma soprattutto, riusciranno a scampare al destino crudele che li attende?
Fatemi sapere cosa ne pensate nello spazio recensioni!
Io vi ringrazio come sempre per essere arrivati sin qui e vi auguro un inizio d’autunno all’insegna della normalità, che talvolta è la cosa migliore che si possa desiderare.
Alla prossima! 👌
   
 
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