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Autore: storiedellasera    16/09/2020    1 recensioni
Alcuni desideri sono fatti per cercare la felicità. Altri desideri invece sono espressi per infliggere sofferenze.
Lo sanno bene Milla e Kyleen, proprietarie di una locanda molto particolare.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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La strega dei desideri

-Parte 2-

 

La pallida luce dell’alba rischiava il cielo notturno.
La giovane Milla si svegliò tremando, attraversata da brividi di freddo. Vicino a lei si trovava Kyleen. Anche la bambina del nord si era svegliata da poco: i suoi occhi erano ancora socchiusi e i suoi capelli dorati erano così arruffati da sembrare un covone di fieno sfilacciato. Tra le mani stringeva la spada dall’elsa dorata. Non si separava da quell’arma neanche per un istante.
Milla e Kyleen avevano viaggiato per una settimana prima di raggiungere la montagna vicino la capitale. Dopo due giorni di scalata, le due bambine erano ancora ben lontane dalla sua cima. Si erano immerse in un bosco secolare che avvolgeva l’intera fiancata del monte. In quel luogo, solo pochi raggi del sole riuscivano a penetrare le chiome degli alberi.

I polsi di Milla erano sempre legati con della ruvida corda ma la ragazzina non aveva alcuna intenzione di fuggire. Kyleen, che era più forte e più veloce di lei, l’avrebbe di sicuro acciuffata se solo Milla avesse tentato la fuga. Tentar di affrontarla o di sorprenderla durante il sonno era fuori discussione.
Inoltre c’era un altro motivo che spingeva Milla a restare con la piccola barbara del nord. Nella foresta in cui si trovavano viveva infatti una strega. Milla aveva sentito spesso delle storie terrificanti che si raccontavano su di lei e non voleva restare da sola tra quegli alberi sinistri. Si convinse che la compagnia di Kyleen, per quanto indesiderata, potesse offrirgli una qualche difesa nel caso avesse incontrato la spaventosa strega della montagna.
 
Le due giovani erano ancora assonnate e sedute nei loro giacigli. Vicino a loro si trovavano le braci morenti del falò che avevano acceso la sera precedente. Durante le notti, lei e Kyleen cercavano di comunicare tra di loro per imparare alcuni vocaboli delle loro reciproche lingue.
Kyleen aveva insegnato a Milla parole come “ferma”, “cammina”, “fa silenzio”… ordini essenziali per la loro condizione.
 D’altro canto Milla, servendosi di alcuni bastoncini carbonizzati per disegnare su delle pietre, cercava di far capire a Kyleen che sulla montagna viveva una strega e che loro due si trovavano in serio pericolo. Ma la bambina del nord, malfidata o troppo testarda per cambiare idea, voleva a tutti i costi raggiungere la cima del monte.

Milla si era rassegnata all’idea di farla ragionare. Sospirò mentre si alzava dal suo giaciglio.
Se non altro Kyleen si era addolcita un poco nei suoi confronti: le concedeva pause più lunghe durante le loro marce e condivideva con lei tutta l’acqua e il cibo che trovava.
Le razioni da viaggio erano finite da quattro giorni e le due bambine erano riuscite a sopravvivere trovando bacche o altri frutti di bosco, funghi e radici. Trovarono persino tre uova in un nido di qualche uccellino di montagna e una volta Kyleen riuscì a catturare un grande rospo.
Lo fece arrosto e lo divise con Milla.
Lei lo mangiò, seppur inorridita. La fame la costrinse ad addentare quel mezzo rospo cotto a puntino. Le smorfie di disgusto di Milla divertirono Kyleen che, per la prima volta da quando si era risvegliata sulla spiaggia del settentrione, ridacchiò.
Nonostante questo, il cibo che riuscivano a rimediare era scarso ed entrambe erano consumate dalla fame.

“Cammina” disse Kyleen nella sua lingua natia.
Milla aveva compreso il comando: si guardò attorno per trovare il nord -sentendosi fiera della sua capacità di orientamento, retaggio del suo popolo- e riprese la scalata del monte insieme a Kyleen.



⁓•⁓•⁓•֍•⁓•⁓•⁓



Un fresco vento agitava le chiome degli alberi, provocando un fruscio costante. Era un rumore che ricordava l’oceano cullano da una brezza.
Tutta quella tranquillità agitava Milla che non faceva altro che guardarsi attorno, come se si aspettasse di scorgere il volto della famigerata strega dietro una qualche siepe, intenta a fissare lei e Kyleen.
Milla non conosceva il volto della strega, ma ipotizzava che fosse molto vecchia, scheletrica e brutta, con un cappello nero e abiti fatti con vecchi stracci.
Kyleen aveva notato il nervosismo della sua prigioniera e anche lei iniziò a scrutare meglio l’ambiente circostante. La paura di Milla si era in qualche modo irradiata nell’animo della barbara del nord.

Quando il sole fu alto nel cielo, in tutta la foresta si levarono i canti di vari uccellini.
Di tanto in tanto si sentiva un cinguettio diverso da tutti gli altri. In lontananza si poteva udire il suono di qualche vivace torrente o forse di una piccola cascata.
Kyleen decise che era arrivato il momento di fare una pausa.
Scorse, su alcuni rametti, delle bacche piccole e perfettamente sferiche. Erano di un intenso colore blu e non appena fece per addentarne una, Milla esclamò istintivamente: “veleno!”
Kyleen fece cadere a terra la bacca che aveva raccolto. La fissò inorridita mentre rotolava sotto il fogliame tra i suoi piedi.
Milla conosceva quei piccoli frutti blu e sapeva che erano letali se ingeriti.
Si domandò perché avesse voluto salvare Kyleen. Una manciata di quelle bacche e la barbara sarebbe morta nel giro di qualche ora. Avrebbe sofferto moltissimo: atroci e lancinanti dolori si sarebbero scatenati all’interno del suo ventre… e Milla avrebbe potuto liberarsi e scappar via dal monte.
No, Milla non era un mostro. Non avrebbe permesso una fine così orribile neanche a colei che l’aveva rapita e portata sulla montagna che era la dimora di una strega.


⁓•⁓•⁓•֍•⁓•⁓•⁓



Dopo un’altra ora di marcia, le due ragazzine scorsero un sentiero breccioso.
Si meravigliarono moltissimo nel vedere una traccia di civilizzazione in un luogo così selvaggio. Quel sentiero era un’esile scia di pallido pietrisco che tagliava in due la rigogliosa foresta.
Kyleen temette di incontrare qualche passante e magari Milla avrebbe urlato per chiedere aiuto.
La barbara decise così di strappare un lembo del suo vestito e di imbavagliare la sua prigioniera, la quale non poteva ribellarsi a tale imposizione.

Le due ripresero il loro viaggio, seguendo la via brecciosa.
Milla poteva solo mugugnare. Ma ogni suo lamento veniva ignorato da Kyleen, la quale appariva sempre più stanca e nervosa… colpa anche della fame.
C’era una casa in fondo alla via. Era occultata in parte dagli alberi.
Milla e Kyleen si accorsero dell’edificio solo quando furono molto vicine ad esso. Era quasi interamente di legno e circondato da molti fiori dell’equinozio, rossi come il sangue. Al suo fianco si trovava persino una stalla.

In base alla forma e alle dimensioni, Milla comprese che si trattava di una locanda.
Era ben pulita. Questo lasciava intuire che qualcuno se ne prendeva cura ogni giorno.
Non si vedeva nessuno attraverso le scure finestre.
In quel momento, un silenzio irreale calò nel bosco… un silenzio interrotto di tanto in tanto da qualche cinguettio.
Milla sentì le sue gambe tremolare per la paura. Si avvicinò a Kyleen per farle capire che voleva andar via da lì. Ma la barbara, senza mai distogliere lo sguardo dalla locanda, scosse il capo per poi rispondere: “andiamo.”

Così fecero.
Lentamente si avvicinarono alla locanda. Tentarono di sbirciare al suo interno ma i vetri delle finestre erano troppo opachi. Riuscirono solo a scorgere quello che sembrava essere una stanza grande e buia.
Kyleen toccò la maniglia della porta d’ingresso e scoprì che non era chiusa a chiave.
Milla fissava con orrore e ammirazione la barbara che apriva lentamente l’anta di solido legno, generando un sinistro e prolungato scricchiolio.
Le due giovani entrarono nella locanda e si ritrovarono in una grande sala da pranzo.
L’intera stanza era immersa nel silenzio e nella penombra.
Era spaziosa e pulitissima, come se non fosse mai stata usata. Le varie colonne, disseminate in tutta la sala secondo un perfetto schema geometrico, erano di legno e sulla loro superficie vi erano intagliate immagini di draghi, cavalieri e varie creature silvane.
Milla fu rapita dalla bellezza di quelle figure e per un istante smise di avere paura.

Ma il terrore investì di  nuovo la piccola quando udì dei passi provenire da un’altra stanza della locanda. Erano passi leggeri e incerti che si stavano avvicinando alla sala da pranzo.
“Chi è là?” Disse una voce nel buio. Sembrava appartenere a una giovane ragazzina.
Kyleen impugnò la spada con entrambe le mani e si mise in posizione di guardia. Lei e Milla si paralizzarono per la paura, trattennero persino il respiro. Stavano osservando una porta semichiusa oltre la quale si vedevano solo tenebre.
Sull’uscio di quella porta apparve infine una persona. Si trattava di una giovane fanciulla, poteva avere qualche anno in più di Milla.
Era minuta e molto magra, con capelli a caschetto di un insolito colore verde chiaro.
Ma ciò che colpi più di ogni altra cosa Milla e Kyleen era la benda che la misteriosa ragazzina portava sugli occhi. Era bianca ed emanava un profumo di angelica e altre erbe mediche.
Fu chiaro in pochi istanti che la ragazzina era cieca.
“Chi c’è?...” Chiese di nuovo, ma questa volta un tremolio nella sua voce rivelò tutta la sua apprensione “…ho sentito chiaramente qualcuno aprire la porta. Vi prego, rivelate la vostra presenza.”

Kyleen studiò a fondo quella ragazzina bendata.
Si separò poi da Milla e iniziò ad avvicinarsi a lei con passo felpato. Le sue mani serravano ancora la spada dorata.
Milla comprese immediatamente i crudeli intenti della barbara.
Il suo primo istinto fu quello di bloccarla in qualche modo o di far rumore in modo da allertare la giovane cieca. Ma temeva la reazione di Kyleen: magari la barbara avrebbe rivolto su di lei la sua furia.
Milla si limitò a fissare con orrore la giovane bruta del nord avvicinarsi sempre di più all’ignara ragazzina dai capelli verdi… quando la porta dell’ingresso si aprì alle sue spalle.
“Cosa sta succedendo qui?” Chiese una voce di una donna anziana.

Milla e Kyleen sobbalzarono nel sentirla.
Si voltarono di scatto verso l’origine di quel suono.
Un’anziana signora era apparsa all’uscio della porta della sala da pranzo. Non indossava, come credeva Milla, un cappello a punta e vestiti di stracci… ma un abito da locandiera marrone chiaro con qualche elemento bianco. Era una persona alta e robusta.
Nonostante la sua età avanzata poteva vantare una schiena ancora forte e una postura perfettamente dritta. Aveva poche rughe sul volto e i suoi capelli grigi erano raccolti in un semplice chignon.
I suoi occhi d’argento scrutavano a fondo Milla e Kyleen.
L’anziana signora era calma e forse era proprio quest’appetto a spaventare le due ragazzine.


⁓•⁓•⁓•֍•⁓•⁓•⁓



Rimasero a scrutarsi per diversi interminabili secondi.
L’anziana poi si rivolse alla ragazzina cieca: “stai bene, piccola Flio?”
“S-si” rispose quest’ultima, che non aveva ancora capito cosa stava accadendo. La signora spostò poi la sua attenzione su Kyleen e le chiese gentilmente di abbassare la sua spada.
Ma la barbara non aveva compreso neanche una parola e rispose nella sua lingua natia.
Uno strano sorriso comparve sulle labbra sottili dell’anziana locandiera: “cosa sentono le mie orecchie!...” Esclamò “…il linguaggio delle lontane terre del nord! Molto bene…”
Si schiarì la voce e continuò a parlare, ma lo fece usando la stessa lingua di Kyleen.
Sia la barbara che Milla strabuzzarono gli occhi quando compresero che l’anziana parlava fluentemente quella lingua.

Questa volta fu Milla a non comprendere neanche una parola… ma a giudicare dai gesti dell’anziana intuì che quest’ultima stava cercando di tranquillizzare Kyleen e, per la seconda volta, le stava chiedendo di abbassare l’arma.
Come tutta risposta, Kyleen si scagliò contro l’anziana locandiera, pronta a colpirla con un poderoso fendente.
Quell’inaspettato gesto riempì Milla di un terrore mai provato prima.
Eppure qualcos’altro terrorizzava ancora di più la ragazzina: l’anziana donna infatti non appariva intimorita dalla carica di Kyleen.
Continuava persino a sogghignare.


fiore

   
 
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